sabato 30 maggio 2020

Viola 76



Quale può essere il limite estremo a cui un uomo può giungere se animato da un unico ossessivo pensiero?
Fino a dove ci si può spingere in nome dell’egocentrica considerazione del valore della propria produzione artistica?
Quali sono le terribili conseguenze derivanti dall’abuso della droga sintetica Lethars?
Perché media e poliziotti ricorrono al nome in codice “Viola-76” per identificare alcuni misteriosi casi che si stanno verificando in città?
Scopritelo in questo racconto lungo ammiccante alla fantascienza e dal sapore vagamente demenziale.

Questa la quarta di copertina di Viola 76, racconto relativamente lungo scritto qualche anno fa e che inizialmente avevo reso disponibile gratuitamente sotto forma di ebook-pdf.
In questo periodo però ho deciso di riprendere in mano il testo e di rivederlo per poi finalizzarne la pubblicazione tramite Amazon. E' disponibile in due formati, sia come ebook kindle che come libro cartaceo. In entrambi i casi ho cercato di mantenere il prezzo al minimo.
Ecco quindi che ne approfitto per segnalarvi questo mio testo, una sorta di esperimento/gioco letterario che (probabilmente...) strizza l'occhio ad alcune produzioni cinematografiche uscite negli anni scorsi.

Buona lettura!

venerdì 29 maggio 2020

Dune


Titolo: Dune 
Sottotitolo: Il ciclo di Dune: 1
Autore: Frank Herbert
Editore: Fanucci
Genere: fantascienza
Pagine: 722

La trama in breve:
Arrakis è il pianeta più inospitale della galassia. Una landa di sabbia e rocce popolata da mostri striscianti e sferzata da tempeste devastanti. Ma sulla sua superficie cresce il melange, la sostanza che dà agli uomini la facoltà di aprire i propri orizzonti mentali, conoscere il futuro, acquisire le capacità per manovrare le immense astronavi che permettono gli scambi tra i mondi e la sopravvivenza stessa dell’Impero. Sul saggio Duca Leto, della famiglia Atreides, ricade la scelta dell’Imperatore per la successione ai crudel Harkonnen al governo dell’ambito pianeta. È la fine dei fragili equilibri di potere su cui si reggeva l’ordine dell’Impero, l’inizio di uno scontro cosmico tra forze, popoli magici e misteriosi, intelligenze sconosciute e insondabili. Con Dune Frank Herbert inaugura la serie di romanzi divenuti ormai di culto, che segneranno in maniera indelebile l’immaginario fantascientifico letterario e cinematografico degli anni successivi. (fonte Amazon)

