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domenica 25 agosto 2013

..:: Vacanze italiane 2013 ::..

"Certo che i giornalisti italiani sono davvero dei geniacci nel proporre le notizie", ho pensato mentre scorrevo un po' di titoli sull'Ansa. Stando alle principali segnalazioni del giorno l'interesse massimo del nostro impegnatissimo e illuminatissimo governo è il dibattito sull'IMU: credo che nei prossimi giorni verrà interpellato il divino Otelma per avere qualche responso. 
Sia mai che si interpellino invece quei caspita di 10 saggi che nel mese di marzo son stati prontamente selezionati per prender tempo decidere in merito alla nomina del capo dello Stato. La prossima volta magari è meglio se chiamiamo la Flotta dei Sette di One Piece....
Accanto alla vibrante preoccupazione per l'IMU, l'altra grande bomba è relativa al futuro del baldo giovane Silvio Berlusconi. Capirai, son vent'anni che ce lo sorbiamo...e non vedo perché le cose debbano cambiare nel nostro magico Paese: c'erano inciuci prima, ce ne sono ora, ce ne saranno poi. In fondo, certa gente casca sempre in piedi, e non parlo solo di Silvio B.
Per cui, anche in questo caso, novità fresche fresche e che nessuno mai si sarebbe aspettato di ritrovarsi come principali notizie su cui focalizzare l'attenzione delle masse in agosto.
Poco più in basso però, ed è questo il motivo per cui ho deciso di scribacchiare qualcosa mentre fuori il cielo è squassato da tuoni e fulmini (e si avverte pure un'empia voce nell'aria, probabilmente Saruman che ha constatato i danni causati dalla grandine alle proprie piantagione di orchi), viene riportato un allarme terrificante: E' boom di oggetti stampati in 3D
Scusate, volevo dire, solo il 32% degli italiani è partito per le ferie.
Ohibò, solo 1 su 3? Ma stiamo scherzando? Saremo mica un Paese con seri problemi economici e occupazionali, vessato da un debito pubblico in crescita sfrenata e che, nonostante tutto, continua a stagnare, crogiolandosi nei ricordi di un passato idealizzato e nel rassicurante pensiero che, in qualche modo, per intercessione divina, tutto si sistemerà da solo?
Italia.IT ... davvero?
Quelle riportate sono invece stime piuttosto allarmanti, che lasciano supporre una cera difficoltà da parte delle persone di mettersi da parte risparmi, forse a causa di introiti incerti e traballanti e aumenti globali dei costi da sostenere...niente di nuovo, lo ben so.
Spero solo non siano dati relativi al solo mese di agosto perché allora sarebbe l'ennesima riprova dell'ottusità del nostro sistema sociale, convinto di essere fermo a decenni fa: nel resto del mondo la gente viaggia tutto l'anno, come pure molti fanno nel nostro Paese, ma giornalisti e osservatori mediatici continuano a guardare al mondo con i paraocchi,
In ogni caso, di fronte a una stima tanto deprimente, non mi son sentito affatto stupito.
Voglio dire, dov'è la novità? Le difficoltà che la gente quotidianamente vive e le incertezze con cui è costretta a fare i conti sono lampanti e palesi, così come il numero di aziende che falliscono o che vedono ridurre i propri introiti o delocalizzano la propria attività... per cui uno scenario come quello descritto credo sia normale. Semmai, mi aspetterei un po' più di pro-attività da parte dei giornalisti ad esempio interpellando qualche economista o esperto per esprimere un parere, magari un elenco di manovre o proposte che si potevano attuare per correggere questi numeri, creando virtuosità e non ulteriori depressioni.
Per dire, si potevano incentivare i consumi per la stagione estiva con l'occhio previdente di chi tenta di creare mercato e occasioni lavorative, magari fornendo incentivi o possibilità di "detrarre spese sostenute per le ferie" o, al limite, incentivare l'arrivo di turisti stranieri dall'estero, con tariffe aggressive e servizi all'altezza delle aspettative (lo so che non possiamo sottrarci ai nostri obblighi verso mamma USA, ma c'è sempre la questione dei caccia...chissà quante cose si potrebbero fare con quei soldi...)

domenica 4 agosto 2013

..:: Viaggio a Qingdao, Cina (5) ::..

Ebbene, l'ultimo post relativa al mio viaggio in Cina risale a più di un mese fa, eppure non rappresentava la conclusione del mio resoconto. Già, perchè in fondo avevo sparlato di cosa avevo visto, di cosa avevo mangiato e delle persone conosciute ma, fondamentalmente, al di là dei meri aspetti turistici, mancava ancora il punto focale, i motivi per i quali è stato intrapreso il viaggio.

Kung fu: allenamento, esperienze e un po' di storia
L'esperienza vissuta a Qingdao ha avuto per lo più lo scopo di permetterci di recarci a conoscere le origini della nostra scuola, ripercorrendo in parte le orme che già a suo tempo il maestro Angelo D'Aria ha più e più volte percorso negli anni.
Ecco allora che siamo stati ospiti nella palestra del maestro Chen Le Ping per apprendere, sotto la sua supervisione, nuove taolu (forme, sequenze codificate di movimenti concatenati) e allenarci nella pratica del kung fu insieme ai suoi allievi. E in un certo senso, tramite il maestro D'Aria, anche noi siamo suoi allievi se non "nipoti marziali".
Qui infatti il rispetto della tradizione e della gerarchia è stato mantenuto e, in tal senso, i rapporti tra allievi, istruttori e maestri rispetta tutto un insieme di norme al quale ci si deve attenere. 
La non conoscenza del cinese non ha rappresentato un limite ma, lo ammetto, la presenza del maestro Angelo ha agevolato non poco la comprensione. Per lo più l'insegnamento è avvenuto mediante emulazione, correzioni e lezioni impartite "fisicamente" (compresa la dimostrazione pratica di certe leve...): seguendone i movimenti e ripetendoli fino all'esaurimento, alla fine abbiamo appreso ben più di quello che era stato pattuito.
Oltre alle forme Hei Hu Jiao Cha e Si Lu Ben Da, il maestro Chen Le Ping ci ha insegnato anche una forma da lui codificata (Duan Lan Quan) oltre ad una di livello base per favorire l'apprendimento delle posizioni (ChuJi Quan).
C'è da dire che, rispetto al modo di vivere le arti marziali che coltiviamo qui in occidente, lì in Cina ho percepito un altro stile. Il Kung fu, per i veri praticanti, è parte integrante del quotidiano e non c'è un vero e proprio stacco da dentro e fuori la palestra. Poi, per carità, sarà anche il modo di essere e di fare dei cinesi, sarà dipeso anche dal fatto che eravamo con Angelo, però, al di là delle occasioni ufficiali, coloro che si allenano non indossano "abiti marziali", ovvero kimono o tuniche o chi più ne ha più ne metta. Anche l'ambiente in cui abbiamo praticato era piuttosto spartano e per certi aspetti, mi spiace dirlo, ai limiti del tollerabile (il bagno poteva essere usato interamente come set per un film horror).
Ma è anche vero che si trattava di una sistemazione provvisoria in attesa che la vecchia palestra tornasse agibile a causa di problemi occorsi qualche mese prima, dovuti a frane e smottamenti. E poi, come di tanto in tanto ci viene ricordato, bisogna esser disposti a fare sacrifici, a impegnarsi, perseverare e mangiare amaro.
Fatto sta che, sebbene in modo più informale e in un ambiente decisamente più spartano rispetto a quelli che si possono trovare qui in Italia, ci siamo allenati piuttosto di frequente durante la nostra permanenza a Qingdao, dando al contempo inizio al processo di accettazione presso la famiglia marziale di Chen Le Ping. Durante questa prima nostra esperienza, io e Ale siamo infatti entrati in contatto con gli allievi più piccoli e una manciata di allievi adulti, nel rispetto dell'iter e delle tradizioni di cui accennavo prima. 
E considerando talune dinamiche "difficili da gestire" occorse con gli allievi più adulti, che poi sono i ragazzi presenti nelle foto pubblicate nel post "Viaggio a Qingdao, Cina (2), credo sia stato un bene non esser capitati nelle mani di allievi ben più avanzati. Niente di grave, per carità, ma gli scambi di tecniche son difficili da gestire se si eseguono movenze nuove e, soprattutto, non c'è reciproca comunicazione. Un ulteriore motivo per impegnarmi nello studio della lingua cinese in vista di futuri viaggi, se non altro per sopravvivere.
Anche perché, a parer mio, il livello medio lì in Cina è più alto di quello che si registra qui da noi, probabilmente per il tipo di impegno investito e del modo diverso di vivere le arti marziali.

domenica 30 giugno 2013

..:: Viaggio a Qingdao, Cina (4) ::..

