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martedì 31 gennaio 2017

Arrival

Titolo: Arrival
Regia: Denis Villeneuve
Anno: 2016
Genere: sci-fi
Cast: Amy Adams, Jeremy Renner, Forest Whitaker, Michael Stuhlbarg, Tzi Ma, Mark O'Brien, Nathaly Thibault, Joe Cobden, Russell Yuen, Julian Casey

La trama in breve:
Louise Banks, linguista di fama mondiale, è madre inconsolabile di una figlia morta prematuramente. Ma quello che crede la fine è invece un inizio. L'inizio di una storia straordinaria. Nel mondo galleggiano dodici navi aliene in attesa di contatto. Eccellenza in materia, Louise è reclutata dall'esercito degli Stati Uniti insieme al fisico teorico Ian Donnelly. La missione è quella di penetrare il monumentale monolite e 'interrogare' gli extraterrestri sulle loro intenzioni. Ma l'incarico si rivela molto presto complesso e Louise dovrà trovare un alfabeto comune per costruire un dialogo con l'altro. Il mondo fuori intanto impazzisce e le potenze mondiali dichiarano guerra all'indecifrabile alieno. (fonte mymovies)

Il mio commento:
Avevo sentito parlare discretamente di codesto film e, dopo averlo visto, non posso che confermare una mia certa qual soddisfazione.
Ok, la solfa dell'invasione aliena non è poi così nuova e un paio di escamotage usati per sbrogliare la trama potevano esser gestiti diversamente però in questo Arrival - ispirato al racconto Storie della tua vita di Ted Chiang - la presenza extraterrestre diviene per lo più un pretesto per parlare anche di altro.
Innanzitutto, a differenza di opere del medesimo stampo, dinnanzi alla minaccia aliena non vediamo stagliarsi solo la forza bruta americana che si prende la responsabilità di risolvere il problema a nome di tutta l'umanità bensì ci sono gli sforzi di coordinamento e di condivisione (almeno inizialmente) da parte di svariate nazioni che, a modo loro, cercano di comprendere con cosa hanno a che fare. Sarebbe stato interessante aver visto la medesima storia raccontata anche dal punto di vista dei cinesi o dei danesi o degli africani...giusto per avere una cartina al tornasole su modalità, intuizioni e impostazioni. La "guerra fredda" tra le nazioni che cercano di arrivare a risolvere "il mistero" (diciamola così) ad un certo punto poteva anche sfociare in altro: si tramuta infatti in competizione e in potenziale invito alla distruzione fratricida...e forse ci poteva pure stare che qualche nazione illuminata (tipo la Corea del Nord, per dirne una) iniziasse a complicare le cose. Ma così non accade, a beneficio dello sviluppo narrativo.



In secondo luogo mi ha fatto piacere notare che l'impulso alla nuclearizzazione o comunque al ricorso alla forza bruta sia stato in qualche modo placato e tenuto a bada. D'altra parte, che senso avrebbe cercare di annientare creature tecnologicamente più avanzate di noi e che per altro si dimostrano pacifiche? Molto meglio erigere un muro per far capire a questi dannati alieni di starsene a casa loro! Questo credo avrebbe previsto il buon vecchio Trump se fosse stato alla sceneggiatura...ma grazie al cielo non è stato così.

sabato 18 giugno 2016

Un Paese che non ce la fa

L'Italia,come si sa, è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
Altrui possibilmente.
L'argomento "lavoro" come mezzo per la personale realizzazione, come base e fine di ogni cosa, perché per lavorare servono strutture e acquisire competenze, tramite lo scambio si facilita l'evoluzione, e se poi questo lavoro viene svolto per la collettività è la società tutta che ne beneficia.
E' stato scelto un argomento importante, quindi, un concetto che ne sotto intende molti altri e che negli ultimi anni, complici crisi economici e cambiamenti generali della società e del mondo, rappresenta sempre un argomento molto attuale.

C'è chi ne ha uno, chi ci muore, chi lavora mettendo tutto se stesso anche quando lo stipendio non è certo, chi emigra per cercarlo, chi se lo inventa, chi si costringe a sopportare viaggi e dinamiche non felici solo per guadagnare quel tanto che gli basta per campare, chi ha un'azienda e lotta costantemente con pressione fiscale e dinamiche nazionali non certo favorevoli, chi addirittura si suicida perché non ce la fa più a gestire crisi e problematiche (e magari dall'altro lato braccato sempre dallo Stato e sbeffeggiato da clienti che non pagano).

Dinamiche varie ed eventuali insomma, alcune felici, altre meno, alcune giuste, altre meno.
E infine ci sono pure quelle notizie che sembrano riportare un po' di equilibrio ed equità: mi riferisco a quanto emerso in merito ai "furbetti del cartellino", dipendenti pubblici che di fatto non lavoravano ma venivano ugualmente remunerati e per i quali, ora, parrebbe esser terminata la pacchia. 

Al netto che situazioni simili mi pare ci siano da mo, e che lasciano emergere enormi dubbi sul modo in cui l'apparato organizzativo statale controlli (e tuteli) se stesso, sottintendono anche un senso civico tendente a nullo. Insomma: "chi se ne frega della collettività, della responsabilità, del senso del dovere..."  
Che poi è lo stesso principio per cui si legittimano anche altre dinamiche, vedi i professionisti del lancio di cicche e abbandono cartacce, o di chi sperpera e incamera i soldi pubblici. 

Probabilmente c'è qualcosa di mancante nell'educazione mentale dell'individuo, quella forma mentis per cui uno dovrebbe tenerci a non danneggiare il proprio paese, la propria casa, se stesso.
Ma evidentemente con il degrado, la crisi, gli innumerevoli problemi irrisolti dell'Italia, noi non c'entriamo. E' colpa degli "altri".
Per cui, con tali basi, vien legittimo pensare, cosa si può mai pretendere dall'Italia?

E se dal basso siamo già così prodighi nel danneggiare il Paese, figuriamoci che accade in alto, ossia tra coloro che ci governano o che ci rappresentano in sede europea.

Detto ciò non mi stupisce che poi, quando ci sono le partite di calcio dell'Italia (ma anche di Champions o di serie A, volendo), tutto possa saltare e andare a rotoli. 
Posso comprendere l'amor patrio, la sfegatata e immotivata passione per il calcio, ma digerisco con meno facilità le situazioni in cui per motivi evidentemente religiosi, attinenti cioè alla fede calcistica, si danneggino e si crea disagio per le utenze e i cittadini.
Magari anche NON italiani.

domenica 24 aprile 2016

L'eredità di Expo 2015 (Nutrire il pianeta, energia per la vita)


Tra pochi giorni, un anno fa, si apriva l'Expo, l'Esposizione Universale tenutasi a Milano da maggio a ottobre 2015 che tanto ha fatto discutere e su cui tanto l'Italia ha puntato per cercare di rilanciare consumi e flussi turistici. 