Il mio commento:
Era da un bel po' che avevo intenzione di leggere questo libro e ne ho approfittato in questo periodo, sfruttando il mio fido Kindle. Di Dune ho sentito parlare a più riprese, negli anni, o come riferimento a un'opera importante per la fantascienza o come riferimento per qualche film. Al netto di quello realizzato da Lynch negli anni '80, e di quello di imminente uscita firmato da Denis Villeneuve (già apprezzato regista di Blade Runner 2049), in effetti, di riferimenti all'opera di Herbert credo se ne possano trovare vari. Penso infatti ad alcuni elementi di Star Wars (il desertico Tatooine, pianeta natale di Luke Skywalker, ma anche al vermone con cui Jabba the Hutt vuol giustiziare il nostro caro Mark Hamill) ma anche alla saga di Tremors...
In ogni caso, leggendo il libro, è innegabile il fatto che sia pregno di molti elementi attuali, in particolar modo dinamiche ambientali e religiose. Il pianeta Arrakis, meglio conosciuto come Dune, è desertico, arido, inospitale...tuttavia, su di esso, il popolo dei Fremen è riuscito a modellare tecnologie e uno stile di vita votato al massimo risparmio d'acqua e alla riduzione degli sprechi, oltre a un regime alimentare molto rigido. Ad esempio utilizzano tute distillanti, con cui coprire e proteggere il proprio corpo riciclando l'acqua di esso, ad esempio recuperando ogni tipo di umidità prodotta. Allo stesso tempo, molte altre dinamiche di vita e di morte all'interno della società trovano una compensazione in acqua, da scambiare o recuperare. Una società attenta, parsimoniosa, stoica ma anche per questo spietata e dura.
Terreno fertile per introdurre e amalgamare il tema religioso, che con gli echi di antiche scritture e profezie, consolida la carismatica figura DEL leader tanto atteso, con nomi arabeggianti che rimandano all'idea di ciò che l'occidente inquadra come islam e area musulmana.
In tutto questo, si intrecciano cospirazioni e disegni politici, interessi economici (e non), selezione e manipolazione genetica che produce esseri superiori (ad esempio i mentat, persone con capacità logiche e di calcolo simili a computer), culti e addestramenti misteriosi i cui adepti sono combattenti formidabili capaci di ricorrere a facoltà sovrumane (non muovono gli oggetti col pensiero come i jedi ma poco ci manca...), nonché viaggi interstellari e scontri tra l'imperatore e classi nobili contro i (ribelli) Fremen...
La storia proposta da Herbert è ad ampio respiro, molto ben studiata e gestita, anche se talvolta risulta descritta e narrata con tono fin troppo scientifico e logico e in altri sintetizzato assai (mi riferisco alle battaglie del finale). Non è una lettura scanzonata o gioiosa, ecco, ma sempre in linea con quella che è l'ambientazione proposta, difficile e ostica. Si percepisce una certa tensione e, ancor di più, una predestinazione che spinge e condiziona fortemente Paul Atreides, figlio del Duca Leto, destinato a diventare il Muad'dib tanto atteso dai Fremen. Lo incontriamo all'inizio che è un adolescente, non uno qualsiasi: è un ragazzo molto acuto, addestrato dal mentat Thufir Hawat, e iniziato da Lady Jessica, sua madre, e concubina del duca Leto, alle pratiche della sorellanza Bene Gesserit. Nel corso della storia, se i dubbi sulla grandezza del destino a cui era chiamato già erano pochi, lo vedremo crescere e divenire un leader carismatico, il Muad'dib accennato poc'anzi, ma anche il Kwisatz Haderach, una sorta di essere supremo che può essere in più luoghi contemporaneamente, ossia l'incarnazione dei progetti di selezione genetica promossi dalla setta Bene Gesserit.

martedì 19 maggio 2020

Libri ed ebook di maggio

A differenza degli ultimi, approfitto di questo post per segnalare alcuni libri ed ebook che potrebbero essere di interesse per gli occasionali lettori di questo blog: buona lettura ^_^



Titolo: La mia via
Autore: Angelo D'Aria
Editore: Amazon

Descrizione: Il maestro D'Aria Angelo, racconta i suoi 48 anni di studi, ricerche e pratica nel mondo delle arti marziali orientali. Un viaggio che parte dal 1972 e arriva fino al 6 Maggio 2020.
Nel libro, Angelo presenta la Via che ha percorso per arrivare a coronare il suo sogno di vivere facendo il maestro di arti marziali.
Racconta anche i suoi 40 anni passati ad insegnare nella sua scuola italiana di Wu-Shu.

Guarda il book-trailer o leggi l'introduzione del libro
All'interno del libro, oltre a numerose foto, sono anche contenute dediche da parte di maestri di arti marziali, affiliati e non, alla D'Aria Angelo's School. Tra questi, c'è anche la mia ^_^




Titolo: L'Ape legnaiola
Autore: Stefania Bonatti

Descrizione: Quasi fosse un esercizio catartico, una sorta di intimo diario, questo romanzo si può considerare la cronaca di un amore, dai confini labili al tempo del COVID19. Amore e odio, in realtà: quel che oggi viene definito un amore tossico. Due solitudini che si sono incontrate, compensandosi. La tormentata protagonista, Stefania, ventunenne studentessa di Filosofia, in forma epistolare si rivolge a Enrie, l’oggetto di tali sentimenti. Non lo fa, tuttavia, per mezzo di lettere o messaggi, se non in minima parte, quanto piuttosto attraverso lunghe pagine di introspezione, che proiettano, sublimandola, una condizione di estremo disagio. Enrie ha anche qualche problema di dipendenza dalle sostanze. Un altro tipo di dipendenza, invece, è quello della protagonista: la dipendenza affettiva, probabilmente alimentata dal difficile vissuto della stessa Stefania, data in adozione in giovanissima età.





