Anno: 2016
Regia: Ana Lily Amirpour
Genere: horror, distopico, ??
Cast: Jason Momoa, Keanu Reeves, Suki Waterhouse, Diego Luna, Giovanni Ribisi, Jim Carrey (non accreditato)
La trama in breve:
In un imprecisato futuro, le persone considerate "rifiuti della società", criminali, persone "inutili", non a posto vengono marcate come "bad batch" (lotti difettosi) e lasciati a vivere in una sorta di landa desolata nel deserto del Texas dove non ci sono regole e gli individui si son organizzati a modo loro. Arlen è una giovane ragazza appena liberata nel recinto: a sue spese scoprirà che sopravvivere non è affatto facile...
Il mio commento:
Ho recuperato questo film su Netflix per curiosità dopo aver trovato su youtube un estratto relativo a un'interpretazione sui generis da parte di Jim Carrey, attore che adoro.
Non sapevo bene a che tipo di film stavo andando incontro...le recensioni in internet sono tra le più disparate, per lo più lo castigano e lo massacrano, ma a mio avviso il film ha una sua potenza espressiva tutt'altro che scontata e banale. Volendo, può richiamare un po' la follia violenta e brutale di Mad Max Fury Road uscito l'anno prima ma direi che The Bad Batch vira in tutt'altra direzione.
Sin dalle sequenze iniziali si capisce che siamo di fronte a un'opera che vuole osare e che proporsi come anticonvenzionale e spiazzante, ma il risultato viene probabilmente raggiunto solo in parte.
I dialoghi sono risicati, la maggior parte delle sequenze narrative si svolgono senza parlato ma riprendendo paesaggi, scontri e l'assurda dinamica quotidiana cui gli esiliati sono costretti. E' tutto molto fisico, diciamo.
Fin dall'inizio ci rendiamo conto che la realtà è dura e che non c'è nessuna pietà: in poco tempo Arlen si trova braccata e mutilata da un gruppo di cannibali, per poi esser tenuta prigioniera (come scorta...).
Riuscirà a fuggire nel deserto e, dopo esser stata aiutata da un vecchio spazzino muto e derelitto (Jim Carrey di cui sopra) finirà in una "città" altrettanto ambigua, in cui non si pratica il cannibalismo ma la droga scorre a fiumi. Un posto deprimente che però regala qualche momento di evasione e speranza, configurandosi come un luogo più ordinario e accettabile rispetto al villaggio dei cannibali popolato da uomini e donne nerborute, tutti concentrati solo su se stessi e che non possono permettersi di essere "deboli" per non finire divorati.
In tutto ciò poi si intrecciano delle dinamiche surreali e stranianti, con personaggi quali Il sogno (Keanu Reeves) messianico-spacciatore-presidente e un MiamiMan (Jason Momoa) fisicamente immenso alla ricerca di una bambina, rapita da Arlen dopo uno scontro a fuoco nel deserto.
Personaggi le cui vite si incontrano e intrecciano, entrambi a modo loro fuori posto.