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lunedì 5 agosto 2024

Ogni tanto si ritorna...

Ed eccomi qui, ad approfittare di momento delle ferie, per aggiornare fugacemente le pagine di questo blog che ho praticamente abbandonato a se stesso dall'ottobre dell'anno scorso

Avere un bimbo piccolo cambia la vita, ritmi e impegni sono dettati da priorità diverse e che molto spesso detta lui.  Ma con due piccoli... non avevo idea potesse essere così impegnativa ^_^ 

In termini di impegno non si sommano, ecco, si moltiplicano. Senza contare il fatto che tra asilo e nido di malanni ne son pure circolati parecchi per casa... Ovviamente questi sono gli aspetti sfavorevoli, ma quelli legati alla gioia e ai momenti di crescita - loro e mia -, all'importanza e al valore che la presenza di questi due ometti ha portato nella vita mia e di Silvia non si quantificano ^_^

Comunque, dicevo, il tempo è sempre più risicato e di conseguenza anche quello per vedere film o serie è stato limitato, e le forze, ma soprattutto il tempo per aggiornare il blog e i miei siti, è venuto tragicamente meno.

Tra l'altro ho pure sottovalutato la lettura in cui mi son cimentato, ovvero l'antologia di tutti i racconti e romanzi di Lovecraft, iniziata a fine agosto 2023 e che ancora non ho terminato. Grandissima soddisfazione e soprattutto tanto di cappello a questo straordinario autore, tuttavia speravo di cavarmela più velocemente. Al tempo, quando stava per arrivare Lorenzo, ero alle prese con il ciclo di Conan di Howard ma qui si va molto oltre. Ma ce la farò ^_^

Nel frattempo, seppure abbandonato a se stesso, lascio attivo questo mio blog contando, prima o poi, di riuscire ad aggiornarlo un poco, con qualche commento spiccio su libri, fumetto, serie o film visti.

A ottobre Simone farà 1 anno e, al netto di dinamiche lavorative, e senza scordare l'impegno con l'associazione di kung fu, spero di riuscire a guadagnare qualche oretta ogni tanto per dedicarmi ad aspetti ricreativi. Anche perché di "cose" da vedere ce ne sarebbero pure parecchie ... tra Amazon, Disney+ e Neflix stan facendo a gara per produrre sempre di più. Forse un po' dovrebbero rallentare...


mercoledì 13 gennaio 2021

Allegra!

Titolo:
Allegra!
Autore: Emanuele Martinelli  
Editore: Lettere Animate Editore
Genere: distopico
Pagine: 472


La trama in breve:
È l’anno 2173. In un mondo dove le persone hanno perso l’usanza di uscire di casa e vivono esclusivamente in gigantesche metropoli, il giovane protagonista Brian viene contattato un giorno dalla misteriosa figura di Peider. Le conversazioni tra i due prendono tinte sempre più critiche ed irriverenti rispetto alle abitudini intorno a loro, finché decidono di scappare. Il suo istinto lo porta a Bormio, un piccolo paese nel cuore delle Alpi, abbandonato da circa un secolo. Lì potrà mettere in pratica tutto ciò che ha imparato: davvero la vita non poteva riservargli nulla di più? Una ricerca tra metropoli e montagne, Facebook e Filosofia. (fonte Amazon)

Il mio commento:
Ho acquistato questo ebook dopo averlo visto esposto all'interno de Il Cantuccio, bar bistrot di Bormio in cui abbiamo cenato quest'estate, nel corso dei giorni di ferie trascorsi lì. Tra la cordialità dell'oste che ci ha tenuto compagnia parlandoci dei piatti e del territorio e il fatto che l'avesse scritto suo figlio, ho provato a dargli fiducia e, a distanza di qualche tempo, come promesso, eccomi qui per lasciare un commento.
Partirei con il dire che si tratta di un libro impegnativo, non banale, non tanto per la lunghezza ma per i contenuti e le numerose dissertazioni che vengono proposte in merito ad argomenti quali filosofia, politica, identità di popolo, storia, rapporto con i media. Il contesto in cui si svolgono le vicende ricorda il nostro presente, ancor di più considerando l'annata trascorsa in lock-down, in cui i contatti umani sono inesistenti e ognuno è chiuso in una stanza, da solo, con solamente il web per interagire con gli altri.
Analogamente a come avviene in Matrix, anche qui c'è una sorta di Morpheus, Peider nel nostro caso, che riesce ad affrancarsi dal sistema e ad innescare il risveglio degli individui, dando via a una rivoluzione. Le vicende coinvolge in prima battuta un ragazzo di nome Brian, di cui seguiamo le vicende e i dialoghi con una narrazione in prima persona, proprio per accentuare il fatto che questo "risveglio" non è affare solo di un personaggio di un libro ma si tratta di qualcosa che dovrebbe riguardare ciascuno di noi. Di contro, però, le lunghe dissertazioni che si scambiano Peider e Brian non sono sempre così facili da leggere, anzi, diventano occasione per piccoli saggi sugli argomenti di volta in volta affrontati, appesantendo la lettura e, potenzialmente, scoraggiando il lettore.
Ad un certo punto però le dinamiche cambiano e, con la fuga di Brian dalla città verso le montagne, per insediarsi poi presso i resti della città di Bormio, il ritmo cambia e la lettura si fa più fruibile anche se non mancano lunghi dialoghi e occasioni di riscoperta di storia e identità popolare. Già perché la resistenza accoglierà persone appartenenti a diverse zone unite dal comune intento di dare nuova luce alle singole "identità" legate ai territori, quei territori che nei secoli son poi stati in qualche modo unificati e amalgamati finendo con perdere sia il legame col territorio che con le proprie radici. E' un tema che l'autore sente molto forte e su cui insiste, richiamando anche episodi della storia di Bormio oltre a riflettere e argomentare sulle conseguenze dell'Unità d'Italia e di aggregazioni similari. Che, nel contesto del libro, sono il punto di partenza per la costituzione della società distopica in cui è ambientato, dove ogni autenticità e differenziazione culturale è venuta meno e c'è praticamente un unico popolo a livello mondiale e un'unica lingua, l'americano. Ora come ora non saprei dire se, nel riscrivere questo libro tra qualche anno, verrebbe ancora scelto l'americano o il cinese, visto il potenziale sorpasso economico da parte della Cina nei prossimi anni...
In merito alla lingua usata, l'autore ha indubbiamente svolto un grosso lavoro nell'inserire sia dialoghi in inglese ma, progressivamente, anche numerosi scambi nei dialetti e nelle lingue parlate localmente nelle singole zone, per cui romancio (1), siculo, veneziano...uno sforzo encomiabile che impreziosisce il testo ma che rende più ostica la lettura nel dover scorrere alla ricerca delle traduzioni poste alla fine del libro. Avendolo letto in formato ebook, sinceramente l'azione si è rivelata semplice, ovvero sfruttando la navigazione permessa dai link ipertestuali, non so bene come sarebbe stata l'esperienza con un libro cartaceo.

venerdì 15 maggio 2020

Black Mirror (Quinta Stagione)


Titolo: Black Mirror (quinta stagione)
Episodi: 3
Anno: 2019
Genere: fantascienza

La trama in breve:
Come per le precedenti, anche quest'ultima stagione di Black Mirror è costituita da episodi non collegati tra loro e focalizzati sulla deriva tecnologia e i relativi impatti sociali, politici, etici... sulla società.
Gli episodi che compongono la quinta stagione sono solamente 3:
  • Striking Vipers
  • Smithereens
  • Rachel, Jack and Ashley Too


