Episodi: 14
Anno: 2010
Genere: commedia, comico
La trama in breve:
René Ferretti cerca di convincere la rete a produrre la serie Machiavelli, con la quale si era conclusa la precedente stagione. La direzione sembra accettare ma prevede un'attesa di alcuni anni prima di dare l'avvio alla produzione, motivo per cui René accetta in segreto di lavorare per una rete concorrente, dirigendo la sit-com Troppo Frizzante...ma le svolte sono dietro l'angolo e la troupe avrà una nuova imperdibile occasione di cimentarsi per la rete nella realizzazione della serie Medical Dimension ambientata nel mondo della sanità pubblica.
Il mio commento:
Avevo iniziato a vedere questa terza stagione su Netflix per poi vederla sparire dal catalogo con l'inizio del nuovo anno :-(((
Fortunatamente è ora presente nel catalogo Disney+ e ho avuto l'occasione per recuperarla e terminarla. Con immensa soddisfazione oserei dire ^__^
Per altro mi accorgo solo ora di non aver riportato alcun commento sulla seconda stagione, e un po' me ne vergogno... Tuttavia sono ancora in tempo per lasciare qualche riferimento a quest'ultima stagione, in attesa, chissà, che ne producano un'altra.
Indubbiamente si tratta di una serie geniale, ironica e ben fatta, caricaturale e intelligente che, soprattutto verso le puntate finali, mette in luce proprio il modo di pensare allo show business, al modo in cui vengono scelte le proposte da mandare in onda. Infatti, nonostante le belle speranze e le alte aspettative, così come l'impronta votata alla qualità, Medical Dimension (una brutta copia delle varie serie tv legate al mondo della sanità come Grey's Anatomy o Dr. House) è una sorta di trappola che, secondo i piani, non vedrà mai la luce. Una scelta strategica della rete che vuole appositamente mantenere basso il livello qualitativo delle proprie proposte, a scapito degli spettatori che, tutto sommato, faranno spallucce e continueranno a guardare la tv ugualmente.
Ovviamente non mancano anche frecciatine ad altre trasmissioni, in particolare alla Mediaset con Troppo Frizzante e chiari riferimenti ai varietà e alle sit-com con pretese di comicità ma che in realtà dovrebbero creare imbarazzo per pochezza e vacuità di contenuti, oltre che per la bassezza delle gag comiche. Ma anche, con il riferimento a nonno Joe, a come cambia il modo di approcciare certi temi e/o proporre stereotipi.
Apprezzata poi la frecciatina verso le produzioni statunitensi, anzi, alla cultura americana da cui siamo in certo senso condizionati e succubi: ecco allora che la "festa del grazie" palesa da un lato questa sudditanza culturale sia la poca originalità di certe trovate e situazioni...d'altra parte, se tutti gli sceneggiatori sono come i tre ragazzoni svogliati che passano le giornate in barca, a godersi la vita ...
Rispetto alla precedenti stagioni, nel corso dei vari episodi di questa terza stagione i personaggi vengono anche messi a confronto anche con tematiche interessanti, come l'eutanasia o la reazione alla modernità o alla celebrità, oppure calati in situazioni che si svolgono anche all'esterno del set, vedasi appunto la sopracitata festa del grazie ambientata in una comune abitazione circuendo e ingannando i reali occupanti oppure le riunioni presso la sede della rete o quella presso i fori imperiali di Roma, dove l'immancabile Lopez rivela a Renè la verità sul progetto Medical Dimension.
Sono quindi molto contento di esser riuscito a recuperare questa stagione e aver conclusione la visione delle gesta eroiche della troupe al soldo dell'eroico Renè che, tra eccentricità, poca voglia di fare, azioni scellerate e irrispettose, fotografa anche la società italiana e la situazione di certe produzioni. Fermo restando che un crogiuolo di personalità come quelle del seguito del regista impersonato da Pannofino e degli altri professionisti che gli orbitano attorno, lo reputo più che improbabile nella realtà. In fondo, che dire del confronto tra i vari attori sul set, dal solito Stannis, esagerato ed egocentrico, a Valerio, insofferente e svogliato, contrapposti all'umile e ingenua Fabiana, per altro la più talentuosa del gruppo? Oppure cosa pensare degli immani sforzi degli sceneggiatori, praticamente in costante vacanza e capaci di pensare solo al proprio tornaconto limitandosi a impegnarsi al minimo?
Se da un lato è vero che Boris fotografa e mette in luce i limiti e il livello della produzione nostrana, va anche detto che fortunatamente, negli anni, la qualità con cui son state confezionate e realizzate serie e mini-serie sembra esser cresciuto, forse anche per contrasto legato a spunti offerti proprio da una serie, anzi, una fuoriserie come questa. Una serie che, con la sua comicità e demenzialità, permette di scherzare e metter in luce i meccanismi con cui il settore televisivo nostrano sembra vivere (qualcuno ha detto locura?) e condizionare gli spettatori.
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