sabato 26 gennaio 2013

Django Unchained


Titolo: Django Unchained
Regia: Quentin Tarantino
Anno: 2012
Genere: western
Cast:  Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo DiCaprio, Samuel L. Jackson, Kerry Washington, Quentin Tarantino, Don Johnson, Franco Nero

La trama in breve:
Stati Uniti del Sud, alla vigilia della guerra civile. Il cacciatore di taglie di origine tedesca dottor King Schultz, su un carretto da dentista, è alla ricerca dei fratelli Brittle, per consegnarli alle autorità piuttosto morti che vivi e incassare la ricompensa. Per scovarli, libera dalle catene lo schiavo Django, promettendogli la libertà a missione completata. Tra i due uomini nasce così un sodalizio umano e professionale che li conduce attraverso l'America delle piantagioni e degli orrori razzisti alla ricerca dei criminali in fuga e della moglie di Django, Broomhilda, venduta come schiava a qualche possidente negriero.   (fonte mymovies)
Il mio commento:
Visto recentemente al cinema, Django Unchained riconferma la capacità di Mr Tarantino di saper proporre ottime narrazioni cinematografiche. Probabilmente non siamo ai livelli di Bastardi Senza Gloria (che, parafrasando le parole di Aldo Raine, "è il suo capolavoro") ma siamo comunque dinnanzi a un ottimo film. Lunghetto, con scene tipicamente tarantiniane, splatteroso quanto basta, infarcito di lunghi dialoghi ma assolutamente godibile e riuscito. 
Non mi è chiaro come mai Quentin si sia buttato sul western, un genere che di tanto in tanto ritorna con esperimenti di senso più o meno compiuto (vedasi Cowboys and aliens del 2011, Il Grinta del 2010, Appaloosa del 2008...) e che sicuramente solletica il palato dei nostalgici che, tra gli anni 60 e 70, son cresciuti a pane, deserti e sparatorie. 
Diciamo che lo si può considerare un genere "classico" che, sinceramente, non mi ha mai attirato granché. 
Però, in questo caso, c'è di mezzo il Tarantino, che probabilmente di western ha fatto indigestione, e quindi ogni incertezza si scioglie come neve al sole dinnanzi al suo personale omaggio al genere.
Il titolo, come ben si sa, ammicca a quel Django impersonato da Franco Nero che tanto ha ispirato seguiti, più o meno legittimi, e registi di ogni dove (c'è pure un Sukiyaki Western Django di nazionalità nipponica, territorio squisitamente natale dei western...). 
Però, in realtà, con l'originale non c'entra praticamente nulla...poco male.
Ora, non mi va di dilungarmi sulla storia e sullo sviluppo della trama, che comunque risulta ben gestita e sviluppata tanto che le quasi 3 ore di film scivolano via senza alcun problema, appassionando e convincendo. Nemmeno sulle ambientazioni proposte o sulle trovate di regia presenti (vedasi la scena in cui Django se ne sta appeso a testa in giù o quanto quest'ultimo cavalca senza sella col fucile in mano, con tanto di accelerate e vibrazioni, o ancora gli zoom pacchiani eseguiti sul volto di DiCaprio) bensì su alcuni elementi presenti.
In primis, è d'obbligo spendere due parole sul cast proposto, composto da attori molto validi, intensi e convincenti. DiCaprio ormai lo conosco e confido nelle capacità del mio omonimo, per cui non avevo dubbi che si sarebbe comportato bene (tranne per il fatto che si è ferito con un pezzo di vetro durante la scena in cui si incazza a tavola...). 

giovedì 24 gennaio 2013

Cloud Atlas

Titolo: Cloud Atlas
Regia: Tom Tykwer, Andy Wachowski, Lana Wachowski
Anno: 2012
Genere: fantascienza, commedia, drammatico, storico, spy-story, post-apocalittico...direi un mix di generi
Cast: Tom Hanks, Halle Berry, Jim Broadbent, Hugo Weaving, Jim Sturgess, Bae Doo-na, Ben Whishaw, James D'Arcy, Zhou Xun, Keith David, Susan Sarandon, Hugh Grant