Sull'esito della fiera, dal punto di vista economico e di presenze, pare che non sia andata proprio male anche se non è stato esattamente il risultato sperato, con un impatto sul PIL e con un indotto inferiore alle aspettative. Considerando che a momenti manco si riusciva a realizzarlo e si rischiava una figuraccia globale (per ricordare l'efficienza italiana pensiamo alla Salerno Reggio Calabria o alle piscine per Roma 2009 finite nel 2012...), direi che tutto sommato ci è andata bene e, almeno internamente, ci siamo venduti bene questa esperienza. Anche perchè, per lo più, credo che i visitatori siano stati per lo più italiani. 
Ma l'Expo si prefigurava anche come l'occasione per trattare e, magari, risolvere tematiche importanti. In fondo, lo slogan era appunto "nutrire il pianeta, energia per la vita".
C'è da chiedersi quindi, a distanza di un anno, quale sia stata la vera eredità di questa fiera.
Ad esempio, importanti decisioni in materia di utilizzo di conservanti e additivi nei cibi?
Riflessioni sulle modalità con cui vengono allevati gli animali? Magari in relazione alle loro condizioni di vita e trasporto o alla loro alimentazione o ai medicinali impiegati per favorirne la crescita?
Magari si è parlato dell'inquinamento collegato al cibo, della deforestazione, della contaminazione dei campi?
Oppure della sostenibilità dell'allevamento intensivo in termini di consumi di acqua e risorse?
Che dire del recupero e della diffusione di verdure autoctone o più genuine, con maggior contenuto in vitamine?
Ma mi viene in mente anche qualche discorso sull'uso degli zuccheri nell'alimentazione, sull'introduzione di nuove pietanze a base di insetti, sugli sprechi e la disparità nell'accesso al cibo...
Tante tematiche, tanti aspetti che mi auguro siano stati affrontati e sviscerati (una certezza se consideriamo che tra i principali sponsor dell'evento c'erano CocaCola e McDonald...) ma, fondamentalmente, non li sento come eredità dell'Expo. Al più, ci resta l'Albero della vita e un territorio da risistemare...
Poi, finalmente, ieri, grazie alla tv, ho avuto la risposta ai miei quesiti. 
IL risultato finale, IL prodotto finale, LA più grande eredità che l'esposizione universale dell'anno scorso ci ha lasciato esiste!
E non sono vuote parole, vani propositi, bensì qualcosa di concreto!
Sì.... una merendina °_°



Non posso che rabbrividire, scosso dalla potenza di tale notizia.
E non posso fare a meno di pensare che questo sia solo l'inizio e che, probabilmente, tale processo di ulteriore intortamento delle folle era già in atto con la CocaCola con l'etichetta verde.
Difficile confidare che, in un prossimo futuro, un po' di sana educazione all'alimentazione venga inculcata alle folle. E pensare che qualche anno fa, in Cina, nei televisorini montati sugli scassatissimi taxi di Qingdao andavano in onda spot sull'alimentazione e sulle buone abitudini, tipo fare movimento, evitare il fritto, mangiare tanta frutta e verdura...sono proprio degli incivili in quella parte di mondo...

sabato 21 novembre 2015

Parlando a vanvera di terrorismo

Circa un mese fa ero a Parigi, per una mini ma piacevole vacanza con Silvia e un paio di amici e, sentendo e leggendo di quanto accaduto venerdì scorso, diciamo che qualche pensiero cupo mi è passato per la testa ronzando nel vuoto pneumatico che orgogliosamente mi vento di conservare. 
Ma probabilmente è una dinamica emotiva innescata dal modo in cui vengono comunicati e fatti percepire certi eventi. 
Non che gli attentati accaduti a Parigi siano poco gravi o poco deprecabili, anzi: personalmente aborro la violenza, il terrorismo e queste forme di comportamento che ricadono esclusivamente su innocenti. 
Però fermandosi un poco e riflettendo, forse, si riesce a dare un peso e un'interpretazione più razionale a quanto stiamo vivendo in questi giorni, meno emotiva e condizionata. 
Anche perché, detto tra noi, più che i morti in sé, più che l'insicurezza che la consapevolezza di essere vulnerabili qui in Europa - a casa nostra! -, più che l'estremismo islamico in sé, mi fa paura e mi destabilizza il pensiero di vederci ancora e costantemente alle prese con pensieri medievali, alla mercè di chi inneggia a soluzioni semplici per problematiche e contesti complessi - e che magari ne approfittano per un po' di propaganda elettorale.
In fondo, è dall'XI secolo che vi è una contrapposizione forte tra mondo occidentale e medio oriente: è da allora che si combattono crociate e che si usano espressioni come "infedeli, guerra santa" per giustificare atti barbarici tra popoli. 
E nei secoli pare che ancora non ci si sia stancati ma che anzi si insista nel volere creare tensioni e distanze. Fa comodo, evidentemente. 
Questo, ovviamente, accade da ambo i lati visto che gli estremisti islamici dell'ISIS e, prima ancora, i membri di al-Qaida non sono certamente dei santi e non li giustifico affatto.
Però, al contempo, non mi va di essere troppo ipocrita né di crogiolarmi all'ombra di titoloni inquietanti come "Bastardi islamici" di Belpietro o dei commenti di certe notizie da parte di chi cede solo al razzismo e all'odio.
Voglio dire, la situazione è complessa e molto articolata, è il frutto di processi storico-culturali che proseguono da molto tempo e che l'Occidente stesso ha voluto e creato. E' risaputo, ad esempio, che al-Qaida è nata grazie all'interesse statunitense durante la guerra fredda, così come è nota l'ingerenza da parte delle potenze economiche occidentali sui territori del Medio Oriente, e non per nobili fini.
Solo qualche anno fa sembrava che il male assoluto fosse rappresentato da Ahmadinejad, poi la moda è cambiata, c'è stata la primavera araba, l'Egitto, la guerra in Libia...insomma, il leitmotiv sembra essere "tensione".

giovedì 19 novembre 2015

Telecom : falso rimborso online

Qualche giorno fa ho parlato di Telecom, e non in toni simpatici, sulle pagine di codesto blog.
Poi, all'improvviso, mi accorgo di una mail ricevuta su Gmail che, con enfasi, mi annuncia la possibilità di ottenere un rimborso!
Evvai! Giubilo!
Non me ne capacito ma per qualche strano motivo suddetta azienda forse vuole riallacciare i rapporti, limare le incomprensioni che hanno rischiato di allontanarci definitivamente. 
Sono così sorpreso e quasi felice che scorro avidamente le mail soffermandomi sulla parola rimborso, parola che titilla oscuri desideri di rivalsa che nutro nei confronti di suddetta azienda.
Evvai: un po' di fortuna!
Mi sfrego le mani, la lingua fuoriesce appena dalla bocca in una posa vagamente fantozziana mentre si allontano definitivamente i propositi di investire parte del mio tempo a commentare i fatti di Parigi.
Questo è tutt'altra cosa, un desiderio pruriginoso che si fa quasi realtà...
Ricontrollo la mail ancora una volta, tanto gentile e onesta pare... 



Infine mi decido a cogliere l'occasione e clicco per accedere al servizio già pregustandomi immani gioie immanenti e...
...niente, mi accorgo che si tratta di un tentativo di phishing bello e buono....
Che delusione, che vergogna.
Stavo pure per cascarci. 
Per cui va, almeno lo segnalo pubblicamente, sia mai che qualcuno ci caschi anche se, almeno su questo aspetto voglio essere onesto, Telecom prevede una pagina per allertare i suoi clienti (e non) del rischio frodi online o per consentire loro di segnalarli.
Per cui vigilate :-)

sabato 7 novembre 2015

Telecom customer care...what else?