Foto di gruppo al Shangri-La hotel,
con il maestro Angelo, Chen Le Ping,
la maestra Lin e due fratelli,
quelli a sinistra, rispettivamente
grande imprenditore ed ex-politico
Puntata numero quattro relativa alle mie dissertazioni, più o meno affidabili, sull'esperienza cinese di maggio. Questa volta parliamo di...

Cinesi doc
Oramai siamo abituati a vederli praticamente dappertutto visto che, seppur in misura diversa, cittadini di nazionalità cinese sono presenti nella maggior parte delle città italiane e piccole ChinaTown crescono in ogni dove. Gente che ci appare schiva, in merito a cui circolano i pregiudizi più disparati, e che solitamente tende a ghetizzarsi, palesando difficoltà di integrazion.
In realtà, quanto sappiamo di loro? Quanto conosciamo la cultura cinese? Dopotutto si tratta di una civiltà millenaria, che ha contribuito notevolmente allo sviluppo della vita su questa Terra ma che a scuola non studiamo per niente... mentre sappiamo almeno qualcosa della jihad tra nordisti e sudisti svoltasi negli Stati Uniti d'America...
Dissertazioni a parte, non è infatti molto facile e agevole il contatto con i cinesi, sia per lo scoglio della lingua che per certi modi di fare e di essere che, magari, differiscono assai da quelli squisitamente italiani. Una dinamica che ovviamente ha valenza biunivoca, ovvero anche da parte dei cinesi nei confronti nostri.
Per cui, diciamo, son partito alla volta della Cina un po' prevenuto, con alcune idee in mente su cosa aspettarmi da parte della popolazione indigena. La lettura di qualche articolo on-line e di un manualetto fornitomi da Ale mi hanno poi aiutato a prepararmi un poco alle public relations e alle dinamiche sociali di Qingdao, giusto per evitare gaffe ed esser sintonizzato sui loro modi di fare (il saluto, i regali, le gararchie, usanze spicciole, la numerologia...mai invocare il numero 4, mai!!!)
In realtà, mi son dovuto ricredere assai e in questo ha giocato a "mio" favore l'esser stato in Cina assieme al maestro Angelo: senza di lui infatti l'interazione con gli altri, sia per questioni complesse che per le più semplici, sarebbe stata molto più ardua e complessa e, soprattutto, non avrei avuto l'occasione di partecipare a cene, pranzi ed eventi assieme a persone cinesi. C'è stata cioè la possibilità di venir coinvolto e vivere l'esperienza cinese in modo più personale e coinvolto, meno distaccato e da turista.
Foto di gruppo con il maestro
Chen Le Ping e alcuni suoi allievi
Ecco allora che vengo a scoprire che i cinesi non si vestono come nei film wuxia e che, in realtà, sono piuttosto chiacchieroni e cordiali, al limite dell'invadente, e che nonostante siano consapevoli di essere dinnanzi a una persona che di cinese non parla niente continuano imperterriti nella propria mission di comunicazione, tentando di veicolare concetti e pensieri in tutti i modi, con smorfie o mimiche. Per fare un esempio, quando ho preso una regalino per Silvia, la commessa si è messa a mimare azioni tipo lavaggio mani, doccia, asciugatura, nel tentativo di farmi comprendere che la collanina era water-proof.
Un po' più tragica e complicata invece è stata la disquisizione (DA! DA! DA!) con tanto di scambi di tecniche avuta con alcuni compagni di kung fu, presso la palestra di Chen Le Ping...

mercoledì 12 giugno 2013

..:: Viaggio a Qingdao, Cina (3) ::..

Proseguiamo, io e voi intendo, con le mie dissertazioni in merito al recente viaggio in Cina. Questa volta parliamo di...

Cibo, ovvero cosa e come si mangia in Cina:
Malgrado il titoletto, rimarrò volutamente (anche perché, in fin dei conti, sono 'gnurant) vago e generico e ne approfitterò solamente per spendere qualche parola sulle mie esperienze gastronomiche in quel di Qingdao. Ovviamente, essendo stata la mia permanenza in terra cinese limitata alla sola zona dell' "isola verde", quello che ho potuto assaggiare rappresenta una piccola parte del patrimonio culinario cinese e, per di più, circoscritto alle sole sfumature e ricette della zona. Un po' come accade qui da noi, ogni regione ha le sue peculiarità e preferenze in fatto di sapori e accostamenti e una persona che sa se ne accorge.
Comunque sia, la cucina cinese si è rivelata una continua scoperta, niente a che vedere con quella dei ristoranti e wok-sushi che proliferano qui (che però non mi spiacciono affatto). 
In primis, mi spiace darvi questa delusione, il riso non è l'unica pietanza che i cinesi servono o di cui si nutrono. C'è, per carità, viene proposto sia come piatto a sé che come surrogato del pane, così come l'acqua di cottura viene utilizzata come bevanda, ma non di solo riso vivono in Cina. Il pane pure esiste e viene proposto in forme e gusti diversi: ho ancora in mente le mega-pagnotte di pane bianco che ci son state servite in un ristorante di Laoshan. Già ero satollo e per un attimo ho temuto che si trattasse di porzioni (da kg) individuali...
In secondo luogo, il riuscire a maneggiare le bacchette risulta essere gradito, un buon segnale di apertura che un occidentale può dimostrare nei confronti dei commensali cinesi che, magari, l'hanno invitato a tavola. E sì, anche loro certe cose (tipo i ravioloni) le infilzano per agevolare il viaggio piatto-bocca tuttavia, per le pietanze più insidiose, esiste un antico e letale strumento di morte che nessun occidentale immagina ogni qualvolta chiude gli occhi e pensa a come, di solito, mangiano in Cina. Mi riferisco al temibile cucchiaio!!!
Altri aspetti che mi hanno piacevolmente colpito sono poi la comunione del cibo, nel senso che a tavola il concetto di "pietanza privata" viene sospeso a favore di una più cordiale condivisione del cibo che viene quindi posto al centro della tavola e messo a disposizione dei vari commensali. E badate bene ad assaggiare un po' di tutto e a porre attenzione a ciò di cui farete incetta: loro vi osservano...
Succo di banana...dolcissimo...
Tanto più che, se siete ospiti a pranzo, mangerete fino a esplodere. Ospitalità, per loro, significa anche questo, portare in tavola 10-15 portate e invitarvi a nutrirvi fino a raggiungere la sazietà cosmica. Dopodiché ci si alza e si prosegue con le altre attività in programma, senza caffè, digestivi o pennichella...attivi, su su!!! 
Questa condivisione, dicevo, si estende pure all'abbeveraggio, ma solamente per la parte alcolica. Mentre la bevanda analcolica rimane a disposizione e accessibile durante tutto il pasto, e ciascuno può ricorrervi quando gli pare, per birra (sì, esiste la birra!) e vino (ed esiste pure il vino, anche italiano se volete!) invece ci sono regole da rispettare. Fondamentalmente, o si beve tutti assieme prodigandosi in brindisi più o meno all'ultimo goccio di alcol (gan-bei!) o non si beve affatto. Per cui, e mi rivolgo al notoriamente astemio popolo veneto, che aspettate a introdurre una simile tradizione pure qui da noi? Importiamo un sacco di cose dall'estero, perché questa no?
Ah, e non pensiate che a centro tavola ci stiano succhi di frutta, Coca-cola, Fanta o simili bevande edulcorate con conservanti e coloranti dai dubbi effetti collaterali. No, no, semmai ci stanno delle teiere e nella tazza di cui ogni commensale è munito vi ritroverete solo acqua calda o thé. Liquidi serviti a una temperatura media pari a quella di fusione del palladio. Ma tranquilli, non appena ne avrete bevuto anche solo un sorso, qualche baldo commensale o cameriere provvederà a rabboccarvi la tazza così che abbiate sempre qualcosa di caldissimo a portata di mano. E occhio alle mani, perché qualche volta spandono....e urlare a tavola non sta bene...

