Approfitto di questo post per accorpare alcune brevi recensioni su tre film visti nel mese di gennaio e che mi sento di consigliare. Si tratta di storie e pellicole differenti ma accumunate dall'elemento "musica" in quanto in tutti e tre la colonna sonora e gli elementi musicali danno un forte contributo alla pellicola, amplificando emozioni e situazioni:
- La La Land
- Baby Driver - Il genio della truffa
- Soul
Anno: 2016
Regia: Damien Chazelle
Genere: commedia, musical
Cast: Ryan Gosling, Emma Stone, J.K. Simmons, Finn Wittrock, Sandra Rosko, Sonoya Mizuno, John Legend
La trama in breve: Il film è realizzato come musical contemporaneo, dove Los Angeles, la terra dei sogni, fa da sfondo all'intensa storia d'amore tra un'aspirante attrice e un musicista jazz.
Mia (Emma Stone) è una ragazza determinata a inseguire il proprio sogno di diventare attrice e tra un provino e un altro serve caffè in un bar all'interno degli Hollywood Studios, mentre Sebastian (Ryan Gosling) è un bravo jazzista che, nell'attesa di aprirsi un locale tutto suo, si guadagna da vivere suonando nei piano bar anche se ciò lo rende profondamente insoddisfatto. (fonte comingsoon)
Il mio commento spiccio: visto in televisione qualche tempo fa sulla Rai, ma con l'aggravante della pubblicità :-( a cui non son più così tanto abituato tra Amazon, Netflix, Disney+... tuttavia mi ha preso e convinto molto più di quel che pensassi. Non ha caso si è aggiudicato anche parecchi premi e riconoscimenti. Davvero nulla da eccepire all'interpretazione dei due protagonisti, in particolare Ryan Gosling a mio avviso si è rivelato molto intenso e nella parte del musicista anche se, in realtà, l'oscar per miglior attrice protagonista l'ha vinto la Stone. Di tutto rispetto la cura per la fotografia, per i costumi, e per la resa di alcune sequenze che ammiccano a film di altri tempi. Tosto e commovente anche il momento nel finale in cui, come in una sorta di flashback, assistiamo a come sarebbe potuta essere la storia di Mia e Sebastian se "qualche scelta" fosse stata differente. Un momento inatteso e per certi versi struggente. Anche se, per certi versi, chi può davvero sapere come poi potrebbe evolvere il loro rapporto dopo quel fortuito incontro e gioco di sguardi vissuto nel finale...
La pellicola infatti è una storia di amore e di passioni, un amore del tipo che non incatena ma che si sacrifica e che porta alla rinuncia piuttosto che "bloccare" o limitare l'altro/a nell'inseguire un proprio sogno. Anzi, entrambi sostengono e spronano l'altro/a anche quando la realtà e la dinamica dei fatti potrebbero favorire disinteresse o altri tipi di sforzi. E proprio per questo, dopo aver assistito allo sviluppo del rapporto tra i due, la pellicola lascia un po' l'amaro in bocca ma al contempo concede allo spettatore l'occasione di assistere a qualcosa di grande e magnifico. Il tutto mentre si alternano piacevoli momenti musicali e con coreografie danzanti molto accattivanti o, addirittura, sognanti. Consigliatissimo!
