domenica 19 aprile 2015

Elysium

Titolo: Elysium
Regista: Neill Blomkamp
Anno: 2013
Genere: fantascienza, azione
Cast: Matt Damon, Jodie Foster, Sharlto Copley, Alice Braga, Diego Luna, William Fichtner, Wagner Moura

La trama in breve:
Nella Los Angeles del 2154 l'umanità rimasta sulla Terra è un'unica grande classe operaia, che mescola criminali e lavoratori senza criterio, tutti tenuti a bada e dominati con pugno di ferro attraverso i robot da un'elite che da tempo è andata a vivere su una stazione orbitante intorno al pianeta chiamata Elysium. Su Elysium c'è la tecnologia per guarire da ogni malattia, c'è il verde, il benessere e il disinteresse per ciò che accade più in basso, sulla Terra, dove il resto dell'umanità lavora per mantenere la stazione.

Il mio commento:
Visto in due puntate, proprio quando nelle sale ci sta Humandroid di cui mi han già parlato benone assai, questo Elysium mi è risultato piuttosto gradito.
Inizialmente incerto per via di un Matt Damon che, pur essendo un valido attore, non lo vedevo molto adatto nella parte del protagonista in un contesto simile (e probabilmente la causa di questo mio pensiero è Team America :-P ), ho assistito con interesse allo sviluppo degli eventi.
Ora, come anche altri han scritto, è indubbio che il film abbia svariate pecche e che risulti più un blockbuster che un prodotto destinato a pochi. Motivo per cui tanti aspetti vengono abbozzati o non chiariti (come si è arrivati ad Elysium? come si è arrivati a quello scenario sulla Terra? quale relazione c'è tra i due mondi? e vogliamo parlare della tecnologia per la "quasi-immortalità"? come funziona il governo? possibile che per una stazione orbitante del genere basti riavviare un singolo server e...?) focalizzando l'attenzione più su aspetti scenici e sulla lotta per la sopravvivenza che altro.
Nel complesso, gli aspetti che più ho gradito sono tre.
In primis c'è la potenza visiva che il regista riesce a trasmettere e a focalizzare sullo schermo, soprattutto quando si ha a che fare con scenari fantascientifici e scontri tra armi avveniristiche. Mi son piuttosto gasato nell'assistere agli scontri con armi da fuoco e corpo a corpo tra Max (Matt Damon) e un signor Kruger (Sharlto Copley), sia per via degli effetti speciali adottati che per i movimenti di camera, che hanno creato dinamismo e regalato la sensazione di potenza "reale". Erano colpi che si sentivano, da cui ripararsi, altro che proiettili o raggi laser di dubbia consistenza.
Lo dimostrano pienamente le sequenze in cui Kruger ricorre allo scudo elettromagnetico o di qualunque cosa fosse, oppure nella scena della granata che lo riguarda, eccome se lo riguarda °_°
Poi ho apprezzato il richiamo metaforico alla situazione attuale, alla distanza comica che c'è tra Paesi del Primo mondo rispetto a chi vive di stenti, privo di mezzi e possibilità, nel Terzo Mondo, costretto a giocarsi la vita per vivere e ambire a qualcosa di più che il fango. Realtà che non si incontrano quasi mai, che risultano agli antipodi eppure in qualche modo legate. Da questo punto di vista il film risulta anche nobile come messaggio da veicolare.
