giovedì 31 dicembre 2020

Dio esiste e vive a Bruxelles


Titolo: Dio esiste e vive a Bruxelles
Titolo originale: Le Tout Nouveau Testament
Anno: 2015
Regia: Jaco Van Dormael
Genere: commedia, fantasy
Cast: Pili Groyne, Benoît Poelvoorde, Catherine Deneuve, François Damiens, Yolande Moreau, Laura Verlinden, Serge Larivière.

La trama in breve:
Dio non è morto, come diceva Nietzsche, ma è vivo, vegeto e risiede a Bruxelles. Il Padre eterno sta tutto il giorno davanti al computer cercando di rovinare il più possibile la vita agli uomini. Una moglie che non ama e che a sua volta ubbidisce senza battere ciglio, un figlio scappato di casa per fondare religioni (rinominato con l’acronimo J.C.) e una bambina avventurosa, compongono la Sua famiglia. (fonte cinemaniaci)

Il mio commento:
Ne approfitto per spendere qualche parola su questo piccolo capolavoro, visto qualche settimana fa su consiglio di un collega appassionato di cinema. 
Un film che già dalla trama fa capire di essere fuori dagli schemi, provocatorio e interessante. Certamente non adatto a persone molto religiose, che credo potrebbero ritenersi offese, ma che possiede una certa vena artistica. Non a caso ha ottenuto vari riconoscimenti ed è stato candidato agli Oscar per la categoria miglior film straniero.
Dio esiste e vive a Bruxelles è infatti un film suggestivo e poetico, molto intrigante e anche comico, per certi versi.
Il pretesto narrativo è dato da Ea, figlia di Dio, che, scoperto che il padre non è amorevole e premuroso verso gli uomini, bensì meschino e crudele, si ribella a lui, scappando di casa per recarsi sulla Terra. Ma non prima di aver inviato a tutti un SMS con indicata la data della propria morte. C'è quindi chi scopre di avere pochi minuti chi molti anni a venire, con inevitabili ripercussioni personali e sociali. 
Ea si mette inoltre alla ricerca di "suoi apostoli", seguendo l'esempio di suo fratello J. C., e attorno ad essi si innesta la narrazione del film, portando in scena persone più o meno comuni, non certamente "campioni" di virtù. 
Sulle sue traccia si mette ovviamente Dio, per cercare di rimettere le cose in ordine, rivelandosi non solo un incapace ma finendo pure vittima delle crudeltà e delle sfighe che ha permesso o "voluto" su questa Terra.



Ora, probabilmente raccontato così non riesce e rendere l'idea del film, tuttavia ne sono rimasto davvero colpito e coinvolto sotto molti punti di vista, comprese le trovate di regia e la fotografia. 
Oltre a ciò, anche le storie proposte non sono affatto comuni e consentono sviluppi atipici: abbiamo Aurélie, che evita la vita sociale dopo aver perso un braccio; Jean Claude, che lascia il lavoro e la propria vita per un lungo viaggio sino al Polo Nord; Marc, l'erotomane, che finirà per trovare l'amore; François, l'assassino, che inizia a sparare sulla folla consapevole che tanto, se anche ammazza qualcuno, non sarà colpa sua; Martine, una donna non più giovanissima, abbandonata dal marito dopo che quest'ultimo ha scoperto che avrebbe vissuto ben di più di lei che intreccia una storia d'amore con un gorilla; Willy, un bambino a cui resta solo una settimana di vita.
La narrazione procede per episodi, mentre Ea incontra e stravolge le vite dei suoi apostoli e un clochard, Victor, viene incaricato di annotare il tutto in un libro (il Nuovo Nuovo Testamento). Non c'è quindi uno sviluppo corale, o una qualche missione da compiere, e questo permette allo spettatore di immergersi nella particolarità di ciascuno di questi personaggi, lasciandosi trasportare dalla regia e dalla musica che ciascuno dei personaggi possiede.
Questo fino all'epilogo della storia di Willy, che coincide con "il miracolo", nel quale avviene l'impensabile e il mondo viene stravolto per sempre grazie all'insospettabile intervento della "moglie" di Dio. Resto vago per non rovinare l'effetto a chi magari non ha visto questo film e volesse dargli una possibilità ^_^



Per certi versi potremmo definire questo film magico, di (ri)scoperta e meraviglia, contrapposta al calcolo e alla cinica programmazione che invece deriva da quel "Dio" proposto dal film, impersonato da un detestabile Benoît Poelvoorde, che rimanda in qualche modo alle politiche e al dominio della tecnologia e della burocrazia sulla nostra vita. Infatti, il creatore opera attraverso un computer, e non scendendo sulla Terra e stando a contatto con la gente comune, disinteressato alla realizzazione e alla felicità di ciascuno.
In conclusione, a me il film è piaciuto assai e mi sento di consigliarvelo. Magari non è così "comico" come magari viene proposto (sebbene ci siano trovate particolari, vedasi lo spostamento tramite lavatrice, la "camminata" sull'acqua o la rissa col prete), tuttavia risulta ironico e capace di regalare un po' di sano amore per la vita. 



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