Regia: D.J. Caruso
Anno: 2010
Genere: azione, sci-fi
Cast: Alex Pettyfer, Dianna Agron, Callan McAuliffe, Jake Abel, Timothy Olyphant
La trama in breve:
Nove ragazzi alieni, del tutto simili agli umani, sono costretti ad abbandonare il loro pianeta, Lorien, che è stato invaso e distrutto dai terribili Mogadoriani. I nove cercano scampo sulla Terra ma i loro aguzzini li inseguono anche lì perché sono ben decisi a farli fuori definitivamente. I nove, crescendo con la protezione e la guida di devoti guardiani, sono destinati a sviluppare superpoteri. Per essere eliminati dai Mogadoriani – che per questi superpoteri li temono – devono però essere uccisi secondo la sequenza numerica progressiva che li contraddistingue. Il Numero Quattro di questi nove, anche conosciuto come John Smith, è arrivato a Paradise, in Ohio, e vive come un normalissimo liceale americano. Qui incontra il suo primo amore, Sarah, una dolce ragazza del Midwest che fa la fotografa. Dopo una pur giovane esistenza sempre in fuga, ora Numero Quattro ha una ragione in più per fermarsi davvero e combattere senza recedere (fonte trovacinema).
Dev'essere comodo di notte.... |
Il mio commento:
Fondamentalmente credo che il film in questione possa ben riassumersi con la frase, per altro già letta in rete, "quando gli X-men incontrano Twilight". Non conoscendo il ciclo di romanzi a cui la saga (di cui questo è solamente il primo capitolo) è ispirata, e di cui dovrebbe a breve uscire il secondo libro, premetto che il mio commento è e rimane parziale.
Globalmente la visione scorre fluida e piacevole, a patto di possedere un minimo di passione per le storie super-eroistiche e di saper cedere al fascino delle vicende sentimentali dei giovani protagonisti del film.
L'azione e i momenti di pura spettacolarità visiva di certo non mancano, ma credo che l'elemento cardine del prodotto cinematografico in questione stia tutto nel mistero che riguarda il "numero quattro". Bella scoperta, direte voi; eppure è il suo desiderio di possedere una vita normale, il dover rinunciare, la necessità di non avere punti di riferimento ma essere sempre in perenne movimento, da una città all'altra, senza poter mai rivelare chi è veramente, che rendono affascinante il personaggio impersonato da Alex Pettyfer. Più ancora delle abilità speciali che possiede e sviluppa nel corso del film, soprattutto verso la parte finale, decisamente quella in cui i combattimenti e gli effetti speciali si sprecano.
Globalmente la visione scorre fluida e piacevole, a patto di possedere un minimo di passione per le storie super-eroistiche e di saper cedere al fascino delle vicende sentimentali dei giovani protagonisti del film.
L'azione e i momenti di pura spettacolarità visiva di certo non mancano, ma credo che l'elemento cardine del prodotto cinematografico in questione stia tutto nel mistero che riguarda il "numero quattro". Bella scoperta, direte voi; eppure è il suo desiderio di possedere una vita normale, il dover rinunciare, la necessità di non avere punti di riferimento ma essere sempre in perenne movimento, da una città all'altra, senza poter mai rivelare chi è veramente, che rendono affascinante il personaggio impersonato da Alex Pettyfer. Più ancora delle abilità speciali che possiede e sviluppa nel corso del film, soprattutto verso la parte finale, decisamente quella in cui i combattimenti e gli effetti speciali si sprecano.
Questa scena m'è piaciuta molto, con un bel contrasto e una discreta dose di teatralità. teatralità e |
D'altro canto, tutto questo aspetto dell'appartenenza ad una razza aliena e della capacità di ricorrere al potere dei "lasciti", tutt'altro che marginale, risulta trattato in modo piuttosto blando e superficiale. Del pianeta originario, Lorien, si sa poco o niente. Idem per i Mogadoriani, umanoidi calvi dotati di branchie e una dentatura che farebbe la fortuna di più di un ortodontista. Per carità, la scelta della produzione (tra i cui nomi figura pure quello di Walt Disney...) di iniziare con l'inseguimento e l'uccisione del numero tre crea suspance e aspettative, però credo che almeno un paio di minuti di spiegazioni generiche lo si potesse ritagliare nel corso delle quasi due ore di spettacolo visivo.
Invece no.
Come nella più classica delle tradizioni legati ai film per adolescenti (di tutte le età) e incentrate sui supereroi, molti aspetti legati alla trama rimangono vaghi: accettarli o meno è una scelta che spetta allo spettatore che può, così, farsi coinvolgere oppure rifiutare quanto proposto per mancanza di credibilità. Della serie: come è stabilito il "numero" che possiedono i superstiti lorieniani? Come vengono effettuati i viaggi spaziali? Come fanno i Mogadoriani a trovare i profughi di Lorien? Perché questi si son divisi? Perché i guardiani sono dei brocchi? Perché nessuno pensa a ciullare da mattina a sera per creare una nuova generazione di esseri super-dotati? Magari ibridandosi con gli umani, stile sayan di DragonBall? Perché il numero sei sa molte cose e il numero quattro non sa praticamente un cazzo? Nessuno bracca Henri, il guardiano di "John Smith", per crimini di hackeraggio globale? Eccetera eccetera...
Pure questo dev'essere comodo assai, soprattutto quando il traffico si fa particolarmente ostico |
Secondo il mio modesto parere, consiglio quindi una visione del film senza pretendere troppo, cercando di godersi lo spettacolo in modalità "brain off", lasciandosi trasportare dall'intreccio proposto, dalla sensibilità del regista, da alcune sequenze e scelte di fotografia più che discrete, dal cast scelto (inutile negarlo: Dianna Agron scatena più di qualche pensiero impuro e, credo, analogo effetto lo procura Alex Pettyfer), possibilmente senza cercare riferimenti o similitudini con altri personaggi di comics et similia.
PS: possibile che i "numeri", la razza superiore, sia per lo più rappresentata da uomini e donne bianche, aitanti, con capelli biondi....c'è una punta di sospetta propensione all'arianesimo insomma...
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