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Fantascienza? No, semplice progetto scolastico... [1] |
Non che non sia importante tener traccia o comunque voler conservare un legame con il proprio patrimonio storico culturale, soprattutto se questo permette di maturare conoscenza e spirito critico, così da poter studiare eventuali errori compiuti ed evitarli...se, bonanotte!
Tutto questo è importante, dicevo, tuttavia sarebbe altrettanto opportuno e ottimistico guardare avanti, pensare a un mondo migliore, porsi quesiti, immaginare nuovi scenari e nuovi mondi, cercare nuove frontiere. Invece, più passa il tempo e più sembra che le prospettive inquadrate da Idiocracy siano sempre più prossime. Il che non è bello, direbbe un non meglio precisato puffo dell'omonima serie dedicata agli omini fatti di viagra.
Tutto questo è importante, dicevo, tuttavia sarebbe altrettanto opportuno e ottimistico guardare avanti, pensare a un mondo migliore, porsi quesiti, immaginare nuovi scenari e nuovi mondi, cercare nuove frontiere. Invece, più passa il tempo e più sembra che le prospettive inquadrate da Idiocracy siano sempre più prossime. Il che non è bello, direbbe un non meglio precisato puffo dell'omonima serie dedicata agli omini fatti di viagra.
Malgrado tutto ciò, fortunatamente, qualcuno di tanto in tanto ci prova a cantare fuori dal coro e a confezionare progetti di stampo pseudo-commerciale, più spesso di natura indipendente, se non amatoriale, alcuni con un budget dignitoso e la partnership di attori e registi noti, altri con risorse più limitate, ma pur sempre opere di pregevole fattura che fanno quantomeno comprendere che le potenzialità, in Italia, ce le avremmo.
Ma forse non sappiamo sfruttarle né per la realizzazione di opere cinematografiche "nuove" (non solo in campo sci-fi, intendo) né per produrre quel cambiamento di cui avremmo bisogno e che invece non arriva mai. E forse il problema sta tutto qui, nell'attesa di qualcosa di cui invece dovremmo essere autori. Come se fossimo sfiduciati e stremati, intimoriti, quasi bloccati. La sensazione è quella di nutrire la speranza che le risposte debba arrivare dall'esterno e la chiave per dare una svolta al nostro futuro debba venirci "consegnata" dagli altri. Da soli, non ce la facciamo insomma. Che, in fondo, è quel che accade pure nel cortometraggio che riporto qui sotto, apprezzata segnalazione del buon Marco. Si tratta di Closer, realizzato da Angelo Licata, già autore di Dark Resurrection.
Ma forse non sappiamo sfruttarle né per la realizzazione di opere cinematografiche "nuove" (non solo in campo sci-fi, intendo) né per produrre quel cambiamento di cui avremmo bisogno e che invece non arriva mai. E forse il problema sta tutto qui, nell'attesa di qualcosa di cui invece dovremmo essere autori. Come se fossimo sfiduciati e stremati, intimoriti, quasi bloccati. La sensazione è quella di nutrire la speranza che le risposte debba arrivare dall'esterno e la chiave per dare una svolta al nostro futuro debba venirci "consegnata" dagli altri. Da soli, non ce la facciamo insomma. Che, in fondo, è quel che accade pure nel cortometraggio che riporto qui sotto, apprezzata segnalazione del buon Marco. Si tratta di Closer, realizzato da Angelo Licata, già autore di Dark Resurrection.