domenica 26 maggio 2013

..:: Viaggio a Qingdao, Cina (2) ::..

Proseguendo con il mio resoconto dell'esperienza in Cina, dopo le divagazioni in merito al viaggio in sé, direi che è d'uopo parlare un po' dell'amena cittadina in cui sono stato.

Qingdao, la città

Fin da subito, da quando cioè abbiamo abbandonato l'aeroporto e, a bordo dell'auto del maestro Chen Le Ping, ci siamo diretti verso il centro di Qingdao ho iniziato a realizzare quanto fosse da rivedere il mio concetto di "Cina". Saranno stati i film wuxia e di arti marziali, saranno certi preconcetti che riguardano i paesi orientali ma mi aspettavo abitazioni basse, magari in legno e pietra, che richiamassero l'idea dei templi, dei dojo, o di costruzioni tipo quella dell'immagine qui a lato.

Ebbene, stoltamente, mi sbagliavo assai.
Già il fatto di trovarsi a percorrere strade a due o tre corsie, ampie e popolate da auto di grossa cilindrata, lungo quartieri popolati da schiere e schiere e schiere e schiere di imponenti palazzoni ha fatto sorgere in me qualche legittimo sospetto.
Va comunque detto che Qingdao non è esattamente una piccola cittadina, bensì un'amena città il cui territorio si estende per circa 11 mila km quadrati (e se consideriamo che il Veneto ne occupa 18 mila...) e che  conta più o meno 12 milioni di abitanti (anche se qualcuno parlava di 20 milioni, probabilmente considerando lavoratori, turisti, abusivi, zone limitrofe e chi più ne ha più ne metta). Per di più nel passato, a inizio del secolo scorso, ha avuto dominazione tedesca cosa che, indubbiamente, ha lasciato il segno in termini di edilizia e, soprattutto, in fatto di birra. Non a caso, tra i prodotti tipici si annovera la birra tsingtao ^_^
Veduta, dal basso, della
banca in cui siamo stati
a cambiare euro in yuan
Nella zona centrale, il numero di palazzi che sfidano il cielo è impressionante e, nel complesso, l'immagine che ne emerge è quella di una città molto "occidentale" e moderna. Le costruzioni sono piuttosto recenti e continuamente si scorgono operai e cantieri all'opera per realizzare ulteriori edifici, sempre più alti, sempre più imponenti. E che, spero, vengano un giorno abitati: la sensazione è che, un po' come accade(va) qui in Veneto e in altre zone italiane, la pulsione all'edilizia e alla cementificazione sia troppo forte rispetto all'effettiva necessità della popolazione con il rischio di arrivare all'esagerazione e ad avere numerose aree edificate ma, fondamentalmente, vuote. 
Tra banche, centri commerciali, librerie, hotel, ristoranti, negozi e chi più ne ha più ne metta, Qingdao offre una vastissima gamma di soluzioni e di certo la sensazione di esseri piccoli-piccoli si acuisce. In breve tempo la considerazione di immane grandezza che associavo alla nazione Italia si è leggermente ridimensionata...
E di notte, la maggior parte dei palazzoni risulta piuttosto illuminata (il che mi induce a pensare che la corrente elettrica non costi poi molto) mentre, percorrendo le strade del centro a piedi o in taxi, il numero di insegne luminose cresce a dismisura contribuendo a creare l'effetto "Las Vegas" tante volte visto nei film hollywoodiani. 
Ma, come direbbero i Negrita, qui non è Hollywood.
La famigerata trottola
Già, perché da un lato vi sono questi imponenti edifici di recente costruzione e dall'altro ci sono anche numerose costruzioni che mostrano segni di cedimento e di erosione. Qingdao è infatti una città costiera - il cui porto è il quarto della Cina e dove, nel 2008, si sono svolte le discipline "nautiche" delle olimpiadi - e la vicinanza del mare contribuisce a rovinare le strutture più vicine alla costa. Probabilmente i materiali impiegati non sono dei migliori e il concetto stesso di manutenzione sembra piuttosto alieno alla popolazione cinese.
D'altro canto, la medesima vicinanza col mare permette di avere un clima mite e abbastanza ventilato per cui senza quella simpatica cappa di smog che altrimenti ci si aspetterebbe visto l'elevato numero di veicoli in circolazione a tutte le ore. Solo un giorno abbiam "subito" la presenza della nebbia, più che altro umidità condensata. O almeno credo.
Oltre alle costruzioni moderne, di stampo europeo-occidentale, che attestano la potenza economica del Paese, vi sono però numerosi quartieri che contrastano con tale immagine e che, anzi, mostrano come fuori dal centro (ma è sufficiente anche inoltrarsi nelle zone interne del centro) la popolazione viva ancora in case "old-style", nel peggior dei casi fatiscenti e non propriamente a norma.

martedì 21 maggio 2013

..:: Viaggio a Qingdao, Cina ::..

In viaggio tra le nuvole...
Recentemente, dal 2 al 14 maggio sono stato in vacanza, un'esperienza a metà tra turismo ed approfondimento di kung-fu a Qingdao, Cina, assieme ad Alessandro e al maestro Angelo D'Aria.
E ora che sono tornato e pian pianino sto facendo ordine tra le foto e i video realizzati, ne approfitterò per spendere qualche riflessione e per rendicontare su ciò che questa esperienza mi ha lasciato o permesso di scoprire.
Ma andiamo con ordine...

