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Titolo: 28 weeks later -28 settimane dopo
Regia: Juan Carlos Fresnadillo
Anno: 2007
Genere: horror
Cast: Robert Carlyle, Rose Byrne, Jeremy Renner, Harold Perrineau, Jr., Catherine McCormack, Mackintosh Muggleton, Imogen Poots.
La trama in breve:
La diffusione dello sconosciuto virus che rende gli esseri umani zombie dalla sorprendente falcata ha gettato morte e panico sul Regno Unito, come visto in 28 giorni dopo, e portato alla completa evacuazione dei superstiti di tutta la Gran Bretagna, messa in quarantena delle nazioni unite.
28 settimane dopo la situazione sembra essere nuovamente sotto controllo: tutti gli infetti sono stati sterminati e il rimpatrio dei primi profughi può cominciare insieme ai lavori di ricostruzione. Il ritrovamento di una donna che sembra essere immune ai devastanti effetti del virus, pur essendone portatrice, è di grande interesse per gli scienziati che studiano la natura del contagio per tentare di produrre un antidoto. (fonte mymovies.it )
Commento:
Partiamo dalla premessa che, a me, 28 Giorni dopo era piaciuto molto. Magari non sarà stato questo capolavoro di cinematografia, però aveva ottimi spunti e sequenze. L'ho trovato molto angosciante e relativamente realistico, capace di portare sullo schermo lo spauracchio di epidemie massive e dagli effetti devastanti che in quel periodo (2002) andavano alla grande. Pericoli di stermini collettivi che non erano sentiti come distanti, eccidi non causati da terrorismo o armi umane ma da batteri e virus. Qualcosa di incontrollabile e devastante.
Quando ho saputo che ne avrebbero girato un seguito son stato colto da giusta curiosità, interesse che lo stesso trailer di "28 settimane dopo" ha alimentato.
Dopo aver visto il film, anzi, già durante la visione, mi sono invece reso conto che mi trovavo di fronte ad un'emerita cagata. Una di quelle bibliche.
E sì che era pure partito bene.
Una casa sperduta nel nulla, alcune persone barricate e che vivono nel terrore...l'arrivo di un bambino inseguito dagli zomboidi e quindi il panico, il terrore, la violenza, la fuga. Angosciante la corsa di Don che scappa, terrorizzato, dopo che in pochi attimi tutto è stato distrutto, le persone che conosceva sbranate e con il rimorso di aver abbandonato la propria moglie per potersi mettere in salvo. Da cardiopalma la fuga tra i campi, in pieno giorno, dove non esistono nascondigli ma solo la paura di una preda che si sente braccata da creature che di umano non hanno più nulla...Sopravvivere, questo l'unico pensiero.
Una sequenza ottima, avvincente. Davvero convincente e ben realizzata.
Poi....segue una successione di diapositive e spiegazioni per far capire cosa è successo poi, ovvero che l'epidemia si è diffusa a macchia d'olio nell'intera nazione (cioè, quello che è stato mostrato in "28 giorni dopo" di Danny Boyle) e che dopo 28 settimane tutto sembra essere finito. I lavori per la ri colonizzazione di Londra sono ricominciati e, sotto l'attenta sorveglianza dell'esercito statunitense, tutto cerca di tornare alla normalità.
A questo punto diviene chiaro che il film, in realtà, è stato realizzato a scopo didattico. Ovvero con l'intenzione di far capire a militari e civili cosa assolutamente NON va fatto durante una situazione similare. Guardando "28 settimane dopo" in quest'ottica lo si può considerare valido come film, altrimenti spegnete pure e andate a prendere una boccata d'aria. Per carità, non mancano le sequenze interessanti, però il tutto si dimostra un insulto all'intelligenza dello spettatore.
Perchè - chiederete voi - dici così?
E' presto detto: perchè la sceneggiatura del resto del film, ovvero di tutto ciò che segue la sequenza iniziale, è stata scritta in pochi minuti da ubriachi.