La trama in breve:
Sei storie si svolgono in parallelo anche se ambientate in sei epoche diverse, come se fossero presenti in un'unica dimensione senza tempo. A metà ottocento un avvocato americano si adopera contro la schiavitù, negli anni '30 un giovane compositore bisessuale viene incastrato da un grandissimo autore presso il quale lavora, a San Francisco negli anni '70 una giornalista cerca di svelare un complotto per la realizzazione di un reattore nucleare, ai giorni nostri in Inghilterra un anziano editore viene incastrato e internato in una casa di cura da cui cercherà di fuggire, nella Seul del 2144 un clone si unisce ai ribelli e scopre che quelle come lei sono utilizzate come cibo per altri fabbricati e infine nel 2321 in una Terra ridotta all'eta della pietra da una non ben identificata apocalisse un uomo entra in contatto con i pochi membri di una civiltà tecnologicamente avanzata e si ribella alla tribù dominante. (fonte mymovies)

Il mio commento:
ATTENZIONE: probabilmente il seguente commento conterrà spoiler e parole ammiccanti al pseudo-linguaggio usato da Tom Hanks e socu nel 2321...
Ebbene, avevo occhiato questo film al cinema due domeniche fa e desideravo ciarlarne su questo mio blog. Purtroppo il tempo libero è sempre inversamente proporzionale a ciò che si vorrebbe fare e quindi eccomi qui, ora, dopo il mangia post kung fu, a scribacchiare qualcosa.
Ordunque, da dove cominciare? 
Leggo qua e là commenti eterogenei, pareri contrastanti, spettatori e critici che acclamano il film e altri che lo bocciano, altri che invece non han visto nulla e altri che vorrebbero vedere Cloud Atlas ma sono indecisi. A parer mio non vi è alcun dubbio su ciò che abbisogna fare: andate e guardate!
Credo infatti che non sia facile farsi un'opinione su un film del genere senza averlo sperimentato sulla propria pelle. Ok, tre ore di film (e assolutamente in 2D...ehi, ma come? I Wachowski, quelli che praticamente hanno rilanciato la fantascienza su grande schermo, che hanno contribuito assai e assai al "modo di fare cinema", che non puntano sul 3D!?!?! Hallelujah, dico io!!) non sono assolutamente poche (almeno qui in Italia questa produzione non ha subito particolari tagli) ma non prestano il fianco alla noia. 
Se poi magari avete pure letto l'omonimo libro di Mitchell magari potrete avere ulteriori elementi su cui concentrarvi o da cui prender le distanze. Io, come al solito, non ho letto alcunché per cui proseguo con il mio parla a vanvera.
Come già riportato nella pseudo trama dell'opera, in realtà, non siamo di fronte a un unico film bensì a sei diversi "cortometraggi" appartenenti a generi diversi che, a dirla tutta, han permesso agli autori di sbizzarrirsi con ambientazioni, costumi, soluzioni visive (e pure linguaggi...) e qualunque idea avessero in mente. 
Magari i Wachowski stavano semplicemente discutendo quando han scovato il progetto di Tykwer:
"...il prossimo film, di che genere lo facciamo?" 
"Uhm...di tutti i generi!"
"Anche il porno?"
"Sarebbe bello, magari con un bel bullet time quando...che c'è? Ok, ok, niente porno...." 
"E neanche cinepanettoni all'italiana" 
"Ovvio!"
"Ma dove la troviamo una produzione che ci appoggi per..."
"Ehi, guarda qua!"
E il resto è storia, questa storia.
Ma oltre alle idee, la saviezza del triumvirato (ok, Larry è diventata Lana ma volevo tanto usare la parola triumvirato e quindi...) ha permesso loro di arruolare un manipolo di baldi attori e di "riciclarli" in ruoli e contesti tra i più disparati con risultati talvolta sorprendenti (vedasi Bae Doo-na in versione occidentale oppure Halle Berry sbiancata, per non parlare di come è stato conciato Hugh Grant nelle vesti del predone del futuro...) e altre volte inquietanti (Hugo Weaving, ommioddio, in versione donna è...ommioddio...ommmidio....ommidio...).

domenica 20 gennaio 2013

..:: Ted ::..