Ultimo aspetto che mi ha intrigato è l'idea di pensare il medesimo film, la medesima soluzione, la medesima realtà gestita non dagli Usani ma dagli italiani. Elysium avrebbe avuto tutto un altro sapore, con le navi di clandestini che arrivavano ad ogni ora e il governo centrale dubbioso sul da farsi. Ma la cosa bella è che, una volta approdati, i clandestini scoprono che la tecnologia per curarsi non funziona come dovrebbe, che la stessa stazione orbitante sta cadendo a pezzi, che ci sono state magnerie negli appalti per le forniture di aria e...
Scherzi a parte, il terzo aspetto è rappresentato dalla tecnologia proposta dove i droidi si muovono con scioltezza e rapidità, quasi non fossero nemmeno macchine, i droni vengono usati come segugi e l'uso di wearable device è scontato (anche se per lo più orientato alla distruzione...). 
Gli stessi esoscheletri cui ricorrono Max e Kruger mi hanno convinto assai e assai, semplici e spartani ma di sicuro effetto. Certo, quelli visti nel 2014 in The edge of tomorrow risultavano più elaborati e meno invasivi, ma la tragicità e la tosta possanza che regala l'armatura fusa addosso a Max ha tutto un altro sapore. Sa di sacrificio, di rassegnazione, di volontà ferrea generata dalla necessità e dalla precarietà....ma soprattutto sa di strogg...chissà se un pensierino a Quake non ci sia pure stato nella geniale testolina di Blomkamp, indubbiamente un regista che ci sa fare con la macchina da presa e con la capacità di trasporre realtà fantascientifiche sensate e plausibili. E pure usabili per sviluppi mediatici trasversali: considerando i punti in sospeso e l'ambientazione proposta, tra fumetti, anime, videogame ecc...se ne può ricavare un bel po' di materiale.
Tra l'altro, gli stessi esoscheletri non sono una realtà poi così lontana visto che già sono impiegati in ambito militare (vedasi il modello Hulc della Lockheed Martin) e anche in quello medico-sanitario (vedasi il ReWalk presentato al CES 2015 di Las Vegas), e pure in Italia ricordo di un esperimento didattico realizzato in quel di Pisa focalizzato proprio sulla realizzazione di un esoscheletro. D'altronde, certi limiti fisici mica li possiamo superare...ma cervello e tecnologia servono ad ovviare a questo, no? Chissà, magari in futuro avremo esoscheletri del genere al posto delle auto, così da correre al lavoro facendo jogging a velocità significative, e comunque ben più elevate rispetto alla media di crociera in certe strade e in certe fasce orarie :-(((
Infine, un'ultima considerazione fine a se stessa. A conclusione di Elysium mi è tornato in mente Jupiter Ascending - vuoi per gli strabilianti effetti speciali, vuoi per l'azione fantascientifica, vuoi per lo scudo di energia... - e son rimasto sorpreso dal constatare che, pur avendo entrambi i prodotti giocato le loro carte nel proporre ambientazioni futuristiche e nuove tecnologie, quanto meno Blomkamp è riuscito a creare qualcosa di "compiuto", una storia che bene o male ha un inizio, uno sviluppo (concitato assai e in cui certe domande non sono da porsi) e una conclusione, ma comunque trasmettendo un senso di completezza e soddisfazione nello spettatore, diversamente dall'ultima fatica dei Wachowski che invece mi ha lasciato in bocca un sapore amarotico. Questione di aspettative, probabilmente.