Titolo: La notte e la neve
Autore: Marco Cirillo

Descrizione: Un thriller psicologico ambientato a Copenaghen, tra i canali annebbiati e i cieli grigi dell’inverno che dura a lungo.
Uno psicanalista e un ispettore entrambi esperti nel loro lavoro si incontrano e si scontrano sullo sfondo di complicati delitti. Pazienti con le loro debolezze, le loro indifese paure, sedute marcate dallo scorrere del tempo, scandito dal ticchettio dei secondi.
Amori celati, amori violenti, rancori radicati nella memoria emergono poco a poco. Un delicato intrigo di sospettati e personalità diverse che si muovono verso la verità, in un’indagine profonda alle radici della mente umana.
La notte e la neve sono tutte e due silenziose.

Ma una è bianca e l’altra è nera.

venerdì 15 maggio 2020

Black Mirror (Quinta Stagione)


Titolo: Black Mirror (quinta stagione)
Episodi: 3
Anno: 2019
Genere: fantascienza

La trama in breve:
Come per le precedenti, anche quest'ultima stagione di Black Mirror è costituita da episodi non collegati tra loro e focalizzati sulla deriva tecnologia e i relativi impatti sociali, politici, etici... sulla società.
Gli episodi che compongono la quinta stagione sono solamente 3:
  • Striking Vipers
  • Smithereens
  • Rachel, Jack and Ashley Too


Il mio commento:
Sinceramente, mi aspettavo molto di più. Sono consapevole che non sia facile proporre storie originali o c'entrare sempre le attese degli spettatori ma, rispetto alle precedenti stagioni, questa l'ho trovata molto sotto tono. Probabilmente si salva solo la prima delle tre puntate, Striking Vipers.
Per carità, si tratta comunque di episodi che presentano spunti interessanti su cui si possono innescare varie riflessioni e considerazioni ed è innegabile che a livello di recitazione, regia e fotografia il risultato sia più che buono, però manca quel non so che, quella verve e forza che episodi di altre stagioni hanno saputo proporre per spiazzare o comunque scuotere lo spettatore.
Non so se possa c'entrare il fatto che, tutto sommato, si tratta di episodi poco "fantascientifici" e magari più vicini a dinamiche già presenti nella vita reale. 
Comunque sia, partendo dal terzo episodio, "Rachel, Jack and Ashley Too" si concentra per lo più su dinamiche incentrate sulla figura di Ashley O, popstar / idol che sta attraversando un momento di ribellione ma di cui i fan sono innamorati, tanto che ne è stata fabbricata anche una versione "robot tascabile" perché ognuno possa averla con sé, in casa. La scelta di Miley Cyrus non so se fosse dovuta a una richiesta della stessa attrice o se per evidenti paralleli con la sua carriera, inizialmente sotto la protezione della Disney. Ad ogni modo, al netto di portare in scena il contrasto tra identità di un vip e la sua costruzione a tavolino, condizionata dalla necessità di far prevalere esigenze di marketing e di immagine alla vita reale, troviamo spunti sulla mercificazione delle star, che va ben oltre i limiti della vita - un po' come quando vengono realizzati e proposti video o brani musicali anche dopo la loro dipartita. E ancora qualche spunto sugli show live, mettendo a confronto esperienze più fisiche e personali con esperienze virtuali, con avatar e riproduzioni senza la reale presenza delle star in questione, artifici che la tecnologia ci consente di adottare e che fanno leva su ciò che il pubblico effettivamente vuole o accetta. Spunti interessanti, per carità, attuali anche, però che a mio avviso non vengono trattati in modo particolarmente provocatorio o di impatto...anche se, a dirla tutta, una certa scena poteva portare ad epiloghi ben diversi e, forse, per questo, rivelarsi più incisiva.
Fatto sta, non ho però capito se questa mia insoddisfazione dipende dalla storia proposta o se, invece, perché si tratta di dinamiche con cui già facciamo i conti e a cui siamo abituati, complici gli effetti speciali al cinema o campionature musicali rielaborate, o che magari richiamano anche altre storie (ad esempio Simone, ma solo per la parte di costruzione e virtualizzazione dei "vip")

