Autore: Gregory Altman
Editore: Abel Books
Genere: manuale
Pagine: 47
Dalla quarta di copertina:
Quando ci si trova di fronte ad un foglio bianco si gettano parole senza capire che si ha bisogno di un progetto, un impianto, uno stile, un flusso. Questo manuale aiuta l'ingresso nel mondo della narrazione attraverso piccole e grandi scelte, fornendo a tutti i primari strumenti della scrittura (fonte AbelBooks)
Premessa:
Ho letto questo libro approfittando di un'encomiabile iniziativa promossa da Abel Books, casa editrice specializzata in pubblicazioni in formato ebook capeggiata da Andrea Giannasi, che ha deciso di incentivare alla lettura dei testi del proprio catalogo attraverso il web.
O, meglio, i blogger che nella rete ci sguazzano, ciarlano, e creano un minimo di fermento.
Ecco allora che pure io, incuriosito, ne ho approfittato per scoprire questo editore e sperimentare la lettura di ebook. Certo, in realtà avrei dovuto dare la precedenza a qualche altro testo che già avevo adocchiato o che mi era stato segnalato da altrettanti autori esordienti (penso a Le porte senza meta di Eldies o ai testi di Ebookingdom, tra cui Angelian di Markan ...) ma ho dovuto/voluto rivedere i miei piani e mantener fede all'impegno preso con questo editore.
Un impegno che, lo anticipo ora, intendo adempiere quanto più obbiettivamente possibile, ovvero senza limitarmi ad esaltare gli aspetti positivi dell'opera letta ma anche evidenziando magagne e sviste. Non per essere irrispettoso o irriconoscente verso l'editore, sia chiaro, ma per ripagare la fiducia offerta con altrettanta serietà. Nei miei limiti, ovviamente, che non sono né un professionista della parola né un eminenza grigia del panorama letterario italiano.
Credo poi che sia da riconoscere un certo qual merito ad Abel Books sia per l'iniziativa in sé, di elargire gratuitamente copie dei propri testi, sia per la ferma volontà di procedere sulla via dell'ebook malgrado, da come sembra, anche sulla base di voci più o meno autorevoli quali quella del "Duca" (Baionette Librarie), il mercato italiano sia ancora in una fase embrionale. Anzi, più embrionale di quanto pronosticato ... Probabilmente fino a che gruppi poderosi come Mondadori o Einaudi non decideranno di "cambiare" rimarremo ancora legati alla carta per cui, temo, ci sarà ancora da penare e lavorare per chi, invece, sul mercato digitale sta investendo e puntando parecchio. Un settore, comunque, che ha dalla sua indubbie peculiarità e caratteristiche positive anche se, forse, non ancora del tutto esplorate e valorizzate.
Il mio commento:
Il testo in questione mi è stato fornito in formato PDF e l'ho letto su notebook: non so dirvi se l'esperienza di lettura sia migliore su questo device, su tablet o su smartphone, fatto sta che è innegabilmente "diversa" da quella di un normale libro.
Indubbiamente ho apprezzato la possibilità di gestire dimensioni del font o di effettuare ricerche cosa che, nei libri tradizionali, non è così immediata.
Ad ogni modo, proprio per il fatto che si tratta di un ebook, se fossi un po' più ferrato in materia, credo dovrei quanto meno fare alcune considerazioni sul font, sull'impaginazione, o sulle differenze che avrei potuto (forse) apprezzare avendo il testo in formato epub o altro. Ma siccome non sono così dotto posso limitarmi solamente ad alcune osservazioni di più bassa lega. Ad esempio, non posso fare a meno di notare che manca il numero di pagina, utile nel malaugurato caso un lettore desiderasse di stamparsi il testo, oppure un indice che riepiloghi i contenuti, aspetto tutt'altro che trascurabile in un manuale. Anche se si tratta di un libro di poche pagine sarebbe bene dar evidenza da subito dei contenuti.
Ci sono poi, a pagina 42 e 43, delle spaziature sospette, probabilmente sviste (difetti di stampa?), su cui magari si può soprassedere.
Altra quisquilia, che poi tanto microscopica non mi sembra, è l'assenza di informazioni sull'autore del testo. Non metto in dubbio che il signor Gregory Altman sia un esimio luminare, depositario di conoscenza e saggezza ma, non per fare il San Tommaso della situazione, mi sarebbe piaciuto quanto meno avere una breve indicazione biografica. Sapere chi è, insomma. Anche perché (ed è un po' imbarazzante dirlo), sarò pure ignorante all'ennesima potenza ma, anche cercando in internet, non mi è riuscito di trovare informazioni su di lui. Ora, anche Stephen King ha pubblicato un libro, "On Writing - Autobiografia di un mestiere", che rappresenta una sorta di manuale, un vademecum per gli appassionati di scrittura: posso anche non conoscere Stephen King ma, cercando nel web, qualche leggerissima informazione su di lui la si trova. Analogamente, non molti magari conoscono il maestro D'Aria Angelo però, nel suo manuale "Qi Xin Tang Lang Quan - I segreti della mantide religiosa sette stelle", uno spazio dedicato alla biografia del suddetto maestro c'è eccome.