Con Telecom ho sempre avuto un rapporto conflittuale, una storia passionale che perdura da anni e che di tanto in tanto riesce ancora a sorprendermi con risvolti imprevisti ed emotivamente significativi.
Solo quest'anno, giusto per introdurvi alle questioni accadute oggi, ho avuto l'occasione di approfondire la qualità del servizio in occasione di ben 3 interruzioni di servizio nell'arco di 7 mesi di linea appena traslocata. Interruzioni di servizio lato Telecom e che in primis mi vengono indicati non con codesto nome ma con la definizione "problema del TUO modem, è meglio cambiarlo".
Misteriosamente il modem che erogava ed eroga connettività a destra e a manca nella magione di Trebaseleghe è ancora il medesimo e i problemi si son rivelati esser tutti lato Telecom.
Cose che capitano, ordinaria amministrazione, ma per le quali rischiavo una spesa superflua.
Tra maggio e giugno invece ci son state le disavventure per attivare la connessione Adsl con Fastweb, per la quale si richiedeva l'intervento di Telecom, in quel di Ca Onorai. A causa del permesso negato da parte dei confinanti di scavare nelle loro proprietà, di fronte alla possibilità di far arrivare a casa mia la benedetta rete agendo dall'altro lato della strada, mi son sentito dire NO. In fondo, sono cliente da una vita, perchè avrei dovuto avere un trattamento di riguardo. 
E con somma gioia ho dovuto smettere di credere allo slogan di Fastweb (quel "Immagina, puoi" che mi ha dato molto da pensare) e sobbarcarmi oneri aggiuntivi per poter usufruire di quella cosa che si chiama Internet e che, in Italia, pare non essere ancora divenuta cosa ovvia e necessariamente disponibile ovunque.
Questo, solo per il 2015, è stato il riassunto del mio altalenante rapporto d'amore e odio con Telecom.
Oggi però ho avuto l'onore di conoscere un gentleman che lavora come operatore. 
Ho infatti chiamato il 187 per cercare di capire se, considerando l'importo delle bollette che paga mia madre, ci sia modo di risparmiare un po', In fondo, con i cambi di tariffe e la variazione della frequenza di pagamento da bimestrale a mensile, ci risulta di pagare un po' di più di prima. In fondo, ormai la crisi è finita e viviamo tutti una splendida rinascita, in cui i soldi piovono a destra e a manca: naturale che, come dicono anche i mancati clienti della Dacia Duster, noi si voglia pagare molto di più.
Per il medesimo identico servizio.
Per cui, dicevo, chiamo il 187.
"Un nostro operatore le risponderà entro 2 minuti"
Paziento mentre Pressure Off dei Duran Duran si alterna a spot e all'invito ad attendere "un nostro operatore le risponderà entro 2 minuti".
Intanto recupero carta e penna.
Uso il cellulare per controllare Whatsapp.
"Oh oh oh oh It's up to you now It's time to take the pressure off. La preghiamo di attendere, un nostro operatore le risponderà entro..."
Gioco un po' con il cane che mi gironzola vicino. Inganno il tempo controllando i depliant appoggiati sul mobiletto.
"... It's time to take the pressure off. La preghiamo di attendere, un nostro..."
Mi concedo le canzoni travisate del Trio Medusa. Navigo un po' mentre tengo monitorata la musichetta di attesa profusa dalla cornetta.

domenica 30 agosto 2015

Downgrade - Riduzione di complessità

Titolo: Downgrade - Riduzione di complessità
Autore: Sam L. Basie
Editore: BraviAutori
Genere: downpunk
Pagine: 133

La trama in breve:
È probabilmente il primo libro del genere Downpunk, ma forse è meglio dire che il genere Downpunk è nato con questo libro. Sam L. Basie, autore ingiustamente sconosciuto, presenta una visione dell'immediato futuro che ci lascerà a bocca aperta.
In un futuro dove l'individuo è perennemente connesso alla globalità tanto da renderlo succube grazie alla sua immediatezza, è l'Umanità intera a operare su se stessa una "riduzione di complessità", operazione resa necessaria per riportare l'Uomo a una condizione di vita più semplice, più naturale e più… umana. Nel libro, l'autore afferma che "anche solo una volta all'anno, l'Essere umano ha bisogno di arrangiarsi, per sentirsi vivo e per dare un senso alla propria vita", ma in un mondo dove tutto ciò gli è negato dall'estremo benessere e dall'estrema tecnologia, le menti si sviluppano in maniera assai precaria e desolante, e qualsiasi inconveniente possa capitare diventerà un dramma esistenziale.  

Il mio commento:
Questo libricino mi è capitato per le mani in modo rocambolesco: in realtà ero in contatto con un certo Massimo Baglione (di BraviAutori) per la lettura del mio Vuoto di Luce nell’ambito di una catena di lettura e invece per una questione di generi - diciamo così - mi son trovato a leggere Downgrade, testo pubblicato con il marchio BraviAutori.
L’autore, questo fantomatico Sam L. Basie di origini finlandesi e che scrive e parla solo nella sua lingua natia, mi ha pure lasciato una dedica … in italiano… mumble mumble…
Comunque, nel complesso il testo scivola via in modo scorrevole e senza intoppi ma, a mio avviso, non fa dell’approfondimento il suo punto forte. Ci sono infatti vari episodi che potevano svilupparsi in modo molto più complesso e attento, o comunque venir confezionati in modo maggiormente accattivante; purtroppo rimangono più “generici” e semplicistici. Mi riferisco ad esempio agli scorci di società moderna offerti dalle vicende dei vari “tizio” e “tizia”, personaggi anonimi e bidimensionali protagonisti di situazioni per così dire estreme in un mondo talmente internet dipendente e tecno-centrico qual è quello tratteggiato in Downgrade, ossia l’esasperazione del nostro. Ma non solo, anche i dialoghi sono molto diretti e schietti sia che ad animarli siano un perfetto sconosciuto (nonché potenziale terrorista) e il presidente mondiale oppure un bimbo delle elementari e un reduce del “mondo prima del Downgrade”. Gli stessi personaggi, molto pochi in verità, meritavano qualche caratterizzazione e un background in più.

domenica 9 novembre 2014

Adesso Cinema! (O almeno proviamoci...)

Ehi, guardatemi, sono Godzilla!
Inizialmente avevo per la testa Interstellar visto ieri sera al cinema con Silvia. Stavo iniziando a impostare mentalmente il commento da postare sul blog ma stamattina, durante la colazione, qualcosa è andato storto e ho deciso di cianciare di ben altro argomento.
Fondamentalmente è accaduto che ho acceso la tv e l'ho guardata.
Per 10 minuti, 15 al massimo.
Andava in onda Adesso cinema!, su Iris (Mediaset), trasmissione che tratta di cinema. 
Tempo che mi sintonizzavo e vanno in onda una rapida carrellata di novità in uscita (film francesi, film italiani...), uno sguardo a Interstellar e poi un servizio sul Giappone, con Marta Perego.
Argomento? Il Tokyo Film Festival.
O, per lo meno, quello che ho dedotto.
Ma prima di approdare al sodo, lo staff propone allo spettatore una doverosa introduzione, qualcosa che dopo pochi nanosecondi si rivela niente più che uno sfoggio di erudita preparazione tesa a dimostrare l'ottima padronanza dell'argomento. Lo spettatore, il tipico ignorante troglodita che da poco ha scoperto di avere un pollice opponibile, si è visto quindi spiegata com'è Tokyo (grande, piena di giapponesi, con palazzoni alti ...) e quali film ivi si producano o quali film l'hanno vista come ambientazione.
Scorrono le prime immagini e il cucchiaino con lo yogurt si ferma a mezz'aria.
Thermae Romae, film
giapponese recente, magari
poco noto ma di
discreto successo
Una vocina fuori campo con tono scanzonato accompagna la sequenza e spiega. Più o meno il messaggio indirizzato al volgo suona come: "Guardate, nei film ambientati a Tokyo per lo più ci stanno i mostroni giganti, pachidermi che distruggono tutto. Ahah, che insulsi. Ma che robe c'hanno nel Paese del Sol Levante? Che se magnano?"
Intanto scorrono le immagini di Pacific Rim....
WTF, Pacific Rim?
Ma se il film di Guillermo Del Toro è per lo più ambientato a Hong Kong!!!! Quel poco che si vede del Giappone è un ammasso di devastazione e macerie...
Un istante dopo le immagini sullo schermo lasciano il posto a Godzilla. 
E vabbè, qua posso anche far finta di niente visto che il ben noto kaiju è un marchio di fabbrica nipponico...però le immagini che scorrono riguardano San Francisco!!!
Quindi rapido passaggio umoristico su Austin Powers in Goldmember, relativamente a questo sketch...uhm...siamo sicuri che il personaggio ideato e impersonato da Mike Myers (e che adoro) fosse quanto di più idoneo per parlare di Tokyo? In senso buono, intendo, non per sfottere.  
Sono ancora disorientato e perplesso quando l'argomento cambia. Adesso si parla di guida, con scene tratte da Fast and Furious: Tokyo Drift e di Resident Evil, ma non ho ben compreso il motivo di tale parallelo...evidentemente, essendoci dei motori sullo schermo serviva compensare con qualche gnocca. Per cui vai con Milla Jovovich, che tutto sommato è alle prese con un film tratto da un videogame di produzione nipponica.