Il viaggio da e verso Qingdao
Di per sè, anzi, di per me non sono mai stato un grande viaggiatore: il mio primo volo risale all'anno scorso, e si trattava di lavoro. In verità, vuoi per un motivo o per un altro, son sempre stato in vacanza in zone non "troppo" lontane da casa come la Croazia, il Trentino Alto Adige o il centro Italia. Non avevo mai sperimentato viaggi intercontinentali e devo dire che come prima esperienza non è stata affatto male a parte per il jet lag e la stanchezza accumulata.
La soluzione scelta ha visto una combinazione di treno e aereo ma fortunatamente tutto è filato liscio liscio. E ci siamo pure risparmiati le scocciature di guidare e di sborsare quattrini per il parcheggio dell'auto.
Da bravi patrioti, ci siamo appoggiati a Trenitalia per raggiungere Milano e poi, dalla stazione centrale, il bus navetta per raggiungere Malpensa; idem per il ritorno. Da segnalare che grazie alla prontezza di Ale, il biglietto del FrecciaBianca da Cittadella a Milano ci è venuto a costare l'assurda cifra di 9 euro, contro i 16 (A+R) del bus navetta. Capitolo diverso per il ritorno, dove l'interregionale scelto, con cambio a Vicenza (con circa 10 minuti di lasco per cambiare treno e fare pure i biglietti), ci è costato un po' di più ma ci ha regalato grandi soddisfazioni su cui mi dilungherò più avanti. 
Confesso comunque che, nonostante i 9000 km circa di viaggio, la tratta ferroviaria è stata quella che ritenevo più "critica" per l'innata fiducia che riservo a Trenitalia e per le tempistiche piuttosto risicate. 
Comunque sia, siamo arrivati a Malpensa in perfetto orario, giusti giusti per sorbirci un po' di coda ai varchi sicurezza ma nulla di più. Non ero più stato nello scalo lombardo e, a prima impressione, mi è parso molto grande e dignitoso. Magari inferiore in termini di estetica e modernità rispetto a uno scalo come quello di Venezia (per non parlare del FIDS...vuoi mettere quello di Catania???) ma l'impatto è stato positivo. 
I monitor dei sedili Cathay Pacific
e alcuni simpatici animaletti
Da qui, in perfetto orario, abbiam preso il nostro Boeing 777 per Hong Kong. Cathay Pacific si è rivelata un'ottima scelta ad un prezzo più che accettabile. Certo, a ragion veduta, e se ne avessi avuto la possibilità, non sarebbe stato male aver speso qualche euro in più (tipo il doppio...) per viaggiare un po' più comodi, non dico in Business ma quanto meno in Premium Economy, che almeno è situata sulle ali e risparmia ai passeggeri tutto il caos dei motori. 
Non che in Economy si sia viaggiati scomodi, sia chiaro, però lo spazio vitale era un po' risicato e il fatto di aver i posti praticamente tutti occupati non ci ha permesso di stravaccarci o di espanderci. 
Per il resto, ci hanno servito due pranzi più che discreti, le hostess erano carine e disponibili (!!!) nel fornire snack e bibite, e pure l'offerta in termini di intrattenimento mediatico fornito dal display touch-screen ha permesso di affrontare in modo soddisfacente la prima tratta del volo, fino a Hong Kong. Purtroppo, sia per il cielo coperto che per le tendine dei finestrini abbassate per "ingannarci", nel corso delle circa 11 ore di viaggio non ho visto molto del mondo di fuori. Qualche sbirciatina l'ho lanciata qua e là, ma la visibilità era limitata come pure la mattinata che ci ha accolto allo scalo di Hong Kong si è rivelata piuttosto uggiosa e non ci ha permesso di vedere poi molto di ciò che circondava l'isola artificiale. 
Una volta messo piede al Chek Lap Kok Airport, il punteggio precedentemente totalizzato da Malpensa è stato notevolmente ridimensionato: per qualche motivo mi sembrava di esser finalmente approdato alla civiltà, in un mondo moderno, pulito, ordinato e immenso. I dipendenti della sicurezza, dello scalo, dei negozi, tutti erano in divisa; ovunque si estendevano pavimenti e moquette linde e pulite. E negozi a perdita d'occhio. Probabilmente l'effetto "futuro" che ho sperimentato è stato indotto dai nastri trasportatori orizzontali che hanno richiamato alla mia mente alcuni passaggi di qualche opera di Asimov.

mercoledì 15 maggio 2013

..:: Film da e per la Cina ::..

Ni hao a tutti! Essendo tornato giusto ieri in Italia, sebbene ancora un po' frastornato dal viaggio e dal cambio di fuso, approfitto delle ultime ore di ferie per aggiornare un poco questo mio blog. 
Blog che, in Cina, non raggiungevo :-(
Per il momento rimando ad un secondo momento un commento più articolato, documentato e sensato dell'esperienza maturata in quel di Qingdao e dintorni. 
Per cui (lancio i Rammstein in sottofondo) posto giusto qualche riga sui film che mi hanno tenuto compagnia nei lunghi viaggi da e verso la Cina, a bordo delle aeromobili Cathay Pacific e DragonAir.



Gangster Squad
Regia: Ruben Fleischer
Anno: 2013
Genere: thriller
Cast: Ryan Gosling, Emma Stone, Sean Penn, Anthony Mackie, Josh Brolin, Giovanni Ribisi, Robert Patrick, Michael Peña, Nick Nolte 
La trama in breve: link
Il mio commento: Essendo un film ispirato a un malavitoso (se non ho capito male...) c'è da chiedersi perché in realtà l'attenzione venga posta sulla banda di poliziotti che, agendo da vigilantes, ne contrasta i piani in modi brutali e violenti. Guardato comunque con piacere ma senza particolare entusiasmo, un po' troppo "americano" per i miei gusti e confuso sul messaggio veicolato: tra i giustizieri e il cattivone di turno, a guardare bene, se contiamo il numero di morti per "un fine superiore", non c'è poi così tanta differenza.  
Trailer: link


Life of Pi
Regia: Ang lee
Anno: 2012
Genere: avventura, drammatico, spirituale
Cast: Suraj Sharma, Irrfan Khan, Tabu, Rafe Spall, Gérard Depardieu
La trama in breve: link
Il mio commento: l'idea di base del film non mi attraeva moltissimo ma, alla fine, visto che tutti ne parlavano bene, senza scordare i riconoscimenti ricevuti in premi Oscar, ho provato a guardarlo. E mi è piaciuto assai. Film non banale affatto, profondo, visivamente impegnativo ed emozionale. Non si tratta nemmeno di un'opera piatta tutt'altro: affronta invece tematiche forti in materia di sopravvivenza, di crescita, di conoscenza di sè e, soprattutto in termini di fede e relativa volontà (perché di questo si tratta) di credere in un volere superiore o meno. Consigliato fortemente, ma probabilmente non per tutti i palati. Ottime comunque l'impatti visivo e la prova di recitazione del giovane Suraj Sharma.
Trailer: link


Jack Reacher
Regia: Christopher McQuarrie
Anno: 2012
Genere: azione
Cast: Tom Cruise, Rosamund Pike, Richard Jenkins, David Oyelowo, Werner Herzog
La trama in brevelink
Il mio commento: guardabile, sulla sufficienza direi. Film che non mi sento di esaltare più di tanto ma che nemmeno mi è spiaciuto visto l'alto contenuto di azione mescolato alle indagini sull'intrigo che si cela dietro agli omicidi in merito ai quali viene coinvolto il protagonista. Certo, vedere Tommasino Cruise fare il duro, una sorta di macho-supereroe-ex-veterano di chissà quante missioni, un po' mi disturba (doveva esserci Liam Neeson!); almeno la presenza della Pike compensava abbastanza... 
Trailer: link


Silver Linings Playbook - Il lato positivo
Regia: David O. Russell
Anno: 2012
Genere: commedia
Cast: Bradley Cooper, Robert De Niro, Jennifer Lawrence, Jacki Weaver, Chris Tucker
La trama in breve: link
Il mio commento: apprezzato assai, ma solo perché sono un romanticone che si appassiona di storie complicate. Pensavo la trama fosse più complessa, a dire il vero, e il personaggio di Patrick più schizzato... ma ciononostante l'ho guardato con interesse, dispiacendomi ed emozionandomi assieme ai personaggi proposti. Molto buone le prove dei protagonisti Bradley Cooper e Jennifer Lawrence.
Trailer: link


