sabato 4 marzo 2023

L'isola

Titolo
: L'isola
Autore: Aldous Huxley
Editore: Mondadori
Genere: fantascienza, utopia, filosofia
Pagine: 334


La trama in breve:
Nessuno deve andare in nessun altro luogo. Vi siamo già tutti, se solo lo sapessimo. Naufragato sulle coste inaccessibili dell'immaginaria isola di Pala, un viaggiatore fa conoscenza con una cultura che si avvicina alla perfezione. Gli abitanti del luogo, infatti, quasi completamente privi di contatti con l'esterno, hanno tentato di realizzare un progetto di società ideale, basata sul superamento di ogni complesso, sull'ampliamento della consapevolezza e sulla fusione armonica con la natura. Ma anche questa moderna, solare utopia è destinata a venire travolta dalla barbara violenza della «civiltà» moderna. Nel suo duplice aspetto di romanzo e di saggio, "L'isola" si presenta come la descrizione di una lucida e stimolante realtà possibile. (fonte ibs)


Il mio commento:
Di Huxley avevo letto Il mondo nuovo, quasi dieci anni fa, eoni fa direi.
Rammento che è stata un'esperienza intensa, non banale, ma non ricordo se fosse stata una lettura tanto impegnativa oppure no. Nello scegliere questo libro, son stato mosso da reminiscenze di quel libro ma, col senno di poi, se dovessi riassumere il commento a L'isola con un solo aggettivo punterei su "pesante".
E' un testo affascinante, ben scritto, profuso delle conoscenze dell'autore e dei suoi pensieri su quella che potrebbe definirsi una società ideale, tuttavia è anche un testo lento nella quale la fanno da padrone lunghissimi dialoghi che sembrano recitati da automi, più che da persone. 
Nella sua permanenza sulla paradisiaca isola di Pala, il protagonista Will Farnaby ha infatti modo di conoscere ogni aspetto che regolamenta il vivere quotidiano, da aspetti legati all'educazione alla famiglia, dalla medicina all'arte, dalla scienza all'amore, conoscenze che acquisisce mentre viene accompagnato nei vari posti ed edotto dai suoi interlocutori. Persone evidentemente eccezionali che parlano, di fatto, recitando saggi tanto sono costruiti e articolati i loro discorsi, ricchi di citazioni e capaci di spaziare in vari ambiti, con il risultato di un dialogo rigoroso e profondo degno di qualche contesto accademico.
Vero è che l'isola di Pala rappresenta una sorta di elite, una società utopica (a differenza delle tante distopie che or ora proliferano sui vari media) in cui ogni aspetto è curato e seguito, nel quale non ci sono crimini e gli istinti più negativi vengono riconosciuti e re-indirizzati. Anche il concetto di famiglia e di legame affettivo è diverso da quello che conosciamo, in quanto vi è controllo delle nascite (tema già presente ne Il mondo nuovo), l'amore è vissuto liberamente e ogni cerchio familiare ingloba più famiglie, rendendo un qualsiasi infante legato di fatto a più genitori.
Un paradiso non immediato da comprendere e nel quale è anche previsto l'uso di una droga, la medicina moksha, capace di amplificare percezioni e conoscenze delle persone e che lo stesso Will, nella parte finale, sperimenterà in un percorso sensoriale e percettivo molto ben reso sulle pagine del libro. E sotto il profilo dello stile e della capacità di scrittura, non ho nulla da lamentarmi di quanto proposto da Huxley che, a mio avviso, confeziona un'opera davvero memorabile e di alto spessore.
Contrapposte a questo paradiso vi sono invece le esperienze di vita dello stesso Will, che ha in cv qualche vizio, tradimenti alla moglie e qualche comportamento non sempre dei più virtuosi, e la pressione, del mondo esterno, per metter le mani sulle ricchezze di Pala.
Al netto che l'isola stessa ha mantenuto negli anni una posiziona molto isolata e chiusa, il mondo esterno preme per metter le mani su di essa e sulle sue risorse, in particolare il petrolio. Non vi è interesse nell'approfondire cultura e modelli sociali, o nell'apprendere aspetti legati alla scienza o alla regolamentazione dei comportamenti delle persone che compongono la società, per replicare modelli virtuosi: quello che interessa all'esterno, al mondo consumistico, è depredare, è trovare un nuovo mercato, è traviare e ingannare le persone di rilievo (vedasi il principe Murugan) per poter avere un accesso facilitato alle ricchezze di Pala, un processo che si muove in sottofondo nella narrazione e che prorompe nel finale, facendo da contraltare alla "beatitudine" toccata da Will dopo l'esperienza con la medicina moksha.
Una critica quindi a quello che è il mondo moderno, troppo chiuso e concentrato su aspetti di mercato e di consumo più che a riflettere e migliorare la qualità della vita attraverso il contatto con la natura e l'elevamento dello spirito, abbattendo differenze di religione e di razza, dando a tutti l'impulso ad un'accresciuta conoscenza di sè e del mondo.
Un libro che quindi è a metà tra romanzo e saggio/sermone, di non facile lettura, con parti anche molto intense e profonde, probabilmente da accompagnare con riflessioni e approfondimenti ulteriori, ma dal contenuto indubbiamente molto valido e profondo.

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