domenica 10 maggio 2020

Guns Akimbo

Titolo: Guns Akimbo
Anno: 2019
Regia: Jason Lei Howden
Genere: azione, distopico
Cast: Daniel Radcliffe, Samara Weaving, Rhys Darby, Ned Dennehy, Hanako Footman

La trama in breve:
C'è un gioco pericoloso in città, illegale e seguitissimo: si chiama Skizm, e ci si gioca la pelle in diretta online. Miles lo segue come tutti gli altri, ma una sera, sbronzo, fa commenti pesanti sull'inventore del gioco. E il giorno dopo si ritrova con due pistole trapiantate nelle mani, sbalzato nell'arena e costretto a sfidarne il campione assoluto, la cattivissima Nix. (fonte mymovies)

Il mio commento:
Ingredienti per un film fracassone e tamarrissimo:

Condite il tutto con musiche calzanti e in versione rockettara - tipo Dead Or Alive - You Spin Me Round (Like a Record) -, aggiungete effetti speciali e luci colorate a gogo, la giusta dose di demenzialità e tanto sangue e...beh, avrete Guns Akimbo.
Ah, scordavo una bella dose di regia funambolica che non si risparmia movimenti di macchina rocamboleschi e inquadrature spiazzanti: non può mancare.
Diciamo che la sceneggiatura e la trama non sono esattamente il punto forte del film, che però, a mio avviso, risulta pacchiano e godibile ugualmente, considerando l'idea alla base di esso. Ovvero un povero disgraziato che si trova, di punto in bianco, due pistole inchiodate alle mani, con tutti i problemi che ne possono derivare, costretto a una sfida impari nel disperato tentativo di sopravvivere in un gioco mortale trasmesso in diretta streaming. 
Con sopravvivere s'intende anche a se stessi e a movimenti quotidiani: in fondo avere due pistole strette in ciascuna mano - quell'akimbo del titolo arriva proprio da questo - rende ostica l'esecuzione anche delle faccende più banali dal rispondere al telefono al cibarsi, dall'uscire di casa all'andare in bagno...e non parliamo di vestirsi, tant'è che il povero Daniel Radcliffe di vede costretto alla fuga in mutante, accappatoio e pucciosissime babbucce feline. Addio ad ogni dignità e senso del pudore, soprattutto se l'unica su cui si può contare e la tua ex di cui sei ancora segretamente invaghito. 
Sulle sue orme la nipote dell'agente Smith di Matrix, una pazza senza scrupoli che non esita a sparare, uccidere e distruggere. Sinceramente Samara Weaving non mi era nota, ma devo dire che se la cava egregiamente, seppure il suo personaggio non sia poi così approfondito ma solo una caricatura.

Nyx, agguerritissima campionessa in carica di Skizm...

...e Miles, il nuovo (inconsapevole) sfidante

La storia si sviluppa, ovviamente, senza che ci sia un particolare senso in ciò, o un messaggio particolare da veicolare al pubblico. Si potrebbe riflettere sul valore del cyber-bullismo, sulla deriva dell'uso di mezzi di reality e media, sull'assenza di morale e valori della società, su come vengono percepiti e creati i vip (lo sono anche gli stessi disperati-assassini prigionieri di Skizm) (un po' come faceva riflettere, a suo tempo, Samuele Bersani). 
Lo spettatore potrebbe anche indugiare su pensieri relativi all'effettiva gerarchia del potere, ovvero giustizia vs media, o sull'assuefazione (e conseguente indifferenza) a soprusi e violenza. 
O anche chiedersi se una realtà come quella proposta dal film, in cui il valore della vita viene annichilito e tutto diventa lecito, con orde di fans e spettatori che godono della morte e della sofferenza altrui, possa concretizzarsi o meno.

