Visualizzazione post con etichetta arti marziali. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta arti marziali. Mostra tutti i post

domenica 29 gennaio 2023

Lezioni di Kung Fu e Qi Gong a Cittadella e Visnadello di Spresiano

 Approfitto di questo post per pubblicizzare l'a.s.d. Scuola delle Cinque Virtù Marziali:


L'associazione sportiva dilettantistica Scuola delle Cinque Virtù Marziali propone corsi di arti marziali cinesi (lo stile di kung fu praticato è il 七星螳螂拳 Qi Xing Tang Lang Quan, ovvero boxe della mantide religiosa sette stelle) e di Qi Gong presso Cittadella (PD) e presso Visnadello di Spresiano (TV).

Le lezioni sono rivolte a ragazzi/e e adulti ed è possibile concordare lezioni di prova gratuite.

L'associazione è attualmente affiliata ASI, riconosciuta dal CONI ed è affiliata alla D'Aria Angelo's School.

Per maggiori informazioni potete visitare il sito dell'associazione oppure controllare il profilo instagram della scuola ^_^


domenica 23 gennaio 2022

Free Guy - Shang Chi - Cobra Kai

Ben ritrovati sulle pagine del mio blog e, per quanto in ritardo, auguri di buon anno ^_^
Lo so, lo so, siamo ormai oltre la metà del mese ma ritenevo opportuno riportarlo, visto che nelle mie intenzioni questo post avrebbe dovuto comparire qualche tempo fa...poi, la vita ha voluto diversamente tra dinamiche familiari, impegni in seno all'asd Scuola delle Cinque Virtù Marziali e tempo libero sempre ridotto al minimo e/o in balia di imprevisti (ad esempio primi raffreddori del bimbo).
Ne approfitto comunque per parlarvi di alcuni film e serie che son riuscito a vedere (a puntate) nelle ultime settimane sulle varie piattaforme di streaming, commenti spicci che avrei preferito postare a cavallo tra la fine del 2021 e l'inizio del 2022 ma che, per forza di cose, provo a sintetizzare in un unico post ora. In particolare, vorrei spender due parole su

  • Free Guy
  • Shang Chi e la leggenda dei dieci anelli
  • Cobra Kai - stagione 1


Titolo: Free Guy - Eroe per gioco
Anno: 2021
Regia: Shawn Levy
Genere: sci-fi, azione
Cast: Ryan Reynolds, Jodie Comer, Lil Rel Howery, Utkarsh Ambudkar, Joe Keery, Taika Waititi, Matty Cardarople, Aaron W. Reed
La trama in breve: Free Guy, film diretto da Shawn Levy, racconta la storia di un impiegato di banca (Ryan Reynolds) che un giorno prova a ribellarsi a un sistema che lo vuole sottomesso e vittima della violenza quotidiana. Decide di non restare a guardare, mentre alcuni rapinatori derubano in tutta tranquillità la banca, come loro solito. Questa volta, però, Guy decide di ribellarsi e provare ad affrontare i due malviventi.
È così che, grazie a un paio di occhiali molto speciali, scopre di essere un personaggio all'interno di un videogame open world dal nome "Free City(fonte comingsoon)
Il mio commento in breve: un po' Matrix, un po' The truman show, un po' Ready Player One, questo film in realtà ricorda e pesca da varie fonti ma si rivela un ottimo mix. Tanto più che, da quel che ho letto, il successo ottenuto è andato ben oltre le aspettative determinando così la realizzazione di un seguito.
La storia di per sé non è complicatissima ma ben coordinata e proposta, con personaggi a volte stereotipati a volte sui generis (penso ad Antoine, impersonato da Taika Waititi) che ben si imprimono. Non mancano quindi battute e gag, situazioni folli, azione adrenalinica, complotti, storie d'amore e colpi di scena. I tempi narrativi sono sostenuti ma tutto risulta sempre chiaro e comprensibile anche se questo, ovviamente, determina delle semplificazioni dello sviluppo. Vedasi, ad esempio, i tempi di crescita di "camiciola guy" (non so come è stato resto nella lingua originale) oppure la velocità di programmazione di keys e colleghi vari (se solo fosse veramente così). 

domenica 6 settembre 2020

Tao - La legge universale della natura

Titolo
: Tao - La legge universale della natura
Autore: Silvia Canevaro
Editore: KeyBook
Genere: divulgativo, saggio
Pagine: 95

Descrizione:
Il Tao è un'astrazione metafisica che indica la legge universale della natura. In tal senso esso è indicibile, ineffabile e indeterminato e può essere spiegato solo allusivamente.
Il termine Tao che letteralmente significa la "Via" o il "Sentiero" e si pronuncia Dao è uno dei concetti fondamentali della tradizione culturale, filosofica e religiosa cinese.
Secondo la filosofia taoista, l'uomo si deve lasciare trasportare dalla corrente indicata dal Tao indispensabile per sviluppare le proprie qualità innate e compiere così la missione della propria esistenza.
Va da sé che la religione e la filosofia taoista attribuiscono massimo valore alla vita individuale.
L'uomo percorre il sentiero cercando di equilibrare i due princi dinamici fondamentali del Tao: lo Yin (il polo negativo, collegato alla femminilità, alla passività, al freddo e all'oscurità) e lo Yang (il polo positivo, collegato alla mascolinità, al movimento, al calore e alla luce).  (fonte macrolibrarsi)


Il mio commento:
Avevo adocchiato questo libro in una chat quindi, incuriosito, l'ho recuperato e letto in pochi giorni.
Non si tratta infatti di un testo corposo né pesante tuttavia risulta interessante e accattivante nel suo presentare concetti legati al Tao, al taoismo e alla cultura cinese. La presenza di focus di approfondimento e l'organizzazione per aree tematiche, che coprono ambiti quali il benessere, la meditazione, le arti marziali, l'ecologia, l'alimentazione, la sessualità, il management, l'economia permette di farsi un'idea generale su concetti che magari ci sono vagamente noti e che vengono analizzati anche in ottica taoista, ovvero con rimandi alla ricerca di un equilibrio e a una profondità universale ben lontane dalle logiche e dall'artificiosità frutto frutto dell'azione umana. 
Non ci sono velleità di imporre o propinare verità al lettore: si avverte l'intento di insegnare e di condividere, ma in modo rispettoso e sereno. 

lunedì 31 agosto 2020

The Sword Polisher's Record: The Way of Kung-Fu

Titolo:
 The Sword Polisher's Record: The Way of Kung-Fu
Autore: Adam Hsu
Editore: Tuttle Publishing
Genere: arti marziali
Pagine: 204

