domenica 23 dicembre 2012

..:: Drive ::..

Titolo: Drive
Regia: Nicolas Winding Refn
Anno: 2011
Genere: thriller (per alcuni pulp)
Cast:  Ryan Gosling, Carey Mulligan, Bryan Cranston, Albert Brooks, Ron Perlman

La trama in breve:
Driver (non ha un nome) ha più di un lavoro. È un esperto meccanico in una piccola officina. Fa lo stuntmen per riprese automobilistiche e accompagna rapinatori sul luogo del delitto garantendo loro una fuga a tempo di record. Ora Driver avrebbe anche una nuova opportunità : correre in circuiti professionistici. Ma le cose vanno diversamente. Driver conosce e si innamora di Irene, una vicina di casa, e diventa amico di suo figlio Benicio. Irene però è sposata e quando il marito, Standard, esce dal carcere la situazione precipita. Perché Standard ha dei debiti con dei criminali i quali minacciano la sua famiglia. Driver decide allora di fargli da autista per il colpo che dovrebbe sistemare la situazione. Le cose però non vanno come previsto. (fonte mymovies)
Primo piano per Ryan Gosling,
probabilmente il miglior palo
del mondo del crimine hollywoodiano

Il mio commento:

... Against the grain of dystopic claims 
of the thoughts your actions entertain, and you have proved to be 
A real human being, and a real hero, 
Real human being, and a real hero, 
Real human being, and a real hero, 
Real human being, and a real hero, 
Real human being (repeat)  ...     

Conclusa la visione di questo film, lo giuro, non riuscivo a togliermi dalla testa la canzone "A Real hero" di College & Electric Youth. Piacevolmente dolce e ossessiva, con echi di musica in stile anni '80, e IMHO vagamente ammiccante a Dreams dei Cranberries, si imprime nella memoria nello spettatore accompagnandolo nella visione del film di Refn, un regista che non mancherò di cercare ancora (c'è quel suo Bronson che mi ispira assai...).
A essere onesti, il numero di battute
che si scambiano questi due prima
di instaurare la relazione è paragonabile
a quelle scambiate in un film porno
Ispirato all'omonimo romanzo di James Sallis (di cui vi segnalo questa recensione qui), Drive è focalizzato sulla figura del protagonista, un laconico Ryan Gosling che predilige il silenzio, la staticità, un'esteriore distacco da tutto. Stuntman di giorno ed esperto autista per criminali quando capita, il nostro è, all'apparenza, un ragazzo per bene, di bella presenza, rassicurante (per certi versi) e inquietante per altri. Voglio dire, se penso a come son fatto io, la sua mancanza di comunicazione verbale e la sua freddezza dei modi mi lasciano un po' turbato. Probabilmente, se nel film regista e sceneggiatore avessero concesso quanto meno un flashback del suo passato, magari anche lo spettatore medio avrebbe maggiormente compreso con chi aveva a che fare. Invece, dopo una buona metà del film in cui ci sembra di aver a che fare con un ragazzo, tutto sommato, tranquillo, si iniziano ad avvertire i primi cambiamenti. 
Variazioni che si corre il rischio di collegare unicamente alla relazione e ai sentimenti che Driver prova per Irene ma che, stando al contenuto del romanzo - che parrebbe essere leggermente diverso dal film... -, è invece da porre in relazione con quello che è il background del personaggio impersonato da Ryan Gosling. E che, per coerenza, non ha manco un nome. Ad ogni modo, dicevo, nella seconda parte del film emerge un altro lato del carattere del protagonista che, come un animale braccato, reagisce ai danni di coloro che hanno provato a fregarlo o che attentano alla sua vita. Ah, se reagisce.... da bravo ragazzo che sa trovare la bellezza della natura in un angolo sperduto di Los Angeles, che sa aiutare una famiglia rimasta con l'auto in panne, che sa voler bene a un figlio non suo e a far innamorare la dolce Irene, non ci si aspetterebbe tanta brutalità. Ecco, come dire, non avevo mai visto una persona - letteralmente - sfondata di calci o martellata di giustezza....D'altronde, il nostro è "uno scorpione" e, al pari dell'animaletto della favola della rana e dello scorpione, agisce secondo quella che è la sua natura. Poco importa se la logica e la razionalità potrebbero consigliare altre strade. 

