giovedì 24 febbraio 2022

Joker

Titolo:
Joker
Regia: Todd Phillips
Anno: 2019
Genere: thriller, drammatico
Cast: Joaquin Phoenix, Robert De Niro, Zazie Beetz, Frances Conroy, Bill Camp, Glenn Fleshler, Shea Whigham, Brett Cullen


La trama in breve:
Joker, il film di Todd Phillips è incentrato sulla figura dell'iconico villain, ed è una storia originale, diversa da qualsiasi altro film su questo celebre personaggio apparso sul grande schermo fino ad ora. L'esplorazione di Phillips su Arthur Fleck, interpretato in modo indimenticabile da Joaquin Phoenix, è quella di un uomo che lotta per trovare la sua strada in una società fratturata come Gotham.
Durante il giorno lavora come pagliaccio, di notte si sforza di essere un comico di cabaret... ma scopre che lo zimbello sembra essere proprio lui... (fonte comingsoon)


Il mio commento:
Ho visto questo film a puntate parecchie settimane fa, gustandomelo nonostante le varie interruzioni. 
Stavo quindi aspettando di aver il necessario tempo libero per scrivere qualcosa al riguardo ma sto imparando che, con un bimbo piccolo, o si coglie l'attimo oppure l'occasione favorevole potrebbe presentarsi solo dopo diverso tempo :-P
In ogni caso, essendo una pellicola di qualche anno fa e su cui già si è detto tutto, complici anche i riconoscimenti alla mostra del cinema di Venezia e agli Oscar, non credo che il mio commento possa essere fondamentale, tuttavia volevo lasciarne traccia pure in questo blog.
Indubbiamente questo di Phillips è un film notevole, con un'ottima fotografia e atmosfera, sostenuto dalla grande performance di Joaquin Phoenix, drammaticamente dimagrito per calarsi nella parte di Arthur Fleck, personaggio poi reso magistralmente anche grazie a una risata isterica molto particolare. Una persona, Arthur, problematica, disturbata, emarginata, fragile che si muove in una Gotham City degli anni 70/80 ormai allo sbando, in decadimento. Attraverso la sua storia si coglie l'occasione per denunciare un sistema che tende a "non vedere" certe categorie di persone, a tagliare i fondi e gli aiuti a essi destinati senza tener conto del problema che si crea a loro e alla collettività stessa. Una società che al contempo non esita a giudicare e infierire sui più fragili e deboli che, messi alle strette, finiscono anche con il prendere strade sbagliate e irreversibili.
Non so come mai abbiano voluto dedicare al Joker, al netto ovviamente di intenti commerciali e ritorni economici: il film infatti poteva benissimo sorreggersi da sé e restare staccato dal filone fumettistico. La storia possiede una sua profondità e un suo sviluppo che non necessariamente necessitava dell'appoggio di una DC comics o di una Marvel che sia. Semmai, forse è stata una trovata per attirare ancora maggior pubblico e per dimostrare che, volendo, si possono realizzare anche storie profonde a partire da buon materiale fumettistico.
Per altro è una storia credibile, piuttosto realistica, sebbene ci siano ovviamente degli aspetti probabilmente amplificati per creare assonanze con il noto antagonista di Batman (vedasi la risata o il trucco), fermo restando che ne segue proprio gli sviluppi così come nei fumetti, e altri per avere il pretesto di muovere qualche critica al sistema, sia sociale/economico che mediatico. 
Il nostro è infatti ammaliato dal programma di Murray Franklin, una sorta di David Letterman show, e sogna non solo di parteciparvi ma anche di essere "qualcosa in più", come se l'unico riscatto per la gente umile ed emarginata sia quella di emergere di colpo sulla massa tramite la visibilità mediatica, con una grande occasione o per legami di sangue con qualche potente. Altre modalità, in effetti non sembrano esserci. Al contrario, la situazione per gli ultimi è piuttosto pietosa e umiliante che, come nello sfogo di Arthur, se anche qualcuno muore a nessuno interessa, anzi, ne si calpesta il cadavere e si procede. Ma se invece si minaccia o si nuove a qualcuno che conta, a qualche onesto cittadino dell'elite...beh...le cose cambiano.
Un aspetto invece che mi ha dato da pensare è l'età del protagonista, soprattutto se raffrontata a quella del giovane Bruce Wayne: immaginando che la carriera di Batman sia iniziata attorno ai vent'anni, la vedo dura per un Joker sessant'enne riuscire a essere una minaccia prestante e sempre arzilla.
Già perché il nostro magrissimo Arthur è già quanto meno sulla quarantina. Personaggio solo e non realizzato, malato, per questo inquietante e fuori posto, che vive in ristrettezze economiche e assieme a una madre decrepita, che lentamente scivola nella follia e nella violenza, confondendo il reale e perdendo ogni freno, più per sfogo, rabbia e autogratificazione che altro. Ma senza perdere una certa aria di fragile sensibilità e di purezza spezzata, come dimostrato dalle scene in cui balla e si muove aggraziato, leggero, contrapposte al disagio che crea la sua nudità (analogamente a Christian Bale per The Machinist, qui Joaquin Phoenix ha perso almeno 20 kg digiunando...) o la sua risata incontrollabile e malata. Che ovviamente rimandano a una celata malvagità e subdola cattiveria che lo porta a commettere efferatezza senza nemmeno provare particolare rimorso, trovando piuttosto soddisfazione o liberazione, altro aspetto angosciante del film e del personaggio.
Non so se in cantiere ci sarà un secondo film, fatto sta che il finale lascia suggerire proprio questa ipotesi, con un Joker folle e sfuggente che si aggira in un ospedale psichiatrico. A mio avviso però con un sequel si rischia di rovinare il tutto, considerando il fascino e l'intensità di questa pellicola: non vorrei infatti che da produzione artistica si passasse a un blockbuster per marciare sulla notorietà del clown.



 

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