Il mio commento:
Sinceramente, mi aspettavo molto di più. Sono consapevole che non sia facile proporre storie originali o c'entrare sempre le attese degli spettatori ma, rispetto alle precedenti stagioni, questa l'ho trovata molto sotto tono. Probabilmente si salva solo la prima delle tre puntate, Striking Vipers.
Per carità, si tratta comunque di episodi che presentano spunti interessanti su cui si possono innescare varie riflessioni e considerazioni ed è innegabile che a livello di recitazione, regia e fotografia il risultato sia più che buono, però manca quel non so che, quella verve e forza che episodi di altre stagioni hanno saputo proporre per spiazzare o comunque scuotere lo spettatore.
Non so se possa c'entrare il fatto che, tutto sommato, si tratta di episodi poco "fantascientifici" e magari più vicini a dinamiche già presenti nella vita reale. 
Comunque sia, partendo dal terzo episodio, "Rachel, Jack and Ashley Too" si concentra per lo più su dinamiche incentrate sulla figura di Ashley O, popstar / idol che sta attraversando un momento di ribellione ma di cui i fan sono innamorati, tanto che ne è stata fabbricata anche una versione "robot tascabile" perché ognuno possa averla con sé, in casa. La scelta di Miley Cyrus non so se fosse dovuta a una richiesta della stessa attrice o se per evidenti paralleli con la sua carriera, inizialmente sotto la protezione della Disney. Ad ogni modo, al netto di portare in scena il contrasto tra identità di un vip e la sua costruzione a tavolino, condizionata dalla necessità di far prevalere esigenze di marketing e di immagine alla vita reale, troviamo spunti sulla mercificazione delle star, che va ben oltre i limiti della vita - un po' come quando vengono realizzati e proposti video o brani musicali anche dopo la loro dipartita. E ancora qualche spunto sugli show live, mettendo a confronto esperienze più fisiche e personali con esperienze virtuali, con avatar e riproduzioni senza la reale presenza delle star in questione, artifici che la tecnologia ci consente di adottare e che fanno leva su ciò che il pubblico effettivamente vuole o accetta. Spunti interessanti, per carità, attuali anche, però che a mio avviso non vengono trattati in modo particolarmente provocatorio o di impatto...anche se, a dirla tutta, una certa scena poteva portare ad epiloghi ben diversi e, forse, per questo, rivelarsi più incisiva.
Fatto sta, non ho però capito se questa mia insoddisfazione dipende dalla storia proposta o se, invece, perché si tratta di dinamiche con cui già facciamo i conti e a cui siamo abituati, complici gli effetti speciali al cinema o campionature musicali rielaborate, o che magari richiamano anche altre storie (ad esempio Simone, ma solo per la parte di costruzione e virtualizzazione dei "vip")

domenica 10 maggio 2020

Guns Akimbo

Titolo: Guns Akimbo
Anno: 2019
Regia: Jason Lei Howden
Genere: azione, distopico
Cast: Daniel Radcliffe, Samara Weaving, Rhys Darby, Ned Dennehy, Hanako Footman

La trama in breve:
C'è un gioco pericoloso in città, illegale e seguitissimo: si chiama Skizm, e ci si gioca la pelle in diretta online. Miles lo segue come tutti gli altri, ma una sera, sbronzo, fa commenti pesanti sull'inventore del gioco. E il giorno dopo si ritrova con due pistole trapiantate nelle mani, sbalzato nell'arena e costretto a sfidarne il campione assoluto, la cattivissima Nix. (fonte mymovies)

Il mio commento:
Ingredienti per un film fracassone e tamarrissimo:

Condite il tutto con musiche calzanti e in versione rockettara - tipo Dead Or Alive - You Spin Me Round (Like a Record) -, aggiungete effetti speciali e luci colorate a gogo, la giusta dose di demenzialità e tanto sangue e...beh, avrete Guns Akimbo.
Ah, scordavo una bella dose di regia funambolica che non si risparmia movimenti di macchina rocamboleschi e inquadrature spiazzanti: non può mancare.
Diciamo che la sceneggiatura e la trama non sono esattamente il punto forte del film, che però, a mio avviso, risulta pacchiano e godibile ugualmente, considerando l'idea alla base di esso. Ovvero un povero disgraziato che si trova, di punto in bianco, due pistole inchiodate alle mani, con tutti i problemi che ne possono derivare, costretto a una sfida impari nel disperato tentativo di sopravvivere in un gioco mortale trasmesso in diretta streaming. 
Con sopravvivere s'intende anche a se stessi e a movimenti quotidiani: in fondo avere due pistole strette in ciascuna mano - quell'akimbo del titolo arriva proprio da questo - rende ostica l'esecuzione anche delle faccende più banali dal rispondere al telefono al cibarsi, dall'uscire di casa all'andare in bagno...e non parliamo di vestirsi, tant'è che il povero Daniel Radcliffe di vede costretto alla fuga in mutante, accappatoio e pucciosissime babbucce feline. Addio ad ogni dignità e senso del pudore, soprattutto se l'unica su cui si può contare e la tua ex di cui sei ancora segretamente invaghito. 
Sulle sue orme la nipote dell'agente Smith di Matrix, una pazza senza scrupoli che non esita a sparare, uccidere e distruggere. Sinceramente Samara Weaving non mi era nota, ma devo dire che se la cava egregiamente, seppure il suo personaggio non sia poi così approfondito ma solo una caricatura.

Nyx, agguerritissima campionessa in carica di Skizm...

...e Miles, il nuovo (inconsapevole) sfidante

La storia si sviluppa, ovviamente, senza che ci sia un particolare senso in ciò, o un messaggio particolare da veicolare al pubblico. Si potrebbe riflettere sul valore del cyber-bullismo, sulla deriva dell'uso di mezzi di reality e media, sull'assenza di morale e valori della società, su come vengono percepiti e creati i vip (lo sono anche gli stessi disperati-assassini prigionieri di Skizm) (un po' come faceva riflettere, a suo tempo, Samuele Bersani). 
Lo spettatore potrebbe anche indugiare su pensieri relativi all'effettiva gerarchia del potere, ovvero giustizia vs media, o sull'assuefazione (e conseguente indifferenza) a soprusi e violenza. 
O anche chiedersi se una realtà come quella proposta dal film, in cui il valore della vita viene annichilito e tutto diventa lecito, con orde di fans e spettatori che godono della morte e della sofferenza altrui, possa concretizzarsi o meno.

martedì 31 dicembre 2019

Black Mirror (Quarta Stagione)


Titolo: Black Mirror (quarta stagione)
Episodi: 6
Anno: 2017
Genere: fantascienza

La trama in breve:
Anche in questa stagione, Black Mirror propone alcuni episodi slegati l'uno dall'altro ma incentrati sulla tecnologia e sugli impatti sociali, politici, etici, insomma sugli effetti collaterali ed esasperazioni connesse ad essa.
Gli episodi della quarta stagione sono 6:
  • USS Callister
  • Arkangel
  • Crocodile
  • Hang the DJ
  • Metalhead
  • Black Museum

Il mio commento:
In realtà ho concluso la visione di questa quarta stagione qualche settimana fa ma tra una cosa e l'altra ho tergiversato. In fondo, avrei potuto dedicare questo post anche ad altri argomenti o ad altri film o serie tv (ad esempio La casa di Carta) ma ho pensato che tutto sommato qualche parola su Black Mirror valga la pena spenderle. Come già accennato in altri post, si tratta di una serie molto intelligente, che fa riflettere o comunque che cerca di scuotere un po' la coscienza dello spettatore su dinamiche tecnologiche e mediatiche già in corso.
Rispetto alle precedenti questa quarta stagione l'ho trovata meno memorabile e meno originale, anche se è andata migliorando verso la fine.
Il primo episodio strizza l'occhio ai fan di Star Trek e agli appassionati (maniaci?) di videogame e a come possano trovare nella realtà virtuale un surrogato della vita vera, una realizzazione che altrimenti non vivrebbero. Certo, il tutto raccontato in modo fantascientifico, con tanto di clonazione "virtuale" delle persone, fenomeno cui pian piano ci stiamo abituando se pensiamo ai vari avatar o comunque alle presenze ricostruite al pc all'interno di film. Tuttavia, considerando storie come quelle narrate in Matrix o Tron o quelle di altre produzioni in cui reale e virtuale si mescolano, USS Callister non introduce chissà quali riflessioni se non esasperazioni di quelle che possono essere dinamiche legate alla clonazione e alla virtualizzazione.
Anche la storia vista in Arkangel non mi si è impressa più di tanto, giocata attorno al controllo remoto e al limite della privacy, in questo caso nella gestione familiare. Dinamiche attuali, dettate dall'esigenza di tutelare e proteggere, o comunque dalla paura di perdere un proprio consanguineo, comprensibili e giustificabili per carità, ma che tutto sommato già erano state esplorate, più o meno direttamente, anche in altri episodi della serie. Qui si va un po' oltre, in quanto la volontà di protezione e controllo sulla propria figlia, spinge una madre a condizionarla, a privarla di esperienze, a manipolarne le percezioni del mondo circostante di fato togliendole la possibilità di crescere appieno. 
Tematica del controllo e dell'accesso a memoria e i ricordi dell'individuo che torna pure in Crocodile, dove le esperienze personali sono estraibili ed esaminabili, un po' come accade con le scatole nere degli aerei. Dinamica utile per accertamenti vari ed eventuali ma che getta profonde riflessioni su quelli che sono i limiti della privacy. Interessante comunque, in questo episodio, il contrasto che si crea tra interiorità ed esteriorità dell'individuo, nonché il gioco tra gli ampi spazi di location e paesaggi di contro alla sensazione di essere braccati e, inevitabilmente, senza scampo, come sperimenta la protagonista.


domenica 24 aprile 2016

L'eredità di Expo 2015 (Nutrire il pianeta, energia per la vita)


Tra pochi giorni, un anno fa, si apriva l'Expo, l'Esposizione Universale tenutasi a Milano da maggio a ottobre 2015 che tanto ha fatto discutere e su cui tanto l'Italia ha puntato per cercare di rilanciare consumi e flussi turistici. 

