
Soprattutto, l'argomento al centro dei vari dibattiti è l'ingovernabilità a cui si va incontro, alle coalizioni che si formeranno, senza dimenticare la caccia ai colpevoli, per capire a chi imputare la responsabilità dell'esito ottenuto con le elezioni.
Per capirci qualcosa, forse, visto che ogni tanto mi trovo a notare dinamiche sospette (vedasi la Lega, che ha il controllo delle regioni del Nord ma che, globalmente, raggiunge circa il 4%....)
Dito puntato verso persone, movimenti ed elettori. Qualcuno c'è o deve esserci, insomma, che rischia di portarci a situazioni fortemente critiche e ingestibili.
Non come ai bei vecchi tempi quando i precedenti governi dimostravano di avere a cuore le priorità del Paese e di dedicarsi alla cosa pubblica con serietà, competenza e onestà...anche se non mi pare sia propriamente accaduta negli ultimi anni ma ugualmente in molti hanno deciso di concedere fiducia alle stesse facce. Anzi, mi pare ci sia anche qualcuno di "perseguitato dalla legge" che, malgrado presunti crimini, raccoglie fin troppi consensi...
Ad ogni modo, da parte mia, più che disquisire amabilmente di quel che accadrà (e non essendo io un veggente ho un po' di difficoltà nel valutarlo...), c'è invece la volontà di riflettere su certe dinamiche comunicative e mediatiche che, strano a dirsi, non sono state additate come "responsabili" del risultato ottenuto.
Partiamo dalla scelta popolare compiuta dal Movimento 5 Stelle che ha attraversato l'Italia con lo tsunami tour fermandosi nelle piazze, dove chiunque (sostenitore o meno) poteva fermarsi gratuitamente ad ascoltare. Diversamente, i partiti tradizionali hanno preferito investire maggiormente su conferenze ed eventi legati solamente al proprio elettorato.
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A suo tempo, Prodi lo ritraevano in pose come questa...capirai che fiducia che ispira... |
C'è poi da ponderare sul ruolo dei giornalisti e dei media televisivi in generale che hanno continuato a comportarsi in modo "sciocco", come spesso fanno, non ponendosi criticamente nei confronti dei candidati politici, di qualunque appartenenza politica, ma cercando lo show mediatico, gestendone l'appeal, l'esteriorità, facendo emergere solo "schifezze" quali insulti e contrasti mentre sullo sfondo venivano a sfocarsi altre questioni (su tutte, come è andata a finire con Monte dei Paschi di Siena?)
Ecco allora che Berlusconi viene sempre inquadrato e proposto in un certo modo, possibilmente sorridente, Bersani e Monti idem, ma più composti e riflessivi, sempre a tenere comizi dinnanzi a gente che applaude e sventola bandieroni, Ingroia e Giannino (un uomo che ha, assieme a Lapo Elkann, ha contribuito alla ridefinizione di figura di m...) invece più umili e nel mezzo di qualche intervista o conferenza di dimensioni contenute, e Grillo che urla. Immagini, diapositive, ripetute con insistenza che finiscono con imprimersi più delle idee proposte.
Giornalisti sempre a caccia del leader, del tizio cui le masse devono fidelizzarsi e seguire come fosse un beniamino della musica o dello sport.
Poca enfasi sulle idee, sui programmi, sul passato di tutta questa gente che, ovviamente, non è sbucata fuori dal nulla. Ma l'impressione avuta, per certi versi, era questa, dello stupore dinnanzi alla novità...
A parer mio, visto anche che esiste la par condicio (ahahah, che cazzata!), qualcuno poteva anche prendersi la briga di tenere un programma divulgativo in cui leggere o schematizzare le idee politiche descritte nei vari programmi elettorali. Ma evidentemente costava troppa fatica e, anzi, poteva risultare contro producente. Vedasi rintracciare il programma del Movimento 5 Stelle, da anni presente in internet e comodamente accessibile da browser, ma che nessun giornalista ha saputo recuperare per nessuna edizione del telegiornale.