venerdì 5 settembre 2014

Gli uomini vengono da Marte le donne da Venere

Titolo: Gli uomini vengono da Marte le donne da Venere
Autore: John Gray
Editore: Rizzoli
Genere: manuale, psicologia
Pagine: 279

Introduzione:
Il libro di John Gray si basa su un pensiero tanto semplice quanto efficace: gli uomini e le donne hanno due diversi modi di pensare, di parlare, di amare. I comportamenti di uomini e donne assumono quindi spesso significati diametralmente opposti. Per esempio, tanto l'uomo in determinati momenti della sua giornata ha bisogno di "ritirarsi nella sua caverna", in solitudine, quanto la donna, alle prese con le stesse problematiche del partner, sente di dover condividere i propri sentimenti con gli altri. II dialogo, contrariamente a quanto si possa pensare, non è però impossibile, anzi: dal momento che si imparano a riconoscere e apprezzare le differenze tra i due sessi, tutto diventa più facile, le incomprensioni svaniscono e i rapporti si rafforzano. E, cosa più importante, possiamo imparare ad amare e a sostenere nel modo migliore le persone che sentiamo vicine. (fonte Feltrinelli)

Il mio commento:
A volte capita di litigare con la propria morosa.
A volte capita di parlarne con gli amici.
A volte capita anche di compiere gli anni.
E a volte capita che in tale circostanza al compleanizzato di turno venga donato un utile manuale di psicologia come "Gli uomini vengono da Marte le donne da Venere" di John Gray :-)
Direi che, in sintesi, quella appena riassunta è la dinamica che mi ha portato ad avere per le mani codesto libro, non un romanzo ma una sorta di manuale sulle dinamiche generali che regolamentano i rapporti tra uomini e donne.
Non che io sia un orco (a volte sì) o che con Silvia i litigi o le incomprensioni siano frequenti, ci tengo a precisarlo, ma non nego che tendo a dimenticarmi quella piccola legge non scritta che, di fatto, costituisce le fondamenta di questo testo. Uomini e donne provengono da "mondi" diversi, governati da regole comportamentali e dinamiche psicologiche diverse, per cui è normale che qualcosa, di tanto in tanto, non venga recepito o, meglio, venga decodificato in modo errato.
Pur trattandosi di un manuale, il libro di Gray non rappresenta un testo ostico, semmai un'esperienza graduale che porta a esplorare e svelare dinamiche basilari ma fondamentali nell'ambito dei rapporti di coppia. O anche a considerare da un punto di vista "obiettivo" la genesi di certi problemi, che magari possono risalire a sentimenti non risolti del proprio passato. Sia il modo in cui è organizzato il testo che il registro linguistico adottato così come gli esempi descritti facilitano la lettura consentendo una facile diffusione del testo tra il popolo dei lettori. Non ci si trova dinnanzi a un testo dai toni aulici e scientifici, voglio dire, bensì a una lettura che scivola leggera, piacevole e naturale.
Pagina dopo pagina ho però avuto qualche dubbio su me stesso visto che non sempre mi identificavo con le figure maschili riportate negli esempi o nei dialoghi proposti...ma, secondo l'autore, rientra tutto nella norma. Mi domando che accade quando invece una persona omosessuale si cimenta con la lettura di un testo del genere...anzi, stando a quel che dice Gray, mi sa che i diversamente etero sono agevolati nei rapporti di coppia visto che si innescano relazioni marziano-marziano o venusiana-venusiana.

martedì 27 maggio 2014

Elezioni 2014: dico anch'io la mia...

Circa le elezioni, prima, dopo e durante, si sprecano valanghe di parole, tsunami di chiacchiere e bombardamenti mediatici senza pari. A volte discorsi urlati, a volte insensati, a volte appassionati, a volte ponderati. 
Quasi sempre con un taglio molto emotivo, che coinvolge o allontana lo spettatore, facendolo non tanto ragionare ma tifare e parteggiare.
Per cui, visto che c'ho un po' di tempo e voglia di esternare qualche pensiero, accenno pure io qualche riflessione sull'esito delle Europee.
In primis, più che focalizzare l'attenzione su chi ha preso più voti del previsto puntando su una comunicazione ossessiva ma efficace, su chi ne ha ricevuto meno consensi di quanto atteso o su chi ha recimolato voti insperati, punterei il classico occhio di bue sul vero vincitore di queste elezioni europee "italiane". 
Siorri e siorre, il partito dell'astensione
Con una spesa pari a zero e senza candidati, riesce a ottenere ben il 41,3 % dei voti, più del PD.
In pratica, a NON votare per le europee, è andato un italiano su due.
Rispetto al 2009, il partito dell'astensione ha guadagnato un onesto 6,35 % di consensi.
Non male, direi.
Probabilmente su questo valore hanno influito diversi fattori ma, direi, rimane un dato a dir poco preoccupante.
Mi domando quali siano le cause di un simile fenomeno e non penso che l'aver avuto un solo giorno a disposizione per votare, anziché i soliti due, sia l'unico. Di certo influisce, come il bel tempo che invoglia a fuggire verso il mare o la montagna, ma non basta a spiegare tali numeri, non in un periodo come questo in cui sono sentimenti pro e contro Europa hanno assunto consistenza.
Secondo me, quello che è venuto meno in questi mesi (anni) è una corretta e precisa informazione su quello che combinano i nostri europarlamentari, su chi sono, cosa pensano, come votano, a quali coalizioni appartengono (perché poi magari uno pensa di votare una cosa e in realtà partiti che millantano di essersi divisi stanno all'interno della medesima coalizione...)(beh, in effetti è un problema relativo se consideriamo che l'attuale governo è nato da un inciucio tra PD-Renzi e PDL-Berlusconi al di fuori delle aule del Parlamento...), quali responsabilità hanno e hanno avuto sul nostro presente. Anche sapere quanto ci costano potrebbe essere interessante. E stando a quel che si trova in internet, penso che non siano manco economici...

