sabato 13 novembre 2021

Messia di Dune

Titolo:
Messia di Dune
Autore: Frank Herbert
Editore: Editrice Nord
Genere: fantascienza
Pagine: 321

La trama in breve:
Non è certo al momento della loro creazione che gli imperi mancano di uno scopo. Quando, invece, si sono fermamente consolidati, gli scopi si smarriscono e vengono sostituiti da vaghi rituali. Il secondo, avvincente episodio del Ciclo di Dune, uno dei best seller assoluti della fantascienza mondiale.

Dodici anni dopo la vittoria dei Fremen sull'Imperatore Padiscià Shaddam IV, Paul Muad'Dib, erede degli Atreides, è ancora il temuto Imperatore della galassia e governa l'universo dalla sua capitale su Arrakis. La forza del mito che lo circonda viene però intaccata da un complotto che vede protagonisti il Bene Gesserit, la Gilda Spaziale, i Tleilaxu e alcuni Fremen ribelli: al centro della cospirazione c'è il tentativo di indebolire la sua capacità di comando e rendere instabile la dinastia degli Atreides ostacolando la nascita di un erede. Tuttavia, il prezioso dono della prescienza dà a Paul la consapevolezza che la strada da seguire è quella indicata dal suo destino: indirizzare il proprio popolo su un percorso che lo allontani dall'autodistruzione e dalla miseria, verso un futuro armonioso e duraturo, un obiettivo che è disposto a raggiungere anche a costo del proprio sacrificio... Il secondo, avvincente episodio di Il Ciclo di Dune, uno dei best seller assoluti della fantascienza mondiale. (fonte IBS)