Sull'esito della fiera, dal punto di vista economico e di presenze, pare che non sia andata proprio male anche se non è stato esattamente il risultato sperato, con un impatto sul PIL e con un indotto inferiore alle aspettative. Considerando che a momenti manco si riusciva a realizzarlo e si rischiava una figuraccia globale (per ricordare l'efficienza italiana pensiamo alla Salerno Reggio Calabria o alle piscine per Roma 2009 finite nel 2012...), direi che tutto sommato ci è andata bene e, almeno internamente, ci siamo venduti bene questa esperienza. Anche perchè, per lo più, credo che i visitatori siano stati per lo più italiani. 
Ma l'Expo si prefigurava anche come l'occasione per trattare e, magari, risolvere tematiche importanti. In fondo, lo slogan era appunto "nutrire il pianeta, energia per la vita".
C'è da chiedersi quindi, a distanza di un anno, quale sia stata la vera eredità di questa fiera.
Ad esempio, importanti decisioni in materia di utilizzo di conservanti e additivi nei cibi?
Riflessioni sulle modalità con cui vengono allevati gli animali? Magari in relazione alle loro condizioni di vita e trasporto o alla loro alimentazione o ai medicinali impiegati per favorirne la crescita?
Magari si è parlato dell'inquinamento collegato al cibo, della deforestazione, della contaminazione dei campi?
Oppure della sostenibilità dell'allevamento intensivo in termini di consumi di acqua e risorse?
Che dire del recupero e della diffusione di verdure autoctone o più genuine, con maggior contenuto in vitamine?
Ma mi viene in mente anche qualche discorso sull'uso degli zuccheri nell'alimentazione, sull'introduzione di nuove pietanze a base di insetti, sugli sprechi e la disparità nell'accesso al cibo...
Tante tematiche, tanti aspetti che mi auguro siano stati affrontati e sviscerati (una certezza se consideriamo che tra i principali sponsor dell'evento c'erano CocaCola e McDonald...) ma, fondamentalmente, non li sento come eredità dell'Expo. Al più, ci resta l'Albero della vita e un territorio da risistemare...
Poi, finalmente, ieri, grazie alla tv, ho avuto la risposta ai miei quesiti. 
IL risultato finale, IL prodotto finale, LA più grande eredità che l'esposizione universale dell'anno scorso ci ha lasciato esiste!
E non sono vuote parole, vani propositi, bensì qualcosa di concreto!
Sì.... una merendina °_°



Non posso che rabbrividire, scosso dalla potenza di tale notizia.
E non posso fare a meno di pensare che questo sia solo l'inizio e che, probabilmente, tale processo di ulteriore intortamento delle folle era già in atto con la CocaCola con l'etichetta verde.
Difficile confidare che, in un prossimo futuro, un po' di sana educazione all'alimentazione venga inculcata alle folle. E pensare che qualche anno fa, in Cina, nei televisorini montati sugli scassatissimi taxi di Qingdao andavano in onda spot sull'alimentazione e sulle buone abitudini, tipo fare movimento, evitare il fritto, mangiare tanta frutta e verdura...sono proprio degli incivili in quella parte di mondo...

sabato 21 novembre 2015

Parlando a vanvera di terrorismo

Circa un mese fa ero a Parigi, per una mini ma piacevole vacanza con Silvia e un paio di amici e, sentendo e leggendo di quanto accaduto venerdì scorso, diciamo che qualche pensiero cupo mi è passato per la testa ronzando nel vuoto pneumatico che orgogliosamente mi vento di conservare. 
Ma probabilmente è una dinamica emotiva innescata dal modo in cui vengono comunicati e fatti percepire certi eventi. 
Non che gli attentati accaduti a Parigi siano poco gravi o poco deprecabili, anzi: personalmente aborro la violenza, il terrorismo e queste forme di comportamento che ricadono esclusivamente su innocenti. 
Però fermandosi un poco e riflettendo, forse, si riesce a dare un peso e un'interpretazione più razionale a quanto stiamo vivendo in questi giorni, meno emotiva e condizionata. 
Anche perché, detto tra noi, più che i morti in sé, più che l'insicurezza che la consapevolezza di essere vulnerabili qui in Europa - a casa nostra! -, più che l'estremismo islamico in sé, mi fa paura e mi destabilizza il pensiero di vederci ancora e costantemente alle prese con pensieri medievali, alla mercè di chi inneggia a soluzioni semplici per problematiche e contesti complessi - e che magari ne approfittano per un po' di propaganda elettorale.
In fondo, è dall'XI secolo che vi è una contrapposizione forte tra mondo occidentale e medio oriente: è da allora che si combattono crociate e che si usano espressioni come "infedeli, guerra santa" per giustificare atti barbarici tra popoli. 
E nei secoli pare che ancora non ci si sia stancati ma che anzi si insista nel volere creare tensioni e distanze. Fa comodo, evidentemente. 
Questo, ovviamente, accade da ambo i lati visto che gli estremisti islamici dell'ISIS e, prima ancora, i membri di al-Qaida non sono certamente dei santi e non li giustifico affatto.
Però, al contempo, non mi va di essere troppo ipocrita né di crogiolarmi all'ombra di titoloni inquietanti come "Bastardi islamici" di Belpietro o dei commenti di certe notizie da parte di chi cede solo al razzismo e all'odio.
Voglio dire, la situazione è complessa e molto articolata, è il frutto di processi storico-culturali che proseguono da molto tempo e che l'Occidente stesso ha voluto e creato. E' risaputo, ad esempio, che al-Qaida è nata grazie all'interesse statunitense durante la guerra fredda, così come è nota l'ingerenza da parte delle potenze economiche occidentali sui territori del Medio Oriente, e non per nobili fini.
Solo qualche anno fa sembrava che il male assoluto fosse rappresentato da Ahmadinejad, poi la moda è cambiata, c'è stata la primavera araba, l'Egitto, la guerra in Libia...insomma, il leitmotiv sembra essere "tensione".

giovedì 24 settembre 2015

Metricamente corto

Questa volta ne approfitto per segnalare un concorso che si svolge a Trebaseleghe (PD) dedicato al mondo dei cortometraggi, ossia Metricamente corto.
Un festival giunto ormai alla quarta edizione che si terrà dal 26 settembre al 4 ottobre presso l'auditorium comunale di Trebaseleghe.
Ora, personalmente non sono coinvolto in questa iniziativa e probabilmente la conosco meno di quel che dovrei ma trovo che si tratti di un'iniziativa a dir poco interessante. 
Anche perché, soprattutto nel corso della mia storica collaborazione con Terre di Confine, qualche contatto con il mondo del cortometraggio l'ho avuto, più di uno a dire il vero. E questo mi ha permesso di scoprire un mondo piuttosto vivace e ricco di sorprese che trova soprattutto in internet il suo habitat ideale per crescere e svilupparsi. Tra autori che realizzano filmati in modo amatoriale e altri che invece lavorano in modo professionale, tra progetti che si finanziano grazie al crowdfunding e altri dedicati alla sensibilizzazione su specifiche tematiche, per non parlare degli omaggi dei fan a produzioni di rilievo, di filmati ce ne sono davvero parecchi e, spesso, di pregevole livello tecnico o con trame degne di nota pur nei limiti dei tempi narrativi piuttosto concisi. 
Purtroppo non sempre si tratta di opere che ottengono l'attenzione o la visibilità che meritano...sebbene magari abbiano le potenzialità per diventare qualcosa di più che semplici spettacoli di pochi minuti. Esattamente come è accaduto a progetti come CashBack o Kung Fury...per non parlare di chi, come Marcello Macchia, alias Maccio Capatonda, ci ha imbastito pure una carriera :-)
Per cui, nell'attesa che magari di tanto in tanto anche la televisione o i cinema, tra un trailer e l'altro o, meglio ancora, al posto della reclam, riescano a trovare il modo di mandare in onda qualche corto, beh vediamo di dare un minimo di visibilità a iniziative come Metricamente corto :-)


Per maggiori informazioni sul concorso, si visiti il sito ufficiale del progetto (seppure migliorabile, imho :-) ).