Titolo: Ted
Regia: Seth MacFarlane
Anno: 2012
Genere: commedia
Cast: Mark Wahlberg, Mila Kunis, Seth MacFarlane, Joel McHale, Giovanni Ribisi

La trama in breve:

All'età di 8 anni, John Bennett è un bambino solo e impopolare, il cui unico amico è un orsetto di peluche. 
Tale è la forza con la quale John desidera che Ted possa parlare, che la sua speranza si avvera e l'orso prende vita. Trent'anni dopo, i due sono ancora migliori amici, fan scatenati di Flash Gordon e coinquilini dediti ad alcol e fumo da mane a sera. Uno stile di vita, questo, che rischia però di mettere seriamente a repentaglio la relazione sentimentale che John ha intrapreso da qualche anno con Lori. La ragazza, esasperata, arriva dunque a porgli il terribile ultimatum: crescere, abbandonando l'orsetto al suo destino, o rinunciare per sempre a lei. 

Il mio commento:
Ok, ok, lo so, qualcuno di voi si sarebbe aspettato di veder pubblicato un commento a Cloud Atlas visto domenica scorsa ma....sono pigro e volubile. 
E considerando che prima dell'ultima fatica dei Wachowski mi ero sorbito qualche altro film, ho pensato di ciarlarne qui sul mio blog. Avrei visto anche Bubba Ho-Tep (parzialmente...), del 2002, ispirato all'omonimo romanzo di Joe R. Lansdale, e Sessione 9, thriller del 2001, ma amen... 
Per cui, in attesa di Cloud Atlas e delle altre mirabolanti visioni cui mi sto dedicando con una frenesia a dir poco pari a quella dei bradipi, eccovi un commento spicciolo di Ted.
Ebbene, me ne era stato caldamente consigliata la visione da amici e conoscenti che già l'avevano visto al cinema. In alcune classifiche di esimi blogger l'avevo occhiato tra i migliori prodotti cinematografici del 2012 (assieme all'orrido The Grey, tra l'altro, il che mi lascia perplesso assai sulla validità e saviezza di tali classifiche) ma, a parer mio, è un'opinione che non condivido appieno. 
Partiamo da una premessa: mi considero di mio una persona votata alla demenzialità, e a cui piacciono film comici, sarcastici e demenziali purché dignitosi e intelligenti. Della serie, Una pallottola spuntata per me è ok, Hot Shots è ok, Boris è ok. Diversamente, i cicli di cine-panettoni dei Vanzina possono invece rappresentare la classica goccia che fa traboccare il vaso e togliere eventuali dubbi sull'intenzione di suicidarsi a un uomo disperato in piedi su di un cornicione che cadrà al suolo piangendo e mugugnando "...non c'è speranza, non c'è speranza...".   

venerdì 18 gennaio 2013

..:: Esce Storie di Confine ::..


È disponibile all'acquisto on line, per l'editore WildBoar, Storie di Confine, l'antologia di racconti brevi fantasy promossa dall'Associazione Culturale Terre di Confine, il cui ricavato verrà devoluto all'ONLUS Medici senza Frontiere. 55 racconti scritti da autori esordienti e autori già noti ai patiti del Fantasy italiano. L'antologia ospita anche 15 illustrazioni realizzate da illustratori di gran nome e da esordienti, mentre Diramazioni - Illustration and Design ha regalato la splendida immagine di copertina.

Storie di Confine è nata dall'intento comune dei suoi curatori di fornire un aiuto concreto a chi assiste i sofferenti della Terra senza distinzioni di alcun genere. L'antologia ha visto convergere gli sforzi di tanti creativi della scrittura e dell'illustrazione, più e meno noti, tutti uniti dalla voglia di trasformare la propria creatività in un atto concreto per un fine benefico. Come tema conduttore abbiamo scelto il 'confine', inteso sotto ogni possibile accezione e da rendere in chiave fantastica.

È stato un lungo cammino quello che ci ha portato sin qui, ma abbiamo ancora molta strada da percorrere. Ora, tutti noi, abbiamo l'occasione di superare insieme un nuovo limite e far incontrare la creatività fantastica e il mondo del volontariato umanitario.

Storie di confine si può acquistare presso lo shop on line WildBoar, all'indirizzo:

Solo per gli acquisti effettuati entro il mese di gennaio, non si pagheranno le spese di spedizione. Oltre che sullo shop on line WildBoar, il libro si potrà trovare solo alle presentazioni che effettueremo durante il 2013. Maggiori informazioni a riguardo seguiranno.