sabato 30 novembre 2013

Dancin' In The Ruins

Immagine presa da ilpeggio.com
Prendo a prestito il titolo di una canzone dei Blue Oyster Cult per introdurre questo post. L'argomento, manco a dirlo visto che da "un po' di tempo" si parla solo di questo, è lui, il Silvione nazionale che dopo anni e anni di battaglie decade dal proprio ruolo di senatore.
E quindi via di festeggiamenti, di dibattiti, gente che piange, gente che si dispera, altri che inneggiano ebbri e via dicendo. Lui, tanto, si consola ad Arcore organizzando qualche altra cena galante e mandando in onda a oltranza spot di sinistro significato come quello "così, giusto per ricordarlo" della Mediaset. Male che vada, potrà sempre trovare asilo presso quel simpaticone di Putin...
Personalmente trovo tutto ciò piuttosto vergognoso e tristerrimo, non la pubblicità o la visita di Putin (prima a S.B., poi alle istituzioni...???), tutto questo sprecare tempo e risorse dietro a una simile questione: in un Paese democratico e giusto, una situazione come quella sperimentata dal povero Silvio non si sarebbe certo protratta per tanti mesi/anni. Stop e interdizione dai pubblici uffici da subito, processo e accertamenti e poi, se è tutto a posto, procedi pure con l'attività politica altrimenti dritto in gabbio
E questo non perché si tratta di S. B. - giusto per chiarire, quella volta, anche se sono persuaso che sia stata tutta una grande trovata mediatica e di un escamotage per sottrarsi all'appuntamento in aula, io tifavo per Tartaglia - ma perché la politica è una questione seria, che ha ripercussioni sul presente del vivere e, udite udite, sul nostro futuro.
Per cui, penso, perché stiamo a perdere ancora tempo prezioso sulle questioni personali di Berlusconi? Pensiamo piuttosto a fare in modo che cose del genere non accadano più, che d'ora in avanti la serietà sia massima e totale laddove c'è gente che si prende la responsabilità di gestire (seriamente) la cosa pubblica in nome del popolo sovrano. 
A suo tempo, nei servizi tg nostrani,
la foto era tagliata. Non ricordo se
i giornalisti avessero scordato di
inquadrare Obama o lo striscione
Invece è tutto si riduce a un carnevale inutile e di dubbio gusto. Ci scanniamo pure sopra ad una simile questione, dibattendo, urlando, scalciando, sputando, esultando mentre, attorno, l'Italia è a pezzi, distrutta sotto molti aspetti. E noi danziamo sulle rovine di noi stessi, di un sistema che va ogni giorno sfaldandosi sotto svariati punti di vista: l'industria, l'artigianato, la moda, il cinema, l'arte, la scienza.... non da ultima la nostra cultura. 
E se quantificare la ricostruzione economica di un Paese magari è pure fattibile, conteggiare gli anni che ci serviranno per disintossicarsi e giungere a una piena e matura consapevolezza di ciò che vogliamo che sia la nostra Nazione credo non sia altrettanto immediato. Anche perché, per prima cosa, bisogna rendersi conto che questo è ciò di cui abbisogniamo e, in secondo luogo, dobbiamo volerlo conquistare.

martedì 1 ottobre 2013

..:: Prossimamente ... ::..

Scusate ma proprio non ce la faccio: ci ho provato a trattenermi ma alla fine mi son sentito in obbligo di postare questa cosa. Una sorta di anticipazione per una mia futura pseudo recensione.
Eccola qua, la punizione d'ufficio presente in Starship Troopers, piccola perla di fantascienza bellica (trash) in cui mi son incautamente imbattuto questa sera. 
E all'improvviso, ho ritrovato il sorriso :-)
Ma bando alle ciance, eccovi qua il giusto trattamento ipotizzato (caspita, è fantascienza bellica!) nel 2300 o giù di là per un pirla che in un colpo solo ha fatto ammazzare una recluta e congedare un'altra. E tutto durante una mera esercitazione contro dei manichini armati! 
Praticamente, se fossi un USA-no, lo considererei un leader naturale da seguire in battaglia memore del suo 35% ottenuto nei test (tra il livello "scudo umano" e "carne da macello") contro il 97% o giù di là della sua ragazza (livello "pilota con occhi da pazza di navi ammiraglie, ma solo durante il turno notturno, quando il resto dell'equipaggio s'infratta a ciulare come se non ci fosse un domani beatamente ignaro di andare incontro a morte certa").
Ma bando alle ciance, eccovi qui la scena che mi ha causato sì tanta ilarità, non tanto per il maschio bianco frustato da un tizio di colore (lo so, si dice negro) ma per l'idiozia di tutto il contesto (ca$$o, a una recluta che ha posto una domanda han spappolato la mano, a questo pirla che ha portato alla morte un suo commilitone solo dieci frustate...)


Comunque non finisce qui, sono seriamente intenzionato a procedere con la visione di questo capolavoro filmico. Altro che Lynch...
Invito poi il popolo italico a prendere spunto da tale sequenza nel caso stesse meditando a un trattamento da infliggere ai nostri dirigenti che, con tanta perizia, si occupano di gestire la cosa pubblica. Non farà certo aumentare il PIL né servirà a diminuire l'IVA, però potrebbe risultare gratificante assai :-)


 

domenica 25 agosto 2013

..:: Vacanze italiane 2013 ::..

"Certo che i giornalisti italiani sono davvero dei geniacci nel proporre le notizie", ho pensato mentre scorrevo un po' di titoli sull'Ansa. Stando alle principali segnalazioni del giorno l'interesse massimo del nostro impegnatissimo e illuminatissimo governo è il dibattito sull'IMU: credo che nei prossimi giorni verrà interpellato il divino Otelma per avere qualche responso. 
Sia mai che si interpellino invece quei caspita di 10 saggi che nel mese di marzo son stati prontamente selezionati per prender tempo decidere in merito alla nomina del capo dello Stato. La prossima volta magari è meglio se chiamiamo la Flotta dei Sette di One Piece....
Accanto alla vibrante preoccupazione per l'IMU, l'altra grande bomba è relativa al futuro del baldo giovane Silvio Berlusconi. Capirai, son vent'anni che ce lo sorbiamo...e non vedo perché le cose debbano cambiare nel nostro magico Paese: c'erano inciuci prima, ce ne sono ora, ce ne saranno poi. In fondo, certa gente casca sempre in piedi, e non parlo solo di Silvio B.
Per cui, anche in questo caso, novità fresche fresche e che nessuno mai si sarebbe aspettato di ritrovarsi come principali notizie su cui focalizzare l'attenzione delle masse in agosto.
Poco più in basso però, ed è questo il motivo per cui ho deciso di scribacchiare qualcosa mentre fuori il cielo è squassato da tuoni e fulmini (e si avverte pure un'empia voce nell'aria, probabilmente Saruman che ha constatato i danni causati dalla grandine alle proprie piantagione di orchi), viene riportato un allarme terrificante: E' boom di oggetti stampati in 3D
Scusate, volevo dire, solo il 32% degli italiani è partito per le ferie.
Ohibò, solo 1 su 3? Ma stiamo scherzando? Saremo mica un Paese con seri problemi economici e occupazionali, vessato da un debito pubblico in crescita sfrenata e che, nonostante tutto, continua a stagnare, crogiolandosi nei ricordi di un passato idealizzato e nel rassicurante pensiero che, in qualche modo, per intercessione divina, tutto si sistemerà da solo?
Italia.IT ... davvero?
Quelle riportate sono invece stime piuttosto allarmanti, che lasciano supporre una cera difficoltà da parte delle persone di mettersi da parte risparmi, forse a causa di introiti incerti e traballanti e aumenti globali dei costi da sostenere...niente di nuovo, lo ben so.
Spero solo non siano dati relativi al solo mese di agosto perché allora sarebbe l'ennesima riprova dell'ottusità del nostro sistema sociale, convinto di essere fermo a decenni fa: nel resto del mondo la gente viaggia tutto l'anno, come pure molti fanno nel nostro Paese, ma giornalisti e osservatori mediatici continuano a guardare al mondo con i paraocchi,
In ogni caso, di fronte a una stima tanto deprimente, non mi son sentito affatto stupito.
Voglio dire, dov'è la novità? Le difficoltà che la gente quotidianamente vive e le incertezze con cui è costretta a fare i conti sono lampanti e palesi, così come il numero di aziende che falliscono o che vedono ridurre i propri introiti o delocalizzano la propria attività... per cui uno scenario come quello descritto credo sia normale. Semmai, mi aspetterei un po' più di pro-attività da parte dei giornalisti ad esempio interpellando qualche economista o esperto per esprimere un parere, magari un elenco di manovre o proposte che si potevano attuare per correggere questi numeri, creando virtuosità e non ulteriori depressioni.
Per dire, si potevano incentivare i consumi per la stagione estiva con l'occhio previdente di chi tenta di creare mercato e occasioni lavorative, magari fornendo incentivi o possibilità di "detrarre spese sostenute per le ferie" o, al limite, incentivare l'arrivo di turisti stranieri dall'estero, con tariffe aggressive e servizi all'altezza delle aspettative (lo so che non possiamo sottrarci ai nostri obblighi verso mamma USA, ma c'è sempre la questione dei caccia...chissà quante cose si potrebbero fare con quei soldi...)

