
Regia: David Lynch
Anno: 2001
Genere: Noir/Drammatico
Cast: Justin Theroux, Naomi Watts, Laura Harring, Ann Miller, Robert Forster
La trama in breve:
Mulholland Drive è una lunga e vecchia strada di Los Angeles: nasce nel deserto, attraversa i quartieri ricchi e finisce a strapiombo sulla costa di Malibù. Bisognerebbe ricordarsi di questa simbologia per cercare di dare un senso all'ultimo onirico ed enigmatico film di David Lynch. Quella che il regista stesso ha definito come "una semplice storia d'amore nella città dei sogni" è in realtà un intricato enigma sospeso tra allucinazione e realtà, con un tocco di nostalgia per il noir degli anni '40 ed una aperta ostilità verso l'attuale star system. Rita è un'avvenente bruna sopravvissuta ad un incidente d'auto in seguito al quale ha però perso la memoria, Betty un'aspirante attrice di belle speranze che la ospita nel proprio appartamento e se ne innamora. Le due protagoniste cercano di far luce sull'amnesia di Rita, per scoprire che in realtà niente è come sembra...
Il mio commento:
Personalmente non avevo mai visto molto di Lynch: lo conoscevo di fama, questo sì, ma mi mancava la visione di qualcosa di "suo".
E non sono rimasto affatto deluso, anzi, semmai tutto il contrario.
Mulholland Drive si è rivelato un film affascinante e disturbante, al contempo onirico, visionario e inquietante. Non facile, per carità, tant'è vero che la domanda che ci si pone alla fine è: che cosa ho visto?
L'atmosfera è sospesa

Personalemente, solo dopo aver effettuato qualche ricerca in internet sono riuscito a capire "cosa" avessi visto anche se, ugualmente, credo che l'incertezza in cui si lascia lo spettatore possa consentire interpretazioni personali.
Il contrasto tra realtà e illusione, tra esperienza concreta e sogno è ben reso e al contempo convince e confonde. Trascina in un viaggio in cui nulla sembra certo e ben delineato, in cui ogni personaggio e situazione viene rielaborata dalla mente sognante della protagonista per renderla più accettabile e allineata con i propri desideri. Misteriosa e particolare la trovata del "cubo", il vuoto che rapisce la mente e che collega io e l'inconscio invertendo realtà e sogni.
La sequenza in cui Betty, pur trovandosi in una stanza chiusa, assieme a Rita, scompare nel nulla dopo essere uscita dal campo visivo della telecamera, a ben pensarci, può sembrare ridicola e assurda eppure geniale. Diviene un punto di svolta in cui ogni personaggio e situazione viene distrutto e ricostruito, assuemendo nuove connotazioni, in contrapposizione più o meno marcata con quanto visto fino a quel punto.
Un plauso quindi alla costruzione dell'intera vicenda, alla regia e al montaggio d

Ad ogni modo, tutto scivola via alla perfezione, convincendo lo spettatore e lasciandolo a metà tra l'appassionato e il confuso, quasi al limite della percezione di qualche verità che però solamente a tratti viene concessa. La recitazione pacata e quasi sussurrata gioca inoltre un ruolo non marginale, in quanto costringe lo spettatore ad una maggior attenzione, ad avvicinarsi maggiormente, quasi abbassando le difese nello sforzo di comprendere. Senza però mai riuscirci del tutto anche a causa di elementi volutamente astrusi (vedasi il nano, il cowboy, il giro di telefonate per confermare il ritrovamento della ragazza...) .
Esattamente co

Complimenti poi anche alle attrici scelte, splendide ma soprattutto capaci, fautrici del "gioco all'illusione" per nascondere ciò che è vero agli occhi dello spettatore. Gioco che viene tra l'altro accennato durante la sequenza, inquietante e catartica, della rappresentazione teatrale/musicale. Intense e provocanti pure le scene di erotismo saffico tra le due, amanti-complici in un caso, pseudo-coppia in crisi poi.
Pure sotto il profilo della colonna sonora - affidata ad Angelo Badalamenti - e degli interventi musicali il film non delude affatto, anzi. Il suono e le melodie scelte amplificano l'effetto di disorientamento e l'inquietudine che prova lo spettatore, lasciando il tutto in uno stato di voluta sospensione.
Un film di non facile assimilazione quindi, ma al contempo di forte impatto emotivo e intellettuale per via delle atmsofere e delle tematiche che mescola, per lo più frutto della rielaborazione del subconscio di Diane.