Dalla quarta di copertina
L'idea è nata nel 2011: osservavamo il mondo che si mobilitava a seguito delle molteplici crisi che avevano visto impegnate in prima linea varie associazioni, capaci di fornire assistenza alle vittime di conflitti, ai terremotati/irradiati di Fukushima, ai migranti sbarcati a Lampedusa... mentre noi vi assistevamo fermi davanti ai nostri monitor. Cosa può fare, ci siamo chiesti, chi non opera sul campo ma sulla tastiera di un pc? La soluzione si è materializzata nell'idea di concretizzare la nostra passione, realizzando qualcosa che parlasse di un problema di fondo comune a molte di quelle situazioni che ci trovavamo a osservare: i Confini.

Ecco quindi la raccolta di racconti fantastici Storie di Confine, ideata e realizzata al fine di fornire un aiuto a Medici Senza Frontiere.

Riferimento: associazione culturale Terre di Confine

sabato 12 gennaio 2013

..:: Rec ::..

Titolo: Rec
Regia: Jaume Balagueró, Paco Plaza
Anno: 2007
Genere: horror
Cast: Manuela Velasco, Ferrán Terraza, Jorge Yamam, Pablo Rosso, Carlos Lasarte

La trama in breve:
Angela è una giovane reporter; per una notte è chiamata a seguire, con il suo cameraman, l’operato dei pompieri della città, nella speranza che un incendio le possa garantire una grande storia da raccontare. Quando alla centrale arriva la chiamata di un’anziana signora intrappolata nella sua casa, sembra presentarsi l’occasione perfetta. Arrivati sul posto, i vicini raccontano terrorizzati di urla spaventose provenienti dall’appartamento della vecchia signora. Angela ha finalmente una storia da inseguire…e sarà perfino troppo terrificante per poter essere raccontata.  (fonte comingsoon)

Il mio commento:
Angela, nella parte finale del film, terrorizzata,
impaurita, prossima a...
Ne avevo sentito parlare, sapevo di cosa si trattasse, ne avevo pure visto trailer e qualche spezzone ma non avevo mai avuto l'occasione di vedere Rec per intero. So anche che ne è stata realizzata una versione per il pubblico americano (Quarantena) ma senza ottenere il medesimo successo (e sì che bastava mettere una Brooklyn Decker qualunque nei panni di Angela...)
Poi, su invito di mio fratello, ne ho avuta l'occasione e... beh, devo dire che mi è piaciuto e che mi ha convinto abbastanza.
E se nei panni di
Angela ci fosse stata
la Silvstedt? L'effetto
del film sarebbe stato
il medesimo?
L'idea, fondamentalmente, è semplice, l'ambientazione scarna e tutto lo svolgimento ruota attorno a dinamiche che continuano a ripetersi ossessivamente (scappa, scopri, lotta, scappa...e via dicendo) ma ciononostante la meccanica del film funziona. Non tutto risulta essere chiarissimo e, ovviamente, ci sono alcune forzature o "casualità" necessarie alla narrazione, ma tutto sommato il risultato finale è abbastanza buono e sembra realistico.
La registrazione e la relativa visione in prima persona contribuiscono poi a creare angoscia, paura, inquietudine adottando un punto di vista soggettivo. non si capisce bene cosa accade, si vorrebbe vedere di più, comprendere quel che sta succedendo e invece non si riesce, bisogna fuggire, assecondare le movenze di Pablo, il cameraman. Un uomo granitico che malgrado tutto quello che succede insiste e riesce, caparbiamente, a registrare senza esitazione, anche soffermandosi su particolari raccapriccianti o sanguinolenti, quasi indifferente e immune a paura e alla naturale sopraffazione che l'esser partecipi di simili situazioni comporta. Questo fino a pochi minuti dal finale...

..:: L'era del Leviatano ::..

Titolo: L'era del Leviatano
Autore: Marialuisa Amodio
Editore: La Penna Blu Edizioni
Genere: sci-fi, fantastico (difficile da definire)
Pagine: 360

La trama in breve:
In una terra dimenticata, un bambino dagli occhi antichi attira l'attenzione del Leviatano. Per sfuggirgli, dovrà abbandonare la sua bizzarra famiglia e il paradiso nascosto in cui è cresciuto. 
Viridius Kallas, un guerrigliero che lotta contro le Nove Città, parte con l'incarico di uccidere un ex compagno d'armi e fa una scoperta che incrinerà tutte le sue certezze. 
Nella megalopoli di Tara, Karol riceve nel suo night club le visite sempre più frequenti dei federali, mentre un virus senziente infetta la sua memoria. 
Anche l’equilibrio delle Nove Città vacilla quando una giovane campionessa si ribella alle regole del gioco. La guerra non sarà più solo uno sport praticato dalle Bande mercenarie e trasmesso in televisione. 

