Anno: 2008
Genere: azione, automobilistico, fantastico
Regia: Andy Wachowski & Larry Wachowski
Cast: Emile Hirsch, Susan Sarandon, John Goodman, Cristina Ricci, Matthew Fox
Trama in breve:
Speed Racer (Emile Hirsch) è un diciottenne la cui più grande passione sono sempre state le corse automobilistiche. Le corse in realtà sono nel suo DNA dato che suo padre POP (John Goodman) e sua madre (Susan Sarandon), gestiscono una piccola officina per auto da corsa, insieme al fratello minore Spritle (Paulie Litt). Il fratello maggiore di Speed invece era il pilota record Rex Racer (Scott Porter), morto durante una gara di rally, la Casa Cristo nota proprio per la sua pericolosità. Speed Racer è pronto per spazzare via la concorrenza con la sua abilità alla guida della sua Mach 5 (e più tardi Mach 6) progettata dal padre, benché i suoi valori principali rimangano la correttezza alla guida e la tranquillità della propria famiglia. Speed riceve anche l'allettante proposta di Mr. Royalton (Roger Allam), proprietario del conglomerato Royalton Industries, affinché entri a far parte della sua scuderia. Conoscendo le intenzioni e gli interessi di Royalton, Speed rifiuta, ma ben presto si troverà a dover affrontare la realtà. Il mondo delle corse, da lui tanto sognato, infatti è fatto di corruzione, e le gare sono decise a tavolino in base agli interessi degli sponsor. Per le piccole casa automobilistiche, come quella della sua famiglia non c'è posto. Tuttavia Speed decide di mettere fine a tutto questo, e alleandosi con la fidanzata Trixie (Christina Ricci), anche lei appassionata di motori, e con i piloti Racer X (Matthew Fox) e Taejo Togokhan (Rain), decide di vincere la famigerata Casa Cristo, senza ricorrere a imbrogli ed illeciti. (fonte wikipedia)
Commento:
Una piccola premessa è d'obbligo, anzi, meglio due. In primo luogo, non conosco l'opera originale da cui è tratto il film. La seconda è che adoro i Wachowski. Non fisicamente, intendo, ma per come riescono a coniugare elementi di cinematografia orientale a dinamiche più strettamente occidentali. E poi per gli effetti speciali e le sequenze di "gasamento" che, come nella trilogia di The Matrix e in V per vendetta (sebbene non diretto da loro), sono stati in grado di proporre agli spettatori.
Speed Racer è uscito in Italia nel mese di maggio e, sebbene non l'avessi visto al cinema, ricordo che aveva fatto parlare di sè proprio per la maestosità degli effetti speciali e per il fatto di esser stato realizzato, per lo più, in studio. Tanti colori e stratagemmi virtuali e visivi più che recitazione vera e propria. Oltre che la trasposizione sul grande schermo di qualcosa di "non - occidentale" come invece ultimamente accade con tutti i supereroi targati Marvel o DC. Senza parlare che trattasi di un film dedicato al mondo delle corse automobilistiche, una realtà sempre molto attuale e spettacolare, ma che riscrive da zero gli standard di spettacolarità. Un po' come aveva fatto The Matrix. Effetti di luce e di colore, armi, inseguimenti, evoluzioni acrobatiche ed esplosioni...tutto ha un sapore artificiale, non lo nego, ma stramaledettamente entusiasmante. Nuovamente l'esperienza è quella di assistere alla "distruzione dell'attimo", eventi cioè che si svolgono in frazioni infinitesimali di secondi.
