Titolo: Icewolf
Autore: Lady Maltras
Editore: Grafiche Vincenzo Bernardi
Genere: fantasy, fantascienza
Pagine: 276
La trama in breve:
Questo è l’inizio della mia storia. Sono nata sulla Terra e ho vissuto da normale ragazza finché il mio pianeta non è stato inglobato in un vasto Impero di cui ignoravo l’esistenza. Dalla sicurezza della mia casa mi sono ritrovata scaraventata in una realtà nuova, in cui l’umanità è disprezzata e ridotta in schiavitù. Dopo un breve addestramento ho cominciato a servire presso l’Imperatore di un pianeta lontano. Il suo Regno incantevole è riuscito ad alleviare in minima parte la mia straziante perdita ma l’incontro con un Guardiano, appartenente ad una ristretta cerchia di creature superiori, mi ha fatto subito ricordare la mia triste condizione. Contro la mia volontà sono stata trascinata in una spedizione nella Terra dei Ghiacci dove una nave che trasportava un misterioso carico è precipitata in circostanze sconosciute. E’ stata proprio quella strana energia il principio di tutto….” Rei (fonte: LadyMaltras)
Il mio commento:
Il primo contatto con quest'opera è avvenuto nel 2008, circa, nell'ambito del progetto eBookTrailer che avevo avviato nel mio sito personale per cercare di fare rete con gli altri autori emergenti del panorama nostrano. C'era stato qualche scambio di mail con Elisa, il vero nome di Lady Maltras, la definizione di una mini intervista e la messa online di un estratto del primo romanzo della saga fantasy-fantascientifica da lei curata.
Solamente in tempi recenti ho però avuto l'occasione di leggere il suo Icewolf, libro che ho reperito presso la Mostra del libro di Borgoricco e che recentemente ho concluso.
Prima di passare a dettagliare il mio commento in merito all'opera in questione ci tengo a precisare che se da un lato la scelta di auto pubblicarsi può talvolta riservare sorprese, in senso positivo, non sempre risulta quella migliore. Infatti, la presenza di un vero e proprio editore, che si occupi di editing, che investa tempo e ricorra al proprio spirito critico per sistemare un testo spesso si fa sentire.
Ed è anche il caso di questo Icewolf, primo capitolo di una saga che, se non erro, consta di una decina di libri, ma che presta il fianco a vari attacchi. In primis vi è la punteggiatura: se da un lato i punti di sospensione abbondano, dall'altro mancano virgole e punti e virgola.
Il registro linguistico utilizzato nei dialoghi, e non solo, è il secondo elemento che appare discutibile: tranne nel caso dei dialoghi tra Alari e Rei, spesso molto tesi e formali, in cui si avverte la distanza che separa il Guardiano dalla sua "serva", tutti gli altri sono molto informali e diretti. Ecco quindi che una frase come "Ciao come va?" può essere utilizzata indistintamente per rivolgersi a: uno schiavo, un lupo, un cavallo, un sacerdote alieno, un primo ministro alieno, una regina aliena, l'imperatore supremo.
Il terzo elemento - e qui la cosa inizia a farsi seria - di demerito del testo riguarda la scelta di descrivere tutto in prima persona. Non nego di aver utilizzato questo espediente pure io nei miei testi: ricorrervi non è proibito né una scelta errata a prescindere. Però si tratta, appunto, di una scelta, che va valutata e soppesata: il "gioco" può reggere per 10, 20, 30 pagine ma non necessariamente per 270. Personalmente ho trovato ostico immedesimarmi nella protagonista: al di là del sesso, non riuscivo proprio ad identificarmi con essa anzi, spesso e volentieri, avrei voluto comportarmi diversamente. Ma non potevo, vincolato com'ero alle pagine scritte. Oltre a ciò, non è sempre il punto di vista di Rei quello utilizzato, motivo per cui, nella parte finale, il lettore finisce per trovarsi, all'improvviso, ad essere Alari oppure un cavallo o addirittura un lupo. E, credetemi, non è immediato raccapezzarsi fino a che non si incontra un nome che faccia intuire "chi si è".
Altra nota dolente è poi la trama in sé, troppo lenta e noiosa, prolissa nel descrivere meticolosamente e meccanicamente quanto avviene (preparo questo, pulisco qui, prendo l'ascensore, entro qua, esco di là, bagno riposante, dormo...). Ma, soprattutto, non succede praticamente niente: credo che il libro si potrebbe drammaticamente sintetizzare in poche righe, che è piuttosto tragico. Se poi ci si aggiungono scelte discutibili e poco comprensibili si evince che qualcosa è venuto a mancare nel processo di revisione "critica" dell'opera. Della serie, se il Guardiano è tanto potente perché non poteva andare da solo a perlustrare "la zona dell'impatto"? Perché spendere mesi di addestramento, approntare una spedizione e poi...ah, non serve più, torniamo indietro? E vogliamo parlare della tecnologia del pianeta alieno: astronavi sì ma frigoriferi, automi, orologi o computer niente...mah... Poi, in quanti caspita sono gli alieni? A che gli servivano gli umani se nell'universo sono tutti, praticamente, umanoidi? E come fanno i cavalli a fare le scivolate? E a fare i propri bisogni nel bel mezzo di una vallata innevata e ghiacciata, a meno venti sotto zero, e con addosso un'armatura? C'è nessuno, poi, che tromba? Perché Alari mangia solo brodino? Perché non c'è distinzione tra il nome di una bestia, di un'astronave o di una persona? Perché attribuire un nuovo nome agli umani?
Nonostante gli aspetti negativi evidenziati finora, non piccole sviste ma problemi sostanziali, c'è comunque qualcosa di buono che, magari, a qualche lettore basta e avanza. La copertina è interessante, l'impaginazione e la rilegatura sono buone. Si avverte, inoltre, la passione per la scrittura e l'animo di una persona semplice (aggettivo utilizzato in senso buono, senza accezioni di alcun tipo) che ha riversato se stessa nelle pagine inchiostrate di un romanzo fantasy che, indubbiamente, strizza l'occhio al mondo dei manga giapponesi. Essendo poi il primo capitolo di una saga ci sono poi discreti margini per interessanti sviluppi e una personale maturazione dell'autrice alla quale, spero, potrebbero giovare pure le mie umili considerazioni. Non sono certo un critico, lo so, però un aspirante autore sì e, in questo senso, la lettura Icewolf mi ha aiutato a cogliere e a prestare attenzione ad alcuni elementi necessari per la definizione di un buon romanzo e che, spesso, nell'impeto della passione letteraria tipico degli esordienti si finisce per trascurare.
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