007 - Skyfall
Regia: Sam Mendes
Anno: 2012
Genere: azione
Cast: Daniel Craig, Judi Dench, Javier Bardem, Ralph Fiennes, Naomie Harris, Berenice Marlohe, Ben Whishaw
La trama in breve: link
Il mio commento: Dunque, di per sé non è male, come film. E personalmente non mi spiace la versione "moderna" di 007 proposta con Daniel Craig. Si avverte ancora molto spirito "americano" in molte sequenze del film, talvolta clichè (vedi i draghi di Komodo, perchè in ogni luogo losco c'è un baratro all'interno del quale gli ospiti possono precipitare e venir sbranati oppure le donne che l'agente segreto brittannico si fa, bastano 2 parole, e gliela danno), ma tutto sommato è un film che cerca di essere anche cerebrale e macchinoso (per qualche motivo ho pensato ai film di Batman di Nolan...), per via dei siparietti svelati e dei doppi giochi manifesti dal villain di turno, un buon Javier Bardem. Peccato che, durante la visione, mi son addormentato 2-3 volte e quindi ho ricordi molto vaghi della visione... :-(
Trailer: link


Exam
Regia: Stuart Hazeldine
Anno: 2009
Genere: thriller
Cast: Adar Beck, Gemma Chan, Luke Mably, Nathalie Cox, Chukwudi Iwuji
La trama in breve: link
Il mio commento: non so perché ma, guardandone il trailer e poi anche il film in sé, ho avuto la sensazione di essere di fronte a un mix di The Cube e Saw, ma senza tocco orrorifico o sanguinolento. E' un film interessante, sebbene semplice si rivela non banale e piuttosto intrigante, con una battaglia psicologica (e non solo) innescata tra i misteriosi 8 candidati che ambiscono a un ruolo di dirigente presso una gigantesca casa farmaceutica. Un semplice esame da passare e il gioco è fatto: è sufficiente scrivere la risposta a UNA domanda entro un tempo limite di 80 minuti. Però, per poter rispondere, i nostri devono escogitare un modo per individuare la domanda e non "eliminarsi" contravvenendo alle regole imposte. Una volta concluso l'esame, comunque, vengono svelati tutti i retroscena e il senso di un simile test. Peccato solo che l'intero film sia costruito in uno spazio angusto e del resto del mondo non venga fornita alcuna informazione: e se tutto rimane vincolato alle parole del proprietario della multinazionale risulta difficile contestualizzare certe dinamiche e si finisce con l'accettarle, mantenendo l'attenzione sul "gioco" innescato tra i candidati.
Trailer: link


Lost in Thailandia
Regia: Zheng Xu
Anno: 2012
Genere: avventura
Cast: Zheng Xu, Baoqiang Wang, Bo Huang, Bingbing Fan, Hong Tao
La trama in breve: link
Il mio commento: visto parzialmente (purtroppo, su Dragonair la proiezione non era comandabile ...) si è rivelato un film piacevole e divertente, a tratti demente e con alcune trovate davvero spassose, vedasi il combattimento di muay thai di Wang Bao mentre Xu Lang "corre" in suo aiuto per fargli da trampolino (per il letale killer kick!) e al contempo scattargli delle foto ricordo :-) Una produzione cinese scanzonata ma che ho trovato piacevolmente godibile, senza trascurare l'ambientazione proposta, un assaggio di Thailandia
Trailer: link


Hansel & Gretel - Cacciatori di streghe

Regia: Tommy Wirkola
Anno: 2013
Genere: avventura, fantasy
Cast: Jeremy Renner, Gemma Arterton, Famke Janssen, Peter Stormare, Thomas Mann, Pihla Viitala
La trama in breve: link
Il mio commento: ed eccolo qui, signori e signore, il film vaccata da guardare in modalità brain-off e che regala svariate occasioni per esprimere compiaciuti "ma va!", "ma dai" vista la facilità con cui si snodano certe dinamiche. Molto scanzonato e rapido, quindi, con costumi probabilmente sottratti al set di qualche puntata di Power Rangers, "Hansel & Gretel - Cacciatori di streghe" si propone come prodotto di intrattenimento per un pubblico giovane. O di tossicodipendenti strafatti. Apprezzata però la presenza di Gemma Arterton e Pihla Viitala :-)
Trailer: link


mercoledì 1 maggio 2013

..:: Ma va in Cina! ::..

Detto, fatto.
E da domani, fino al 13 maggio, vacanza in quel di Qingdao, nell'est della provincia dello Shandong.
Più precisamente, Cina :-)
Non so ancora cosa aspettarmi da questa esperienza che si prospetta un mix di turismo e approfondimento sul kung fu assieme ad Ale e al maestro Angelo D'Aria, ma sono ottimista :-)
Mi spiace non riuscire a portarmi appresso Silvia ma, 'sta volta, è andata così.
Vedremo, insomma, quel che accadrà e come andrà questa esplorazione di una parte del mondo che conosco poco assai ma che, a pensarci bene, è culla di una civiltà piuttosto antica e che attualmente rappresenta la seconda (probabilmente prima...) potenza economica su scala mondiale.



Ah già, ne approfitto per segnalare e chiedere un minimo di pazienza a quanti manderanno mail et similia nei prossimi giorni.
La connessione internet, stando a quel che dicono al Century Mandarin Hotel, c'è ma non so bene quanto e quando sarò connesso.
Comunque sia tra twitter, mail e skype (cercate leonardo.colombi) in qualche modo sarò reperibile :-)


venerdì 7 settembre 2012

..:: Vacanze 2012 ::..

Foto di gruppo dentro alle grotte
di Frasassi
Tra i buoni propositi che mi ero, appunto, proposto per quest'anno vi era il mantenimento di una certa costanza nell'aggiornamento di codesto mio blog. Niente di fondamentale per il continuum dell'universo, per carità.
Invece noto con somma amarezza che è trascorso un po' troppo tempo dall'ultimo post. Che ne sarà, ora, delle mie statistiche e dei miei buoni propositi? Come riuscirò a dormire la notte o a guardarmi ancora allo specchio senza provare vergogna come i proprietari di Daewoo Matiz?  
Ebbene, credo che potrò e riuscirò.
Quanto alla Matiz, la battuta fa riferimento alla "confessione" di un ex-collega che affermava di possedere tale esemplare di automobile, ma che la lasciava in garage. La usava poco, insomma, "perché" - ma lo diceva scherzando, sia chiaro a tutti i Matiz-possidenti - "teneva vegogna".
BTW, sono comunque alle prese con l'edizione di un nuovo entusiasmante post per ciarlare un pochito delle mie vacanze. Quest'anno sono state un po' più brevi rispetto al previsto: anche se, in effetti, non bastano mai, noto che sto scivolando sempre più verso un insano regime lavorativo Stakanov-style.
Comunque, andando per ordine, quest'anno ho avuto modo di sperimentare 3 diversi pacchetti vacanze. 
Il primo, giusto 3 giorni a cavallo di ferragosto, di tipo familiare.
Gnam gnam...
Con Silvia, mia mamma (Graziella) e mio fratello Francesco siam pariti alla volta di Urbino per concederci un po' di stacco dal tram-tram quotidiano. Una mini pausa "improvvisata" necessaria per cambiare aria per qualche giorno e vedere posti nuovi. Ecco allora Urbino, e poi le grotte di Frasassi, e tappe spot sulle spiagge di Senigallia e Riccione. Non ero mai stato (o, se ci sono stato, non ne conservo particolare memoria) all'interno di grotte sotterranee e devo dire che si è trattata di una splendida esperienza, seppur vissuta con un po' di pressione: per ottimizzare la visita i vari gruppi entravano con pochissimi minuti di stacco tra loro, innescando dinamiche stile inseguimento lungo il percorso previsto. Anche Senigallia è stata una tappa significativa, non tanto per i 28 euri investiti per 4 spritz insulsi e stuzzichini "vissuti", ma per l'alto concentrato di fauna di ottimi livello che ivi pascolava. Ok, ero con Silvia, ma guardare non è reato...

martedì 28 settembre 2010

..:: Eventi familiari ::..