Il mio commento:
Questo libro raccoglie gli articoli in lingua inglese scritti dal maestro Adam Hsu e pubblicati con cadenza mensile in alcune riviste di kung fu (ad esempio Black belt) con l'intenzione di ripristinare e chiarire da fraintendimenti e derive quelli che sono i principi e lo spirito originario del kung fu 功夫, inteso come pratica marziale per acquisire abilità e ottenere il miglioramento di sé. Per riferirsi all'arte marziale di per sè sarebbe infatti preferibile il termine wu shu 武术, tuttavia, soprattutto nel contesto occidentale, il termine kung fu viene quasi sempre usato come sinonimo di wushu.
L'idea del pulire la spada, ripresa sia nella copertina che all'inizio di ogni macro sessione rende bene l'idea dell'opera e del suo intento, che mira a prendersi cura di uno strumento elegante e nobile, ma anche pericoloso e letale, per ridonargli splendore e pulirlo da impurità e difetti.
La lettura di questo testo, che mi è stato regalato da un amico, si è rivelata decisamente interessante e scorrevole: mi sento di consigliarvela, a patto che abbiate interesse per l'argomento marziale o per la cultura cinese. 
L'organizzazione in brevi capitoli, ovvero gli articoli a cui accennavo poc'anzi, senza dubbio facilità la fruizione del libro e ne permette una lettura a puntate: non c'è infatti una trama che si sviluppa man mano né si tratta di una biografia o di un saggio su di un unico argomento, ma da una raccolta di riflessioni e approfondimenti che riguardano diversi aspetti dell'ambito marziale cinese. Si comincia quindi con brani dedicati alle origini delle arti marziali cinesi, allo scopo di quest'ultime e alla loro contestualizzazione nel mondo moderno. Si continua con riferimenti alle differenze tra stili interni ed esterni e alcuni miti legati al wushu. Quindi si procede con articoli legati allo studio delle forme tradizionali (taolu 套路), all'allenamento fisico e mentale che deve procedere di pari passo, al rapporto maestro e allievi fino ai pezzi conclusivi dedicati al futuro del wushu.
Probabilmente il libro può essere utile e risultare interessante anche a chi non è necessariamente coinvolto nelle arti marziali cinesi (a patto di conoscere l'inglese...), tuttavia è innegabile che il pubblico di riferimento sia proprio quello della totalità di praticanti che, a livello internazionale, fuori dai confini cinesi, si dedicano al kung fu in generale e che potrebbero non essere così allineati su concetti e modi di approcciare quest'arte.

venerdì 28 febbraio 2020

Vincere senza combattere

Titolo: Vincere senza combattere
Sottotitolo:  Da Sun Tzu ai 36 stratagemmi: l'arte della strategia secondo l'antico pensiero cinese
Autore: Pierre Fayard
Editore: Ponte Delle Grazie
Genere: saggio
Pagine: 188

La trama in breve:
Capacità di analizzare situazioni e contesti, uso dell'astuzia e della creatività, decifrazione dei segnali che annunciano il cambiamento, attenzione a non sprecare energie e ricerca dell'armonia: queste le doti dello stratega come emergono da due grandi libri sapienziali cinesi, «L'arte della guerra» di Sun Tzu e «I 36 stratagemmi». Fedele all'essenza profondamente pragmatica dell'antico pensiero cinese, Pierre Fayard ha scritto questo libro con il proposito di rendere espliciti all'orecchio e alla mente di noi occidentali i contenuti originariamente espressi in formule poetiche e metaforiche, creando così un ponte tra mentalità orientale e sensibilità occidentale. Utilizzando storie esemplari, antiche o modernissime, lontanissime vicine alla nostra quotidianità, questo libro spiega, chiarisce, approfondisce le massime alle quali sempre più, nel nostro mondo complesso e globalizzato, si ispirano coloro che vogliono coglierne le sfide, nelle decisioni che riguardano la propria vita di tutti giorni, o che hanno a che fare con i massimi sistemi della politica e dell'economia. (fonte www.libraccio.it)

Il mio commento: 
Approfittando di un po' di tempo libero, son riuscito a completare la lettura di questo testo acquistato tempo fa su Libraccio, un testo che mi interessava dal punto di vista dello studio della cultura orientale anche nell'ambito delle arti marziali. Oltre che per quel riferimento ai 36 stratagemmi, argomento che Alessandro, amico e maestro di Qi Xing Tang Lang Quan presso la Kyu Shin Ryu, più volte ha citato negli ultimi anni.
Stando alle premesse della quarta di copertina mi aspettavo un testo molto più articolato, lungo e complesso di quello che mi son ritrovato per le mani, senza contare che dei 36 stratagemmi in realtà ne cita solo una parte, ovvero 25, per scelta dell'autore. Almeno, così è nell'edizione che ho recuperato io, non l'ultima.
Dopo una prima parte dedicata a chiarire aspetti legati a strategia, saggezza, astuzia, cultura occidentale e orientale, l'autore propone riflessioni ed esempi legati ai vari stratagemmi proposti.
Si concentra, in realtà, solo sui primi 4 macro-blocchi - gli stratagemmi in situazioni di dominio (battaglie già vinte), gli stratagemmi sul filo del rasoio (battaglie indecise), stratagemmi d'attacco, stratagemmi degli estremi rimedi (battaglie dalle molteplici possibilità) - e infine sullo stratagemma per eccellenza, ossia la fuga. Da non intendersi come vigliaccheria, sia chiaro, ma come occasione di rinascita e di ripartenza: ostinarsi di fronte a una situazione non porta a nulla, meglio quindi conservare le forze, attendere tempi migliori e affidarsi alla creatività per gettare le basi per una futura occasione di vittoria. 
Il libro, sia per stile per che per impostazione e registro, non risulta pesante o noioso, anzi si legge più che volentieri e mantiene un tono piuttosto discorsivo e non prolisso. Ho trovato interessante il modo in cui l'autore si è soffermato su ciascuno degli argomenti proponendo storie, applicazioni ed esempi generali che un po' si rifanno (suppongo) ai testi originali un po' a dinamiche di vita attuale. Ci sono casi legati alla politica, all'economia, alla "natura" (se così si può dire), e questo è molto utile e interessante per il lettore che riesce a rimappare quanto proposto in un contesto a lui vicino e con risvolti ben comprensibili. 

domenica 8 settembre 2019

Parliamo di Tang Lang Quan

Ne approfitto questa volta per proporvi un video dedicato alle arti marziali, nello specifico si tratta di un video realizzato in Cina, presso il monastero Hua Yan a Laoshan, dal maestro Angelo D'Aria e dal maestro Federico Andrenacci:


Probabilmente non tutti conoscono il Tang Lang Quan (螳螂拳 - Boxe della mantide religiosa), tuttavia credo che questo video possa risultare interessante e affascinante sia per quanti sono appassionati di Oriente, sia per i praticanti di arti marziali sia per quanti, complice il periodo, magari si stanno guardando attorno alla ricerca di sport, discipline, attività da praticare nel tempo libero e che, mossi dalla curiosità, potrebbero voler concedere una possibilità anche al Tang Lang Quan. 
Non ho mai ben compreso fino in fondo il motivo ma, spesso, le arti marziali vengono praticamente ignorate da chi è alla ricerca, appunto, di qualche attività da praticare: vuoi per poca conoscenza delle stesse, vuoi perché si pensa a queste discipline come a qualcosa esclusivamente per giovanissimi, vuoi per pigrizia, vuoi perché si immaginano allenamenti in stile "Matrix".... invece, rappresentano una proposta molto valida e interessante per tutte le età e alla portata di molti, con innegabili benefici per il proprio benessere psico-fisico.
Se poi si considera che sul territorio nazionale sono molte le scuole che propongono corsi di arti marziali di varia natura - karate, jiu jistu, aikido, wing chun, shaolin ... - perché non provare quanto meno ad informarsi o assistere a qualche lezione? ^_^
Tra queste, probabilmente, quelle che propongono uno degli stili di Tang Lang Quan (Qi Xing Tang Lang Quan, Mei Hua Tang Lang Quan, Liu He Tang Lang Quan...) sono un po' meno diffuse e note tuttavia non meno valide o ricche in termini di proposte e di materiale con cui confrontarsi per una crescita sia dal punto di vista fisico ma anche dal punto di vista culturale, mentale e spirituale.
Pertanto, colgo l'occasione con questo post, per segnalare le scuole distribuite sul territorio italiano che fanno riferimento al maestro Angelo D'Aria e che, se interessati, potete provare a contattare: link
In particolare, su territorio padovano, segnalo l'associazione sportiva dilettantistica Kyu Shin Ryu che propone corsi di Qi Xing Tang Lang Quan presso Camposampiero (PD)

venerdì 14 dicembre 2018

The Martial Arts Teacher: A Practical Guide to a Noble Way

Titolo: The Martial Arts Teacher: A Practical Guide to a Noble Way
Autore: Jonathan Bluestein
Editore: CreateSpace Independent Publishing Platform
Genere: arti marziali
Pagine: 284

Argomento:
L'insegnamento delle arti marziali può essere una delle professioni più nobili, ma porta con sé alcune delle sfide più singolari e sorprendenti che si possano immaginare. In questo libro, l'autore Shifu Jonathan Bluestein rivela in modo molto dettagliato il modo in cui questa occupazione nonché missione di vita può essere portata avanti con grande successo e gioia. Scritto per gli insegnanti di arti marziali di qualsiasi stile, praticante o aspirante, questo eccezionale lavoro mira a fornire una consulenza concreta e facilmente applicabile. che può cambiare la vita. Sii il meglio che puoi diventare!

Il mio commento:
Ho letto questo libro grazie ad Alessandro, amico e maestro di Qi Xing Tang Lang Quan, che me l'ha prestato. Non si tratta di un vero e proprio manuale, né di un testo che si propone come "corso", bensì è da considerarsi come una pacata e serena condivisione di opinioni e considerazioni legate all'insegnamento delle arti marziali. Una sorta di chiacchierata, se così vogliamo dire, in cui Jonathan Bluestein riporta la propria visione di quella che dovrebbe essere l'atteggiamento e il modo di fare di un buon maestro di arti marziali, una figura che accentra su di sé vari ruoli all'interno di una scuola o di una palestra. Infatti, nonostante quel che magari si può pensare, l'allenamento fisico non è l'unico aspetto che viene curato nelle scuole di arti marziali, soprattutto in quelle proposte in modo tradizionale che si propongono quasi come delle mini comunità, in cui le persone possono crescere, confrontarsi, maturare e allenarsi per diventare persone migliori, virtuose, sia a livello fisico ma anche mentale e spirituale. E come in tutti i contesti in cui più persone si trovano a convivere e condividere tempo ed esperienze, possono esserci aspetti da curare, altri da studiare o su cui riflettere per correggersi e/o prevenire potenziali problemi. 
Ecco allora che questo libro può rivelarsi un valido supporto per fare ordine e focalizzare l'attenzione sui vari aspetti che caratterizzano la vita di una scuola, aspetti che alle volte può capitare di trascurare o che talvolta vengono affrontati in modo discutibile. 
L'autore propone quindi personali osservazioni legate alla condivisione del programma e degli obbiettivi con gli studenti, alla gestione degli stessi, al modo in cui farli procedere, l'atteggiamento da possedere per motivarli o aiutarli, considerazioni frutto di esperienza personale che vengono sottoposte al lettore per suggerire strategie o semplicemente riportare la propria esperienza, casomai ci si riconoscesse: ognuno poi farà le proprie scelte ma credo vengano offerti spunti interessanti su cui interrogarsi e misurarsi. 
Si tratta per altro di riferimenti che nascono dall'esperienza diretta maturata da Bluestein, studioso di arti marziali nonché fondatore della Tianjin Martial Arts Academy, in cui insegna Xing Yi Quan, Pigua Zhang e Jook Lum Southern Mantis. 

domenica 19 novembre 2017

Iron Fist (Prima Stagione)

Titolo: Iron Fist (prima stagione)
Episodi: 13
Anno: 2017
Genere: supereroi, azione

La trama in breve:
Tornato a New York City dopo essere scomparso per anni con l'intenzione di ristabilire un rapporto con il suo passato e la sua famiglia, Danny Rand, un miliardario trasformatosi in un monaco buddista ed esperto di arti marziali, combatte contro i criminali e corrotti della città attraverso la sua incredibile padronanza del kung-fu e la capacità di evocare la straordinaria potenza del Pugno d'Acciaio di Iron Fist. (fonte comingsoon)

Il mio commento:
Sinceramente, come personaggio dei fumetti, lo conosco davvero poco. Tuttavia, osservando la sua controparte fumettistica, incrociata, se non erro, nella mini saga Avengers vs X-Men, mi ero fatto un'idea (vaga) di Iron Fist pensando a lui come a un uomo dal carattere piuttosto definito e adulto. Un tipo risoluto, tosto, esperto conoscitore delle arti marziali, un combattente insuperabile, una persona saggia ed esperta, solida.


E, ricollegandomi a un commento apparso su I 400 calci relativo al quarto capitolo della saga di Undisputed, non ci avrei visto male un artista marziale del calibro di Scott Adkins a impersonarlo. O comunque avrei scelto un attore vicino al mondo marziale, qualcuno che mi trasmettesse il sacrificio e la dedizione di anni e anni trascorsi ad allenarsi assiduamente. 
Non avrei optato per (il fu) l'ambiguo ser Loras Tyrell di Game of Thrones, ossia l'attore Finn Jones.
Fatto sta che lui han scelto e lui ci dobbiamo far andar bene. 
Nel complesso, tutto sommato, non se la cava neanche male anche se quello che riesce a regalarci è un personaggio poco incisivo, combattuto per carità, ma ingenuo e, diciamocelo, non così invincibile come invece ossessivamente vorrebbe farci credere. 
La serie in sé poi risulta un po' noiosa, con altri e bassi: da una parte il dissidio e i raggiri in cui si muove Danny, dall'altra gli intrighi e le beghe della famiglia Meachum, famiglia co-fondatrice della multinazionale Rand. Amici - nemici, con personaggi torbidi, facili al vizio, al ricatto, alla violenza seppure con un minimo di anima.
Infine, e probabilmente è qui che la serie ha toppato oltre che nel ritmo un po' troppo rilassato che tende a risultare noioso, ci stanno i nemici, i cattivoni. 
Se in Daredevil si faceva notare un certo signor Kingpin, qui c'è una misteriosa setta nominata La Mano, un'entità che dovrebbe essere un mix tra una setta e una mafia ma, purtroppo, non così ben definita o caratterizzata che rappresenta l'obbiettivo finale della missione del Pugno di ferro. Che, al contempo, dovrebbe proteggere la città sacra di K'un-Lun, una città apparentemente situata in un'altra dimensione raggiungibile dalla Terra ogni tot anni in cui Danny ha vissuto per 10/15 anni e in cui ha ottenuto il titolo di Iron Fist. Ora, se colui che deve sgominare i nemici è anche costretto a pattugliare senza sosta una città irraggiungibile, è evidente che abbiamo un problema: chi glielo fa fare ai nemici di attendere che il passaggio si apra? Non è più comodo portare avanti loschi traffici e piani malvagi altrove, tipo a New York? In fondo, anche volendo, il poderoso Iron Fist che dovrebbero temere se ne sta altrove...