venerdì 17 aprile 2015

Monsters

Titolo: Monsters
Regia: Gareth Edwards
Anno: 2010
Genere: fantascienza
Cast: Whitney Able, Scoot McNairy

La trama in breve:
La ricerca scientifica della NASA riesce a trovare le prove dell'esistenza di altre forme di vita. Una navicella spaziale piena di campioni ha un incidente durante la fase di atterraggio: le creature dello spazio cominciano a stabilirsi sulla terra, moltiplicandosi e diffondendo terrore. La zona contaminata, tra il Messico e gli Stati Uniti, diventa così un parco abitato da giganteschi polpi distruttori di città e vite umane, tenuti a bada da un esercito militare violento e impreparato. Un fotoreporter e una giovane turista decidono di viaggiare insieme per raggiungere i territori sicuri oltre il confine della quarantena ma la strada da percorrere sarà ricca di imprevisti. Sembra che i mostri non amino molto la compagnia degli uomini. (fonte mymovies)

Il mio commento:
Ed eccola qua, l'ennesima riprova che non servono budget miliardari o cast stellari per confezionare un buon prodotto come, purtroppo, troppo spesso molte delle produzioni hollywoodiane dimostrano, investendo l'equivalente del PIL di un continente per ottenere film senza senso o scopo.
Gareth Edwards invece dimostra che anche con un budget risicato ma prestando attenzione all'atmosfera, alla fotografia e alla narrazione si riesce a proporre qualcosa di valido, qualcosa in grado di suscitare e mantenere viva l'attenzione dello spettatore.
Per carità, con questo film non viene inventato nulla di buono e la trama in sé non propone chissà quali innovazioni. Al di là di alcune forzature e scelte discutibili, ci sono echi di produzioni più blasonate, quali Jurassic Park o la Guerra dei Mondi, impossibile non notarlo, e a ben guardare la storia proposta funziona grazie a cliché e dinamiche consolidate (t'oh, il treno non può andare avanti; t'oh, la barca si ferma...)
Eppure, questo non va a sminuire l'opera in sé né a limitarla. Semmai, la poetica delle immagini, la cura posta alla fotografia e agli scenari ripresi dalla camera, il tono e l'intimità che viene a crearsi tra i due protagonisti catturano l'attenzione e suscitano empatia. La stessa scelta di adottarne il punto di vista, limitando la conoscenza o l'orizzonte percepito dallo spettatore, è funzionale al suo coinvolgimento e a dosare l'esperienza filmica.

domenica 12 aprile 2015

Contagion

Titolo: Contagion
Regia: Steven Soderbergh
Anno: 2011
Genere: thriller, fantascienza
Cast: Matt Damon, Gwyneth Paltrow, Marion Cotillard, Kate Winslet, Jude Law, Bryan Cranston, Laurence Fishburne, John Hawkes, Jennifer Ehle, Sanaa Lathan, Elliott Gould, Demetri Martin

La trama in breve:
Una malattia per molti versi simile all'influenza suina ma capace di svilupparsi anche per contatto con estrema rapidità sta colpendo il mondo. La comunità medica mondiale si trova in breve tempo a dover affrontare la ricerca di una cura e il controllo del panico che si diffonde progressivamente ovunque. Le persone reagiscono in modo diverso e a seconda della responsabilità che è stata loro attribuita o che si sono autonomamente conferita.  (fonte mymovies)

Il mio commento:
In questo periodo, complice il lavoro, qualche trasferta, qualche festività, qualche trasloco in corso, sono stato piuttosto impegnato e di conseguenza il tempo per cimentarmi con la visione di film, serie, anime ne ha risentito. In particolare mi spiace per House of Cards e Kiseiju - L'ospite indesiderato :(
Comunque, qualche film son riuscito a intravederlo, soprattutto pellicole di Almodovar che, penso, siano state acquistate in stock dalla Rai e trasmesse a più riprese in tv. E devo dire che pur avendo visto film diversi per genere e toni - La pelle che abito, La mala educacion, Gli amanti passeggeri - ho apprezzato abbastanza. Un giorno, probabilmente, recupererò le parti mancanti, non viste in quel di Olbia o qui a casa.
E dopo questo preambolo inutile ma per quanto poco dovuto, passiamo ora invece a un film che, pur essendo uno solo, racchiude al suo interno slanci e dinamiche che lo fanno sembrare più un collage che un progetto riuscito.  
Sinceramente non mi è piaciuto granché: l'ho trovato freddo, poco incisivo e poco coinvolgente.
Ma non tanto per il fatto di essere realizzato male, recitato male, gestito male e via dicendo, ma per quello che trasmette. Superato lo shock iniziale nel quale si fa capire allo spettatore che si sta avviando un'epidemia letale e sconosciuta, la narrazione procede poi in direzioni diverse. 
Da un lato ci sono le vicende personale di Mitch Emhoff che, in un colpo solo, perde compagna e un figlio, mentre lui risulta misteriosamente immune.