venerdì 9 agosto 2013

..:: Il vero potere dei puffi :..

Mentre me ne sto qui a Comiso, a sorbirmi gli echi dell'ennesimo matrimonio celebrato qui a Villa Orchidea (a quanto pare, da queste parti si sposano quasi tutti i giorni...) e gli effetti dell'Insolia e della cena a base di pesce, domandandomi al contempo perché la dotazione hardware di questo portatile aziendale lasci così drammaticamente a desiderare in termini di multimedialità, credo di aver raggiunto una sorta di illuminazione.
Ho capito cioè perché la società dei puffi sembra funzionare perfettamente e la nostra (quella italiana), no.
Non è questione di orientamento politico, di fede calcistica, di processi pendenti con cui bloccare un Paese o di sangue blu (ahahah, bella questa) bensì di consapevolezza di identità e capacità personali.
Come ben sappiamo, i puffi son stati creati a immagine e somiglianza di un dio venuto dal pianeta Pandora e sono univoci: ognuno di loro possiede un corredo genetico e un'identità che lo rende unico, compatibile con un solo ruolo nella società puffesca, incapace di gestire qualsiasi altro compito al di fuori dell'unico (the ONE) per il quale sono stati programmati.
Una sorta di limitazione, se vogliamo, ma al contempo una ricchezza, un valore aggiunto che proviene proprio dalla loro profonda e radicata consapevolezza di sapere chi sono e cosa possono o non possono/devono fare.
Non capiterà mai che puffo burlone si metta a fare quel che fa puffo contadino o che puffo forzuto prenda le veci di puffetta: ne andrebbe della sopravvivenza della specie.
Ecco perché ciascuno di essi possiede un ruolo ben identificato e ad esso si attiene scrupolosamente.
Motivo per cui c'è chi si occupa di cucinare, di progettare, di fare il bibliotecario, di sostituire puffetta quando questa ha il ciclo (sto parlando di puffo vanitoso...).
E grazie a questa magnifica ricchezza individuale che ciascuno possiede, la società puffica prospera e impera nei boschi, razziando l'ambiente circostante da puff-bacche come se non ci fosse un domani e suonandole a quel simpaticone di Gargamella (che si veste da pezzente e che non possiede manco uno smartphone, come il sottoscritto).
Al contempo, così dovrebbe essere per noi italiche genti, abitanti di una nazione composta da n anime, con n grande a piacere. E non bastano manco le regioni a classificarle visto che periodicamente spuntano zone nuove che fan riferimento a un fiume, a una catena montuosa o a qualche attrazione turistica locale ("...straordinaria scoperta avvenuta oggi nel mirabilandolese...", fonte Studio Aperto)
Però, se fossimo consapevoli di cosa ciascuno può o non deve fare, credo potremmo avere una qualche speranza di prosperare pure noi. Esattamente come i puffi. O gli X-men.
Non si tratta di un discorso che verte sulla discriminazione razziale o che vuol risultare discriminatorio od offensivo, sia chiaro, semplicemente ho avuto l'occasione (di nuovo e di nuove e di nuovo...) di constatare come ci siano diversità di mentalità e di modi di essere che rappresentano una ricchezza e un patrimonio, un valore aggiunto per noi italiani. Ma che alla fin fine finiscono per divenire elementi per dibattito politico, disquisizioni popolari e divisioni intestine.
Dico solo che, forse, ci sono genti di alcune zone d'Italia più ferrate in taluni ambiti rispetto ad altri e che, magari, l'aver sfruttato questa ovvia consapevolezza a nostro vantaggio avrebbe permesso di livellare l'Italia verso "l'alto" più che causare dispendio di energie, risorse e sforzi come invece è accaduto negli anni, e forse continua ad accadere tutt'ora, rallentandoci nel raggiungimento di taluni obbiettivi.
Acciderbolina!



martedì 26 marzo 2013

..:: Cose dell'altro mondo ::..

Titolo: Cose dell'altro mondo
Regia: Francesco Patierno
Anno: 2011
Genere: commedia
Cast: Diego Abatantuono, Valerio Mastandrea, Valentina Lodovini, Renato Nuvoletti, Sandra Collodel

La trama in breve:
Una città del Nordest d'Italia. L'immigrazione incide sul tessuto sociale. L'industriale Golfetto non la sopporta nella maniera più assoluta e scarica tutta la sua xenofobia in uno spazio a lui riservato nella tv locale che finanzia. Intanto fa ritorno a casa Ariele, un poliziotto con madre con Alzheimer e un tempo compagno della maestra Laura che ora attende un figlio da un africano. Un mattino però, dopo un fenomeno temporalesco anomalo, tutti gli extracomunitari e gli stranieri in genere scompaiono dal territorio. Bisogna arrangiarsi da soli. (fonte mymovies)


Il mio commento:
Visto recentemente, sebbene non eccelso né particolarmente pubblicizzato, credo che il film in questione meriti comunque una menzione su questo mio blog sempre più allo sbando e sempre meno frequentemente aggiornato. 
In primis perché ambientato qui nel Veneto (ogni tanto qualcuno si ricorda che esiste anche questa regione...) e in secondo luogo perché mira dritto al problema dell'immigrazione e di come, in realtà, questo fenomeno sia sfaccettato e diversamente percepito dalla popolazione "nanica".
Già, perché se dovessi accostare la razza veneta a una razza fantasy, magari attingendo a piene mani ad ambientazioni stile Tolkien, credo che la scelta ricadrebbe su quella dei nani: gente che lavora sodo, che vuole lavorare e che non sta senza far niente, propensa alla concretezza, difficilmente sdoganabile dal proprio territorio, che alla comunicazione, all'arte, alla cultura pensa solamente in termini di usufrutto o che, comunque, per queste non vivrebbe mai.
O, per lo meno, questo l'identikit che si applicherebbe a molta parte della gente veneta. 
Me incluso, probabilmente.
Lo so, sono volutamente provocatorio però certe volte davvero mi piacerebbe trovarmi in una regione di "elfi"....
Ad ogni modo, divagazioni a parte, questo "Cose dell'altro mondo" non è l'omonimo film del 1991 con Hulk Hogan e Christopher Lloyd: tra l'altro, in originale, si chiamava Suburban Commando.... 

martedì 19 febbraio 2013

..:: Come dimenticare (3) ::..