Il mio commento (attenzione agli spoiler...):
Qualche tempo fa vi avevo parlato di Dune, famosissimo libro di Frank Herbert, pietra miliare della fantascienza di cui, tra l'altro, è stato recentemente realizzato un nuovo adattamento cinematografico per la regia di Denis Villeneuve. 
Ora invece ne approfitto per parlarvi di questo secondo romanzo del medesimo ciclo, decisamente più breve e, ora che l'ambientazione è nota, fruibile. Ma non per questo meno impegnativo, nonostante la lunghezza ridotta. Lo stile e il modo di narrare di Herbert rimangono di ottimo livello e allineati al primo romanzo, per cui efficace, logico e razionale, ma anche molto poetico e suggestivo, con personaggi che però non risultano sempre così "spontanei" ma condizionati da un forze maggiori di loro. 
Sin dalle prime pagine si respira un'atmosfera più grave e disperata: assistiamo infatti ad un incontro segreto nel quale si delinea un complotto ai danni di Paul Atreides. Un complotto per il quale vengono prese tutte le dovute precauzioni al fine che l'imperatore non riesca a "scorgerlo" con la sua prescienza e che sembra evidenziare dei punti deboli nelle facoltà stesse di Muad'Dib.
Nel proseguo del libro, da un lato il complotto prende forma, dall'altro assistiamo a vari episodi che ci permettono di conoscere meglio la situazione di Paul e di Alia, anch'essa dotata di conoscenze sovrumane. Sono entrambe figure tragiche, segnate dal destino. Nel caso di Alia si respirano però irrequietezza e pulsioni, mentre per Paul prevale una stoica rassegnazione e incrollabile fiducia in quello che è il percorso scelto per se stesso e l'impero, una strada che lo porterà a più di un sacrificio fino al finale del romanzo. E per quanto mi riguarda ho empatizzato molto con lui, ho sofferto e patito per la sua stoicità e per lo spirito di abnegazione. I suoi comportamenti e le sue scelte appaiono quindi anche assurde e fredde, anche, ma in realtà sono il risultato del grande amore che nutre per la sua adorata Chani e per il senso di responsabilità verso l'impero. 
Menzioni particolari poi per i personaggi di Duncan Idaho (eh già!) e di Scytale, decisamente interessanti. Il primo è redivivo, ad opera del Bene Tlelilaxu, una società segreta che pratica la manipolazione genetica, e torna a corte sotto forma di ghola, praticamente una sorta di resuscitato ma con ricordi impiantati e alcune parti sostituite da innesti tecnologici, in particolare gli occhi. Un personaggio che dovrebbe essere strumento del complotto ma che diviene pungolo per lo sviluppo di Alia e per riflessioni sull'autenticità della persona e dell'io, sul limite tra natura e scienza, tra vita e morte. In un certo senso, la sua stessa esistenza rappresenta una sorta di prova di immortalità, con implicazioni etiche non banali.
Scytale invece è un Volto Danzante appartenente al Bene Tlelilaxu, una sorta di mutaforma, molto acuto e pericoloso (che mi ha fatto pensare a Jaqen H'ghar del Trono di Spade...anche se forse sarebbe più corretto il paragone con il T1000 di Terminator 2), anch'esso pedina centrale del complotto ai danni dell'imperatore.
Ovviamente sono presenti anche altri personaggi già presentati nel libro precedente, come Stilgar, la Reverenda Madre del Bene Gesserit, ma anche la stessa Chani, fedele e innamorata di Paul, sebbene non ne riesca a comprendere appieno i comportamenti fatti, nonostante tutto, per cercare di allungarle la vita il più possibile. Già, perché essere una sorta di profeta in grado di vedere tutti i futuri porta con sé un enorme e tragico fardello, così come l'accettazione di dover accettare alcuni calici amari e non sottrarsi ad essi per favorire il compimento di un disegno più grande, non per se stessi ma per le generazioni future. Emblematica poi l'ultima parte del libro nella quale Paul si muove e agisce completamente consapevole degli altri e degli spazi attorno a lui (guida addirittura un ornitottero)(un po' come Neo in Matrix Revolutions...) nonostante non abbia più gli occhi, perduti a seguito di un attentato che sapeva sarebbe capitato. E non oso pensare al dolore nel contemplare ogni giorno la propria amata Chani, senza poterle dire quale sarà il suo destino o che sa bene come mai non riesce a rimanere incinta. 
Un grande personaggio tratteggiato da Herbert che a tratti sfugge e risulta inumano, freddo e troppo impostato, e per questo non viene compreso appieno, e che per se stesso sceglie un destino coerente con le tradizioni Fremen ma ugualmente triste e pieno di sofferenze. In una parola, un martire.
Di tutt'altra pasta Alia, adorata come santa, capace di scorgere il futuro con la prescienza, abilissima con le armi bianche, che condivide in parte il fardello di suo fratello l'imperatore ma che risulta decisamente più passionale e in preda a pulsioni e necessità corporali, suscitate per altro dal ghola Duncan Idaho infiltrato a corte appositamente per insediare la casata degli Atreides, che si troverà invece a venir da questi ultimi "risvegliato". Immagino che entrambi i personaggi avranno ulteriore spazio nei successivi libri. Sempre se "i nuovi arrivati" del finale non ruberanno subito la scena a tutti, considerando anche le premesse con cui il maschietto si è fatto conoscere aiutando suo padre a sbrogliare una situazione davvero tesa.
Successivi libri che vedrò di recuperare non appena possibile :-)
Inutile infatti sottolineare che si è trattato di un ottimo libro, avvincente e ben scritto. Probabilmente risulta più sbilanciato sul fronte dei dialoghi e delle riflessioni più che sull'azione vera e propria, così come non posso negare che offra un'ambientazione più limitata rispetto al precedente romanzo, in quanto le vicende si svolgono per lo più a corte e in città (non si vive e respira più il deserto come ai bei tempi!), per cui con meno incursioni su argomenti quali ecologia e vita al limite, tuttavia risulta coerente e ben orchestrato e, soprattutto, non banale o scontato. Se ne avete occasione e vi è piaciuto il primo romanzo, credo sia una lettura obbligata per proseguire con la saga di Dune.

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