Titolo: Il trono di spade (Le cronache del ghiaccio e del fuoco - Vol. 5)
Autore: George R. R. Martin
Editore: Mondadori
Genere: fantasy
Pagine: 1164
La trama in breve:
La "vittoria" del leone dei Lannister ha lasciato un'interminabile scia di sangue: sepolto l'infame lord Tywin, assassinato dal proprio figlio nano, finita in catene la regina Cersei, seduto il piccolo re Tommen su un trono di lame pronte a ucciderlo, il destino dell'intero continente occidentale è di nuovo in bilico. Sulla remota Barriera di ghiaccio il temerario Jon Snow è costretto a consolidare con le armi il suo rango di lord comandante dei guardiani della notte mentre, al di là del Mare Stretto, Daenerys Targaryen, l'intrepida Regina dei Draghi, continua a difendere il proprio dominio contro orde di nemici antichi e nuovi. In fuga verso le città libere, il parricida Tyrion Lannister potrebbe essere la chiave di volta della restaurazione della mai realmente estinta dinastia del Drago. Tutto questo però potrebbe rivelarsi disperatamente inutile. Perché ora, veramente... l'inverno sta arrivando. (fonte Amazon)
Il mio commento:
Ho recentemente concluso l'ennesimo tomo della saga di George Martin: pensavo di averci impiegato millenni e invece, dai, tutto sommato me la sono cavata in circa 5 mesi. Diciamo che l'autore non si risparmia, si vede che gli piace raccontare e ampliare l'ambientazione da lui creata, approfondendo situazioni e personaggi. E' un ottimo narratore, a mio avviso, non monotono, non banale ma nemmeno leggerissimo e conciso. Come per altro già accennato nei commenti agli altri suoi libri, dal punto di vista dello stile e della capacità, lo considero parecchio valido come autore, bravo nel dosare i colpi di scena e nel mostrare al lettore ciò che è descritto nelle pagine del libro.
Rispetto ai precedenti ho comunque avuto l'impressione di aver fatto più fatica e, in alcuni punti, speravo si spicciasse di più perché, ecco, mi pareva stesse divagando un po' troppo aggiungendo particolari poco influenti e, al contempo, tralasciando parti che magari potevano interessare maggiormente.
Indubbiamente quando descritto e proposto fa parte di un piano ben orchestrato, per di più, considerando il numero di personaggi, è necessario dare spazio e rilievo alle varie sotto trame, tuttavia resto dell'idea che su alcune faccende si poteva glissare mentre su altre sarebbe stato bello saperne di più (che fine ha fatto Daario? E lady Stoneheart? E Ditocorto? Sam?).
La narrazione affidata al punto di vista dei singoli personaggi funziona abbastanza bene anche in questo libro ed è anche un buon escamotage per far incontrare a loro insaputa certi personaggi o per lasciarne altri "ai margini" dei giochi. Vedasi il caro buon lord Varys, assente per gran parte del tomo ma che mi spunta giusto nell'epilogo, con un discreto colpo di scena, per incanalare la storia verso mete a lui più congeniali...certo certo, in virtù di un bene superiore...
Non escludo poi un certo condizionamento dovuto alla visione della serie tratta dal ciclo di romanzi, la cui narrazione procede ben oltre quanto narrato in questo quinto volume. Vero è che, rispetto ai precedenti romanzi, qui si notano di più le differenze e gli elementi mancanti dovuti all'eliminazione di certi personaggi e passaggi narrativi.
Per dire, Tyrion mica è arrivato in due minuti, tutto sereno e pulito, alla corte di Daenerys: tutt'altro! Anzi, manco si son ancora incontrati...e ne ha passate di ogni, povero!
Jon Snow invece si conferma un personaggio tosto, saggio, lungimirante ed esperto, capace di prendere decisioni difficili e in contro-tendenza. Non riesco a sovrapporci l'immagine di Kit Harington, ecco, ma nemmeno lo reputo quel giovincello che invece nel romanzo dovrebbe essere.
Pure tutto il recupero dei bruti avviene in maniera molto più articolata e complessa, anche a causa delle avverse condizioni meteo dovute all'inverno che ormai incombe.