Titolo originale: Baby Driver
Anno: 2017
Regia: Edgar Wright
Genere: azione, drammatico
Cast: Ansel Elgort, Kevin Spacey, Lily James, Eiza González, Jon Hamm, Jamie Foxx, Jon Bernthal, Sky Ferreira, Ben VanderMey, Wilbur Fitzgerald, Flea, R. Marcos Taylor, Jeff Chase
La trama in breve: Per contrastare il fastidioso ronzio che fin da bambino risuona nelle orecchie, il giovanissimo pilota Baby (Ansel Elgort) inforca le cuffie e spinge sull'acceleratore dell'auto. La guida spericolata per vicoli strettissimi e strade trafficate, insegue le evoluzioni della traccia: l'auto frena, slitta, sgomma con sottofondo di pneumatici fumanti e assoli di chitarra. Il talento al volante fa di lui l'autista di fiducia, nonché inconsueto portafortuna, del misterioso Doc (Kevin Spacey), leader di una banda di rapinatori di banche e stratega sopraffino (fonte comingsoon)
Il mio commento spiccio: adrenalina, ottima musica e un ritmo incalzante sono gli elementi chiave di questo film. Non mi è chiaro perché nel titolo italiano abbiano voluto aggiungere qualche elemento in più quando è palese che, nel film, la mente strategica e diabolica è quella di Doc e non di Baby. Che comunque è e rimane un personaggio fuori dalle righe, particolare e con un suo carisma anche se, per dirla tutta, nel vederlo, non è che si ha di lui un'immagine tipo Bruce Willis o Vin Diesel. Però funziona in quanto possiede sia un'anima sfrontata e ribelle ma anche una gentile e innocente, sulla quale si costruire il rapporto con il padre adottivo e con l'amata Deborah. La costante presenza della musica lo guida sia nei movimenti nella vita quotidiana sia quando deve dare il massimo e concentrarsi alla guida di auto ruggenti per sfuggire alla cattura con la speranza, prima o poi, di troncare con il mondo delle rapine. Peccato però che le vicissitudini criminali non finiscano di perseguitare il nostro e che, complice il caratteraccio e il modo di fare di Pazzo (Jamie Foxx) tutto prenda una piega violenta. D'altronde, far cooperare un manipolo di criminali di volta in volta diversi ha i suoi pro e i suoi contro, considerando che tendenzialmente non si tratta di gente dabbene, anzi. In tutto ciò l'azione, il ritmo, le musiche, le fughe e gli inseguimenti si amalgamano alla grande rendendo la visione fluida ed emozionante, capace di intrattenere e tenere incollato lo spettatore fino all'ultimo ... ma in fondo, Edgar Wright ci ha sempre abituato a film scorrevoli, vivaci e accattivanti :-)) Probabilmente, nella parte finale forse ci si fa prendere un po' la mano in termini di violenza e comportamenti maniacali dei personaggi, c'è magari qualche scelta poco chiara (soprattutto di Doc), però tutto sommato non è poi un grosso difetto visto il ritmo sostenuto della storia che si conclude per altro in un modo accettabile, ecco, punendo ma senza esagerare.
Anno: 2020
Regia: Pete Docter, Kemp Powers
Genere: animazione, drammatico
Cast: Jamie Foxx, Tina Fey, Questlove, Phylicia Rashad, Daveed Diggs, Angela Bassett, Graham Norton, Rachel House, Richard Ayoade
La trama in breve: Lo sai perché sei come... sei? Il lungometraggio "Soul" di Pixar Animation Studios presenta Joe Gardner, un insegnante di musica di scuola media, che ha l'occasione di una vita per suonare nel miglior jazz club della città. Ma un piccolo passo falso lo porta dalle strade di New York all'Ante-Mondo, un luogo fantastico dove le nuove anime acquisiscono personalità, stranezze e interessi prima di andare sulla Terra. Determinato a tornare alla sua vita, Joe fa squadra con un'anima precoce di nome 22 che non ha mai capito il fascino dell'esperienza umana. Mentre Joe cerca disperatamente di mostrare a 22 cosa c'è di bello nella vita, potrebbe anche scoprire le risposte ad alcune delle domande più importanti sull'esistenza. (fonte Disney)
Il mio commento spiccio: concludiamo questa veloce carrellata di film a tema musicale con Soul, ultima fatica proposta da Disney. Una storia adulta, profonda, non certamente adatta a bambini, che tratta di tematiche come la nascita, la morte, la vita, la realizzazione di sé, il rapporto con gli altri e il mondo. La musica è spesso presente, in quanto il protagonista è sia insegnante che musicista, tuttavia a farla da padrone è la scoperta della vita stessa in un viaggio del tutto particolare in cui Joe ha modo di osservarsi dall'esterno e mettere in discussione molti aspetti della propria esistenza che, complice la quotidianità e il trascorre del tempo, ha smesso di cogliere o cercare.
Anche a livello di animazione vi sono molte scelte visive molto forti e ardite, in particolar modo nella resa dell'Ante-Mondo (ma anche in merito allo smarrimento di 22...), che per altro risultano neutre nel rappresentare il mondo al di là della vita ma senza tirare in ballo le religioni. Una scelta che può far storcere il naso ma che reputo molto interessante oltre che necessaria, dal punto di vista della storia proposta, per poter gestire liberamente l'intreccio. E magari scherzarci un po' su, visto quel che combinano i vari Jerry e Terry :-P Un film non scontato, anzi, molto suggestivo e toccante, capace di risultare anche provocatorio in quanto il viaggio di Joe è sostanzialmente l'occasione per fornire spunti allo spettatore per considerare il proprio rapporto con se stessi e con gli altri, nonché con il mondo. E in un momento storico come questo, con una pandemia in atto, in cui sì ci siamo scoperti più vulnerabili e limitati ma in cui abbiamo anche riscoperto il valore del tempo e delle piccole cose, forse può risultare davvero azzeccato per farci riscoprire un po' di profondità e autenticità.
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