domenica 30 luglio 2017

Sense8

Titolo: Sense8
Episodi: 12
Anno: 2015
Genere: sci-fi, azione, drammatico

La trama in breve:
Otto sconosciuti da diverse parti del mondo sviluppano improvvisamente una reciproca connessione telepatica. Appartenenti a diverse culture, religioni e orientamenti sessuali, scoprono quindi di essere dei sensate, persone con un avanzato livello di empatia che hanno sviluppato una profonda connessione psichica con un ristretto gruppo di loro simili. Mentre cercano di scoprire, disorientati, il significato delle loro percezioni extrasensoriali e iniziano a interagire a distanza tra di loro, un uomo, Jonas, si offre di aiutarli. Allo stesso tempo un'altra enigmatica figura, Whispers, dà loro la caccia, sfruttando la loro stessa abilità, allo scopo di catturarli o ucciderli.

Il mio commento:
Ho guardato questa serie su Netflix su suggerimento della stessa: evidentemente loro "sanno" ciò che mi aggrada guardare e cosa no e, se ci penso, è un po' inquietante....
Comunque sia, già dal primo episodio questa serie ha catturato il mio interesse, anzi, probabilmente ero già avvinto dalla sigla utilizzata che è un tripudio di colori, emozioni, paesaggi, suggestioni. 
Dietro la realizzazione di Sense8, meglio dirlo subito, ci stanno Lana e Lilly Wachowski e J. Michael Straczynski. I primi Le prime non credo abbiano bisogno di presentazioni - seppure possano essere ben o mal considerate al contempo -, mentre Straczynski è uno sceneggiatore che ha in curriculum storie per il cinema, per la tv e per i fumetti.
La narrazione della serie risulta, a mio avviso, un po' lentina, ma si tratta di una scelta funzionale all'esplorazione dei personaggi e alla loro caratterizzazione. Non è facile infatti gestire la narrazione in quanto vi sono continui spostamenti di locations e situazioni ma, soprattutto, vi è la necessità di trasmettere allo spettatore la medesima sensazione di connessione-empatia e confusione che sperimentano i personaggi.
Non è ben chiaro come ma, grazie al sacrificio di una sense8, tale Angelica, evento disperato e drammatico che si sviluppa all'inizio del primo episodio, vengono infatti attivate le percezioni "extra" da parte degli 8 protagonisti della serie. Persone diverse, in molti sensi, che pian piano iniziano ad avvertire l'uno le sensazioni degli altri, per poi iniziare con le "visite" e le condivisioni del corpo, attimi in cui ciascuno "attinge" alle altre personalità, lasciando che sia qualcun altro a gestire il proprio corpo sfruttando le sue abilità, siano queste linguistiche o caratteriali, abilità di combattimento o di chimica o di recitazione... ed è nella resa di questa interconnessione che si concentra la potenza e la poetica della serie. Lo spettatore stesso si trova a vivere la confusione e la ricchezza che i personaggi, privi di guida e di informazioni, sperimentano: gente che sente la pioggia quando fuori c'è il sole, o che condivide il dolore per qualche ferita, o che si ritrova di colpo in Corea o in Kenya mentre un secondo prima era comodamente a casa a Londra o a Chicago. Ancor più complessa si fa la cosa quando, grazie alle visite e alla condivisione, si scoprono segreti altrui o si viene coinvolti in amplessi o eventi tragici e importanti della vita degli altri. "Io sono anche noi", è la frase che racchiude meglio il senso della serie.





domenica 21 maggio 2017

Divagazioni di maggio

Mentre in una galassia lontana lontana procedono i lavori per un nuovo episodio della saga di Star Wars, ho avuto occasione di andare a vedere I Guardiani della Galassia 2. Si parla, praticamente, del mese scorso :-(
Questo vi fa capire come sia leggermente a corto di tempo libero per riuscire a coltivare e a portare avanti hobbies e svaghi vari.
Devo dire che, seppur la trama non brillasse dal punto di vista della coerenza e della solidità, è stata una piacevole visione, mi ha divertito e mi ha affascinato dal punto di vista visivo, con molte scene dal forte impatto. Mi sarebbe piaciuto ritagliarmi del tempo per parlarne qui, ma per forza di causa maggiore mi sa che ormai sono fuori tempo massimo: ho una discreta memoria (per lo meno per questo genere di cose) ma rischierei di proporre qualcosa di miserrimo. Al contempo, ne approfitto per segnalarvi qualche appunto di Nebo che ho trovato particolarmente interessante e profondo.
Sempre in termini di film, ho avuto anche l'occasione di vedermi Punisher War Zone e i primi due episodi si Sense 8, ma con l'internet pazzerella che Cheapnet mi sta regalando in questi giorni ho avuto difficoltà nel continuare l'impresa via netflix. Diciamo che mentre sul film con Ray Stevenson non ho molto da riferire (ma siamo molto vicini al commento che, al tempo, Fantozzi espresse sulla corazzata Potemkin), sulla serie firmata da Lana e Lilly Wachowski e J. Michael Straczynski credo che ci tornerò. Certo, non appena riuscirò ad avere una connessione stabile, energie mentali a livelli accettabili e un briciolo di tempo libero.
Cose, le ultime due, che oltre a venir maciullate dagli impegni di lavoro e dagli allenamenti, son messe a repentaglio anche da altre dinamiche. Infatti, a breve ritornerò in Senegal, per un'altra trasferta - Now with more vaccines, oserei dire - per cui tornerò a postare sul blog più avanti. Che poi, quando si parla di trasferte lavorative con la gente, tutti quanti sono per il "wow", "fai tante foto", "portati il costume"... difficile trasferire il concetto che vado a lavorare e non in villeggiatura. Per di più in una nazione che, vista la precedente esperienza, vede nella connettività internet uno dei suoi punti di forza.

domenica 29 gennaio 2017

Segnalazione Libri ed Ebook

Approfitto di questo post per alcune segnalazioni di libri ed ebook che, magari, potrebbero esservi di interesse: prendetelo come un consiglio di benessere e di salute, non solo in termini di benefici a livello culturale. Immagino lo sappiate ma, a quanto pare, leggere allunga la vita :-)


QIXING TANG LANG QUAN – I Segreti della Mantide Religiosa Sette Stelle

di Angelo D'Aria
Caliel Editore

Questo libro rappresenta un’opera di rilevante importanza nel contesto del kung fu cinese. Per la prima volta sono stati raccolti e tradotti in un unico volume i principi, le tecniche i cantici e i poemi che costituiscono la colonna portante non solo dello stile in questione, il Qi Xin Tang Lang Quan, ma di tutto il kung fu tradizionale. Il M° Angelo D’Aria ha dato un contributo eccezionale e di elevato spessore elargendo un sapere, costato anni di studi e approfondimenti, utile a tutti i praticanti di kung fu tradizionale ed in particolare a coloro i quali si dedicano allo studio del Tang Lang.