Questi mese è stato abbastanza denso di ritrovi ed eventi "familiari": parenti in visita da Solferino durante la mia prima settimana di ferie, compleanni, cene, ricorrenze, medaglie e, non da ultimo, un anniversario di matrimonio. 50 anni sono un bel traguardo, non c'è che dire, per cui l'occasione è stata colta al balzo per festeggiare parenti che, per quel che mi riguarda, conosco poco.
In fondo, Como, non è proprio dietro l'angolo...
Ma per fortuna esistono i bed & breakfast (come l'ottimo "La chioccia") per cui io e Silvia siamo riusciti a spezzettare un po' lo stress del viaggio. A dire il vero speravo di riuscire a vedere un po' della città, venerdì sera ma, complice un tempo che definirei "vigliaccamente piovoso" e un traffico nei dintorni di Milano decisamente intenso, alla fine ci siamo limitati a scovare il b&b e a cenare presso "IL" birrificio di Como. Speravando che almeno nella giornata di sabato ci riuscisse di girovagare per Como, magari post pranzo e festeggiamenti degli zii di mia madre...e invece amen...Anche perchè c'erano altri zii da riaccompagnare presso Solferino. Almeno un tour per la città ce lo siam fatti sabato mattina, per recuperare un altro mio zio che ha raggiunto Como via treno. Ed è assai simpatico cercare di raggiungere la stazione orientandosi solamente con la segnaletica stradale e la piantina lasciataci dal b&b: in fondo, di stazioni, ce ne sono più di una...ma i cartelli si limitano a indicare "stazione".
Comodo.
Comunque sia, ritrovarsi a partecipare a simili eventi da un lato può sembrare un po' noioso (tra gente che non si conosce o "che sa chi sei tu ma tu non sai chi son loro") ma dall'altro è confortante, rassicurante e addirittura piacevole. In fondo, non tutte le famiglie durano così tante, alcune si sfasciano prima (la mia, ad esempio) oppure sono solo facciate di rapporti forzati e blandi. Anche "scoprire" di avere parenti può essere qualcosa di piacevole, considerando che una delle "cose" che più spesso si danno per scontate sono proprio le relazioni di parentela e la conoscenza dei volti nuovi. Talvolta, quando meno te l'aspetti, magari scopri faccende e aneddoti non propriamente simpatici ma notare come, malgrado tutto, si cerchi di salvaguardare una certa coesione e fratellanza riscalda il cuore.
Perplessità invece è il sentimento che penso di aver provato presso il monastero delle clarisse presso cui lo "zio" Vittorio e la "zia" Adele (che in realtà si chiama Graziella...ma l'ho scoperto solo ieri...) hanno voluto venisse celebrata la messa. Non credo di aver mai presenziato ad una celebrazione presso la chiesa di monache di clausura: la loro presenza mi è sembrata sospesa e aliena, quasi fuori dal mondo. Decisamente collocata in un altro contesto spazio-socio-temporale. Per la prima volta in vita mia ho poi incontrato un'altra zia, Angela Maria, monaca di clausura da ben 51 anni. Non so perchè ma confidavo in qualche emozione particolare nell'incontrarla: invece c'è stata solo freddezza e perplessità. Sarà stato l'effetto della grata/prigione che separa le monache dalla vita del mondo di fuori (quello vero?), sarà stato che non c'era poi molto da dirsi, però, nonostante si cerchi di convincermi che certe scelte sono sostenute dalla fede, credo di aver ritenuto quella vita una scelta "comoda". Ok, entrare in clausura comporta indubbiamente un sacco di svantaggi e rinunce ma, al contempo, ci si accoccola in un contesto protetto, nel quale non è necessario affannarsi per pagare mutui e bollette, senza scadenze per cui correre, senza tutti quegli imprevisti-gioie-dolori-scocciature-sorprese-eventi che la vita lavorativa e familiare e non solo di fuori regala e concede. 
Forse ho una visione distorta della faccena "clausura" però, contrapposta all'esperienza di vita testimoniata dalla gente che invece era presente al festeggiamento degli "zii" e che ne ha passate di tutti i colori (magari anche assistendo gente malata oppure superando delusioni profonde) credo sia piuttosto riduttiva. E non sono così certo che nel Vangelo sia esattamente suggerito di vivere così la fede. A meno che non ci sia qualche postilla in quelli apocrifi...
"Va e ama il prossimo tuo", mi pare invece qualcosa di più in linea con lo spirito di Gesù.
E per amare è necessario sopportare, faticare, sforzarsi, pazientare, gioire, litigare, esultare, toccare, accoppiarsi...un mucchio di cose insomma. 
Al limite partire per qualche missione in un Paese del Terzo Mondo la vedo già una soluzione più "forte" e autentica e, probabilmente, più rischiosa del classico porta a porta perpetrato dai Testimoni di Geova nei giorni di bel tempo.
Un'ultima considerazione va infine ai "ricordi" dei vecchi. Questo termine è un po' improprio giacchè c'erano pure cinquantenni però è strano sentire rievocazioni di esodi, di passati agresti, di sacrifici, di case costruite nel tempo libero, di viaggi in bicicletta dal Piemonte a Trebaseleghe (PD), di dialetti differenti anche a distanza di pochi chilometri...chissà invece quando la mia generazione sarà vecchia. Chissà che ci si racconterà? Di quando non c'era FaceBook? Dei contatti umani prima dell'avvento dell'iPhone? Dei libri stampati su carta e non sfogliati da eBookReader, PlayBook o iPad? Pensarci fa un po' uno strano effetto: è come se, d'un tratto, avessi realizzato di essere meno "persona con un passato storico" e più "persona condizionata da vincoli consumistici". Che storia...

giovedì 19 agosto 2010

..:: Ferie lavorative ::..

Eccomi qua, stanco, con gli occhi che tendono a chiudersi da soli, ma ugualmente animato dal disiderio di comunicare. Scrivo, magari poco, magari cose che non interesseranno, ma lo devo. A voi. Spambot che infestate questo mio umile spazio web e che lasciate frasi insensate in una lingua che non comprendo. Almeno commentaste mettendo qualcosa di sensato, qualche riferimento di cui possa beneficiare per il ranking del blog.
E invece niente, astruse scritte ignote. Solo astruse sequenze di caratteri in un alfabeto che non fa per me: disordinato come sono, inabile al disegno, con la mia calligrafia ortopedica che mi ritrovo credo sarei spacciato nel delicato mondo della comunicazione con i cangi.
Ad ogni modo, dicevo, anche se son stracco per via del lavoro (le mie ferie giungeranno in settembre...) ho voglia di scrivere e di parlarvi un po' dei fatti miei e non solo. Divagazioni a tutto campo mentre in sottofondo c'ho una manciata di canzoni dei 30 Second to Mars, il gruppo di Jared Leto. Che tutto sommato non è male neanche come attore: l'ho visto in Requiem for a Dream e in Lord of War, entrambi film che vi consiglia. Come Bangkok Dangerous (quello thailandese, non quello con Nicholas Cage di cuidovrebbe essere una sorta di rivistazione) che ho visto di recente e di cui scriverò. Ma non oggi. Non adesso.
Ora mi va di dissertare in merito ai fattacci miei, giusto per inabissare il grafico dei visitatori prima di una meravigliosa e spumeggiante ripresa a partire dal mese prossimo quando (forse) svelerò al mondo un mio nuovo progetto.
Ma ora basta, e parliamo d'altro.
Lo scorso fine settimana ne ho approfittato per un po' di sano relax e me ne sono andato in montagna con Silvia e i suoi. Il tempo non prometteva granchè già da giovedì 12 ma ugualmente, caparbiamente, da veri spartani abbiamo fatto la nostra scelta. E siamo partiti in direzione Valmaron, laddove Silvia e i suoi hanno un po' di terreno (non edificabile...) adibito a campo base.
La prossima volta mi sa che sarà meglio osservare il meteo con maggior attenzione, puntando almeno a quello regionale e non a quello tedesco di sexy Anja....
Tra l'altro, pensavo io che in Italia si fosse messi male a livello di moralità e sensatezza di valori trasmessi, ma inizio a pensare che la televisione "tetesca" ci batta assai.