Nel caso di "Verso la narrazione", invece, non c'è alcun riferimento sull'autore del manuale. Un aspetto che, personalmente, trovo un po' bizzarro e che non mi permette di capire se i consigli arrivano da un mio contemporaneo o da qualcuno vissuto decenni fa, se sono il frutto di esperienza accademica o di duro lavoro di editing.
Ad ogni modo, il contenuto del libro è discreto, piuttosto chiaro e lineare. Vengono affrontati diversi aspetti legati al magico mondo della scrittura, ponendo di volta in volta l'attenzione del lettore (aspirante scrittore) su alcuni degli elementi chiave da rispettare per realizzare un buon testo. Si parla quindi di ambientazione, di presentazione e definizione dei personaggi, della costruzione dei dialoghi, di errori comuni da evitare, di trama, di intreccio... Non mancano, ovviamente, esempi e citazioni e, in tal senso, viene offerta una buona panoramica su molti degli aspetti legati alla scrittura che possono fare la differenza tra un bravo autore e uno mediocre. Categoria da cui, prima o poi, spero di riuscire ad affrancarmi.
Però - c'è sempre un però -, alcuni dei consigli rimangono generici o solamente accennati (penso ad esempio al trafiletto sulle "abbreviazioni" o sulle "d eufoniche", argomento su cui lo stesso Giacobbo potrebbe incentrare un'intera puntata di Voyager, magari tirando in ballo pure i templari). Si avverte, non so bene come dirlo, un po' di "fretta" e tendenza alla semplificazione. Un altro esempio in tal senso è il capitolo legato ai generi letterari, ovvero alle categorie in cui vengono classificati i romanzi.
Si accenna a quelli più conosciuti, sia chiaro. Ecco, pur non negando che ci siano generi noti e meno noti, son rimasto perplesso nel notare che non è stata fatta menzione alcuna al fatto che esistano sottogeneri (penso ad esempio allo steampunk o all'hard boiled) o, cosa ben più grave,che non siano stati citati generi quali il fantasy, la fantascienza, l'erotico, l'epica, il genere gotico, la distopia, l'ucronia ... voglio dire, capisco la necessità di far chiarezza nella mente del sedicente scrittore ma l'impressione è quella che ci sia stata per lo meno qualche omissione.
Ho apprezzato invece gli esempi e le considerazioni effettuate prendendo ad esempio un medesimo brano e provando a rivederlo e proporlo in modo differente, ponendo enfasi ora a questo ora a quell'altro elemento. Il problema è che, ma forse qui entra in gioco la mia natura diffidente e orgogliosa al contempo, non viene nemmeno fornito qualche elemento "concreto" che avvalori certe scelte. E questo si riallaccia a quanto espresso sopra in relazione all'identità dell'autore del manuale che, tuttora, mi rimane sconosciuto.
Autore che, infine,si dimentica di porre quanto meno un trafiletto in merito a nuove frontiere della scrittura dettate dalla presenza di internet e, ironia della sorte, ebook. Voglio dire, perché limitarsi alla parola quando ora è possibile mescolare testo-immagini-suoni-link e via dicendo? Non credo che, in un ebook che parla di tecniche e approcci alla scrittura avrebbe sfigurato qualche accenno al fatto che, probabilmente, sarebbe bene pensare alle proprie opere anche con "occhio" diverso da quello che potevano avere, ad esempio, un Bukowsky o un Dostoevskij, senza nulla togliere a questi grandi autori. Perché, in fondo, ora si può essere scrittori anche pubblicando un romanzo a capitoli sul web.
Queste ultime considerazioni però sono mie personali visioni e constatazioni, pensieri che lasciano il tempo che trovano e che non necessariamente rientravano nelle mire di Gregory Altman quando ha realizzato questa guida. Fermo restando, ovviamente, che certe regole di scrittura, certe attenzioni e strategie rimangono valide a prescindere dal formato su cui poi viene pubblicato un qualsiasi testo: un'opera ha valore se è scritta bene, se è coerente e avvincente.
Questioni su cui, tutto sommato, il manuale in questione pone discreta attenzione e offre interessanti spunti di riflessione e analisi. Consigli da tenere bene a mente, sia chiaro: "Verso la narrazione" rappresenta infatti una mini guida, un concentrato di nozioni e insegnamenti ma non necessariamente una sorta di Bibbia.
Consigliato, quindi, ma, a mio avviso, da integrare con un po' di spirito critico, esperienza e un correttore ortografico: c'è infatti qualche svista grammaticale che stona ( "qual'è"!!! "come se lo gli"!!), soprattutto se proviene da qualcuno che sta cercando di insegnarci a scrivere.
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