Autore: M. Maponi
Editore: Lumien editore
Genere: Fantasy noir, investigativo, urban
Pagine: 386
La trama in breve:
Pagine: 386
La trama in breve:
Maggie Henzel non si è uccisa.
L’ispettore Mannekin Hanter se ne è convinto fin dalla prima occhiata alla camera in cui pendeva il corpo dal soffitto. Quella non era la stanza di una ninfa che ha fretta di morire. Ma non è l’unico dettaglio che stona in quella scena del crimine nella Virmgrado bene. Lo è anche il manifesto del goblin Niemann Rhodi, candidato del Fronte Operaio, che sporge da una pila di volumi che predicano la supremazia razziale degli elfidi. Le uniche relazioni della vittima sono una coinquilina fuori città e un fidanzato di cui nessuno sembra essere davvero a conoscenza. Forse un delitto passionale o un gioco erotico finito male, poco rilevante in una città scossa dalle imminenti elezioni.
Nel quartiere industriale si respira aria di ferro, e non per via delle ciminiere delle fabbriche. Gli operai sono stretti tra turni impossibili, povertà e droga; gli scioperi sono la loro unica speranza di ottenere condizioni migliori.
Quando il ritrovamento di un taccuino pieno di appunti contabili ricollega Maggie Henzel al compagno impiegato nelle industrie, l’omicidio si trasforma in un’ombra che Mannekin conosce fin troppo bene. È la sagoma dei roghi che hanno devastato la città durante gli anni neri, quando gli orchidi come lui hanno respirato cenere e perso le proprie famiglie, le proprie case, tutto. Ma è anche il profilo delle fabbriche che stritolano gli operai fra i propri ingranaggi e li distruggono con lo spaccio di seffida.
Maggie, il suicidio a cui Mannekin non ha mai creduto, diventa il fulcro di una rete di interessi difficili da scardinare, di ingranaggi da cui il goblin stesso ha rischiato di venire schiacciato. La macchina industriale di Virmgrado si è rimessa in moto, e a lui non rimane altro che rovistare nel torbido… affinché gli anni neri non si ripetano più. (fonte Lumien)
Il mio commento:
Altro libro dal catalogo Lumien, altra piacevole scoperta: un titolo fantasy che mescola atmosfere hard boiled, e non solo.
Come per Megalo, anche in questo caso l'ebook contiene un link per un video in cui l'autore parla ai lettori dando qualche informazione in più sul titolo acquistato. Una peculiarità dei libri di questo editore che, sinceramente ho apprezzato, soprattutto perchè parliamo di autori molto validi ma magari poco noti e conosciuti.
La narrazione de "Un affare per orecchie a punta" si concentra sul punto di vista dell'ispettore Mannekin (il cui nome, a esser sincero, continuavo a leggerlo male, sovrapponendo quello della band musicale Måneskin, non so se voluto...), mezz'orco e mezzo goblin, cinico ma con un proprio senso dell'onore e della giustizia. Uno di quelli messi ko dalla vita, non al centro dei riflettori, capaci di soffrire e mandar giù bocconi amari ma anche di uscire dagli schemi, insofferenti all'ipocrisia e alla corruzione. Pronti anche a mettersi contro il sistema, se sentono odore di marcio. Sono la sua voce, i suoi ragionamenti, le sue osservazioni e il tumulto interiore a guidarci in una narrazione che parte dalla scena di un pseudo suicidio di una ninfa per portarci a spasso per le vie di Virmgrado e dei suoi personaggi. Sullo sfondo imminenti elezioni politiche, scioperi organizzati dai sindacati, malessere e disagio diffuso tra i quartieri poveri, oltre che echi di un passato non propriamente idilliaco per la città e il continente, con persecuzioni razziali e soprusi. Lo stesso Mannekin, si scoprirà nel romanzo, è vittima di questo passato sanguinoso che ogni tanto riaffiora e il cui spettro lo spinge a cercare giustizia ma anche un po' di vendetta e riscatto personale.
Come un sasso lanciato nello stagno genera cerchi nell'acqua che via via si espandono così è per la trama del romanzo, che pian piano si amplia, introducendo personaggi, situazioni ed elementi utili a delineare sia l'ambientazione che il background del nostro protagonista. E utili anche a portare avanti le indagini dimostrando come tutto sia collegato a un disegno ben più grande: in fondo, la storia del suicidio non convince da subito.