Lo segnalo in quanto in promozione a 8 euro anzichè 20 del prezzo di copertina. Per maggiori informazioni vi rimando a questo link


Abissi

di Davide Stokovaz
Elison publishing

Gaia Bernardi, biologa presso l'O.G.S. di Trieste, si reca al lago Baikal per scoprire le cause della morte di suo fratello, avvenuta in circostanze poco chiare.
Giunta sul posto, farà l'incontro di alcuni biologi marini e soprattutto di Sajan, un giovane buriato con il quale aprirà una breve relazione sentimentale.
Ben presto, Gaia scoprirà che le acque cristalline del lago celano una minaccia mortale, responsabile della morte di molti uomini. Riuscirà a sconfiggerla e a far ritornare la pace nel lago?

Per maggiori informazioni vi rimando a questo link


Risata giapponese

di Andrea Massucco
Elison publishing

Saragozza, Spagna. Un omicidio si compie in uno studio di commercialista dove vengono cancellate tutte le tracce del killer, compreso il sangue e le impronte digitali. Un omicidio dalle tinte cupe che mette a nudo i vizi di una porzione minuscola di un quartiere, scoperto poi per caso dalla brillante intuizione del commissario di polizia Martinez. 

Per maggiori informazioni vi rimando a questo link



sabato 19 novembre 2016

Man of Tai Chi

Titolo: Man of Tai Chi
Regia: Keanu Reeves
Anno: 2013
Genere: azione, arti marziali
Cast: Keanu Reeves, Tiger Hu Chen, Karen Mok, Simon Yam, Hai Yu

La trama in breve:
A Pechino, il giovane ambizioso "Tiger" Chen Lin-Hu lavora come corriere ma, nelle ore libere, si trasforma in un combattente di arti marziali che, perfezionando l'antica arte dei tai chi, è riuscito a farsi un nome nel prestigoso campionato Wulin Wang. A Hong Kong, invece, l'investigatrice Suen Jing-Si, che lavora per un'unità anti criminalità organizzata, è sulle tracce di Donaka Mark, potente uomo d'affari che gestisce un giro di combattimenti illegali. Alla ricerca di nuovi combattenti, Donaka riesce ad attirare Tiger con la promessa di soldi facili, facendo emergere il suo lato più oscuro. Incapace di sfruttare a pieno le possibilità date dalla sua forza e dalla sua maestria, Tiger alla fine accetta di collaborare con Jing-si per provare a mettere Donaka fuori dai giochi. (fonte filmtv)

Il mio commento:
Ho recentemente avuto l'occasione di guardare questo Man of Tai Chi, opera d'esordio alla regia per Keanu Reeves e dedicato al mondo delle arti marziali. Un mondo che mi appassiona e verso il quale nutro interesse,
Orbene, dopo averlo visto, se dovessi dare un responso sarebbe "NI" meno.
Di suo, non è un capolavoro, ecco.
Pensavo però fosse qualcosa tipo Undisputed 2, prodotto di nicchia, semplice, che comunque mi ha regalato discrete soddisfazioni.

Mo mi metto comodo e mi vedo l'anteprima del film che ho creato...
A livello di trama, in Man of Tai Chi non siamo dinnanzi a niente di particolarmente complesso o nuovo. Pure le indagini e gli sforzi della polizia nei confronti di Donaka risultano poco significativi, seppur necessari a garantire un po' di varietà ed evoluzione nell'intreccio. C'è poi la recitazione, piatta, e non ci sono eventi tali da coinvolgere o impegnare più di tanto lo spettatore che, a tratti, può essere colto da noia.
Ci sono tanti combattimenti, questo sì, tante belle coreografie e richiami a film sulle arti marziali, sia quelli classici degli anni '70 che quelli legati a star più recenti come Van Damme (tipo Lionhart, recentemente visto su Rai 4, se non erro).
Apprezzata anche la parte di Keanu Reeves nei panni del cattivone, e apprezzata anche la dinamica fisicità del capelluto Tiger Chen ... però a parte questo non c'è molto altro da dire, secondo me.
Il film procede su due livelli, questo magari posso dirlo va. Da un lato ci sono i combattimenti, fisici e viuuulenti, a cui prende parte il protagonista del film, sia quelli del torneo cui partecipa per pubblicizzare la propria arte che quelli clandestini organizzati per i clienti di Donaka (evidentemente stanchi del porno); dall'altro c'è il cambiamento in atto proprio nello stesso protagonista che, come un po' suggerisce l'immagine del Tao, accoglie dentro di sé forze opposte. 
C'è il Tai chi, la parte (apparentemente) più mite e morbida delle arti marziali, l'aspetto filosofico, l'invito alla meditazione e all'umiltà, rappresentata anche dal maestro Yang e dal suo modo di fare e vivere (lontano da tutti, dagli agi, dai vizi, dalla ricchezza...). Tutto questo associabile al colore bianco.
Rifletti Tiger, e pensa agli insegnamenti del maestro...

...uhm....forse ricordi male...o facevate cose perverse

All'angolo opposto c'è invece il nero, rappresentato dal ricchissimo Donaka, uomo senza scrupoli, che cerca di portare Tiger verso la brutalità e gli aspetti più cruenti delle arti marziali.
Il dipanarsi quindi tra due mondi, quello ordinario e quello degli incontri clandestini, porterà una forte spinta al cambiamento in Tiger Chen, facendolo deviare dalla retta via e rendendolo un combattente spietato...beh, quasi....infatti verso la fine del film comprende di star cedendo al lato oscuro e cerca di ravvedersi, sconfiggendo il cattivone di turno e imparando qualcosa di molto simile all'hado di Street Fighter.
Uno degli aspetti interessanti - forse l'unico - è rappresentato dal Tai Chi o, comunque, dell'arte marziale proposta. Che il Tai Chi, se fatto in un certo modo, per cui con velocità e forza esplosiva, possa risultare devastante mi è chiaro e ne sono consapevole. Però che tutto quello proposto da Tiger Chen nella pellicola di Keanu Reeves sia da considerarsi SOLO Tai Chi mi pare eccessivo...decisamente. Per dire, c'è una scena in cui il maestro di Tiger (tra parentesi, va davvero forte quella scuola...praticamente hanno 1 solo allievo...) cerca di "domarlo" con la lancia, in modo che lui possa sfogare il furore e l'energia che sente dentro di sé. Ecco: spacciare quella sequenza come qualcosa Tai Chi mi perplime assai e assai, soprattutto considerando la facilità con cui su youtube si possano trovare sequenze simili classificate sotto "wushu moderno". 
Motivo per cui credo che la scelta di titolo e arte marziale sia solo un pretesto per giocare con la "mutazione" del protagonista che, pur sembrando gracile e mansueto, è in realtà capace di colpi letali e di movenze acrobatiche. Cambiamenti e comportamenti che oltre a riflettersi nel protagonista sono anche sottolineati dalle location, con un ritorno al "vero" Tai Chi nello scontro finale, tenutosi al tempio, lontano da fasti, chiasso ed eccessi ma in una dimensione più povera, intima e autentica.