martedì 5 maggio 2020

Carnival Row

Titolo: Carnival Row -Stagione 1
Episodi: 10
Anno: 2019
Genere: fantasy

La trama in breve:
Carnival Row è una serie televisiva originale Amazon con un'ambientazione fantasy. Il mondo in cui si svolgono le vicende vede la compresenza di esseri umani e di creature fantastiche, i fatati, ossia fate, fauni, centauri e altre creature. La storia si configura prevalentemente come giallo, seguendo le indagini dell'ispettore Rycroft "Philo" Philostrate presso la città di Burgue. Cercando di risolvere una serie di efferati omicidi emergeranno in modo evidente le difficoltà di convivenza tra razze e, sullo sfondo, intrighi politici e gli echi di una guerra...

Il mio commento:
Sinceramente, dalla presentazione e della pubblicità della serie, mi ero fatto l'idea che fosse un po' più soft, non solare e spensierata sia chiaro. Invece la serie si rivela piuttosto cupa e anche parecchio truculenta, che viga all'horror nell'indugiare su ferite e squartamenti vari perpetrati dall'assassino/cosa che miete vittime nel centro di Burgue, nel quartiere di Carnival Row per l'appunto, e che poi lascia i cadaveri in bella mostra. Giusto per non attirare attenzioni...
Pensavo, a torto, che si trattasse di un fantasy un po' più tranquillo e pacato, ecco. E pensavo pure che la storia fosse la trasposizione di qualche romanzo o di qualche graphic novel...invece pare che sia una produzione originale, nata e pensata per il piccolo schermo e al cui sviluppo ha lavorato anche Guillermo del Toro.
Nel complesso questa prima stagione di Carnival Row si salva, sebbene la narrazione proceda un po' ad alti e bassi, con parti più monotone e altre più interessanti, soprattutto dopo che i vari personaggi son stati un po' caratterizzati. Per fortuna non sono una miriade come in Game of Thrones, però gli autori han saputo creare un discreto intreccio tra di loro.
Abbiamo quindi Vignette, una fatata, ribelle, ex-fiamma di Philo che giunge a Burgue come profuga. Abbiamo i fratelli Ezra e Imogen Spurnrose, aristocratici decaduti in cerca di riscatto. Abbiamo la famiglia del cancelliere Breakspear, composta dal non brillantissimo Absalom, la misteriosa moglie Piety e il figlio scapestrato Jonah. Incontriamo anche il ricchissimo fauno Agreus Astrayon, nuovo vicino di casa dei Spurnrose e, ovviamente, Rycroft "Philo" Philostrate, un Orlando Bloom sempre cupo e incazzato che si sforza di apparire granitico, unico ispettore che si da da fare per i fatati (chissà perché...) e dal passato misterioso.
Tra gli aspetti più interessanti della serie ci stanno di sicuro l'ambientazione, che colloca elementi fantastici in una società simil-novecentesca, con ovvie dinamiche di incomprensione, scontro e difficile coesistenza. Non mancano episodi di razzismo, prevaricazioni e diritti negati...mentre al contempo le persone dabbene non disdegnano di aver in casa servi fatati o di spassarsela con concubine volanti. 
Da premiare certamente la colonna sonora, sempre molto azzeccata e suggestiva, con musiche evocative e che ben sottolineano determinate scene: un esempio di ciò è "I fly for you", struggente ninna nanna cantata durante un flashback particolarmente illuminante.
Sulla recitazione degli attori, più di tanto non saprei che dire, ma a mio avviso niente di memorabile. Sinceramente nessuno dei personaggi mi si è impresso in modo particolarmente indelebile anche se, senza dubbio, ci sono elementi interessanti in gioco. Però, non so, non son rimasto così convinto o suggestionato.