domenica 29 agosto 2010

..:: Le parole che non scrivo ::..

Titolo:  Le parole che non scrivo
Autore: Giordano Criscuolo
Editore: Il Filo (ora Gruppo Albatros Editore)
Genere: Narrativa
Pagine: 122

La trama in breve:
Tra i suoni di amplificatori sfondati, canzoni dei Nirvana, occupazioni scolastiche e discorsi sul senso dell’esistenza, si dipana una storia d’amore discordante. Una ragazza che rappresenta un’entità quasi inafferrabile. Un’emozione a cui dedicare lettere che forse non verranno mai spedite. Annalisa è Marlene, per gli occhi e il cuore di Manuel. La realtà è molto più difficile da mettere a fuoco, incasellata e costretta com’è in consuetudini troppo “pop”. (fonte Giordano Criscuolo)

Premessa:
Tendenzialmente sono contrario all'editoria "a pagamento", a quella pratica che spesso viene attuata nel nostro territorio e che prevede il versamento di un quantitativo di denaro da parte dell'autore per vedere pubblicato un proprio romanzo. Come si può ben comprendere leggendo il nome dell'editore sopra riportato, in questo caso siamo di fronte ad un editore che adotta tale politica per cui il mio primo impulso sarebbe quello di boicottare tale produzione.
Tuttavia, in questo caso, la lettura è maturata nell'ambito delle catene di lettura a cui partecipo su Mondo Parallelo per cui non mi sono sottratto ai miei impegni e ho letto, soprattutto per l'autore e per il libro in sè. E anche per constatare la presenza di "anomalie" nel sistema editoriale a pagamento, ovvero la presenza di testi ben scritti e avvincenti.
In questo senso, ribadisco che il commento che sotto riporto è relativo al testo letto ma NON vuole essere un incentivo all'editoria a pagamento che anzi, a mio modesto parere, va evitata.
Soprattutto da parte di noi autori che vogliamo proporci al mondo con le nostre opere: non è quella la strada.
Poi, ognuno fa quel che gli pare...in ogni caso segnalo questo post di Writer's Dream: credo possa essere molto utile darci un' "occhiata".


Il mio commento:
L'approccio ai testi che provengono da qualche catena è sempre problematica in quanto è spesso affetto da aspettative non eccessivamente alte (visto che si tratta di testi che non circolano nelle librerie come invece dovrebbero, magari sono autoproduzioni, sono scritti da autori sconosciuti, e così via...) e condizionato dalle note di chi ci precede nella sequenza di lettura (te lo consiglio, non te lo consiglio, e chi se l'aspettava che l'assassino fosse proprio il signor Franco?).
Non che io abbia un'esperienza millenaria in materia ma, finora, è sempre stato così.
In questo caso il testo è stato preceduto da note e commenti piuttosto estesi che mi hanno fatto ben sperare e, al termine della lettura, non posso far altro che confermare che si è trattato di una bella esperienza.
Lo stile è più che buono, vivace, diretto, schietto. Mi ha ricordato Brizzi e Culicchia e le loro produzioni pulp legate al mondo adolescenziale e post- adolescenziale.
Le parole sono intrise di passione, di giovinezza, di alcol, di musica, di emozioni, di sentimenti, di vita. Difficile non percepirlo o rimanere indifferenti mentre scorrono le lettere scritte ma mai spedite di Manuel, mentre passato e presente del ragazzo si avvicendano sulle pagine del libro parlando della sua esperienza umana alle prese con la crescita, con il cambiamento, con la "rivoluzione" e, sorpattutto, con l'amore. Non so se si tratta di un testo autobiografico - probabile però che molto del contenuto lo sia - ma tutto sommato non ha importanza.
Difficile anche non ritrovarcisi nelle parole di Manuel, negli episodi che rievocano un passato scolastico, gli anni del liceo, poi quelli presenti dell'università e delle uscite con gli amici all'insegna della festa e della musica.
I personaggi del testo di Criscuolo siamo noi, sono il ritratto di una, anzi, delle generazioni a cavallo tra gli anni 90 e 2000, disillusi, annoiati, confusi, rabbiosi, desiderosi di trovare una propria identità. O, almeno, lo è per me che sono nato nell'82 e che negli anni 90 per lo meno esistevo...
Il sentimento che lega il protagonista ad Annalisa, o Marlene che dir si voglia, richiama qualcosa con cui più o meno tutti abbiamo fatto i conti, con impulsi distruttivi e costruttivi, slanci di vita e di depressione a seconda che l'oggetto del desiderio offrisse scorci di speranza o baratri di cocente delusione.
Malgrado tutti gli elogi e gli aspetti positivi che fin qui ho citato, c'è però da dire che tutto sommato la storia narrata non offre nulla di particolarmente nuovo e, spiace dirlo, sa un po' di clichè: Manuel di anni ne ha 24 ma ciononostante non riesce ad affrancarsi dai sentimenti che prova per Annalisa, ragazza conosciuta al liceo che poi inaspettatamente ritrova ma che, malgrado tutto, non è più la stessa del passato. O forse, semplicemente, non lo è mai stata, circondata da un'aura di mistica aulicità che la rendeva inaccessibile e intoccabile. L'illuminazione, il cosiddetto momento di lucidità, giunge però nel finale dove qualcosa scatta dentro Manuel e, finalmente, cresce. Che sian state le parole di Gianni a sbloccarlo, relative ai commenti di sua sorella compagna di classe di Annalisa? Chi può dirlo...
Un'altro aspetto che mi suona strano, è relativo alla troppa semplicità della vita presente di Manuel: non c'ha davvero niente altro da fare che suonare, starsene con gli amici e pensare ad Annalisa? 
Caspita, inizio a pensare di aver sbagliato davvero qualcosa nella vita...
Comunque sia, se amate il rock ed in particolar modo il grunge, se avete apprezzato "Jack Frusciante è uscito dal gruppo", e se site maschi, questo libro fa decisamente per voi: nonostante la copertina a mio avviso insulsa di certo saprà emozionarvi. Rimane però che un intreccio più arzigogolato, qualche elemento di distrubo in più, comrpese rompimenti da parte dei genitori (totalmente assenti ... ), o ulteriori imprevisti avrebbero potuto contribuire alla tridimensionalità della narrazione, a collocarla in un mondo più concreto e composto da più materialità.  Anche in relazione alle persone che ci orbitano nel contesto narrativo descritto. in cui, forse, mancano proprio le descrizioni delle persone e dei luoghi in cui le vicende si collocano In fondo, va detto, belli gli occhi verdi di Annalisa ma a fisico come stava messa? Possibile che un ragazzo di 18-24 anni non faccia menzione a ciò?
Tra l'altro, il libro è abbastanza maschio-oriented per cui, immagino, un pubblico femminile non sarà così immediatamente avvicinabile alla lettura. Senza scordare le varie frecciatine alla dubbia moralità delle ragazze più volte rimarcata nel testo...
Ultima postilla, proprio in termini di materialità, spero che il prezzo del libro sia un po' sceso rispetto all'edizione che ho fra le mani: 13,50 euro non son pochini per 122 pagine...


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