Di conseguenza, ecco l'intreccio che ne risulta. Due ragazzi, Andy e Tammy (giovane ma gnoccolona) vengono ricondotti a Londra per poter riabbracciare il padre, Don, il tizio di prima, quello della fuga. Viene spiegato loro di non uscire dall'area di sicurezza, che il virus è stato debellato ma che sarebbe bene evitare di scoprire il contrario, di fare attenzione ecco, e di collaborare con l'esercito. Tuttavia il piccolo Andy soffre: non ha nessuna foto della mamma, "teoricamente morta" nella sequenza di apertura. Sua sorella allora ha l'intuizione: "ehi, perchè non eludiamo la sorveglianza dei cecchini e dei militari, ci addentriamo in territorio non ancora decontaminato e recuperiamo delle foto? Non se ne accorgerà nessuno!". E così è, escono da un palazzo di circa 40 piani senza che nè loro padre nè guardiani o militari se ne accorgano. L'unico ad avvistarli è un cecchino che segnala la fuga blandamente. Tanto...che vuoi che accada... E questa è una prima lezione per gli spettatori: se sei pagato per fare il cecchino e sorvegliare, fai il tuo mestiere per Dio! Che senso ha trascorrere il tempo a spiare la vita altrui se poi, quando si verifica una situazione di pericolo, ce ne si lava le mani? Idem per il resto dei commilitoni.
Ad ogni modo, i bimbetti raggiungono la loro ex casa e recuperano delle foto. E la mamma. Era lì, viva....deperita, ma viva. Con calma giungono allora i soldati e li riportano tutti al campo base. I bimbi vengono messi in isolamento, per punizione e per cautela. E questo va bene. La mamma invece, dichiarata portatrice del virus, viene lasciata in un ambulatorio...senza sorveglianza...massì...chiunque può andare a trovarla...magari il marito...che la bacia...e da qui il finimondo. Ecco la lezione due: non lasciate persone potenzialmente infette senza adeguata sorveglianza. Al contempo, non baciate donne o uomini che siano che sono state prelevate da una zona infetta....
Ma questo è anche il meno. Una volta che si è ridiffusa l'epidemia (grazie Don!), cosa pensano di fare i soldati? E' ovvio: senza informare nessuno (e quindi creando confusione, tensione e panico, altra cosa da NON fare) chiudono tutti i supersiti (NdLeo: all'inizio si parlava di 15000 persone...ma la città non mi pareva così popolosa...) in uno stanzone. Senza protezione. Senza luce. Ma con una porticina che dà sul retro e da cui - ma pensa - può entrare chiunque. Soprattutto un infetto come Don. E via dicendo...un susseguirsi di boiate. Cecchini che sparano a caso, l'esercito che ordina sterminio incondizionato, militari senza orologio ("Mi raccomando, stanno per bombardare la zona: devi essere lì entro 4 minuti! Io ci sarò!" ....la notte lascia il posto al giorno e finalmente i due si incontrano...minchia quanto durano sti minuti...), soldati che rifiutano di eseguire gli ordini o che, di propria iniziativa, compiono cazzate. Tipo bruciare vivo un povero soldato che sta semplicemente spingendo un'auto oppure dare di matto perchè un civile sale su un elicottere....accettando però di trasportare poi due persone infette in un altra Nazione...perchè limitare l'infezione alla sola Inghilterra?
Oppure, se si sta fuggendo, perchè non rintanarsi nella metropolitana? Al buio? Dove non c'è speranza cavarsela visto che solo una persona è dotata di infrarossi...
In conclusione, un film che quanto a incoerenza e cazzate non si spreca affatto. Un documentario, come dicevo, sulle azioni da NON intraprendere in casi di ripopolameno di zone devastate da epidemie letali. Un film che poteva risultare interessante e che invece non ha voluto esserlo nonostante le buone premesse, le situazioni narrate e la riuscita colonna sonora. In fondo, arginare un'epidemia non è un evento così banale da fronteggiare... a meno che non si pensi di ritentarci 28 mesi dopo....
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