Proseguendo con il mio resoconto dell'esperienza in Cina, dopo le divagazioni in merito al viaggio in sé, direi che è d'uopo parlare un po' dell'amena cittadina in cui sono stato.
Qingdao, la città

Fin da subito, da quando cioè abbiamo abbandonato l'aeroporto e, a bordo dell'auto del maestro Chen Le Ping, ci siamo diretti verso il centro di Qingdao ho iniziato a realizzare quanto fosse da rivedere il mio concetto di "Cina". Saranno stati i film wuxia e di arti marziali, saranno certi preconcetti che riguardano i paesi orientali ma mi aspettavo abitazioni basse, magari in legno e pietra, che richiamassero l'idea dei templi, dei dojo, o di costruzioni tipo quella dell'immagine qui a lato.
Ebbene, stoltamente, mi sbagliavo assai.
Già il fatto di trovarsi a percorrere strade a due o tre corsie, ampie e popolate da auto di grossa cilindrata, lungo quartieri popolati da schiere e schiere e schiere e schiere di imponenti palazzoni ha fatto sorgere in me qualche legittimo sospetto.
Va comunque detto che Qingdao non è esattamente una piccola cittadina, bensì un'amena città il cui territorio si estende per circa 11 mila km quadrati (e se consideriamo che il Veneto ne occupa 18 mila...) e che conta più o meno 12 milioni di abitanti (anche se qualcuno parlava di 20 milioni, probabilmente considerando lavoratori, turisti, abusivi, zone limitrofe e chi più ne ha più ne metta). Per di più nel passato, a inizio del secolo scorso, ha avuto dominazione tedesca cosa che, indubbiamente, ha lasciato il segno in termini di edilizia e, soprattutto, in fatto di birra. Non a caso, tra i prodotti tipici si annovera la birra tsingtao ^_^
Veduta, dal basso, della banca in cui siamo stati a cambiare euro in yuan |
Nella zona centrale, il numero di palazzi che sfidano il cielo è impressionante e, nel complesso, l'immagine che ne emerge è quella di una città molto "occidentale" e moderna. Le costruzioni sono piuttosto recenti e continuamente si scorgono operai e cantieri all'opera per realizzare ulteriori edifici, sempre più alti, sempre più imponenti. E che, spero, vengano un giorno abitati: la sensazione è che, un po' come accade(va) qui in Veneto e in altre zone italiane, la pulsione all'edilizia e alla cementificazione sia troppo forte rispetto all'effettiva necessità della popolazione con il rischio di arrivare all'esagerazione e ad avere numerose aree edificate ma, fondamentalmente, vuote.
Tra banche, centri commerciali, librerie, hotel, ristoranti, negozi e chi più ne ha più ne metta, Qingdao offre una vastissima gamma di soluzioni e di certo la sensazione di esseri piccoli-piccoli si acuisce. In breve tempo la considerazione di immane grandezza che associavo alla nazione Italia si è leggermente ridimensionata...
E di notte, la maggior parte dei palazzoni risulta piuttosto illuminata (il che mi induce a pensare che la corrente elettrica non costi poi molto) mentre, percorrendo le strade del centro a piedi o in taxi, il numero di insegne luminose cresce a dismisura contribuendo a creare l'effetto "Las Vegas" tante volte visto nei film hollywoodiani.
Ma, come direbbero i Negrita, qui non è Hollywood.
La famigerata trottola |
Già, perché da un lato vi sono questi imponenti edifici di recente costruzione e dall'altro ci sono anche numerose costruzioni che mostrano segni di cedimento e di erosione. Qingdao è infatti una città costiera - il cui porto è il quarto della Cina e dove, nel 2008, si sono svolte le discipline "nautiche" delle olimpiadi - e la vicinanza del mare contribuisce a rovinare le strutture più vicine alla costa. Probabilmente i materiali impiegati non sono dei migliori e il concetto stesso di manutenzione sembra piuttosto alieno alla popolazione cinese.
D'altro canto, la medesima vicinanza col mare permette di avere un clima mite e abbastanza ventilato per cui senza quella simpatica cappa di smog che altrimenti ci si aspetterebbe visto l'elevato numero di veicoli in circolazione a tutte le ore. Solo un giorno abbiam "subito" la presenza della nebbia, più che altro umidità condensata. O almeno credo.
Oltre alle costruzioni moderne, di stampo europeo-occidentale, che attestano la potenza economica del Paese, vi sono però numerosi quartieri che contrastano con tale immagine e che, anzi, mostrano come fuori dal centro (ma è sufficiente anche inoltrarsi nelle zone interne del centro) la popolazione viva ancora in case "old-style", nel peggior dei casi fatiscenti e non propriamente a norma.