Poco fa, su La7, a Otto e mezzo, c'erano ospiti Travaglio e Sallusti. Tra i vari argomenti, è spuntato fuori anche un certo "Lolito", nuovo romanzo di Daniele Luttazzi che a breve sarà distribuito nelle edicole. 
Come ben sapete, malgrado alti e bassi, il buon Luttazzi è un personaggio che apprezzo e che trovo molto acuto e intelligente. Ricordo ancora con piacere Decameron, che tra l'altro andava in onda su La7 con ascolti a dir poco sorprendenti. Non un personaggio facile da gestire o da seguire, scomodo, e tra l'altro uno su cui ancora vige l' "editto bulgaro" o, comunque, una certa indisponibilità da parte dei media. D'altronde, uno che, in seconda serata, su una rete minore, registra ascolti maggiori di quelli di Rai2 in prima serata non è certamente uno che fa guadagnare soldi...uhm...o forse no?
Diciamo che, tra i tanti argomenti di discussione nei quali sono stati coinvolti i nostri politici, talune questioni rimangono meno prioritarie di altre. 
In fondo, fino a ieri, c'era da salvare la nazione dal fallimento, anche applicando strategie impopolari, spremendo e vessando, imponendo nuove tasse e rigore. Ovvero, quel che ha fatto il signor Monti che, sul finire del 2011, piovve dall'alto sull'italica scena politica. 
E che adesso ci riprova a farsi eleggere, giocando la carta della moralità, del rigore, della professionalità.
Oltre che il cagnolino nuovo di zecca, utile gingillo domestico e mediatico per questo simpatico settantenne.
Già, perché la volta scorsa non è esattamente stato eletto - o sbaglio? - e l'indice di gradimento da parte del volgo non è propriamente dei migliori.
Piuttosto è stato IMPOSTO, una sorta di memento per aiutarci a comprendere quanto importante sia il peso del voto che noi italiano possiamo dare, una misura di quanto effettivamente contiamo. 
In pratica, che il popolo sia d'accordo o meno, è ALTROVE che si decide come debba agire il governo, quali siano le priorità e l'impostazione da dare alla politica. 
Ora, non so dire se il signor Monti abbia agito in modo corretto o meno, ma indubbiamente il suo operato ha portato a qualcosa in termini di rispettabilità economica e finanziaria. Magari ha effettivamente salvato la nostra Nazione, come sostengono i nostri economisti. E, sinceramente, mi sentivo discretamente sollevato nel lasciarlo andare in giro per l'Europa o per il mondo a incontrare gli altri leader mondiali (ve lo vedete Bersani o Bossi a Bruxelles? Berlusconi invece ha già dato prova del suo savoir faire...)
Poi però qualcosa si è incrinato e "puff", si è deciso che il suo governo doveva finire. Prima di aver approvato provvedimenti o leggi in merito a leggi elettorali, conflitto di interessi, falso in bilancio, giustizia....sia mai!
E adesso, dopo che tutti i vari esponenti politici ne parlavano bene, lo elogiavano, riconoscevano la sua preparazione, colpo di scena: vai col voltafaccia collettivo e giù di sputtanamento corale!

giovedì 14 febbraio 2013

..:: Come dimenticare (2) ::..

Visto che siamo in periodo di campagna elettorale, e visto che vale quella gran vaccata della par-condicio (*), avendo io me medesimo sparlato sul Silvio nazionale qualche tempo fa, mi sento in dovere di criticare e contestare anche qualche altro movimento politico. So bene che Silvio, in quanto essere umano, non è l'unico esponente del PDL e che probabilmente la mia precedente critica può essere considerata parziale ma, fondamentalmente, me ne sbatto: se il PDL esistesse anche senza S. B. e i suoi esponenti fossero indipendenti e autonomi, magari lo scenario potrebbe essere diverso.
Diversamente, quei simpaticoni del PD sono molto più pluralisti. Ecco allora che quello che all'apparenza si presenta come UN partito è in realtà il risultato di una fusione di circa una ventina di correnti: da Bersaniani ai Dalemiani, dai Veltroniani ai Gentiloniani, poi ci sono gli Ulivisti, i Renziani, quelli di Insieme per il Pd e via dicendo. 21 correnti, tante voci, tante idee. Un bene. Ma anche un invito all'instabilità qualora si dovessero verificare disaccordi o situazioni di stallo simili a quelle che hanno portato alla caduta del governo Prodi nel 2008. E, considerando lo scenario idilliaco del nostro Paese, ha senso correre un simile rischio? Ma soprattutto, esattamente, il PD rappresenta "gran parte dell'Italia" o sono tante piccole parti d'Italia che hanno qualcosa in comune a formare il PD?
Mi chiedo poi quanto possa essere onesto un movimento che propone e sbandiera a destra e a manca l'idea delle Primarie: 
- Vieni anche tu, cittadino qualunque, paga l'obolo e vota il candidato premier!
- Ehi, ma in Italia i cittadini, con le votazioni, non eleggono il presidente del Consiglio?
- E con ciò? Tu intanto vota e aiutaci a far pubblicità a questo movimento che negli anni è cresciuto!
- Ma quanta gente ha votato alle primarie del 2005?
- Circa 4,3 milioni di persone!
- E a quelle del 2012?
- Circa 3,1 milioni, perché?
- Uhm...
Che poi, anche qua, perché ci si deve per forza ridurre a "tifare" per una persona. Diamine, non c'è un programma con delle priorità e degli obbiettivi? A prescindere da chi c'è, quelle son le cose da fare altrimenti che progetto si sta portando avanti? Non siamo mica qua a fermare l'acqua con le mani o a far la pedicure ai castori, ragazzi!

lunedì 4 febbraio 2013

..:: Come dimenticare ... ::..

...continuando con amorevole astio a sparlare sulla politica italiana, giusto per aiutare eventuali indecisi o smemorati, ecco un simpatico omaggio al leader di uno dei maggiori partiti italiani. 
Sia mai che si finisca per dimenticarci della levatura di certa gentaglia (che, tra l'altro, in questi giorni avrebbe pure qualche processo in corso ma, avendo in spregio la giustizia e la moralità, se ne sbatte altamente e prosegue con la sua campagna elettorale) anche se, in un Paese di gente dotata di buonsenso, credo, che non dovrebbe servire rivangare certe sequenze per indignarsi ogni qualvolta compare o parla. Come sempre, la nostra cara Italia dimostra di essere un grande Paese capace di regalare forti emozioni in ogni campo, non solo calcistico.




Prossimamente, non temete, per par condicio, credo continuerò con qualche altro omaggio alle altre forze politiche attualmente foraggiate da noi popolo italico.
Questo però mi sentivo di pubblicarlo perché mi fa sentire orgoglioso che un simile leader politico viva qui da noi piuttosto che in Russia o in Corea o in Libia.
Concludo infine con un riferimento - anche se dovrebbe essere superfluo - sull'IMU, visto che se ne parla molto ultimamente riferendosi alla sua eventuale abolizione come LA soluzione: l'IMU è stato inizialmente proposto dal governo Berlusconi nel marzo 2011 (colpo di scena! Shock e stupore!), poi ripreso e rivisto dal governo Monti nel decreto Salva Italia. Decreto che, per divenire legge, è stato votato dai nostri parlamentari tra cui il buon Berlusconi...che in quella votazione risulta aver dato voto favorevole

sabato 2 febbraio 2013

..:: Let's Fuck'em all ::..

