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Immagine presa da ilpeggio.com |
Prendo a prestito il titolo di una canzone dei Blue Oyster Cult per introdurre questo post. L'argomento, manco a dirlo visto che da "un po' di tempo" si parla solo di questo, è lui, il Silvione nazionale che dopo anni e anni di battaglie decade dal proprio ruolo di senatore.
E quindi via di festeggiamenti, di dibattiti, gente che piange, gente che si dispera, altri che inneggiano ebbri e via dicendo. Lui, tanto, si consola ad Arcore organizzando qualche altra cena galante e mandando in onda a oltranza spot di sinistro significato come quello "così, giusto per ricordarlo" della Mediaset. Male che vada, potrà sempre trovare asilo presso quel simpaticone di Putin...
Personalmente trovo tutto ciò piuttosto vergognoso e tristerrimo, non la pubblicità o la visita di Putin (prima a S.B., poi alle istituzioni...???), tutto questo sprecare tempo e risorse dietro a una simile questione: in un Paese democratico e giusto, una situazione come quella sperimentata dal povero Silvio non si sarebbe certo protratta per tanti mesi/anni. Stop e interdizione dai pubblici uffici da subito, processo e accertamenti e poi, se è tutto a posto, procedi pure con l'attività politica altrimenti dritto in gabbio.
E questo non perché si tratta di S. B. - giusto per chiarire, quella volta, anche se sono persuaso che sia stata tutta una grande trovata mediatica e di un escamotage per sottrarsi all'appuntamento in aula, io tifavo per Tartaglia - ma perché la politica è una questione seria, che ha ripercussioni sul presente del vivere e, udite udite, sul nostro futuro.
Per cui, penso, perché stiamo a perdere ancora tempo prezioso sulle questioni personali di Berlusconi? Pensiamo piuttosto a fare in modo che cose del genere non accadano più, che d'ora in avanti la serietà sia massima e totale laddove c'è gente che si prende la responsabilità di gestire (seriamente) la cosa pubblica in nome del popolo sovrano.
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A suo tempo, nei servizi tg nostrani, la foto era tagliata. Non ricordo se i giornalisti avessero scordato di inquadrare Obama o lo striscione |
Invece è tutto si riduce a un carnevale inutile e di dubbio gusto. Ci scanniamo pure sopra ad una simile questione, dibattendo, urlando, scalciando, sputando, esultando mentre, attorno, l'Italia è a pezzi, distrutta sotto molti aspetti. E noi danziamo sulle rovine di noi stessi, di un sistema che va ogni giorno sfaldandosi sotto svariati punti di vista: l'industria, l'artigianato, la moda, il cinema, l'arte, la scienza.... non da ultima la nostra cultura.
E se quantificare la ricostruzione economica di un Paese magari è pure fattibile, conteggiare gli anni che ci serviranno per disintossicarsi e giungere a una piena e matura consapevolezza di ciò che vogliamo che sia la nostra Nazione credo non sia altrettanto immediato. Anche perché, per prima cosa, bisogna rendersi conto che questo è ciò di cui abbisogniamo e, in secondo luogo, dobbiamo volerlo conquistare.