 

sabato 20 giugno 2015

Anchorman 2: The Legend Continues

Titolo: Anchorman 2: Fotti la notizia
Titolo originale: Anchorman 2: The Legend Continues
Anno: 2013
Regia: Adam McKay
Genere: commedia demenziale
Cast: Will Ferrell, Paul Rudd, Steve Carell, David Koechner, Christina Applegate, Meagan Good,
Dylan Baker, James Marsden, Kristen Wiig, Greg Kinnear

La trama in breve: 
Anni dopo gli eventi del primo film, Ron Burgundy e Veronica Corningstone sono co-conduttori di un news network di New York e hanno avuto un bambino, Walter. Quando Ron viene licenziato da un suo superiore e Veronica decide di continuare la sua carriera senza di lui i due divorziano e Ron cade in depressione, fino a quando viene convinto ad accettare un lavoro per la Global News Network, fondata da un milionario australiano, e convince i componenti del vecchio team (impegnati in altre attività) a venire con lui. Inizialmente l'eccentrico team di Ron non viene preso sul serio dagli altri giornalisti ma, presentando notizie assurde che affascinano il pubblico americano, il team riesce ad ottenere degli indici d'ascolto inaspettatamente alti e un grosso successo, che porta Ron a diventare sempre più vanesio e arrogante.  (fonte wikipedia)

Il mio commento:
Anni fa vi raccontai di quella piccola perla cinematografica che è Anchorman - La leggenda di Ron Burgundi (leggi qui per approfondire).
Ora, a distanza di qualche annetto, torno a parlarvi dello strampalato personaggio partorito dalla mente di Will Ferrell nuovamente alla ribalta nel mondo del telegiornalismo :-)
In primis, non posso non esprimere il mio disappunto per la traduzione del titolo proposta qui in Italia: c'è gente con seri problemi in giro, secondo me, problemi gravi ma che per il bene della società viene costretta in stanze buie e partorire storpiature e idiozie da usare come titoli per i film. 
Va meglio quando se ne occupa lo staff tradizionale, composto da koala e  lamantini, ma evidentemente per Anchorman 2 non erano disponibili.
Contrapposto al patetico titolo con il quale il film è stato marchiato vi è invece da sottolineare il gran numero di attori di un certo livello che ha partecipato al progetto comparendo in piccoli ma significativi camei, in particolar modo per la battaglia tra reporter dei notiziari: Harrison Ford, Liam Neeson, Jim Carrey, Will Smith, John C. Reilly, Kirsten Dunst, Marion Cotillard, Sacha Baron Cohen, Kanye West... tutta gente che secondo me si è divertita un mondo vestendo i panni di personaggi sui generis e prendendo parte a un progetto che non può passare inosservato.
Perché in fondo, tutto il film gioca con l'ambito demenziale, concentrandosi su un team di vanesi ignoranti incompetenti ... che però conducono notiziari!!!
Ma l'effetto disturbante che i protagonisti possono scatenare nel pubblico, in particolare Brick Tamland, un autentico squilibrato, è solo un riflesso della demenzialità di quello che oggi giorno è divenuto il mondo dei notiziari. 

domenica 1 febbraio 2015

Pensiamoci su

In questi giorni stavo pensando a come, nella consueta divulgazione di notizie da parte dei media tradizionali non siano poi tanto scontati rimandi a eventi del passato o considerazioni, circa il medesimo fatto esaminandolo da angolazioni diverse. Niente di nuovo sotto il sole, lo so, ma mi andava di condividere alcune considerazioni.
Pensiamo al 27 gennaio appena trascorso, il giorno della memoria in cui si commemorano le vittime dell'Olocausto. Pensiamo a quella frase di Pietro Grasso detta ad Auschwitz, alla presenza dei vertici istituzionali di oltre 40 paesi: "la memoria da sola non basta, deve essere come un spillo nel cervello che ti costringe ad essere coerente e concreto" (vedi link). 
Frase importante, forte, che Grasso ha espresso in vece di presidente supplente della Repubblica Italiana, essendo lui Presidente del Senato. Pensate ora per un momento a cosa sarebbe accaduto se avesse avuto l'influenza o qualche problema che gli impedisse di presenziare e che al posto suo ci fosse stato invece il vice-presidente del Senato: provate solo a immaginare cosa avrebbe potuto dire LUI (vedi foto a lato) in una circostanza del genere. Che ci crediate o no, Maurizio Gasparri è il Vice Presidente del Senato Italiano.
Oppure pensiamo a tutta la vicenda di Charlie Hebdo, all'attentato, alla mobilitazione per difendere la libertà di espressione e condannare la violenza e il terrorismo. Il tutto, speculandoci sopra. Al di là che non entro in merito alla produzione della rivista in questione, che sinceramente non conoscevo ma che risulta quanto mai discutibile, mi son meravigliato della rapida presa di posizione di media e personalità politiche. Forse prima valeva la pena approfondire la questione, giusto per inquadrarla al di là del mero bilancio di vite umane. 
Ma ancor di più mi ha dato da pensare la prontezza con cui tutti siano stati rapidi e pronti a schierarsi in favore della libertà di espressione e di satira.
Poi ho ripensato all'editto Bulgaro emesso dall'Altissimo con il quale si sanciva la NON libertà di espressione attraverso la televisione di personalità quali Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi. Personaggi a cui si affiancavano poi Beppe Grillo (che già da tempo era stato estromesso dal sistema comunicativo italiano) e altri comici-pensatori della scena italiana. Solo che, a memoria, non ho ricordi di una medesima reazione da parte del grande popolo italico. Nemmeno le proiezioni di film-docimentari come Viva Zapatero di Sabina Guzzanti o Videocracy di Erik Gandini  avevano poi tanto scatenato mobilitazioni simili a quelle verificatesi con Charlie Hebdo. Forse si sarebbe arrivati a tanto se Ricci avesse effettivamente tolto le veline da Striscia la Notizia ...

domenica 3 agosto 2014

TG italiani: quante emozioni!

Diciamo che tendenzialmente non ho l'occasione di starmene ore e ore ad oziare di fronte a quella scatola sorda che, in fondo in fondo, è la televisione. 
Però, di tanto in tanto, mi capita di guardare quello che trasmettono le varie emittenti.
Tra le reti "minori" si trovano anche film e programmi interessanti, ad esempio su Rai 4, DMax, Focus, Cielo... 
Le reti principali le bazzico poco, ma ogni tanto cado in tentazione. E mi accorgo in breve tempo che il monito a "non guardare la tv" è fondamentalmente sbagliato in quanto la comunicazione che ci arriva da questo fantastico aggeggio può essere fonte di notevoli sorprese, emozioni e riflessioni.
In particolar modo con le puntate delle serie tv più comunemente note come "telegiornali": sono queste che molte volte mi fan tornare in mente i "2 minuti d'odio" dell'orwelliano 1984, in cui si catalizzava la negatività della popolazione verso un nemico comune. Malgrado questo sfogo, la gente comunque rimaneva schiava del regime e concentrata su uno spaventapasseri, inconsapevole del fatto che avrebbe potuto incanalare quella medesima furente energia verso un reale contributo al cambiamento. Anzi, la massa manco si rendeva conto della verità a loro donata...
Comunque, dicevo, la televisione è fonte di emozioni e di arricchimento personale. Solo che non sempre ce ne avvediamo così come non sempre ci rendiamo conto di quante molteplici implicazioni si nascondano dietro qualche immagine o frase proposta. 
E la summa di questo concetto è rappresentata, appunto, dai telegiornali, di cui Studio Aperto è il miglior esempio disponibile sulla piazza.  
Io però recentemente ho visto qualche puntata del Tg1, un po' ci assomiglia anche se i protagonisti della serie e gli sceneggiatori sono leggermente diversi. 
Confesso comunque che le emozioni suscitate son state varie ed eterogenee, spesso orientate all'indignazione e alla sana ira funesta per la costante riprova di quanto il Paese Italia sia assurdo e ridicolo. Sembra che non ci sia memoria del passato, non tanto di quello remoto e antico, ma anche di quello recente. Tutto sembra accadere dall'oggi al domani: 
"T'oh parlano dello scandalo Mose...eh eh, adesso gli fanno il cuculo così a Galan...e i giornalisti sono a caccia di questo o quell'altro testimone...ben gli sta a questi politici del menga..."