Tranquillo, tranquillo...il tg
è finito...ssht! Tranquillo...
... ricordi quando arrivava il circo
com'era facile dimenticare ...

Io non lo so se, quando l'hanno scritta, Davide Autelitano e soci stessero effettivamente pensando alla situazione politico-mediatica italiana ma, a mio avviso, il brandello di canzone che ho poc'anzi riportato è dannatamente azzeccato.
Voglio dire, non so voi, ma l'intensa campagna elettorale di questo periodo mi sta procurando seri disturbi mentali. Bastano pochi minuti di tg e di pseudo spot elettorali perché io mi ritrovi a urlare, in un angolo della casa, schiaffeggiandomi come faceva Dustin Hoffman in Rain Man. 
E che cavolo, tregua, bandius, basta! 
Dico io, per quale dannato e sadico desiderio dobbiamo continuare a sorbirci i baldi giovanotti che ambiscono a farsi eleggere? Acciderbolina, ogni giorno continuano a raffica a sparare minchiate, a darsi e dirsi addosso, a promettere e smentire, a spararle su questo e quell'altro argomento con il risultato che si respira solo tensione e confusione. E molto spesso in merito a battutacce o argomenti di rilevanza epocale.
Una volta quest'uomo
aveva un lavoro: il
porta voce. Ma ora,
per colpa della crisi, si
ritrova disoccupato,
cupo e pensieroso...
Probabilmente è quello che "vogliono" (qualcun lo vorrà, penso, altrimenti avrebbero riempito i palinsesti di qualche altra cosa, tipo Sanremo...) però, sinceramente, non mi piace né mi riesce di sopportarlo ancora.
Che poi, perdincibacco, certi volti gironzolano (per non dire di peggio) in Parlamento da decenni...eppure c'è ancora bisogno di dargli spazio e di stare a sentire cosa propongono! 
Cribbio, bastava aver fatto qualche legge anni fa sul conflitto di interessi o per migliorare la legge elettorale e invece... 
Ok ok ok, chiedo venia: è anche vero che siamo in democrazia, che è un diritto, che è legittimo ma almeno, da cittadino, ovvero da sommo detentore del potere che tramite il voto conferisco a lor signor politici, pretendo che ci sia qualche mio degno rappresentante a portata di ceffone.  In alternativa, va bene anche un Ed-209 della Ocp oppure un Tartaglia qualunque. Come deterrente, sia chiaro, non perché agiscano realmente.
Anche perché, senza un sano contradditorio e senza rischi per i nostri baldi giovani lanciati verso le elezioni, questi cialtroni possono sparare stronzate e promesse senza rischio alcuno. 
In fondo, mica devono mantenere quello che promettono, no? 
E allora, vai con il coretto: "via l'Imu!", "meno tasse per le aziende!", "più soldi in tasca ai cittadini!", "più indipendenza dall'Europa!", "più lavoro!", "più PILU per tutti!".
Al contempo, argomenti quali "il caso Lusi", "il caso Fiorito", "gli scandali della giunta regionale del Lazio", "gli scandali della giunta regionale della Lombardia", "la mafia", "il taglio delle province", "il taglio di qualche decina di migliaio di posti di lavoro pubblici", "la riduzione dei parlamentari" ecc...finiscono nel dimenticatoio.
Al più, qualcuno lancia qualche frecciatina sulla riduzione delle spese in ambito militare (cosa assai facile essendo noi nel novero delle nazioni da considerarsi "il 51-esimo stato americano") o sulla reintroduzione della pena per il falso in bilancio ma... poi? 
Voglio dire, poi, che cosa accadrà realmente?

lunedì 5 novembre 2012

..:: Most needed: Car communication ::..

Esempio number one: come
comunicare e fare quant'altro
in auto mentre, sul cofano,
un pedone rotola via placidamente
(link riferimento immagine)
Dopo il fortunatissimo ciclo di post relativi alle parole chiavi maggiormente cercate e desiderate dai cybernauti che approdano su questo mio umile spazio web - iniziativa che comunque continuerà a oltranza -, ne approfitto per inaugurare una nuova rubrica aperiodica relativa a necessità cui la società, la politica, l'economia, la tecnologia, o chi per esse, dovrebbe sopperire.
IMHO, ovviamente.
Cominciamo quindi dalla Car Communication, ovvero la comunicazioni tra auto e veicoli in generale.
Viviamo, ed è banale ribadirlo, in un mondo in cui i social network, internet e compagnia bella sono, di fatto, pane quotidiano. 
La maggioranza della popolazione (mi riferisco più che altro a chi abita la mia cara amata patria Italia) possiede uno o più smartphone (sennò, come farebbe a segnalare in FB perle di inenarrabile importanza quali "sono a casa", "esco", "fuori dalla finestra vedo un gatto", "il gatto sta attraversando la strada", "attenzione, sulla strada vedo anche un'auto che sopraggiunge", "esco a fotografare il gatto spappolato"...)(sono polemico, sì, colpa del tempo), tablet, computer ed è ormai più che avvezza alla comunicazione istantanea. Lo dimostra l'onnipresenza del cellulare nelle mani degli italiani (e non) mentre gironzolano, stanno a tavola, a scuola, in treno, in auto...
Ok, non tutto il territorio è stato ancora coperto al 100% dalla banda larga e non mi è chiara nemmeno quale sarà l'evoluzione delle infrastrutture in tal senso (non c'erano dei fondi, una volta, stanziati appositamente per queste cose?) ma bene o male gli utenti del web si contano a decine di milioni.
Al contempo, considerando il grado di evoluzione dei trasporti pubblici, il numero di persone che usufruisce di veicoli propri per spostarsi è elevatissimo. Motivo per cui le strade, talvolta, si dimostrano insufficienti in termini di capienza e possibilità di gestire una considerevole  mole di traffico. 
Auto che pur risultando sempre più confortevoli e accessoriate rimangono ancora oggi scatole emetiche che non consentono alcuna comunicazione tra gli esseri umani che al loro interno si spostano, chiacchierano, imprecano, urlano, strombazzano e via dicendo...
Ora, visto che capitano situazioni di congestione dovuta a incidenti, lavori in corso, disastri ambientali, gente incapace al volante e via dicendo, o che vi siano situazioni di particolare criticità e pericolo, mi domando, perché non equipaggiare le auto di un sistema di comunicazione?
In fondo, già i camion hanno il CB a bordo e possono abbellire la cabina con luci, calendari e scritte scorrevoli.
Già a suo tempo, per altro, la FIAT aveva ipotizzato di dotare la nuova 500 di emoticons con cui interloquire con il prossimo tuo come te stesso. 
Credo però sia necessario spingersi ben oltre e interrogarsi sulla necessità che, tra utenti della strada, vi possa essere comunicazione, senza tralasciare il fatto che comunque la comunicazione avviene ugualmente tuttora, ma solo in specifiche dinamiche.
Automobilisti che telefonano? Celo! 
Cartellonistica pubblicitaria? Celo! 
Avvisi su tabelloni luminosi? Celo! 
Informazioni radiofoniche? Celo! 
Comunicazione tra guidatori? Celo!
Intendo, non braccia che sporgono dal finestrino e segnalano il dito medio, né strombazzamenti stile vuvuzela quando si è in coda o chi ci precede non parte quando vorremmo? Ah, no, questo non celo...