Ma pensa te che coincidenza: giusto ieri parlavo con uno
della possibilità di partecipare a incontri clandestini e fare
un mucchio di soldi e oggi, che caso, ci arriva il conto
per la restaurazione del tempio... 

"Io combatto per guadagnare soldi per il tempio! E tu?"
"Io ... aspetta...forse ho solo sbagliato porta...non era
qui per i massaggi?"
Nel complesso, comunque, rimane un film dimenticabile, uno dei classici spettacoli che ti accompagna alla tv per qualche ora ma senza convincere né appassionare fino in fondo. 
Il che, tra l'altro, spiega il poco successo recimolato da questa produzione nonostante la presenza di parte dello staff che, in Matrix, si è occupato delle coreografie marziali, le stesse che hanno dettato nuovi riferimenti per le scene d'azione dal 2000 in avanti. 
Peccato :-(


lunedì 1 giugno 2015

Kung Fury

Titolo: Kung Fury
Regia: David F. Sandberg
Anno: 2015
Genere: difficile dirlo...arti marziali, demenziale, sci-fi...
Cast: David Sandberg, Jorma Taccone, Leopold Nilsson, Eleni Young, Helene Ahlson, Andreas Cahling, Per-Henrik Arvidius, Steven Chew, Magnus Betnér, Björn Gustafsson, David Hasselhoff

In principio venne il cortometraggio.
E il popolo del web vide che era cosa buona e giusta e iniziò a parlarne, a discuterne, a condividere in ogni dove.
L'atmosfera anni '80, il crogiuolo di riferimenti video ludici, le arti marziali, i dinosauri, Thor, i nazisti e pure due sventole vichinghe... tutto faceva presagire qualcosa di grande e ignorante oltre ogni limite.
Perciò l'interesse crebbe, l'hype raggiunse livelli difficilmente contenibili, manipoli di nerd già si organizzavano per immolarsi in nome di una non meglio precisata jihad se quel cortometraggio non fosse divenuto qualcosa di più che un blando assaggio della durata di circa 2 minuti. 
Quindi giunse la buona novella: su kickstarter venne avviata la raccolta fondi per trasformare un mero corto metraggio in qualcosa di più significativo e soddisfacente. Qualcosa che avrebbe condotto mandrie di cyber appassionati di ogni dove nel valhalla del divertimento disimpegnato e trashoso.
La via era ormai stata indicata.
Non tutti poterono prender parte a questo nobile progetto ma la grana giunse in quantità sufficiente e necessaria a tramutare in realtà la visione di David F. Sandberg. 
Solamente qualche mese più tardi giunse poi l'araldo degli anni '80 a evangelizzare le masse cantando True Survivor in un gustoso tripudio di atmosfere ormai perdute, ma ancora scalpitanti, vivide, nostalgiche ma irresistibili assai.
Quando poi, con codeste mie orecchie, ascoltai la fiera voce di David Hasselhoff prorompere addirittura dagli altoparlanti di una radio locale, solo allora compresi che il tempo si era compiuto.
E ora...

domenica 11 gennaio 2015

Mario Warfare

Titolo: Mario Warfare
Regia: Micah Moore
Genere: azione, demenziale, live-action
Episodi: 8
Cast: Beat Down Boogie  (Micah Moore, Rick Burnett, Blake Faucette, Matthew Sumner, Brian Lee)

Commento:
Mario Warfare è una web serie ispirata ai personaggi dei videogames Nintendo, una storia originale che mescola azione, arti marziali e un po' di sana demenzialità. 
Personalmente l'ho adorata e la consiglio caldamente a tutti voi ^__^
A livello di storia, per carità, siamo di fronte a uno sviluppo semplice e lineare e che, dalle location utilizzate, conferma il livello low budget della produzione. Mario Warfare è infatti un progetto indipendente, che ha potuto concretizzarsi grazie al supporto fornito alla Beat Down Boogie tramite piattaforma Kickstarter.
Però, nonostante queste premesse, guardando gli episodi che costituiscono la web serie, è palese che il team creativo e il cast non sono degli sprovveduti ma che hanno lavorato sul progetto con professionalità e passione: i costumi sono studiati, la trama possiede una sua logica, le coreografie marziali sono di ottimo livello e sono presenti numerose citazioni (basti pensare allo Smash Club, che tanto ricorda il Fight Club). Ma anche, e soprattutto, in termini di regia, di riprese, di recitazione e fotografia, senza scordare i momenti in cui gli effetti speciali entrano in gioco, si ha la conferma che il team della Beat Down Boogie è composto da professionisti dalle ottime competenze e capaci di confezionare un prodotto che poco ha da invidiare a produzioni più blasonate.
Per cui, per tutti gli amanti delle arti marziali, dei videogames, delle web-serie e dei cosplay, ecco a voi Mario Warfare!!! :-)



In tutto, la serie si compone di 8 episodi, tutti reperibili gratuitamente su youtube: per facilitare la ricerca, ve li elenco qui sotto:

Mario Warfare Episodio 1
Mario Warfare Episodio 2
Mario Warfare Episodio 3
Mario Warfare Episodio 4
Mario Warfare Episodio 5
Mario Warfare Episodio 6
Mario Warfare Episodio 7
Mario Warfare Episodio 8



sabato 23 agosto 2014

L'uomo con i pugni di ferro

Titolo: L'uomo con i pugni di ferro (The Man with the Iron Fists)
Regia: RZA (Robert Diggs)
Anno: 2012
Genere: wuxia, azione
Cast: RZA, Russell Crowe, Cung Le, Lucy Liu, Byron Mann, Rick Yune, David Bautista, Jamie Chung, Pam Grier, Daniel Wu

La trama in breve:
A Jungle Village, in un'epoca imprecisata dell'antica Cina, un pacifico fabbro è costretto a fabbricare armi per i peggiori predoni della zona, cercando di raggranellare i soldi sufficienti per liberare la sua amata Lady Silk dalla cattività del bordello in cui lavora, The Pink Blossom. L'arrivo in città del mercenario inglese Knife coincide con una escalation di rese dei conti tra i diversi clan, che finirà per coinvolgere tragicamente anche il fabbro Thaddeus. (fonte mymovies)