sabato 30 novembre 2013

Dancin' In The Ruins

Immagine presa da ilpeggio.com
Prendo a prestito il titolo di una canzone dei Blue Oyster Cult per introdurre questo post. L'argomento, manco a dirlo visto che da "un po' di tempo" si parla solo di questo, è lui, il Silvione nazionale che dopo anni e anni di battaglie decade dal proprio ruolo di senatore.
E quindi via di festeggiamenti, di dibattiti, gente che piange, gente che si dispera, altri che inneggiano ebbri e via dicendo. Lui, tanto, si consola ad Arcore organizzando qualche altra cena galante e mandando in onda a oltranza spot di sinistro significato come quello "così, giusto per ricordarlo" della Mediaset. Male che vada, potrà sempre trovare asilo presso quel simpaticone di Putin...
Personalmente trovo tutto ciò piuttosto vergognoso e tristerrimo, non la pubblicità o la visita di Putin (prima a S.B., poi alle istituzioni...???), tutto questo sprecare tempo e risorse dietro a una simile questione: in un Paese democratico e giusto, una situazione come quella sperimentata dal povero Silvio non si sarebbe certo protratta per tanti mesi/anni. Stop e interdizione dai pubblici uffici da subito, processo e accertamenti e poi, se è tutto a posto, procedi pure con l'attività politica altrimenti dritto in gabbio
E questo non perché si tratta di S. B. - giusto per chiarire, quella volta, anche se sono persuaso che sia stata tutta una grande trovata mediatica e di un escamotage per sottrarsi all'appuntamento in aula, io tifavo per Tartaglia - ma perché la politica è una questione seria, che ha ripercussioni sul presente del vivere e, udite udite, sul nostro futuro.
Per cui, penso, perché stiamo a perdere ancora tempo prezioso sulle questioni personali di Berlusconi? Pensiamo piuttosto a fare in modo che cose del genere non accadano più, che d'ora in avanti la serietà sia massima e totale laddove c'è gente che si prende la responsabilità di gestire (seriamente) la cosa pubblica in nome del popolo sovrano. 
A suo tempo, nei servizi tg nostrani,
la foto era tagliata. Non ricordo se
i giornalisti avessero scordato di
inquadrare Obama o lo striscione
Invece è tutto si riduce a un carnevale inutile e di dubbio gusto. Ci scanniamo pure sopra ad una simile questione, dibattendo, urlando, scalciando, sputando, esultando mentre, attorno, l'Italia è a pezzi, distrutta sotto molti aspetti. E noi danziamo sulle rovine di noi stessi, di un sistema che va ogni giorno sfaldandosi sotto svariati punti di vista: l'industria, l'artigianato, la moda, il cinema, l'arte, la scienza.... non da ultima la nostra cultura. 
E se quantificare la ricostruzione economica di un Paese magari è pure fattibile, conteggiare gli anni che ci serviranno per disintossicarsi e giungere a una piena e matura consapevolezza di ciò che vogliamo che sia la nostra Nazione credo non sia altrettanto immediato. Anche perché, per prima cosa, bisogna rendersi conto che questo è ciò di cui abbisogniamo e, in secondo luogo, dobbiamo volerlo conquistare.

giovedì 28 febbraio 2013

..:: Primavera italiana? ::..

Visto l'esito delle recenti elezioni, come era prevedibile, si è innescato un interessante gioco di voci e commenti da parte dei cittadini, dei giornalisti e delle varie cariche politiche presenti, italiane ed estere. 
Soprattutto, l'argomento al centro dei vari dibattiti è l'ingovernabilità a cui si va incontro, alle coalizioni che si formeranno, senza dimenticare la caccia ai colpevoli, per capire a chi imputare la responsabilità dell'esito ottenuto con le elezioni. 
Per capirci qualcosa, forse, visto che ogni tanto mi trovo a notare dinamiche sospette (vedasi la Lega, che ha il controllo delle regioni del Nord ma che, globalmente, raggiunge circa il 4%....)
Dito puntato verso persone, movimenti ed elettori. Qualcuno c'è o deve esserci, insomma, che rischia di portarci a situazioni fortemente critiche e ingestibili. 
Non come ai bei vecchi tempi quando i precedenti governi dimostravano di avere a cuore le priorità del Paese e di dedicarsi alla cosa pubblica con serietà, competenza e onestà...anche se non mi pare sia propriamente accaduta negli ultimi anni ma ugualmente in molti hanno deciso di concedere fiducia alle stesse facce. Anzi, mi pare ci sia anche qualcuno di "perseguitato dalla legge" che, malgrado presunti crimini, raccoglie fin troppi consensi...
Ad ogni modo, da parte mia, più che disquisire amabilmente di quel che accadrà (e non essendo io un veggente ho un po' di difficoltà nel valutarlo...), c'è invece la volontà di riflettere su certe dinamiche comunicative e mediatiche che, strano a dirsi, non sono state additate come "responsabili" del risultato ottenuto.
Partiamo dalla scelta popolare compiuta dal Movimento 5 Stelle che ha attraversato l'Italia con lo tsunami tour fermandosi nelle piazze, dove chiunque (sostenitore o meno) poteva fermarsi gratuitamente ad ascoltare. Diversamente, i partiti tradizionali hanno preferito investire maggiormente su conferenze ed eventi legati solamente al proprio elettorato.
A suo tempo, Prodi lo ritraevano
in pose come questa...capirai che
fiducia che ispira...
C'è poi da ponderare sul ruolo dei giornalisti e dei media televisivi in generale che hanno continuato a comportarsi in modo "sciocco", come spesso fanno, non ponendosi criticamente nei confronti dei candidati politici, di qualunque appartenenza politica, ma cercando lo show mediatico, gestendone l'appeal, l'esteriorità, facendo emergere solo "schifezze" quali insulti e contrasti mentre sullo sfondo venivano a sfocarsi altre questioni (su tutte, come è andata a finire con Monte dei Paschi di Siena?) 
Ecco allora che Berlusconi viene sempre inquadrato e proposto in un certo modo, possibilmente sorridente, Bersani e Monti idem, ma più composti e riflessivi, sempre a tenere comizi dinnanzi a gente che applaude e sventola bandieroni, Ingroia e Giannino (un uomo che ha, assieme a Lapo Elkann, ha contribuito alla ridefinizione di figura di m...) invece più umili e nel mezzo di qualche intervista o conferenza di dimensioni contenute, e Grillo che urla. Immagini, diapositive, ripetute con insistenza che finiscono con imprimersi più delle idee proposte.
Giornalisti sempre a caccia del leader, del tizio cui le masse devono fidelizzarsi e seguire come fosse un beniamino della musica o dello sport.
Poca enfasi sulle idee, sui programmi, sul passato di tutta questa gente che, ovviamente, non è sbucata fuori dal nulla. Ma l'impressione avuta, per certi versi, era questa, dello stupore dinnanzi alla novità... 
A parer mio, visto anche che esiste la par condicio (ahahah, che cazzata!), qualcuno poteva anche prendersi la briga di tenere un programma divulgativo in cui leggere o schematizzare le idee politiche descritte nei vari programmi elettorali. Ma evidentemente costava troppa fatica e, anzi, poteva risultare contro producente. Vedasi rintracciare il programma del Movimento 5 Stelle, da anni presente in internet e comodamente accessibile da browser, ma che nessun giornalista ha saputo recuperare per nessuna edizione del telegiornale.

domenica 15 aprile 2012

..:: Videodrome ::..