Un romanzo a tratti surreale, con ambientazioni fantascientifiche e vivide scene d'azione, che porteranno il lettore in un vortice intricato e affascinante, dal quale non potrà uscire, se non dopo l'ultimo, ineffabile scontro.  (fonte La Penna Blu Edizioni)

Il mio commento:
Ho letto questo libro nel contesto di una catena di lettura su Anobii ma - ed è imbarazzante dirlo - confesso di aver incontrato molta difficoltà nel giungere al termine e nel comprendere il testo.
Non perché sia scritto male, anzi: lo stile e il lessico sono più che buoni, l'intreccio e l'organizzazione della narrazione sono stati ben studiati, l'attenzione che l'autrice ha saputo porre nel garantire la giusta dose di suspance al lettore in modo che scopra la storia a piccole dosi e con numerosi colpi di scena.
Anche la storia in sé non risulta monotona e, anzi, viene esposta in modo abbastanza organizzato, portando avanti più trame contemporaneamente e risultando indubbiamente originale. 
Probabilmente, per non dilungarsi troppo, l'autrice e l'editore hanno dovuto stringere qualcosina qua e là in modo da rimanere entro le 400 pagine, così da contenere costi e lunghezza, e questo magari a scapito di taluni passaggi che divengono rapide descrizioni o dialoghi serrati, ma fondamentalmente nemmeno questo è un gran problema.
Anche dal punto di vista dell'edizione non ho nulla di cui lamentarmi. Semmai, ecco, la copertina scelta, poteva essere pensata diversamente ma, pazienza, impatta semmai sull'aspetto commerciale e sull'attrattiva che il testo può avere.
L'aspetto che ho trovato maggiormente ostico riguarda invece il contenuto, ovvero la storia in sé. Credo di aver capito veramente poco di quello che ho letto. 
Lo so, è imbarazzante dirlo ma... l'impressione è similare a quella che si ha quando si viene catapultati, di botto, all'interno di una riunione fitta fitta di sigle, concetti, acronimi, diagrammi e dati di cui non si sa assolutamente nulla. Magari all'apparenza hanno anche una loro attrattiva o risultano interessanti ma è il senso che sfugge. 
Al termine della lettura, ma anche di molti passaggi in realtà, mi son sentito parecchio confuso. 
"Cosa ho letto?", ammetto di essermelo domandato più volte.
Tutto il contesto, tutte le situazioni rimangono infatti molto vaghe e misteriose. Suggestive, magari ammiccanti a situazioni di vita reale e non, magari trasfigurazioni delle stesse (vedasi i culti religiosi, l'uso delle malattie come controllo sulla popolazione, le riprese in diretta di situazioni belliche...), eppure spesso inafferrabili e difficili da contestualizzare. 

martedì 8 gennaio 2013

..:: Most Wanted 2012 ::..

Dopo 5 minuti di telegiornale,
qualsiasi telegiornale,
più o meno divento così...
Che uffa...ultimo giorno di ferie e domani si ricomincia di nuovo col solito tran tran quotidiano. Eh sì che si stava così bene a casa, con la possibilità di poter disporre del mio tempo a piacere riuscendo così a completare quelle attività che la gente comune classificherebbe come "normali". Al netto poi di sprecare n ore per colpa di Drupal e di macchiavelliche dinamiche legate al suo aggiornamento con il risultato di approdare, a sera, ad uno stadio di frustrata desolazione. 
Tanto, ci pensa il telegiornale, poi, a distrarmi e a cambiare il mio stato d'animo....in peggio 
D'altra parte, credo anche di potermi considerare fortunato ad avere un lavoro stabile: stando alle ultime classifiche, la percentuale di giovani disoccupati è cresciuta ancora (siamo al 37,1% [1]) e sono molti gli sfiduciati o le famiglie in difficoltà nel tirare a campare o che vivono condizioni di lavoro precario [2]. Considerando anche il numero di aziende che l'anno scorso han chiuso i battenti, mi domando come interpretare il malcelato stupore e il finto sensazionalismo con cui i giornalisti hanno accompagnato tale notizia al telegiornale. Caspita: fate anche qualche proposta (che ne so, puntiamo sul settore evergreen delle case chiuse? Visto che tutto va a puttane, assecondiamo il carma, no...?) o rompete le balle ai politici ormai lanciatissimi nella campagna elettorale (c'è anche chi parla di lotta tra repubblicani e democratici...what? Ci siamo di colpo già trasferiti in Usa?) e chiedete che si impegnino per questioni concrete (tipo, ridare agli italiani i soldi spesi inappropriatamente usati o trafugati, vedasi Lusi, Fiorito, Maruccio). 
Tanto, a promettere son tutti bravi uguali...e nessuno è tenuto a far quel che dice o a rimetterci di tasca propria. Almeno i re (cito questa magica parola solo per tirare in ballo anche i monarchici, sia mai che alle prossime elezioni si candidino pure i Savoia [4]), quando il popolo si incazzava, finivano la propria carriera o con l'esilio o con la decapitazione...