Nell'osservare il film, poi, non mancano riferimenti ad altre opere famose: la stessa saga di "Mach5", l'anime da cui è tratto il film, oppure Tron. Le scie luminose lasciate dalle auto durante la corsa finale poi non possono che farmi pensare ad Akira e agli stratagemmi visivi legati ai fari delle moto di Kaneda e Tetsuo. Fusione tra mondo dell'animazione giapponese e cinematografia occidentale, in pratica. Dove non mancano anche trovate ironiche e schrzose, demenzialità che divertono e strappano un sorriso e che, probabilmente, ammiccano all'anime originale. Mi riferisco soprattutto alle scene con protagonista Spritle, il fratello minore di Speed Racer. Senza dimenticare pure John Goodman alle prese con i ninja...una situazione un po' improbabile, lo ammetto, ma che ha ridestato nella mia memoria ricordi d'infanzia, quando in sala giochi c'era il videogame di "Final Fight" e uno dei personaggi selezionabili era un certo Haggar (un sindaco tra l'altro...), guarda caso misteriosamente somigliante a Pop. Interpretato appunto da John Goodman. Pure il cast riunito dai Wachowski non è banale e riunisce svariati nomi famosi.
La storia scivola via leggera, con alcuni colpi di scena, più o meno telefonati, ma diverte e si fa coinvolgente. Soprattutto per via delle corse automobilistiche, davvero dinamiche e spettacolari. Non ci troviamo di fronte ad un intreccio particolarmente elaborato, vi avviso, ma che comunque risulta logico (e non è poco di questi tempi) e, mi auguro, fedele all'anime originale.
Una menzione particolare va poi alla regia, davvero originale e ben orchestrata. Addirittura i piani narrativi si fondono, mescolando presente e passato, facendo scorrere in primo piano immagini reali e suggestioni del protagonista oppure flash di ciò che stanno vivendo altri personaggi, in quel momento, non presenti in camera. Un'esperienza non semplice e che a tratti confonde soprattutto chi magari pecca di un po' di elasticità mentale o che tende a farsi confondere dai colori e dagli effetti visivi. Cito ad esempio l'incipit durante il quale, mentre Speed Racer sta correndo la sua gara, vengono proposti ricordi ed immagini del suo passato e del legame con suo fratello Rex, scomparso durante una gara. Sempre contemporaneamente, alle evoluzioni di Speed, un dio in terra in quanto a destrezza al volante, si sovrappongono le immagini delle corse di Rex quando anche lui correva nella medesima pista, una sorta di fantasma che accompagna Speed e con il quale il giovane si confronta costantemente. Un idolo a cui tendere, un modello da inseguire e al contempo da evitare.
Nonostante il film si proponga come una pellicola di intrattenimento, leggero quindi, mancano poi alcune frecciatine al mondo moderno. Come il fatto che, a differenza di altri piloti, Speed si faccia raggiungere sul podio dalla famiglia e dalla fidanzata più che da avvenenti e scosciate ragazze, figure assimilabili ad oggetti come spesso suggerito dal mondo delle automobili in generale. Analogamente gli intrighi di potere che tramite la figura di Mr. Royalton emergono nel film presentano denunce molto attuali. Ad esempio la considerazione di ciò che può fare un uomo influente, di come la percezione di ciò che è giusto o sbagliato sia relativa, regolamentata dalla comunicazione di massa o dall'influenza di chi esercita il potere. Senza dimenticare il discorsetto che Mr. Royalton fa a Speed Racer per far comprendere al ragazzo come il mondo delle corse in realtà sia falsità, come il vero potere non derivi dalla conquista del podio ma da ciò che le gare automobilistiche sottintendono. Ovvero la benzina, l'industria dell'automobile, il dominio del mercato, la potenza delle vetture...E non posso che dargli ragione. In fondo, ogni gran prix non rappresenta altro che la sfida tra case automobilistiche che cercano di affermare un marchio ed un modo "buono e giusto" di intendere i trasporti.
In definitiva, un film che vi consiglio e che farà immaginare anche a voi nuove esperienze di guida. Qualcosa di più simile alle corse di mini 4wd o in videogiochi stile Re-volt, più che dinamiche effettivamente riproducibili sulle nostre strade. Però, credo, se anche noi comuni mortali guidassimo simili bolidi per andare al lavoro, altro che stress da traffico!!! Sarebbe un divertimento assurdo!
... e un'auto nuova quasi ogni settimana....