Comunque, tornando alla motagna, per me si trattava di un'esperienza nuova giacchè, anzichè limitarmi ad una toccata e fuga, sarei rimasto a pernottare lì con loro. In roulotte. Ad un passo dalla natura incontaminata, sotto ad un cielo stellato ed infinito, magari con il capo in sù ad inseguire la scia delle stelle cadenti.
E fortunatamente il tempo ha retto, malgrado le previsioni, è stato discretamente bello.
Fino alle 15 circa.
Poi le cataratte del cielo si sono aperte ed ha iniziato a piovere. Tipo in Forrest Gump, tipo ai tempo di Noè: all'improvviso l'acqua. Tanta. Inarrestabile. E vento, ma alla sera, giusto per gradire il pernottamento.
Lo stesso è successo domenica, al pomeriggio, forse con meno intensità.
Da lunedì invece ha fatto bello...mah...
Comunque sia c'è stata lo stesso l'occaisone per qualche camminata, per corroboranti passeggiate (un po' umide...) tra i boschi, a caccia di funghi e di emozioni. Alcune, volendo, avrei potuto provarle assaggiando una di quelle splendide amanite rossastre...
Tra l'altro son pure riuscito a vedere una marmotta con i suoi cuccioli: non so perchè ma le facevo più piccoline. Tutto sommato, sceo io a non capirlo dai buchi che scavano, sono dei bei topoloni. Ma pià carini e simpatici e che, grazie a Silvia che ha avuto la pazienza di appostarsi e immortalare, potete ammirare nella foto qui di lato.
Peccato per il tempo impietoso, però tutto sommato è stata una bella esperienza. Rilassante e gustosa, soprattutto dal punto di vista gastronomico...
Lunedì mattina invece aveva già un altro sapore, più desolante e scoraggiante. Anche le notizie al tg del mattino non aiutavano ad affrontare al meglio la settimana. Parlavano di inondazioni e disastri, di gente che durante le vacanze è andata a L'Aquila per visitare la città (in realtà sono spie comuniste che volevano appurare l'operato del governo), delle difficoltà della Tirrenia (eh, son finiti i bei tempi in cui le aziende grosse fallivano nel bel mezzo della campagna elettorale...chissà se magari anche ai dipendenti della società verranno concessi 7 anni di cassa integrazione pagata come accadde ad Alitalia quando "ci pensò lui"); di Fini, di Bossi, di possibili elezioni, "no meglio la fiducia al governo", "no dimettiti tu!", "si dimetta Lui semmai!", "ma dai, volemmose bene..."; di gente sfiduciata dalla difficoltà di trovare lavoro... aspetto in merito a cui confidavo che il governo avesse deciso qualcosa mentre ero distante dai media e dalla comunicazione, sperduto in Valmaron dove il cellulare non prende. Mi sa che è ora di cambiare cellulare di puntare ad un nuovo modello, tipo il Pomegranate NS08!!! Altro che iPhone! Altro che Nexus One! Questo è il futuro, l'avvenire accarezzato solo nei più sogni fantascientifici più sfrenati e indecenti ben al di là di quelli in cui le case si autopuliscono e le automobili non necessitano manutenzione prezzolata.
Cacchio se si sono impegnati a "realizzarlo"... probabilmente è quella la direzione in cui muoverci, puntare alla tecnologia, a soluzioni innovative e avvenieristiche che consentano alla nostra patria Italia di diventare la nuova superpotenza mondiale.
Possibilmente prima che le chiese di tutto il mondo si unifichino e, in virtù dei loro santi capitali, acquistino le maggiori aziende produttrici di armi realizzando di conseguenza il sogno della pace globale. E l'avvento di una nuova forma di dittatura teocratica...

lunedì 21 dicembre 2009

..:: Trebaseleghe e la neve ::..

Il 6 e 7 dicembre io, Silvia e una coppia di amici (E&E) ci siamo concessi una brevissima vacanza in quel di Riva del Garda - Arco - Rovereto, un paio di giorni di relax e svago girovagando per i mercatini di Natale. Non appena possibile, magari, vedrò di mettere qualche foto qui.
Devo dire che è stata una piacevole esperienza e che un po' di riposo mi ci voleva. Riva del Garda e Arco poi sono molto carine, Rovereto invece l'ho apprezzata meno: non so, forse per via dell'aria un po' decadente, forse per via del tempo incerto, forse anche per colpa di quella "cosa" che ho pestato ... al che, mi vien da citare Elio e Le Storie Tese:

Cani e padroni di cani, posso stringervi le mani molto forte in uno strumento di tortura e di morte?

Ad ogni modo, al ritorno abbiamo scelto (avventatamente direi) di seguire la SS46 / SP46 in direzione Vicenza, una simpatica e tortuosa stradina che c
i ha portato in mezzo a paesini sperduti e innevati. Tornanti, strettoie, curve e neve, tanta neve, ci hanno deliziato assai nel corso del viaggio. Pure quel camion che a momenti ci spappolava sul guard rail...
Comunque, pur essendoci quasi mezzo metro di neve le strade e
rano PULITE, SGOMBERE, prive di ghiaccio. Si correva, piano per via della zona impervia e scoscesa, ma si correva in sicurezza!
Perchè dico questo? Perchè sabato scorso il tempo ha deciso di concedere un po' di neve anche a noi poveri e sprovveduti abitanti della pianura Veneta. Qui a Trebaseleghe son scesi quasi 20 cm di neve e, ovviamente, si son creati non pochi disagi. In
fondo, si sa, la neve è bella e piacevole ma se ci si deve muovere è solamente una gran scocciatura.
Fortunatamente oggi e domani sono in ferie e nel weekend son riuscito a ridurre al minimo gli spostamenti, però sento la necessità di esprimere la mia indignazione per come è stata gestita l'emergenza neve nella mia zona. Al di là che situazioni del gener
e non sono mai semplici da gestire e che, forse, se ci fossero più mezzi pubblici e molte ma molte auto in meno lo scenario potrebbe essere differente, la neve era stata annunciata. Per cui ci si aspettava che, bene o male, un po' di sale venisse sparso sul manto stradale.
Invece nulla.
Semmai sono stati azionati i mezzi per spalare la ne
ve ma che, purtroppo, han fatto "poco" rispetto a quel che si poteva fare. Con il risultato che le strade, almeno a Trebaseleghe e nella zona periferica, sono rimaste in uno stato orribile.
Nel weekend ho avuto modo di sperimentare le condizioni della Castellana fino in centro a Trebaseleghe e oltre, verso Scorzè (per andare a far spese e commissioni necessarie alla sopravvivenza), oppure verso Piombino Dese per poi dirigermi o a Loreggia (da mio padre) o a Cittadella (da Silvia). E, sorpresa, da Piombino in poi, le strade erano piuttosto sgombere e agibili, in zona Piombino e Trebaseleghe invece...
Mi domando allora come mai si sia verificato un simile scenario? Perchè non sono stati inviati i mezzi spargi sale? Perchè non si è investito ulter
iormente nella pulitura delle strade?
Non c'erano soldi? O non c'era la volontà?
Perchè se fosse vera la prima ipotesi, almeno per quanto riguarda il mio paese, allora non ci sarebbero stati nemmeno i 260.000 euro "regalati" a 30 proprietari terrieri nel PEEP di S.Ambrogio.
E se qualcuno avesse dubbi in merito a quel che sto contestand
o, provvedo ad allegare qui sotto alcune immagini che ho scattato oggi, giusto per esplicitare la mia disapprovazione per come è stata sottovalutata la sicurezza dei cittadini.


