Titolo: Eurovision Song Contest - La storia dei Fire Saga
Anno: 2020
Regia: David Dobkin
Genere: commedia, musical
Cast: Will Ferrell, Rachel McAdams, Dan Stevens, Mikael Persbrandt, Pierce Brosnan, Ólafur Darri Ólafsson, Melissanthi Mahut, Johan Johannsson, Demi Lovato, Graham Norton
La trama in breve:
Eurovision Song Contest - La storia dei Fire Saga è un film originale Netflix diretto da David Dobkin che vede protagonista una coppia di cantanti islandesi, Lars (Will Ferrell) e Sigrit (Rachel McAdams), che sognano da tutta la vita di poter partecipare all’Eurovision Song Contest, il più importante Festival musicale europeo. (fonte comingsoon)
Il mio commento:
Ho recentemente visto questo film su Netflix e credo sia più che doveroso lasciare una recensione e invitarvi alla visione di questa ennesima fatica di quel mattacchione di Will Ferrell, attore comico visto in diverse pellicole e capace di confezionare personaggi sui generis. Pensiamo ad esempio al discutibile giornalista Ron Burgundy di Anchorman, allo stilista folle Mugatu in Zoolander, al mentore-playboy dei due protagonisti di 2 Singles a nozze, ma capace anche di ruoli un po' più costruiti e simil-drammatici, come in Vero come la finzione o in Melinda e Melinda di Woody Allen.
Rachel McAdams pure è un'attrice di tutto rispetto e versatile, che un po' mi ha sorpreso ritrovare in questo film e cimentarsi in una produzione che è un mix tra commedia e musical ambientato fuori dal territorio statunitense.
Partiamo già col dire che per un duo musicale islandese chiamarsi "Fire" è un po' un'ossimoro, visto che l'origine del nome Islanda è terra dei ghiaccio, ma al contempo fa già capire che i due "ragazzi" sono un po' fuori posto. Lars e Sigrit abitano a Húsavík, sono cresciuti assieme, ed entrambi sono particolari. Il loro legame è indissolubile, e ambiscono a partecipare e vincere l'Eurovision Song Contest. E questo malgrado quel "bellissimo uomo di suo padre" di Lars, ovvero Pierce Brosnan, disapprovi e continui a mortificare suo figlio, ritenendolo un fallito, mentre Sigrit creda all'esistenza degli elfi. Per di più, nessuno sembra apprezzare la loro musica e richiedono al gruppo musicale di suonare per lo più brani folkloristici o comunque locali (vedasi Jaja ding dong...che a momenti ci scappa la rissa...che poi ho qualche dubbio sul vero significato di quel "ding dong" °_°).
Però, il destino (diciamo così) farà in modo che nonostante fallimenti e umiliazioni e molti dubbi pure dagli stessi selezionatori islandesi (d'altronde, non è rimasto nessun altro...), siano proprio loro due a divenire i rappresentanti dell'Islanda nell'edizione 2020 dell'Eurovision Song Contest che, per altro, causa covid, non si è tenuta nemmeno nel mondo reale.
Fuori dai confini islandesi qualcosa sembra cambiare e Lars, che in patria sembrava sempre fuori posto con il suo abbigliamento vistoso e stravagante, con la sua ingenuità e il suo immotivato entusiasmo, si rivela già sulla lunghezza d'onda degli altri artisti internazionali. Una sorta di genio incompreso, per certi versi, visto che nel limitante e limitato contesto di Húsavík nessuno lo teneva in considerazione.
Purtroppo per lui non tutto fila liscio, anzi, non mancano ennesimi errori, ingenuità e sfighe, ma lui non demorde e continua a lottare per il proprio sogno. Almeno finché la misura non è colma visto che dopo l'ennesima brutta figura a livello planetario, rinuncia e abbandona il suo sogno, chiudendosi in se stesso. Mancando quindi di scoprire che la sua nazione è passata alla fase finale...
Nel corso della pellicola si alternano momenti divertenti e momenti seri, una storia romantica tra i due protagonisti che finiscono per dividersi (anche per interferenze esterne da parte di Grecia e Russia) e non capirsi fino a ritrovarsi veramente. Soprattutto per Lars il percorso narrato nel film coincide con una sua maturazione arrivando a mettersi in secondo piano e a rinunciare al suo sogno in nome di qualcosa che ritiene ben più importante: non a caso farà prevalentemente l'accompagnamento musicale, vestito da pescatore (e chissà che odore...), lasciando in primo piano, e quindi in risalto, l'amata Sigrit e la sua meravigliosa voce (che in realtà appartiene a Molly My Marianne Sandén).