Titolo: Videodrome
Regia: David Cronenberg
Anno: 1983
Genere: horror,sci-fi
Cast: James Woods, Deborah Harry, Sonja Smits, Peter Dvorsky, Leslie Carlson

La trama in breve:
Max Renn (James Woods) è a capo di una piccola stazioncina televisiva specializzata in roba forte e cerca sempre di trovare roba ancora più forte e a poco prezzo per rimpolpare il palinsesto e vincere la graduale assuefazione del pubblico. Uno dei suoi impiegati, Harlan (Peter Dvorsky), riesce ad avere accesso a una stazione televisiva pirata chiamata Videodrome che trasmette film estremi di torture, mutilazioni e cose del genere. Molto interessato, Max vorrebbe quel materiale per la sua televisione e incarica Masha (Lynn Gorman), che abitualmente gli procura i filmati, di scoprire chi ne abbia la proprietà. Masha gli rivela che non si tratta di finzione: sono vere atrocità.  (fonte mymovies)

Il mio commento:
Videodrome è uno di quei film che, da tempo, mi ero prefissato di vedere e di cui, finalmente, all'incirca martedì scorso, son riuscito a terminare la visione. Non certamente un'opera semplice o leggera e della quale, credo, non sia nemmeno banale parlarne.
Ecco perché ho ben pensato di concentrarmi solo su alcuni aspetti e di rimandarvi all'ottima recensione proposta da Luigi Bonizzato sulle pagine di Terre di Confine (cosa non ti escogito per far pubblicità all'associazione...) e che senza dubbio riesce a parlarvi di codesto film meglio di quanto potrei fare io.
Comunque sia, tra gli aspetti che più mi hanno colpito del film vi è quel riferirsi al mondo mostrato dalla televisione come qualcosa di più autentico e "reale" del reale stesso. E in effetti talvolta risulta difficile capire dove inizia il vero e dove la finzione, ma ancora di più ha un che di disturbante constatare come attraverso i media sia possibile far vivere qualcosa che non esiste o, addirittura, è già morto. Pensiamo al dottor O'Blivion del film, che riesce ugualmente a interagire con le persone o a comunicare attraverso videocassette pre-registrate. Così come a certi attori o cantanti che, pur da defunti, hanno potuto completare video o film, da Brandon Lee ne Il Corvo o Freddy Mercury nel video di "Under Pressure". 
Ancor più preoccupante e allarmante è invece il potere che i nuovi media posseggono nel condizionare gli spettatori, assuefacendoli a valori distorti oppure plagiandoli, portandoli a far propri pensieri e dinamiche che invece alla gente, di suo, forse, non apparterrebbe. Su quest'ultimo punto, infatti, il film fa comunque capire che certi appetiti e desideri sono, nel bene o nel male, sopiti nell'animo delle persone: questo il senso del personaggio di Nicki Brand (impersonata da Deborah Harry, ovvero Blondie).

mercoledì 18 maggio 2011

..:: Quei piccoli particolari... ::..

Il signor Schwarzenegger,
qualche anno fa...
Ci sono particolari che contano e altri che invece passano completamente inosservati. Dettagli che vengono esaltati e pubblicizzati, altri taciuti e ignorati in modo disarmante. Ci sono sottigliezze degne di nota, capaci di volgere l'ago di una bilancia da una parte o da un'altra, altri che invece risultano insignificanti, nulla più che sfumature. Echi. Ricordi.
Strane dinamiche di questi tempi moderni, dove i pensieri talvolta vengono preconfezionati e suggeriti, se non imposti. Proliferano gli opinionisti, le trasmissioni di approfondimento, gli speciali, le notizie sensazionaliste, i grandi scandali, gli inganni di massa, le distrazioni mediatiche. 
Sapere che Schwarzenegger ha avuto un figlio da una domestica è più importante o meno rispetto a informare i cittadini sulla situazione nucleare a Fukushima e dintorni? In fondo, nel mare, nel terreno e nell'aria di certe zone giapponesi si registravano valori di radioattività leggermente superiori al normale. Solo di qualche milione di volte, ma poco importa. Sottigliezze. Chissà cosa accadrà a chi respirerà quell'aria, a chi mangerà pesce di quei mari, a chi verrà interessato dagli effetti della nube tossica sprigionata...
Insistere sulle immagini relative alle natiche di Philippa Middleton ha maggiore o minor rilevanza rispetto all'uccisione di Bin Laden, alle riflessioni sulle dinamiche legate a tale esecuzione e alle conseguenze che questa può avere per il mondo intero. O per il Pakistan.D'altra parte, quelle sono terre di oleodotti e oscure macchinazioni legate al mercato dei combustibili per cui non è rilevante il modo in cui ciò avvenga - si tratta di dettagli - bensì ha rilevanza la presenza e il controllo sul territorio locale. A patto che ad esercitare tale diritto siano i potenti. Che poi erano gli stessi che armavano e sostenevano gli afghani ai tempi della guerra fredda contro la Russia ma che, in seguito ai sospetti eventi dell'11 settembre 2001 hanno deciso di bombardare amabilmente la loro nazione.

lunedì 3 gennaio 2011

..:: Mediatiche sparizioni ::..

Apparire, essere un personaggio famoso, mediatico, vivere di fama, vivere grazie alla fama ... tutto ciò riguarda un aspetto molto attuale del vivere moderno.
La ricerca della notorietà e del successo attraverso l'apparire sono comprensibili, più che comprensibili.
In fondo, basta farsi un annetto al GF per diventare più famosi di certi scienziati o illustri letterati che hanno contribuito alla cultura mondiale.
Basta riuscire a diventare un "personaggio", una figura su cui i media possano ricamare storie, approfondimenti, creare interviste, curiosità, morbosità. Suscitare emozioni e solleticare pulsioni irrazionali nel pubblico. Vendere e guadagnare al di là delle implicazioni morali che la speculazione su certe tendenze e certe figure dovrebbe comportare.
Quando però a diventare famosi sono persone che sono state vittime di qualche abuso o violenza, di rapimenti magari, rabbrividisco.
Provo un sentimento a metà tra lo schifo e la vergogna. Quasi uno stimolo al vomito spontaneo.
Quando sento parlare di Sarah Scazzi o di Yara Gambirasio mi ritrovo insomma a pensare male, anzi, malissimo della società contemporanea. E non solamente per la triste sorte di queste due splendide ragazzine, ma per come vengono vissute dinamiche di dolore e violenza come quelle che le riguardano.
Ma soprattutto mi trovo a riflettere sul perché di certe vittime si possa parlare (e speculare...) e di altre no.
Possibile che non ci sia alcun maschietto che sparisce? 
Nessun bimbo extra comunitario? 
Nessun sordo muto che viene seviziato e magari ucciso?
E se invece fosse un vecchio a sparire?
Tutto invece ruota attorno a quei casi che suscitano attrazione morbosa, che giocano con torbide situazioni passionali, magari incestuose. Macabre dinamiche che creano una certa dipendenza e un certo succube desiderio di conoscere ogni particolare, anche quello più sudicio, da parte del volgo. Che così dimentica altri problemi, altre questioni, e termina la visione del telegiornale rammentando il sorriso di ragazzine scomparse e non la faccia di merda di certi dipendenti pubblici di stanza al Parlamento.
Quasi che ci sia più interesse nel perdurare dei sequestri, come se fosse più redditizia o appetibile una fine tragica che una possibile redenzione o salvezza della vittima. Basti pensare al calendario in memoria di Sarah Scazzialla fiction sul caso di Perugia o al bisogno di fama che c'ha il fratello della quindicenne di Avetrana ...
Spero allora che questo nuovo anno rechi con sé una ventata d'aria fresca in questo clima mediatico che gioca con il pubblico e con la cittadinanza, disinformandola e provvedendo a distrarla. Veicolando tensioni e energie verso indagini che spettano alle forze dell'ordine o verso ipotetici nemici dell'uomo comune.
O per lo meno spero che, se proprio si deve parlare per mesi di qualche "fenomeno", se ne parli con la dovuta trasversalità. Anche perché oltre alle "belle ragazzine" della cui sorte si parla a oltranza da un po' (come accadeva tempo fa con il caso di Meredith Kercher o di Raffaele Sollecito, o Cogne addirittura) di bimbi / giovani rapiti ce ne sono ben più di 2 all'anno. Si parla infatti di circa 222 minori spariti nei primi 3 mesi del 2010 mentre ben altre sono le cifre riportate in blog e portali web, più o meno dedicati al fenomeno (come ad esempio missingkids o nocensura).
Oltre a parlare, speriamo che aumentino invece i controlli e la prevenzione al fine di ridurre sempre più questo triste fenomeno.  Con buona pace dei guadagni mediatici di chi invece specula e sorride al pensiero di simili disgrazie, o di quelli di delinquenti e criminali che mirano all'avviamento alla prostituzione o alla vendita di organi di cui, purtroppo, sono vittima i bambini.
Purtroppo c'è anche questo nel mondo. Orchi e uomini neri nascosti nel buio.
Ma non c'è solo questo.
Peccato che non ci sia spazio per questo nei telegiornali, che la fama venga tributata ed elargita solo a persone che non hanno nulla da comunicare al mondo oppure a quelle che finiscono vittima di qualche violenza. Per non parlare delle simpatiche troiette  e dei baldi maschioni che cavalcano l'onda della propria giovinezza. 
Diversamente, parlare anche d'altro, proporre qualcosa d'altro, coraggiosamente, "controcorrentemente", magari potrebbe contribuire all'individuazione di un esempio a cui ispirarsi, un modello di cittadinanza a cui ambire, in cui credere e identificarsi per approdare ad un cambiamento sociale che, soprattutto in questi anni, è tanto auspicabile quando complicato da ottenere. D'altronde, la concorrenza da battere in termini di modelli di vita a cui ispirarsi si difende bene... soprattutto finché certa tv continua a imperversare e a proporre meteore che suscitino "certe" emozioni in ottemperanza ai sacri vincoli delle leggi economiche moderne. 