Il mio commento:
Avevo notato questa pellicola già al tempo della sua uscita e, vista l'ostentata benedizione da parte di Mr. Tarantino, mi ero riproposto di recuperarlo alla prima occasione. Evento che si è verificato qualche sera fa :-)
Innanzitutto sono contento che il titolo sia rimasto fedele all'originale: di solito, quando ci si trova dinnanzi a un nome simile c'è sempre il sospetto che in origine la pellicola avesse un titolo completamente diverso puntualmente stravolto dalle bizzarre scelte di doppiaggio italiane.
Questa volta invece ciò non è accaduto, e me ne compiaccio :-) 
Sin dalla locandina, L'uomo con i pugni di ferro si presenta come un prodotto accattivante e suggestivo, un mix di generi e suggestioni ma, in verità in verità vi dico, ne sono rimasto convinto solo in parte. Mi aspettavo qualcosa di più incisivo e significativo. Intendiamoci, già sapevo che si trattava di un film pacchiano ed eccentrico, a tratti demenziale e splatter, sicuramente un degno omaggio alle produzioni wuxia, però si avverte la mancanza di quel "non so che" che avrebbe potuto consacrarla come un piccolo cult.
Nel suo complesso, considerando che per RZA si tratta del primo lungometraggio, si è trattato di un buon risultato: non è da tutti riuscire a cimentarsi tra evoluzioni marziali, ambientazioni esotiche e a far collaborare attori eterogenei per notorietà e capacità. Indubbiamente, tra i nomi presenti nel cast, Russel Crowe e Lucy Liu rappresentano le star più celebri e capaci, ma anche gli altri attori coinvolti hanno gestito bene le parti assegnate nei limiti di ciò che la trama prevedeva per loro. Certo, considerando l'ambientazione cinese (le riprese son state effettuate a Shangai), forse qualche attore di origini cinesi in più non avrebbe guastato: ma tanto, tra persone provenienti dal Vietnam, dalla Corea, da Hong Kong o dagli States, per un osservatore occidentale, c'è poca differenza.

domenica 3 agosto 2014

TG italiani: quante emozioni!

Diciamo che tendenzialmente non ho l'occasione di starmene ore e ore ad oziare di fronte a quella scatola sorda che, in fondo in fondo, è la televisione. 
Però, di tanto in tanto, mi capita di guardare quello che trasmettono le varie emittenti.
Tra le reti "minori" si trovano anche film e programmi interessanti, ad esempio su Rai 4, DMax, Focus, Cielo... 
Le reti principali le bazzico poco, ma ogni tanto cado in tentazione. E mi accorgo in breve tempo che il monito a "non guardare la tv" è fondamentalmente sbagliato in quanto la comunicazione che ci arriva da questo fantastico aggeggio può essere fonte di notevoli sorprese, emozioni e riflessioni.
In particolar modo con le puntate delle serie tv più comunemente note come "telegiornali": sono queste che molte volte mi fan tornare in mente i "2 minuti d'odio" dell'orwelliano 1984, in cui si catalizzava la negatività della popolazione verso un nemico comune. Malgrado questo sfogo, la gente comunque rimaneva schiava del regime e concentrata su uno spaventapasseri, inconsapevole del fatto che avrebbe potuto incanalare quella medesima furente energia verso un reale contributo al cambiamento. Anzi, la massa manco si rendeva conto della verità a loro donata...
Comunque, dicevo, la televisione è fonte di emozioni e di arricchimento personale. Solo che non sempre ce ne avvediamo così come non sempre ci rendiamo conto di quante molteplici implicazioni si nascondano dietro qualche immagine o frase proposta. 
E la summa di questo concetto è rappresentata, appunto, dai telegiornali, di cui Studio Aperto è il miglior esempio disponibile sulla piazza.  
Io però recentemente ho visto qualche puntata del Tg1, un po' ci assomiglia anche se i protagonisti della serie e gli sceneggiatori sono leggermente diversi. 
Confesso comunque che le emozioni suscitate son state varie ed eterogenee, spesso orientate all'indignazione e alla sana ira funesta per la costante riprova di quanto il Paese Italia sia assurdo e ridicolo. Sembra che non ci sia memoria del passato, non tanto di quello remoto e antico, ma anche di quello recente. Tutto sembra accadere dall'oggi al domani: 
"T'oh parlano dello scandalo Mose...eh eh, adesso gli fanno il cuculo così a Galan...e i giornalisti sono a caccia di questo o quell'altro testimone...ben gli sta a questi politici del menga..."

mercoledì 4 dicembre 2013

Insoddisfazione kung-fuica ®

Ci ho pensato, ci ho meditato su per un po' ma alla fine non son riuscito a persuadermi e a trattenermi dal farlo. Per cui, pur cercando di rimanere misterioso e senza far nomi (ma lasciando intuire a chi vorrà capire...), ne approfitto per un breve personale sfogo in merito a qualcosa che ho recentemente avuto modo di vedere.
Il panda Po, da Kung Fu Panda:
anche lui si è allenato duramente
nel rispetto delle tradizioni 
Sabato scorso sono andato a far spese in un centro commerciale della mia zona e, uscendo, mi sono accorto di un enorme poster relativo ad una scuola di arti marziali che tiene dei corsi anche in palestre poco distanti da casa mia. Poster abbastanza efficace, molto d'effetto, con il fondatore dello stile in posa, applicazioni tecniche e vari riferimenti ai contenuti dei corsi. Accanto al poster, poi, c'era l'indicazione degli orari delle esibizioni che, nel pomeriggio, si sarebbero tenute in galleria.
Da bravo praticante di arti marziali, incuriosito dalla cosa, mi son ripromesso di tornare; per cui mantenendo fede all'impegno preso con me stesso, ho preso la macchina e ho investito del tempo per andare a vedere quel che combinavano. 
Magari vedrò qualcosa di interessante, esercizi o applicazioni utili a migliorare anche il corso di Tang Lang Quan che frequento, oppure un'occasione per fare rete e imparare come impostare una dimostrazione...varie cose insomma.
Dopotutto, anche loro praticano kung fu e quindi, somiglianze e affinità, ne avremo.
Da parte loro, i tizi dell'esibizione erano ben impostati. Bandiere, striscioni, televisori e casse acustiche per "far sentire e far vedere" la propria arte, divise personalizzate: una cosa professionale, insomma. Loro erano in tre, mi aspettavo qualcuno in più, ma visto lo spazio a disposizione in galleria forse, ho pensato, han coinvolto pochi allievi.
Poi hanno iniziato. A dire il vero, un centro commerciale probabilmente non è il luogo ideale per un'esibizione di arti marziali visto che già c'è poco interesse in generale per questo mondo (preconcetti? diffidenza? problema culturale?) in più i clienti han per la testa le compere da sbrigare e a meno di notare donne ignude che si muovono in modo sexy non son incentivati a fermarsi. Questo per dire che, nonostante la pompa magna, non c'era molta gente a osservare l'esibizione.
Comunque, loro hanno cominciato e fatto vedere qualcosa. Scambi di tecniche a mani nude, forme da fermi stile tai chi, altri scambi di tecniche con utilizzo di colpitori da boxe, altri scambi di tecniche da bendati, altri scambi di tecniche con dei bastoni corti e qualche tecnica singola. 
Tempo totale, 20 minuti circa.
Soddisfazione mia personale, nulla. Anzi, rasentavo la tetra delusione.
Eppure, qualcuno di chi guardava è andato a informarsi e sospetto si iscriverà al corso.
Anche io son stato avvicinato da uno di quelli che ritenevo allievi, e che in realtà, stando al sito, sembra essere un top trainer dello stile, nel tentativo di convincermi a provare. 
Io ho spiegato che già pratico, che sono un loro cugino di Kung Fu, e che volevo solamente curiosare. Però, visto che ormai il ragazzo era lì, ne ho approfittato per carpire alcune informazioni e conoscere meglio questo stile dal marchio registrato. 
Ma la prossima volta mi sa che me ne starò zitto. Non perchè voglio fare il saccente ma perchè poi succede che scrivo post del genere a fronte delle risposte ricevute e, perchè poi vado a infierire su me stesso con quel che leggo nel loro sito e sul "genio delineato" del loro fondatore (non lo dico io, è riportato nel portale ufficiale). 
"Il nostro è uno stile tradizionale e autentico, è NOME-CHE-NON-POSSO-RIVELARVI, deriva direttamente da quel maestro tanto famoso di cui han fatto anche i film
..."
"E perchè allora non riportate NOME-CHE-NON-POSSO-RIVELARVI ma ne indicate un altro? Non è che poi la gente si confonde?"
"Ehm..."