Il nostro meccanico di fiducia:
attenzione, non provate a fregarlo...
Ma non è solo il nostro a risultare disturbante e inquietante in termini di propensione alla violenza, brutale e spietata ma mirata e "razionale", ma anche il contesto e gli altri personaggi che si muovono attorno a lui. Vogliamo parlare del boss Bernie Rose e del suo modo di affettare e finire le sue vittime? E che dire allora delle spogliarelliste che, ignude, non battono ciglio mentre, nel loro camerino, un giovane sta minacciando e massacrando a martellate un povero criminale di quartiere? Nessun problema se poi un giovinastro accoltella e sbudella un rispettabile mafioso nel parcheggio di un affollato ristorante... Quasi che la violenza sia ormai pane quotidiano della vita di ognuno e che, purtroppo, nessuno ne è immune. Anzi, manco fa scalpore o suscita turbamento.  
Malgrado l'esplosione di tanta cattiveria, e sangue che si spande in ogni dove, lasciando da parte dubbi su come il nostro sia riuscito a sbarazzarsi dei cadaveri disseminati qua e là (capisco quello del buon Nino ma, del killer spappolato nell'ascensore del condominio che ne ha fatto? E dei tre cadaveri del motel? Mah...), il nostro Driver difficilmente viene scambiato per un personaggio negativo. A modo suo è un eroe, un ragazzo che cerca solo di sistemare le cose ai danni di criminali che non meritano nulla. E non so se questo sia effettivamente un processo che naturalmente avviene nella mente dello spettatore o se un condizionamento causato da quella "A real hero" con cui esordivo all'inizio.
... altrimenti verrà a cercarvi per farvi pagare il credito
che ancora non avete estinto. 
Dal punto di vista della regia, della fotografia, del tono narrativo e del ritmo, poi, il film si assesta su ottimi livelli proponendo numerose sequenze focalizzate unicamente sul volto del protagonista, con assenze di dialoghi, emozionanti inseguimenti automobilistici, e rallenti particolarmente azzeccati e dolcissimi capaci di scaldare il cuore. Ecco, sulle corse e le acrobazie automobilistiche non mi son dilungato molto ma penso che agli appassionati di auto e di manovre al limite del possibile credo che Drive non mancherà di piacere.  
Altri aspetti degni di nota riguardano, come accennato poco fa, il ritmo della narrazione che alterna situazioni molto dinamiche e "veloci", soprattutto quando la violenza dilaga, ad altre molto più lunghe e lente, ma non noiose. Lunghi minuti dedicati a Drive, per farci ancora più vicini al suo modo di essere, di rapportarsi al reale, di dare peso alle cose e alle vicissitudini della vita: non ascolta musica, guarda la televisione assieme a Benicio, guida per lo più in silenzio, mangia da solo, ripara auto e parti meccaniche con attenzione... Sequenze per coinvolgere lo spettatore, senza annoiare, e al contempo una discreta prova d'attore per il protagonista scelto. 
E non provate a dirgli che
non avete i soldi: le conseguenze
potrebbero rivelarsi tragiche....
Non mi stupisce quindi che il film di Refn abbia ottenuto numerosi consensi e apprezzamenti, anche dalla critica (miglior regia al festival di Cannes 2011). Parimenti, però, sembrerebbe esser stato fortemente criticato e disprezzato. E anche in questo senso credo che ci abbiano ragione, visto che manca totalmente il background del buon Driver, che le vicende narrate si discostano dal romanzo e che, forse, è tutto un po' troppo semplice e lineare con eventi che si sviluppano molto rapidamente e con persone che, a botta sicura e fin troppo chiaramente, si incontrano e risolvono le questioni in sospeso, senza imprevisti e con ben calcolati spargimenti di sangue.
Apprezzato anche il finale, soprattutto per QUELLA sequenza in cui, temevo, stesse per concludersi il tutto lasciando il dubbio nello spettatore sull'esito della missione di Driver.Che, ricordiamolo, potrebbe far da concorrente al ben noto Transporter prodotto da Luc Besson e impersonato dal mite Jason Statham.



3 commenti:

Ellie ha detto...

bello il tuo blog!
un abbraccio

Leonardo Colombi ha detto...

Grazie per la visita e per i complimenti :-)

Marco ha detto...

...be a human being, and a real hero...

Sta canzone la acolto ancora volentieri assai.
Parli nel post, di un'assenza di background del protagonista: io penso sia una bella cosa. Driver parla poco ed ha sempre un'espressione sterile di emozioni. Penso che l'idea fosse quella di far scoprire il personaggio con l'avanzare del film; ed il mutamento da persona placida e gentile a violento e sanguinario è molto efficace e, come dire, colpisce.
Il finale mi ha strappato un sorriso, lo ammetto ho tifato spudoratamente per il buon Driver.

Ci sono anche diversi fail, però: non c'è una scena girata "in macchina" in cui il motore sia, beh...acceso! LOL (gurdare il contagiri)

Ultima considerazione: penso di essermi innamorato di Carey Mulligan