Qui sto tornando da Ronchi, frazione di Piombino Dese comunicante con il mio comune.




A questo punto, uno può anche obiettare che si tratta di una strada secondaria, minore, con fossi ampi e larghi da entrambi i lati...
E vabbè, dico io, vediamo allora come è presa la Castellana, ovvero la SR245 che attraversa il centro e collega Castelfranco a Mestre...


Mi sembra ghiaccio...magari procedendo piano piano si corre anche, però caspita!
Basta arrivarci però, visto che non tutte le vie minori sono state degnate di pulizia... via Crosariole ad esempio.


Per finire, se anche uno decidesse di evitare di prender l'auto per via delle condizioni non sicure delle strade, c'è sempre la pista pedonale-ciclabile, guardate:


Concludendo, posso capire che ci possano essere delle difficoltà nella gestione di situazioni anomale come la neve, però - mi raccomando - che non si finisca per mettere in secondo piano la sicurezza dei cittadini.
Oltre a ciò, mi domando se, quando quella volta il Presidente promise di sopprimere l'ICI e tutti erano lì ad applaudire, qualcuno abbia anche solo per un attimo pensato: "Ehi! Ma se riduciamo i soldi che vanno al comune, non è che poi ci troviamo ad avere qualche disservizio?"
Cioè, anche criticità come quella qui sopra descritta sono figlie di una politica che non sempre risulta consapevole delle dinamiche "reali" del Paese.
Oppure specchio di una crisi per la quale si sta facendo ancora troppo poco.
Altro che censurare il web o leggi per il processo breve o per tutelare l'evasione fiscale!


sabato 29 agosto 2009

..:: Vacanze in Croazia : Crikvenika ::..

Immebek!!!
Ebbene sì, purtroppo son tornato da Crikvenika. Purtroppo per voi e purtroppo per me: si stava così bene lì. Sole, mare, relax...stavo bene assai e assai. Mi son divertito, riposato, cullato al sole, rosolato ben benino, il tutto in compagnia della mia Silvia e di due fidi amici, Ale e Anna.
Giusto come appunto per il futuro, mi permetto di consigliarvela come meta ^_^

Tra l'altro, raggiungerla non è complicato dal Veneto, o comunque dall'Italia in generale: basta percorrere l'A4 verso Trieste poi, al termine dell'autostrada, proseguire per Basovizza-Rijeka, quindi direzione Otok Krk fino a che non si individuano indicazioni per Crikvenika.

Oltretutto, seguendo questo itinerario ci si evita di pagare la vignetta Slovena e si ha la possibilità di viaggiare un po' nel verdeggiante entroterra sloveno: strade semplici e modeste, paesini piccoli e sperduti, paesaggi naturali e selvaggi.
Tra l'altro, a differenza delle nostre cittadine, quasi nessuno dei paesetti presentava chiese o luoghi di culto bene in vista...in compenso c'erano molti "grill" e maialini a cuocere lentamente...succulenti...sbav sbav...
Ad ogni modo, attraversata la Slovenia, superato il confine croato impennando con l'auto e gridando "morte alla regina di Croazia! Yah!" di fronte ad un gruppo di militari ben motivati ed equipaggiati, abbiamo poi raggiunto la nostra magione: casa Miroslava. Attenzione: alcuni degli eventi sopradescritti potrebbe non essere mai accaduto.

L'appartamento si è rivelato più che consono e adeguato ad ospitarci. Semplice ma spazioso a sufficienza, con un parcheggio limitato ed un'ampia terrazza, ma soprattutto comod

o e vicino all'agenzia, alla spiaggia e al centro (a patto di sapere come raggiungerlo...). Sotto questo punto di vista devo dire che, ecco, la "Adriahome" non si è dimostrata proprio prodiga nel consigliarci ed informarci. Incalzando e chiedendo però le ragazze dell'agenzia ci hanno fornito indicazioni e depliant. In lingue sconosciute ma pur sempre depliant.

Crikvenika comunque è un po' la classica cittadina marittima, simile alle nostrane. Presenta sia una spiaggia di sabbia (a 12 kn al giorno, se si entra tra le 8 e le 17, ingresso libero altrimenti) sia spiagge sassose e rocciose, più piccole ma non meno belle. Anzi, l'acqua lì è ancora più trasparente e limpida: altro che quelle delle nostre spiagge a 12mila bandiere blu!!!

E ancor più chiara e trasparente, cristallina e bellissima, è l'acqua delle spiagge di Krk: siamo stati a Baska per poco tempo ma ne è valsa la pena davvero. Forse un po' scomoda da percorrere, sopprattutto di notte (ah, l'illuminazione!!!), ma l'isola di Krk merita di essere visitata. Anche lì si paga per ogni cosa, ingresso (30kn) e parcheggio, ma si ha la possibilità di sostare in una piccola perla nell'Adriatico. Un po' come Rab e le altre isolette che poi, da lì, abbiamo visitato grazie all'escursione con la "Angelina", una barca, una compagnia, non ho capito bene. Il tipo che ci ha convinto ad accettare il viaggio invece l'ho capito: un birbo sagace e scaltro ^_^ In senso buono ovviamente, anzi, lo saluto e lo ringrazio perchè il viaggio è stato davvero splendido ed emozionante: ho addirittura visto (e filmato!) i delfini!!! Filmato che poi lui stesso si è copiato sull'hard disk del pc e, beh, credo stia venendo sfruttato per irretire altri turisti...


Altra meta che poi vi consiglio, e poi termino, è Plitvice: da Crikvenika la si raggiunge in circa 1 ora e mezza, secondo l'agenzia, 2 ore e passa, secondo me. Plitvice è un'oasi, un parco naturale composto da camminamenti, boschi, fiori e laghi, torrenti, cascatelle. L'acqua che si può ammirare ha una colorazione turchese, pura e talmente limpida da far quasi rabbrividire. Una tappa che ciascun amante della natura non può mancare. E che, agli italiani (o forse solo a me...), farà sorgere qualche dubbio: ho pagato il biglietto, 110kn, sono entrato, e nessuno mi ha controllato. Ho preso il trenino e nessuno mi ha controllato; ho camminato per ore, e nessuno mi ha controllato. In alcuni punti, quelli in cui il sentiero seguiva il profilo delle montagne, vicino alla strada, c'è anche la possibilità di scendere senza passare per la biglietteria...e allora...perchè devo pagare??? Per il battello? Beh...in effetti quello è stato l'unico momento in cui mi hanno chiesto il biglietto.

Cioè, è emerso soprattutto in occasione della gita a Plitvice il dubbio che in Croazia ci siano un po' di cosucce "da sistemare", o comunque da chiarire. E' un paese ingenuo, che si fida, che forse non considera la possibilità di truffe e opportunismi o di gente che, per sbaglio, senza farlo apposta, possa cadere giù da dirupi o sentieri (Ah, i corrimano! Ah, i guard rail!).

Oppure, seconda ipotesi, reduce da esperienze di regime forse "sa" che non si deve sgarrare.
Mai.


Un'altra cosa che ho notato poi è stata l'età delle persone che ho trovato nei locali, al supermercato, nelle biglietterie: tutti giovani, adolescenti, ventenni, trentenni al massimo. Rari i quarant'enni, ancor di più quelli più vecchi. Come mai? I croati non invecchiano forse? Oppure è una questione di marketing, di facciata? Magari la vera Croazia è più all'interno, nei paesi che non si affacciano sul mare ma che mostrano ancora i segni di una guerra superata, di povertà e desolazione qua e là? Anche questo sarebbe da scoprire...ma dopotutto, ai turisti questo forse non importa, meglio soffermarsi alle località marittime e vivere la propria vacanza tra sole, mare e gnoc...gioventù ^_^
Consigliata!!!