Ovviamente non mancano nemmeno spettacolari location: da un lato i paesaggi naturali dell'Islanda, terra meravigliosa in cui per altro io e Silvia speravamo di andare nell'estate del 2020, e dall'altro le atmosfere vibranti e piene di vita delle capitali europee e del palco del contest, in cui si respira l'emozione e la presenza del pubblico. Due realtà disgiunte e forse non conciliabili, e proprio i personaggi protagonisti del film rispecchiano questo contrasto.
Ma non mancano nemmeno i momenti demenziali e fuori dagli schemi, con comparse di fantasmi di "cantanti islandesi che furono" o con misteriosi omicidi perpetrati da piccolissime lame (e quel momento lì è stato un colpo di scena geniale, a mio avviso ^_^). Ma qua e là sono molti i dettagli comici oppure gli spunti ironici che vengono lanciati, vedasi l'arrivo dei nostri eroi in un'auto tipo Matiz ad una mega festa lussuosissima in un castello, l'assenza di omosessualità in Russia, il rapporto Europa-Usa, il rapporto tra fantasia-sogno e realtà (vedasi la conclusione del "video" della canzone Volcano man...)
In tutto ciò si amalgamano numerosi momenti musicali con tanto di contributi da parte di artisti internazionali relativamente noti ma che hanno conseguito consensi in alcune edizioni del Eurovision Song Contest. C'è pure Salvador Sobral, vincitore dell'edizione 2017 che fa un cameo come pianista-accattone oppure Conchita Wurst, vincitrice...vincitore...che ha vinto nel 2014 che si unisce ad un mega mix corale in cui si mescolano varie canzoni famose internazionali (Cher, Madonna, Black Eyed Peas, Abba, Celin Dion..). La musica ovviamente non può mancare in un film del genere e le canzoni proposte, in particolare quelle dei Fire Saga, sanno conquistare ed emozionare veramente. E sarà proprio grazie a queste canzoni che i protagonisti sapranno aggiustare le cose tra di loro, con le proprie origini e a capire cosa conta veramente per entrambi. In fondo, non c'è bisogno di vincere qualche concorso per dimostrare di essere speciali quando lo si è veramente. E Lars, a modo suo, l'ha dimostrato di essere un "vichingo", capace di non arrendersi e di lottare ancora e ancora nonostante insuccessi e amare delusioni. Che lui ce la mette anche tutta ma non sempre questo coincide con riuscita o successo...
Mi sa che molti aspiranti cantanti e musicisti potranno rivedere se stessi nella storia dei Fire Saga, con l'entusiasmo degli esordi, la rivelazione della realtà e i compromessi da trovare.
Per cui, nel complesso, questo film mi ha convinto ed emozionato assai, mi è sembrato genuino e discretamente realizzato. Non si sta a ridere per tutto il tempo ma il racconto proposto è valido e accattivante. Resto un po' l'amaro in bocca per il finale ma, per altri aspetti, è decisamente un lieto fine e che richiama l'amore, la fratellanza e la comprensione reciproca, con rimandi proprio ai principi fondanti del Eurovision Song Contest. Che, a onor del vero, fino a qualche anno fa manco sapevo esistere.
Di contro non ho ben compreso se questo Eurovision Song Contest - La storia dei Fire Saga è effettivamente un omaggio all'Eurovision o una presa in giro di tale concorso, visto che alcuni dei cantanti che vi prendono parte sono un po' stravaganti (anche nella realtà, se è per quello, visto che i mitici Lordi han vinto l'edizione del 2006) o che il punto di vista dei personaggi statunitensi, i 4 ragazzi che Lars incontra e che detesta e da cui si fa aiutare, ci fa capire che non sia è una manifestazione nota al pubblico americano. Mi chiedo quindi come possa venir percepito il medesimo film in territorio diverso da quello europeo. Però l'impressione che ho avuto non è quella dello sfottò ma semplicemente di un pretesto per sviluppare una storia che, a dirla tutta, volendo poteva partire da qualsiasi piccola cittadina periferica situata in qualsiasi altra nazione europea. Però l'Islanda evidentemente offre una maggior attrattiva, oppure semplicemente Will Ferrell è stato ben consigliato da altri attori, vedasi Ben Stiller che nella stessa nazione ha girato alcune sequenze di I sogni segreti di Walter Mitty (The Secret Life of Walter Mitty). O magari è tutto un "gomblotto" per portare l'Eurovision anche negli USA. Vedremo ^_^
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