domenica 6 gennaio 2013

..:: Il cavaliere oscuro - Il ritorno (Dark Knight Rises) ::..

Titolo:  Il cavaliere oscuro - Il ritorno (Dark Knight Rises)
Regia: Christopher Nolan
Anno: 2012
Genere: azione, super-eroi
Cast: Christian Bale, Gary Oldman, Morgan Freeman, Michael Caine, Anne Hathaway, Tom Hardy, Christopher Judge, Adam Rodriguez, Massi Furlan, Rob Brown, Liam Neeson, Marion Cotillard, Juno Temple, Joseph Gordon-Levitt, Matthew Modine

La trama in breve:
Otto anni dopo la morte di Harvey Dent, Gotham è una città apparentemente pulita, ad eccezione della coscienza del commissario Gordon. Bruce Wayne vive ritirato, incapace di trovare un senso dopo la scomparsa di Rachel e il pensionamento di Batman. Glielo offre Bane, mercenario reso mostruoso da una maschera antidolorifica, che prima riduce la Wayne Enterprises in bancarotta e poi le soffia il segretissimo reattore nucleare convertendo il nucleo, pensato per produrre energia pulita, in un inarrestabile ordigno atomico. Mentre Bruce è rinchiuso in una prigione impossibile, con la schiena spezzata, Bane instaura a Gotham City una tirannia del proletariato che è un vero e proprio regime del terrore e affida il detonatore della bomba nelle mani di un cittadino misterioso.  (fonte mymovies)

Il mio commento:
Due geni a confronto, direi
Visto, finalmente!!! Erano mesi che lo attendevo e quale migliore occasione dell'inizio del nuovo anno per concedermi questo filmone? 
Son state due ore e quaranta minuti di intensa visione, gustate assai e assai. Mi è piaciuto, non lo nego. Uno spettacolo cinematografico che lascia il segno, emoziona, coinvolge, scalda l'animo del nerd che è in me.
Ma....ebbene sì, c'è un ma. 
Più di uno, in realtà.
Procediamo con ordine, però. 
In primis, non capisco perché geniali consulenti che si incaricano di tradurre il titolo dei film da lingue estere all'italiano debbano farlo sempre e solo durante sabba orgiastici e con la mente obnubilata da fiumi di assenzio. Ora, siamo nel 2013 e, fermo restando che non è necessario né obbligatorio "adattare i titoli" (del tipo, Oscar Wilde, come è stato tradotto? E Jurassic park? E Rocco invades Polland?), credo, la gente del reame italico sia quanto meno in grado di accettare un titolo in lingua originale. Soprattutto se viene proposto anche con l'intento di fornire chiavi di lettura e rimandi con quanto contenuto nel suddetto film. 
Il Batwing, utile contro il traffico...
Magari gli autori l'avevano scelto ammiccando al nuovo velivolo dell'uomo pipistrello, oppure in relazione a QUELL'evasione dal carcere di VatteLaPesca (India?) o ancora con riferimento al processo che porta Bruce Wayne/Batma a risollevarsi da una situazione di cupa desolazione o consapevole esilio. 
E invece no! Eccoti che i traduttori di cui prima, vanno a scrivere su tutti i poster: "Il cavaliere oscuro - Il ritorno". Che poi, e lo so che è andata così, Silvio B. si vede il film, si riconosce nel personaggio (bello, aitante, miliardario, lontano dalla scena politica, con un usurpatore semi-bionico che comanda in sua vece...) e decide di riprendere in mano lo scettro del potere e di ricandidarsi...ma porca vacca!!!

venerdì 4 gennaio 2013

..:: Most wanted - dicembre 2012 ::..