giovedì 19 agosto 2010

..:: Ferie lavorative ::..

Eccomi qua, stanco, con gli occhi che tendono a chiudersi da soli, ma ugualmente animato dal disiderio di comunicare. Scrivo, magari poco, magari cose che non interesseranno, ma lo devo. A voi. Spambot che infestate questo mio umile spazio web e che lasciate frasi insensate in una lingua che non comprendo. Almeno commentaste mettendo qualcosa di sensato, qualche riferimento di cui possa beneficiare per il ranking del blog.
E invece niente, astruse scritte ignote. Solo astruse sequenze di caratteri in un alfabeto che non fa per me: disordinato come sono, inabile al disegno, con la mia calligrafia ortopedica che mi ritrovo credo sarei spacciato nel delicato mondo della comunicazione con i cangi.
Ad ogni modo, dicevo, anche se son stracco per via del lavoro (le mie ferie giungeranno in settembre...) ho voglia di scrivere e di parlarvi un po' dei fatti miei e non solo. Divagazioni a tutto campo mentre in sottofondo c'ho una manciata di canzoni dei 30 Second to Mars, il gruppo di Jared Leto. Che tutto sommato non è male neanche come attore: l'ho visto in Requiem for a Dream e in Lord of War, entrambi film che vi consiglia. Come Bangkok Dangerous (quello thailandese, non quello con Nicholas Cage di cuidovrebbe essere una sorta di rivistazione) che ho visto di recente e di cui scriverò. Ma non oggi. Non adesso.
Ora mi va di dissertare in merito ai fattacci miei, giusto per inabissare il grafico dei visitatori prima di una meravigliosa e spumeggiante ripresa a partire dal mese prossimo quando (forse) svelerò al mondo un mio nuovo progetto.
Ma ora basta, e parliamo d'altro.
Lo scorso fine settimana ne ho approfittato per un po' di sano relax e me ne sono andato in montagna con Silvia e i suoi. Il tempo non prometteva granchè già da giovedì 12 ma ugualmente, caparbiamente, da veri spartani abbiamo fatto la nostra scelta. E siamo partiti in direzione Valmaron, laddove Silvia e i suoi hanno un po' di terreno (non edificabile...) adibito a campo base.
La prossima volta mi sa che sarà meglio osservare il meteo con maggior attenzione, puntando almeno a quello regionale e non a quello tedesco di sexy Anja....
Tra l'altro, pensavo io che in Italia si fosse messi male a livello di moralità e sensatezza di valori trasmessi, ma inizio a pensare che la televisione "tetesca" ci batta assai.


Comunque, tornando alla motagna, per me si trattava di un'esperienza nuova giacchè, anzichè limitarmi ad una toccata e fuga, sarei rimasto a pernottare lì con loro. In roulotte. Ad un passo dalla natura incontaminata, sotto ad un cielo stellato ed infinito, magari con il capo in sù ad inseguire la scia delle stelle cadenti.
E fortunatamente il tempo ha retto, malgrado le previsioni, è stato discretamente bello.
Fino alle 15 circa.
Poi le cataratte del cielo si sono aperte ed ha iniziato a piovere. Tipo in Forrest Gump, tipo ai tempo di Noè: all'improvviso l'acqua. Tanta. Inarrestabile. E vento, ma alla sera, giusto per gradire il pernottamento.
Lo stesso è successo domenica, al pomeriggio, forse con meno intensità.
Da lunedì invece ha fatto bello...mah...
Comunque sia c'è stata lo stesso l'occaisone per qualche camminata, per corroboranti passeggiate (un po' umide...) tra i boschi, a caccia di funghi e di emozioni. Alcune, volendo, avrei potuto provarle assaggiando una di quelle splendide amanite rossastre...
Tra l'altro son pure riuscito a vedere una marmotta con i suoi cuccioli: non so perchè ma le facevo più piccoline. Tutto sommato, sceo io a non capirlo dai buchi che scavano, sono dei bei topoloni. Ma pià carini e simpatici e che, grazie a Silvia che ha avuto la pazienza di appostarsi e immortalare, potete ammirare nella foto qui di lato.
Peccato per il tempo impietoso, però tutto sommato è stata una bella esperienza. Rilassante e gustosa, soprattutto dal punto di vista gastronomico...
Lunedì mattina invece aveva già un altro sapore, più desolante e scoraggiante. Anche le notizie al tg del mattino non aiutavano ad affrontare al meglio la settimana. Parlavano di inondazioni e disastri, di gente che durante le vacanze è andata a L'Aquila per visitare la città (in realtà sono spie comuniste che volevano appurare l'operato del governo), delle difficoltà della Tirrenia (eh, son finiti i bei tempi in cui le aziende grosse fallivano nel bel mezzo della campagna elettorale...chissà se magari anche ai dipendenti della società verranno concessi 7 anni di cassa integrazione pagata come accadde ad Alitalia quando "ci pensò lui"); di Fini, di Bossi, di possibili elezioni, "no meglio la fiducia al governo", "no dimettiti tu!", "si dimetta Lui semmai!", "ma dai, volemmose bene..."; di gente sfiduciata dalla difficoltà di trovare lavoro... aspetto in merito a cui confidavo che il governo avesse deciso qualcosa mentre ero distante dai media e dalla comunicazione, sperduto in Valmaron dove il cellulare non prende. Mi sa che è ora di cambiare cellulare di puntare ad un nuovo modello, tipo il Pomegranate NS08!!! Altro che iPhone! Altro che Nexus One! Questo è il futuro, l'avvenire accarezzato solo nei più sogni fantascientifici più sfrenati e indecenti ben al di là di quelli in cui le case si autopuliscono e le automobili non necessitano manutenzione prezzolata.
Cacchio se si sono impegnati a "realizzarlo"... probabilmente è quella la direzione in cui muoverci, puntare alla tecnologia, a soluzioni innovative e avvenieristiche che consentano alla nostra patria Italia di diventare la nuova superpotenza mondiale.
Possibilmente prima che le chiese di tutto il mondo si unifichino e, in virtù dei loro santi capitali, acquistino le maggiori aziende produttrici di armi realizzando di conseguenza il sogno della pace globale. E l'avvento di una nuova forma di dittatura teocratica...

martedì 10 agosto 2010

..:: Quelle belle notizie ::..

