
Autore: Cristiano Signorino
Editore: Il Mio Libro (self publishing)
Genere: fantasy
Pagine: 232
La trama in breve:
'Le ombre festeggiarono, silenziose, l'avvenuto incontro tra la giovane e Gabriel. Alcune guizzarono di gioia, altre tremarono di felicità. Occhi umani osservarono quell'oscura danza pur senza prestarvi veramente attenzione. Furono in pochi a comprendere quanto stesse veramente accadendo e non tutti se ne rallegrarono.' (fonte ilmiolibro)
Il mio commento: (ATTENZIONE: contiene spoiler!)
Recentemente ho concluso la lettura di questo testo (urban)fantasy, libro che ho avuto occasione di visionare nell'ambito di una catena su Anobii forse, e dico forse, pubblicizzata pure nella ml di Fantasy Story. Dico forse perché non me lo ricordo più...
Fondamentalmente questo Anime Impure non mi è spiaciuto anche se, come sempre, leggere il primo volume di una saga non può considerarsi un'esperienza esaustiva e completa per avere una visione globale di quella che la storia proposta dall'autore. Inevitabilmente l'ambientazione e la caratterizzazione dei personaggi ne risentono così come la trama rimane incompiuta, aperta per la continuazione nei successivi volumi della saga (ovvero Anime Impure - L'asilo delle ombre).
Ad ogni modo, questo ho letto e di questo parlo consapevole che questo mio intervento non può pretendere di essere completo ed esaustivo :-)
Andando con ordine posso dire che il titolo mi pare adeguato e accattivante, così come la copertina disegnata da Laura Cozzani risulta in linea con l'opera di Signorino.
Niente da eccepire in merito a lunghezza dell'opera, impaginazione e font. Almeno fino a pagina 205 dove qualcosa evidentemente è cambiato... :-]
Lo stile risulta poi abbastanza buono, con pochissime sbavature in termini di piccoli refusi ed errori, ma comunque scorrevole, non monotono e, mediamente, con un adeguato utilizzo del lessico. C'è però la tendenza a divenire descrittivo e didascalico, con svariati passaggi che si riducono a meccaniche descrizioni di azioni, simili a un elenco che non sempre porta il lettore a conoscere qualcosa di veramente utile ai fini dell'intreccio.
Anche le ripetizioni di certi termini rischiano di stancare, se non irritare addirittura, il lettore: vedasi il numero di volte che vengono ripetute parole quali ragazzo, giovane, Gabriel. Il più delle volte sarebbe stato sufficiente ricorrere a pronomi, affibbiare nomi propri ai personaggi (vedi i tre tipacci che minacciano Nina) oppure evitare proprio la ripetizione, perché già nota l'identità del tizio che, di volta in volta, sta facendo qualcosa, pensando o descrivendo la scena. Ancor di più se l'interazione avviene con proprie parti anatomiche. Aspetti da rivedere e che, probabilmente, risultano essere soggettivi e dipendenti dall'indole del lettore che può attribuire ad essi più o meno rilevanza.