Autore: Valerio Evangelisti
Editore: Mondadori
Genere: fantastico, fantascienza, gotico
Pagine: 274
La trama in breve:
Pubblicato nel 1994 nella collezione Urania, Nicolas Eymerich, inquisitore segna l’esordio nella narrativa italiana del protagonista di una delle saghe più amate, che ormai da anni ha conquistato un pubblico di lettori ben più ampio (e per certi versi esigente) rispetto ai soli appassionati di fantascienza. Basato su un inquisitore catalano realmente esistito nel Trecento, la creatura di Evangelisti è un uomo intollerante e spietato, ma anche intelligente e coltissimo. Le sue avventure si svolgono nel luogo che gli appartiene, l’Europa medievale popolata di cristiani, ebrei, musulmani ed eretici, ma anche in piani temporali diversi, dal nostro passato prossimo fino al futuro più remoto. Perché il Nemico di Eymerich è un’entità metafisica che ripropone attraverso i secoli un’unica, eterna sfida. Un Nemico che può subire solo sconfitte brevi e temporanee…(fonte Mondadori)
Il mio commento:
Letto in formato ebook, più per curiosità di leggere un testo "fantasy" di un autore italiano di cui avevo sentito parlare ma senza reale conoscenza di cosa mi apprestavo a leggere.
La lettura è filata via rapida, visto anche il ritmo incalzante e serrato della narrazione. Il cambio di linea narrativa, ora Medioevo ora futuro sci-fi, è interessante e contribuisce al successo del testo tuttavia può dare anche un senso di spaesamento e creare confusione.
L'impressione infatti è che alcuni aspetti potessero essere gestiti con maggior calma e approfondimento mentre invece tutto si consuma in poco tempo.
Il protagonista, Nicolas, divenuto inquisitore a causa della morte di peste del suo predecessore è un personaggio particolare, non ha conquistato la mia simpatia a esser sincero. E' quasi robotico, molto razionale e implacabile, con alcune manie e, a dirla tutta, ha poco dell'uomo di chiesa. Certo, c'è la fede in Dio e l'impegno a lottare e perseguire il male tuttavia non mostra empatia o quasi sentimenti. Per di più. considerando la rapidità con cui si trova a giostrarsi tra aspetti politici e indagini "complesse" e delicate ha un che di inumano.
Per altro, come mi par di capire anche leggendo altri commenti al testo, non è neanche ben chiaro se sia stato svelato del tutto il mistero dietro al culto pagano di Diana o comunque se la risoluzione di tutta la storia sia effettivamente avvenuta visto che le trame fantascientifiche e medievali convergono (diciamo così) ma a parer mio non è ben chiaro cosa sia realmente successo.
Se non ho capito male il fulcro sono gli psitroni, fantomatiche particelle subatomiche che sono presenti ovunque e che reagiscono al pensiero permettendo quindi viaggi spazio-temporali ma anche materializzazione di entità. Cosa questa che permette di spiegare la presenza di demoni, mostri e fenomeni sovrannaturali, come la comparsa di orribili neonati bicefali (che all'inizio mi faceva presagire qualche sviluppo orrorifico...). Accettato che tramite queste particelle molte cose sono possibili allora diventa - perdonate il gioco di parole - possibile quasi ogni cosa, in termini di fenomeno occulti e risoluzione degli stessi, come accade anche nel finale del libro. Quello che però mi fa storcere il naso è la rapidità con cui tutto viene gestito e risolto, peraltro senza che, nel caso di Nicolas, uomo del 1300 e rotto, ci sia reale comprensione del fenomeno fisico ma rimandando tutto a opere divine o sataniche. Le indagini per altro mi danno un po' da pensare perché, se non ho capito male, il predecessore e mentore di Nicolas, in anni di attività non aveva risolto nulla mentre il nostro, tenace e astuto per carità, sbroglia il caso in neanche una settimana, con tanto di esplorazioni e spostamenti a cavallo e orchestrando piani non semplicissimi da ideare e coordinare in così breve lasso di tempo.
Al netto di ciò che, per carità, può non essere per forza un limite, è innegabile che il personaggio abbia un suo fascino e un suo carisma come è innegabile che Evangelisti sappia scrivere e avvincere il lettore ricreando atmosfere storiche piuttosto credibili e verosimili. Non a caso, la saga di Nicolas Eymerich ha riscontrato un discreto successo di critica e vendite.
Per i miei gusti e per le mie aspettative però mi aspettavo qualcosa in più e un libro con una narrazione meno rapida e più lenta, qualcosa che rimandasse alle atmosfere de Il nome della rosa. Ma evidentemente ero fuori strada.
Nessun commento:
Posta un commento