sabato 15 febbraio 2014

In time

Titolo: In time
Regia: Andrew Niccol
Anno: 2011
Genere: thriller, sci-fi, azione
Cast: Justin Timberlake, Amanda Seyfried, Cillian Murphy, Vincent Kartheiser, Olivia Wilde

La trama in breve:
Will Salas ha venticinque anni da tre anni e la volontà di resistere in un mondo in cui il tempo che resta da vivere è denaro. Nel futuro di Will, uomini e donne sono geneticamente programmati per raggiungere i venticinque anni, età dopo la quale avranno diritto a un anno extra e a una vita affannata e consumata a guardare il proprio orologio biologico. Un timer digitale che segna ogni minuto, ora, giorno, mese, anno guadagnato lavorando o rubando. 
Che accadrebbe se vostra madre
"sembrasse" una vostra coetanea?
Figlio premuroso di una madre mai invecchiata, Will salva la vita a un uomo ricco di tempo che intuisce la sua nobiltà e lo ricambia con un secolo di vita. Un secolo che Will è deciso a investire, raggiungendo la Time Zone, dove i ricchi vivono blindati e a spese dei più miserabili, e sfidando l'ordine costituito. 
Lo aiuterà imprevedibilmente nell'impresa una ricca ereditiera dai grandi occhi e il grande cuore, pronta a ipotecare l'immortalità e a 'spendere' finalmente la propria vita. (fonte mymovies)


Il mio commento:
Visto un paio di settimane fa nutrendo pure discrete aspettative.
Credevo che l'idea di base fosse interessante e che lo sviluppo lo fosse altrettanto. 
A posteriori, posso confermare che l'idea di base è abbastanza valida ma che lo sviluppo della trama non lo è altrettanto. Da un contesto che ammicca alla sci-fi, ponendo lo spettatore dinnanzi a questioni che sfiorano concetti interessanti quali l'immortalità, la possibilità di rimanere eternamente giovani, di scambiare tempo come fosse un bene materiale, i rapporti sociali stravolti per il solo fatto che ognuno possiede un'età irreale, tutto scivola verso turbolente sequenze di azione, con tanto di inseguimenti, rapine e ribellioni al sistema. E corse, ossi, tante di quelle caspita di corse che non mi spiego come mai non abbiano pensato di collocare qualche bella gara sportiva prima della fine del film.
Che ora è? Non lo so...
il mio orologio è fermo da un po'...
Comunque, dicevo, c'è tutta questa pseudo ambientazione futuristica e utopistica che solletica il palato ma, coerentemente con il titolo del film, qualcuno ha evidentemente ben pensato di non dedicare troppo tempo all'approfondimento. Il che mi starebbe pure bene se, quanto meno, nella narrazione si tentasse almeno di rimanere coerenti e di fornire spiegazioni a coloro che guardano.
Della serie:

  • come funziona l'indicatore fosforescente che la gente ha impiantato nel braccio?
  • come viene calcolato il tempo per zona?
  • c'è un server centrale che memorizza e aggiorna i dati dei vari abitanti del pianeta?
  • funziona tutto bene con ore legali-solari e fusi orari?
  • e se uno rimane "isolato", che ne so, dentro ad una grotta o ibernato al polo nord?
  • e se ad uno si blocca il contatore verde fosforescente al plutonio?
  • e se uno va in coma?
  • non esistono i prestiti?
  • nessuno ha mai provato ad hackerare quei caspita di contatori? Che ne so, avvolgendo la carta stagnola attorno al proprio braccio?
  • Corri...
  • e se uno perde il braccio?

Questioni del genere potrebbero venir legittimamente sollevate dagli spettatori...ma vengono bellamente sorvolate dagli abili sceneggiatori. 
I quali però indugiano e insistono proprio su meccaniche di "furto" del tempo, anche se questo assume concetti e valenza diversa a seconda di chi commette la cosa. 
"È rubare se è già stato rubato?", si domandano l'un l'altro i protagonisti.
"Certo che sì" rispondo io "e ora metti giù quelle scatoline che tengono...ehm...il tempo..."
Scatoline per tenere il tempo??? 
Manco le avessero fatte gli 883...
Dannata nebbia...
Tra l'altro, gli sceneggiatori compiono pure la genialata di invalidare da sè tutto l'impianto del film specificando che "loro" - quelli che comandano, i magnati del tempo - possono aumentare a piacimento il costo della vita, ciò che oggi costa un'ora domani ne può costare due, tre...
Per cui, considerando ciò, e chiedo scusa per lo spoiler, che senso può avere rapinare le banche del tempo per ridistribuire la "ricchezza" tra la gente comune se tanto quegli altri possono decidere della sorte di milioni di persone? Si tratterebbe di un dono effimero, probabilmente più una sorta di rassicurazione che un po' di speranza possa esserci, visto che nell'arco di 3 minuti tutto, nella zona in cui è stato commesso il furto, vedrebbe il proprio prezzo aumentare su base esponenziale. 
Determinando un probabile sterminio di genti innocenti.
Giusto per chiarire chi comanda.
Cioè loro.
Ebbene sì, io comando il tempo!
Come?
Beh, tecnicamente non lo so...
Alla faccia della ribellione al sistema e di rivalsa socio-economica lanciata da quel baldo venticinquenne di Justin Timberlake - che all'epoca del film di anni ne aveva 31 - e della sua compagna Amanda Seyfried - che all'epoca di anni ne aveva 26 - che d'un tratto ripudia la vita da pluri miliardaria per darsi ad un'esistenza incerta, precaria, ma vissuta istante per istante.
Come se, d'un tratto, un petroliere arabo decidesse tutto d'un tratto di dedicarsi alla professione del clochard o se Berlusconi abdicasse a tutto per fare l'operaio...cosa che forse ha pure sparato in qualche slogan elettorale, anni fa. E tutto senza rimpianti, senza traumi, senza incertezze. 
D'altra parte, riescono pure a farla franca visto che nella vastità del mondo di In Time, a inseguirli, ci solo una manciata di custodi del tempo (FBI, CIA, polizia ordinaria...il nulla...) che vivono di precarietà e sfighe. Come il povero Cillian Murphy - che all'epoca di anni ne aveva 35, un po' fuori quota - che ci prova a darsi un contegno da vigilante inflessibile e poco avvezzo a chinarsi di fronte ai potenti. Purtroppo, come gli capitava nei Batmand i Nolan, pure qui esce di scena in modo davvero inutile.
Ho detto corri!!!
Per cui, nonostante le aspettative, malgrado il forte parallelismo che cre
a con il mondo attuale, dove la gente comune è costretta ad affannarsi mentre i pluri-miliardari sguazzano nelle proprie infinite ricchezze, per non parlare di tutti quei risvolti su cui altri registi magari si sarebbero crogiolati per ore (i rapporti umani, l'eugenetica, il controllo delle masse, la probabilissima promiscuità in un mondo di eterni giovani...per non parlare delle religioni estinte) In Time si è rivelato una mezza delusione. Peccato :-(
 

PS: soprassedendo al mio inutile commento, segnalo anche questa recensione a quanti fossero interessati ad avere un'analisi più sofisticata e approfondita del film. Personalmente, l'ho trovata parecchio interessante: si intitola "In Time: un dipinto del Nuovo Ordine Mondiale"

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