Mi spiace interrompere la mia carrellata di imperdibili recensioni di film di ogni tipo, dovuta principalmente al fatto che di "The Road" non c'ho molta voglia di scrivere ora come ora mentre per "Solomon Kane" di recente visione preferisco non parlare più di tanto, ma temo che questo post sarà a tutti gli effetti dedicato a qualche insensata e inutile mia personale divagazione.
Voglio approfittarne per parlare di notizie, di quelle belle notizie che allietano.
Quelle che di tanto in tanto si sentono alla televisione e che sollevano lo spirito.
Notizie frivole e insensate, di quelle a cui Studio Aperto ci ha pian piano abituati.
Ecco allora che qualche bel servizio sui cani poliziotti che vanno in pensione o salvano i bagnanti dalle acque immonde del Mediterraneo non può che allietare la giornata.
Oppure i riferimenti all'indispensabile campionato mondiale di sauna durante la quale, purtroppo, c'è scappato pure il morto.
Uhm, in effetti questa non è una buona notiza. Non è nemmeno bella.
Ma non importa.
Compensa con il tappo che la BP, finalmente, è riuscita a sistemare stabilmente sopra al pozzo di petrolio che da aprile a questa parte ha causato non pochi problemi all'ecosistema del Golfo del Messico. Ma sono sicuro che la natura si riprenderà e che, a breve, qualche nuova specialità farà la comparsa nei nostri tavoli: il tonno dalle pinne nere!
E mi raccomando: attenzione alle vampate improvvise quando lo cucinate...
Un'altra spettacolare notizia che in questi giorni mi ha avvinto è stata quella in riferimento alle vacanze spagnole di Michelle Obama, paragonata addirittura a Maria Antonietta. Sarà...
Certo che nell'osservare come una persona pubblica come lei - per non parlare di sua figlia - sia costretta a vivere le proprie ferie mi ha lasciato un po' sconcerto: folle di curiosi ovunque tenuti a bada da uno stuolo di bodyguard e addetti alla sicurezza alcuni, per forza di cose, in ammollo tutto il santo giorno per tutelare la pargoletta di casa Obama...
"Allarme rosso, allarme rosso! Avvistato squalo a ore 12! Smith, Jones: immolatevi!" "Sissignore!": me la immagino già la scena...e tutto per colpa di questi dannati squali comunisti arabo musulmani terroristi.
Afghani, magari, visto quel che sta accadendo in quel remoto Paese dell'Asia. Tra l'altro mi son perso i servizi, se mai ce ne sono stati, relativi alla pubblicazione delle migliaia e migliaia di rapporti e dossier et materiale vario apparso su WikiLeaks. So che il fattaccio, una vera e propria fuga di notizie, aveva suscitato parecchio scalpore e imbarazzo, mettendo in luce come la situazione in quella nazione sia peggiorata e degenerata. Dopo il 2001. Senza calcolare il numero di morti tra i civili e le ingenti finanze spese. Anche nostre, già. Si parla di circa 600 milioni di euro l'anno pescati dalle nostre tasche..
Ma su questo si sorvola. Al più si parla di cellulite, di tintarella, di chirurgia estetica.
Stamattina ad esempio, su Uno Mattina estate, trasmissione che spesso guardo mentre faccio colazione si parlava di ciò. E devo dire che l'intervento è stato anche interessante visto che il chirurgo coinvolto ha detto "beh, bisognerebbe prima ricordare che esistono la ginnastica e le diete...". Poi hanno inquadrato la conduttrice, Georgia Luzi e tutto è sfumato in un mare di dolcezza...soavità....Che poi, mica è l'unica gnocca che, in televisione, dimostra che "oltre alle gambe c'è di piùùùùù!". Prendiamo Laura Tangherlini per esempio, anche se, noto, la scelta di giornaliste giovani e pulcherrime sta alla base delle nuove strategie di mercato.
Così l'ascoltatore medio cede agli istinti ulteriormente quel poco di razionalità che ancora gli rimane e accetta ancor meglio ciò che gli viene propinato. Sia che si tratti di notizie belle alla Studio Aperto, sia che si tratti di notizie "belle" perchè esposte da persone affascinanti. Tutto ormai si gioca sull'emotività e sugli istinti, tra simpatia e avversità, tra amore e odio. La razionalità, lo spirito critico, la volontà di comprendere e partorire pensieri propri è qualcosa di desueto. Desueto...uhm...ma esiste? O sto forse farneticando neologismi danteschi postumi? Controlliamo...no, per fortuna esiste...sai che figura sennò...come? Siamo in onda? Azz....
Prendiamo, ad esempio, tutto il casino che sta venendo fuori tra Berlusconi e i finiani per la casa di Montecarlo (...ma non sforzatevi di rimembrare, per analogia, dell'acquisto di quell'altra casa, quella di Arcore...). Scandali, discussioni, scenate, sparatorie, gente che urla "Mangano è il mio eroe", ministri che si sfidano con l'ipad, Silvio che arriva addirittura a dire "basta personalismi! Mobilitiamoci!" °__° Lui?
E che sarà mai, dico io!
Per una casa a Monaco, suvvia....manco è in Italia...
Sapete che vi dico? Perchè non vi dimettete tutti e la facciamo finita qui?
Perchè fa davvero ridere tutta questa situazione, senza contare con quanta facilità di parla di "tornare alle urne", "di sciogliere il governo" (nell'acido?), "in autunno tutti a casa".
O in tribunale, gridava qualcuno...
Bossi, recentemente, mentre era alla rassegna della gnocca padana ad Alassio, ha rincarato la dose: "siamo in una palude". A parte che te sei alla sagra della passerina, ci tengo a precisare che NOI siamo nella palude e che compito di VOI dipendenti è quello di lavorare per garantire un presente e un futuro alla nazione e ai vostri elettori che vi hanno affidato tale RESPONSABILITA'.
E sarebbe ora che di tanto in tanto tra le belle notizie che passano al telegiornale venga riservato un po' di spazio anche a far sentire la voce degli elettori.
Magari con un botta e risposta tra dipendenti e padroni, per capire come mai, se siamo in una palude, si sia perso così tanto tempo per leggi come lo scudo fiscale, il legittimo impedimento, la legge bavaglio sulle intercettazioni, il lodo alfano e così via senza dare la priorità a costruire le fondamenta della palafitta che sta sopra a questa palude chiamata Italia?
Ah, e lo chiedo anche agli esimi che stanno dalla parte sbagliata del governo - non sono opposizione, non sono di sinistra , che cosa sono? - che non ne posso più di sentire parlare. Se avete proposte, benvengano, sennò lasciate fare agli altri. Prima finiscono con le loro porcate prima inizieranno ad occuparsi delle priorità del Paese.
Forse.
La verità e che non ne posso più di questi miserabili al potere, di sapere che il mio futuro è in mano loro. Mi fa star male ogni volta il pensiero di come siamo presi a livello nazionale, dal punto di vista della sfiducia e della non costruzione di coscienza critica...
Per fortuna, però, ci sono le belle notizie.
Quelle belle segnalazioni che mi rendono fiero e orgoglioso di essere italiano o, comunque, cittadino del mondo.
Quelle relative alla partita dell'Italia, la nazionale, gli azzurri - giusto per inciso, dove 'zzo sta l'azzurro nella nostra bandiera? O è il simbolo dell'acqua? Perchè se siamo nella palude credo che la tonalità andrebbe rivista.... - la grande potenza del calcio mondiale che ci fa sentire tutti uniti quando (e se...) vince.
Altro che quegli altri umili e grandiosi atleti che hanno dato tutto loro stessi agli europei di atletica tenutisi a Barcellona, sacrificandosi, preparandosi, allenandosi per mesi, anni forse, per giocarsi tutto nell'arco di pochi istanti. Già perchè a differenza del pseudo sport che ormai è il calcio (proviamo con l'hurling?), in cui ci son minimo 90 minuti di tempo per dimostrare il valore dell'investimento sostenuto dalle varie società, nell'atletica le prove sono molto ridotte: una corsa, tre salti, cinque lanci...e poi fine dei giochi. La gioia del trionfo, l'onore della cronaca, qualche intervista e poi di nuovo nell'oblio. Per lasciare spazio...
Dovrebbero ringraziare, invece, che non c'erano partite della nazionale o del campionato di calcio in programma.
Ma pensa te sti sportivi...