Il signor "nonno" Lego e
la blogger Margherita F. [1]
Come volevasi dimostrare, il nuovo anno ha portato con sé un po' di sano rinnovamento: nuove mode (dance as though no one is watching you?), nuovi film, nuovi set e grafiche per alcuni telegiornali, nuove sparatorie (questa volta in Svizzera, mica negli USA come al solito...), nuove tasse (evviva!), nuovi volti in campo politi...no, aspetta, questi mi sa di no.
Uhm...mi sa che in realtà non ci siamo ancora rinnovati del tutto e che, anzi, certe dinamiche e abitudini son dure a morire. Come la martellante propaganda elettorale di questi giorni e che ci delizierà, frastornandoci senza informarci, fino a fine febbraio. 
Non se se ce la farò. Al limite, mi farò guarire dal tocco santo dei Foxy Shazam ...
Viva la gerontocrazia, comunque, e i modi di fare retrogradi o antiquati: ne è un simpatico esempio lo sconcerto che desta la nuova modalità di iscrizione alle scuole prevista dal ministero della pubblica Istruzione che prevede - udite udite - la sola modalità online. 
Oh my gosh! 
Come facciamo adesso, se almeno un terzo delle famiglie italiane non possiede un pc o l'accesso a internet? 
Oh my gosh! °__°
Voglio dire, nel 2012 il numero di famiglie con figli piccoli (per cui coppie di persone tra i 15 e i 45 anni, mi auguro) che non hanno il pc e la connessione a internet (ma magari possiedono 7 smartphone ...) è ancora così elevato? Ma stiamo scherzando??? Non ditemi che c'entra Monti anche stavolta che non vi credo...
Da quanto leggo in un reperto storico, nel 2008 eravamo presi così "...secondo Between a fine 2006 erano il 49% le famiglie italiane dotate di computer, e solo il 35% le piccole e medie imprese (con meno di tre dipendenti)" [2]. 
Un padre di famiglia che ha figli
da iscrivere alla scuola pubblica
ma che non possiede
un pc a casa...basta ingegnarsi un
poco, irrompere nel mainframe del
ministero e il gioco è fatto!
Altro che digital divide!
Oggi, dopo circa 4 anni, nonostante l'avvento di FaceBook (ma come, FB non è IL web? Oh, cacchio...e adesso...) la situazione sembra essere la seguente: "Nel 2012 rimane stabile rispetto all'anno precedente la quota di famiglie che dispone di un accesso a Internet (55,5%) e di un personal computer (59,3%), mentre aumenta quella delle famiglie che accede al web mediante la banda larga (dal 45,8% al 48,6%)"  [3]
Diamine! Le persone che possono accedere al mio blog sono dannatamente poche...ahem, volevo dire, siam presi male! 
Ok ok ok, lo ammetto, non ho scoperto l'acqua calda e, certamente, per quanti non possiedono computer e connessione a banda larga saranno disponibili i pc degli internet point o delle stesse scuole però, credo, ci sia da ponderare. 
Alla faccia del terzo mondo, comunque!
Vabbé, per quei pochi che allora riescono ad accedere a questo blog, proseguo invece col rendiconto sulle query più simpatiche e sulle parole chiave maggiormente utilizzate dai frequentatori di codesto postaccio.
Partiamo da quelle più originali:

  • "Lego nonno": questa mi ha incuriosito. Stiamo parlando di una velata minaccia o di un nuovo personaggio dei famosi mattoncini danesi? Ma si riproducono e mantengono legami di tipo familiare? 
  • "Alieno con la palla da bowling in mano": signori e signore, ecco spiegato perché gli extraterrestri giungono sul nostro amato pianeta. Per il bowling!!!
  • "Chuck Norris cosplay": ebbene sì, c'è chi ama vestire i panni e adottare le movenze del famigerato ranger del Texas. Mi domando se anche nel caso dei cosplayer, valga il detto: "sotto la barba, c'è solo un altro pugno!"