martedì 19 novembre 2013

Nuovi e-book del Maestro Angelo D’Aria

Riporto anche sulle pagine del mio blog una notizia già pubblicata su Tang Lang Italia e sul sito dell'A.S.D. Kyushinryu di Camposampiero (PD):

Il Maestro Angelo D'aria ha recentemente pubblicato ben tre e-book in formato Kindle dedicati ai taolu del Qi Xing Tang Lang Quan (Boxe della Mantide Religiosa Sette Stelle), acquistabili dallo store Amazon.it a questo indirizzo.

eBookAngelo

I tre volumi, nello specifico sono:

Wu Shu Qi Xing Tang Lang Quan's Basic Forms: contiene 5 taolu a mani nude di livello basilare.

Qi Xing Tang Lang Quan 5 Forme Antiche: illustra 5 taolu tradizionali del Qi Xing Tang Lang Quan: BENG BU QUAN, DUO GANG QUAN, SHIBA SUO QUAN, SHIBA COU QUAN e LAN JIE QUAN.

Shi Ba Jia Quan 18 family boxing (boxe delle 18 famiglie): questo taolu presenta le tecniche più rappresentative dei 18 stili che Wang Lang mise insieme per creare il Tang Lang Quan.

Tutti e tre i volumi sono corredati da foto e trascrizioni dei nomi delle tecniche sia in ideogrammi cinesi che in traslitterazione Pinyin.
Anche chi non disponesse di un e-book reader Kindle può leggerli dal proprio Cellulare, Computer o Tablet scaricando gratuitamente l'apposita applicazione da questo link.

sabato 21 settembre 2013

..:: Camposampiero: Festa dello sport 2013 ::..

Segnalo che domenica 22 settembre, a Camposampiero (PD), si terrà l'edizione 2013 della Festa dello Sport. Nelle piazze del centro storico del paese saranno presenti gli stand delle varie associazioni sportive attive nel territorio: sarà possibile assistere a dimostrazioni, mini tornei e chiedere informazioni in merito alle attività promosse. 
Tra basket, calcio, tennis, arrampicata, tiro con l'arco, scacchi, ginnastica ritmica e arti marziali (karate, kick boxing, tai chi e kung fu) di carne al fuoco ce ne sarà eccome.
E immagino sia inutile ribadire che nel novero delle associazioni presenti non potevamo mancare noi della a.s.d. Kyushinryu per cui, se avete tempo e voglia, venite a trovarci in piazza castello!

Ah, dimenticavo, l'evento avrà luogo dalle 14.45 fino alle 19.30.


mercoledì 4 settembre 2013

..:: Rogue - Il solitario ::..


Titolo: Rogue - Il solitario   (titolo originale WAR)

Regia: Philip G. Atwell
Anno: 2007
Genere: azione,thriller
Cast: Jet Li, John Lone, Jason Statham, Terry Chen, Devon Aoki, Luis Guzmán, Saul Rubinek, Ryo Ishibashi, Sung Kang, Mathew St Patrick, Nadine Velazquez

La trama in breve:
Quando il suo collega viene brutalmente assassinato dall'ignobile killer Rogue (Jet Li), l'agente dell'FBI Jack Crawford (Jason Statham) giura di trovare l'inafferrabile assassino e di vendicare personalmente la morte del suo amico. Ma Rogue è introvabile, almeno fino a quando non ricompare tre anni dopo, per infiammare una sanguinaria guerra per il territorio tra Chang (John Lone), il capo della mafia cinese, e Shiro (Ryo Ishibashi), il boss giapponese della Yakuza. Desideroso di catturare Rogue una volta per tutte, Crawford si getta a capofitto nel conflitto assieme al suo team di specialisti del crimine. Ma la sete di vendetta di Crawford mette in serio pericolo il suo giudizio professionale e in un’escalation di violenza, finalmente si trova faccia a faccia con il suo nemico, solo allora capirà che nulla riguardo a Rogue o al suo piano è ciò che sembra.  (fonte coming soon)

Il mio commento:
Prove di recitazione, mimica ed
espressività a confronto
Recentemente ho deciso di vedere questo film per trascorrere un'oretta e mezza all'insegna del disimpegno, già consapevole della portata biblica di tale produzione cinematografica. 
D'altra parte, un po' mi mancava la visione di un'opera cinematografica con "IL" attore, ovvero uno dei miei supereroi preferiti: Jason Statham. 
Un uomo di cui il cognome onomatopeico (pronunciato in macheronic inglish, per cui sTA-TAM!) già fa comprendere molte cose.
Per di più, mi son detto, in Rogue ci sta pure Jet Li: magari i due son riusciti a realizzare qualcosa di affine al discreto The One? Che per altro è recentemente stato proposto in prima serata su Rai 4 e che rammento di aver visto addirittura al cinema. Ne conservo un vago ricordo, in effetti, però mi pareva accettabile. 
Ordunque, stando a imdb, sulla carta, questo Rogue doveva essere leggermente meglio ben 0.3 punti in più! 
Eppure, sarà che di quest'ultimo ne conservo un ricordo sbiadito, sarà pure che aveva un'ambientazione vagamente sci-fi, mi sa che questa volta non abbiano combinato alcunché di utile per la storia del cinema.
Che c'è amico? Lo so, lo so, avrei
dovuto avere una parte decisamente
più considerevole e memorabile...
invece faccio la comparsa.
Guarda, è tutto scritto lì, nel copione...
Il film - che poi in realtà si chiama WAR ma che una masnada di improbabili traduttori ha deciso di ribattezzare a modo loro in Rogue, accorgendosi troppo tardi della collisione con l'omonimo titolo di Greg Mclean e tentando di correggere il titolo sparando quel "Il solitario" che fa tanto gioco di carte - scorre via velocemente tra azione, pseudo-indagini, pseudo-intrighi, molte sparatorie e scazzottamenti marziali, con l'inseguimento del misterioso assassino...fino al colpo di scena finale. Un colpo di scena che, magari sarò pure stato mezzo addormentato, non mi ha fatto sussultare più del dovuto.