sabato 12 agosto 2017

Daredevil (prima stagione)

Titolo: Daredevil (prima stagione)
Episodi: 13
Anno: 2015
Genere: supereroi, azione, 

La trama in breve:
Hell's Kitchen. L'avvocato Matt Murdock, dopo aver perso la vista da bambino a causa di un incidente radioattivo, sviluppa dei sensi sovrumani e li utilizza per combattere il crimine per le strade della sua città nei panni del supereroe Daredevil. Nella prima stagione Matt affronta il potente signore del crimine Wilson Fisk, alias Kingpin, impegnato nella sua opera di riqualificazione del quartiere in combutta con vari esponenti della malavita della città. (fonte wikipedia)

Il mio commento:
Non male ma altalenante. L'impressione globale relativa a questa prima stagione della serie targata Netflix e dedicata a Daredevil è abbastanza positiva tuttavia mi sento soddisfatto solo a metà.
Indubbiamente, il risultato complessivo è molto superiore al risultato del film del 2003 con Ben Affleck nei panni di Batman Daredevil, decisamente più piatto e semplice.
La storia proposta in questa serie risulta invece più costruita e matura, più articolata e interessata a caratterizzare i personaggi. Certo, è anche vero che ci son tante cose incredibili e non semplici da accettare, considerando appunto che il personaggio è "cieco" ma paiono esserlo anche gli abitanti della città. Possibile che nessuno noti un tizio cieco vestito in giacca e cravatta che sparisce nei vicoli, volteggia tra i palazzi, si cambia pure...anche se il più delle volte parte da casa già abbindato per i pestaggi notturni. Ecco, a proposito, la divisa nera che sfoggia per quasi tutta la prima stagione l'ho apprezzata assai, molto di più rispetto alla tutina pacchiana che, come da contratto supereroistico, è tenuto a indossare.





Buona, dicevo, la caratterizzazione e la resa dei personaggi principali, in primis Matt e Kingpin. 
L'eroe di turno non è immune da fallimenti o errori, infatti più di una volta rischia di lasciarci le penne e viene salvato in extremis: d'altronde, la sua missione è un tantino impegnativa per un uomo solo. Che per altro non so bene come faccia a vivere visto che non ha tutte ste entrate economiche...In ogni caso è un uomo fortemente motivato e determinato, ma pur sempre un uomo. Rispetto ad altri supereroi gli restano addosso cicatrici e ferite, lividi, ma anche gli capita di aver il fiatone, di restare a corto di energia, qualcosa di più verosimile rispetto a quel che solitamente accade agli altri tizi in calzamaglia che non soffrono sudore, stanchezza et similia neanche dopo aver completato una maratona. Al contempo, è un uomo tormentato, che soffre perché non può/vuole condividere i suoi segreti con i suoi amici, un uomo solo ma che tuttavia ha il culo di incappare in belle ragazze (tipo Rosario Dawson) e di avere almeno un prete con cui confessarsi e scaricarsi un po' di fardelli.
Apprezzate anche le descrizioni dei vari drammi che patisce, sia in relazione al suo passato, sia nei confronti dell'amico fraterno Foggy, con cui romperà proprio a causa della sua duplice identità di pestatore notturno, scoperta e non propriamente accettata dallo stesso Foggy, per altro co-titolare dello studio legale "Nelson & Murdok".
Dall'altro lato ci sta invece un discreto Vincent D'Onofrio, alias Kingpin, a metà tra esteta, miliardario, uomo di mondo e pericoloso boss della malavita. Anche lui impegnato su più fronti e alle prese con qualche trauma infantile che l'ha indubbiamente condizionato. Lui è il cattivone di turno, che mira a conquistare e distruggere/ricostruire la città grazie alla collaborazione e agli accordi con le varie mafie locali, situazione che pian piano gli sfuggirà di mano sia a causa di Daredevil sia a causa del lavoro di indagine da parte dei buoni (*) sia per via degli stessi collaboratori che vedono diminuire la fiducia in lui dopo la comparsa di una certa Vanessa, artista di cui Wilson Fisk (Kingpin) si invaghisce. Insomma, non proprio un quadro entusiasmante per chi dovrebbe incarnare il male ma che non riesce a tenere le redini dei suoi... Ecco, sotto questo punto di vista, mi sarei aspettato un tizio più crudele ed esplicitamente violento, invece è fin troppo pacato, salvo poi qualche sporadica esplosione di cattiveria non del tutto ponderata e pure "imposta", solo per esigenze di copione e per metter in moto gli eventi.




Ad ogni modo, dicevo, nel complesso mi chiamo soddisfatto di questa serie. Pure dal punto di vista dell'atmosfera ricreata, cupa e decadente, pesante, che amplifica ancor di più la difficoltà dell'impresa di contrastare il crimine e la corruzione dilagante, e della fotografia questo prodotto Netflix si propone comune di buon livello e di certo non delude le aspettative nemmeno il reparto azione e arti marziali, con discrete coreografie e un buon dosaggio del ritmo narrativo, che alterna le varie battaglie notturne del nostro eroe con i molti momenti dedicati al dialogo e alla definizione dello scenario in cui si muovono i personaggi.
Certo, la serie ha dei momenti più alti e qualcuno più "sciocco" e semplicistico, vedasi l'epilogo di Nobu (capo della mafia giapponese rionale) o la gestione di certi personaggi che compaiono e spariscono solo per fornire qualche spiega o sbrogliare qualche situazione, ad esempio Stick, burbero mentore di Matt, oppure la stessa infermiera Claire Temple (Rosario Dawson), oppure la gestione dell'ultima puntata, in cui un po' troppe cose si sistemano (rapporto Matt e Foggy, resa dei conti tra Daredevil e Kingpin...la classica scazzottata in un vicolo..) ma mi sento di consigliarla. Buona infine anche la prova di Charlie Cox, piuttosto azzeccato per il ruolo di protagonista anche se, a tal proposito, il mio giudizio è relativo, visto che non seguo il fumetto cui la serie è ispirata.



(*) non smetterà mai di stupirmi l'importanza che sembrano avere i media e la reputazione, per gli statunitensi. Come nel caso di Kingpin, qualche notizia apparsa sui giornali o qualche scandalo sembrano preoccuparlo assai, potrebbero finirlo, danneggiarlo pubblicamente, rovinargli piani politici...altro che qua in Italia, dove è possibile avere condanne, comparire in mezzo a svariati episodi controversi ma non perdere il diritto di rappresentare il Paese nelle istituzioni pubbliche o all'estero...

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