sabato 19 luglio 2008

..:: Chariza : Il soffio del vento ::..

Benritrovati sulle pagine di questo mio blog. Oggi ho deciso di parlarvi dell'ultimo libro che ho concluso di leggere e che mi consiglio di recuperare, soprattutto per incoraggiare una giovane e promettente autrice come Francesca Angelinelli. Dirò la mia su "Chariza - Il soffio del vento" edito da Runde Taarn edizioni, quindi.



La trama in breve:
Chi è realmente Chariza? una mercenaria al soldo del miglior offerente? una ladra scaltra ad approfittare delle giuste situazioni? oppure una vittima inconsapevole di un gioco più grande di lei? e chi sono i Draghi e quale ruolo hanno in tutta questa vicenda? L’Imperatore Yoshio la stima e prova dei sentimenti per lei. Anche il cavaliere Yukai si sente legato a quella donna di ghiaccio. L’unico forse ad essere ricambiato nei sentimenti è il principe Suzume, per il quale Chariza prova un affetto sincero e profondo. Ed è proprio per salvare la vita del principe che la Combattente della Trasparenza accetta un incarico sino ad allora impensabile per lei, Chariza la guerriera: fare da guardia del corpo al principe. Compito che si rivelerà tutt’altro che semplice, ed anzi sarà foriero di numerose avventure dove Chariza potrà dare prova del proprio coraggio insieme a Yukai, un cavaliere Ryokin molto amico del Drago d’Oro. Una trama avvicente che coinvolge il lettore anche grazie ad un’ambientazione singolare, dove è l’Oriente ad ospitare questa nuova eroina del genere fantasy.

Il mio commento:
Come sempre, per parlare di un libro, partiamo dalla base e da ciò che sembra ovvio ma che ovvio non è mai. Dal punto di vista della rilegatura e dalla solidità credo che si poteva fare un po' meglio ma è con la scelta dell'immagine di copertina (e pure delle illustrazioni contenute all'interno dellopera) che la Runde Taarn dimostra di sapere il fatto suo...ma non nel campo dell'editoria. Dico questo per spezzare una lancia in favore del libro di Francesca che, sicuramente e decisamente, meritava una copertina di maggior effetto e che giocasse di più con elementi fantasy visto che il romanzo appartiene a questo genere. Una bella immagine di Chariza durante un duello, per dire, sarebbe risultato molto ma molto più accattivante. Al limite si poteva pensare a qualche illustrazione stile manga (che Francesca legge certamente ^_^ ) ma, come già anche a me era stato detto dalla stessa casa editrice "loro sanno come vanno certe cose, quali scelte compiere" ecc.. Il risultato è invece una copertina di cui, solo dopo aver letto il testo, si intuisce il senso. Ovvero che si riferisce a Suzume, il figlio dell'imperatore dello Shi-hai-pai che Chariza scorta in giro per il Paese.
Ma passiamo oltre e puntiamo ai contenuti. Questi ci sono e sono buoni. La storia si fa leggere volentieri e risulta originale soprattutto per l'ambientazione utilizzata, orientale e giapponese, che strizza l'occhio a film wuxia o a storie relative al Giappone medievale. Insolito quindi e che sicuramente avrebbe potuto diventare una sorta di carta vincente per la diffusione dell'opera, per la sua promozione magari tramite fumetterie in cui gli appassionati di Oriente si trovano a iosa...
Ma soprassediamo anche su questo punto e torniamo alla storia. Ecco, sotto questo aspetto il romanzo mi ha convinto abbastanza anche se, a mio avviso, il finale giunge un po' "inaspettato", quasi una sorta di troncamento più che a concludere la narrazione. Ci sono poi alcune pecche che mi sento in dovere di esplicitare più per un confronto con i lettori dell'opera e come nota per Francesca più che per screditare. Lo dico solo per chiarezza. In primis segnalo che qualche nota in più magari a piè di pagina aiuterebbe la comprensione di certi comportamenti e di certe dinamiche descritte, soprattutto per chi non è avvezzo alla cultura Orientale senza dubbio differente dalla nostra. Ecco allora che per un profano certi termini utilizzati nei dialoghi in segno di rispetto o deferenza potrebbero risultare più chiari nel significato, giusto per fare un esempio.
Manca poi il "cattivone", un grande assente a mio avviso, sia dal punto di vista della caratterizzazione che della presenza fisica. E' solo un ombra di cui si ignora tutto ma che ugualmente rompe le uova nel paniere. Tuttavia non rendere partecipe il lettore di cosa ci sia ad opporsi a Chariza, Yukai e Suzume..ecco...può rivelarsi pericoloso. Da un lato invita alla lettura del seguito, dall'altro indebolisce la trama, la rende più vaga e fumosa. Veniamo poi ai personaggi presenti: di certo sono ben tratteggiati e sembrano reali, tuttavia alcuni loro cambiamenti e comportamenti non mi convincono. Per esempio Yoshio, l'imperatore: nonostante sia ubriaco marcio riesce ugualmente a tener testa ad un sicario e persino ad evitare shuriken senza problemi. Okey che è "il Drago d'oro" (cosa questo significhi però non è dato sapere, vedi il discorso delle note di cui sopra...), però la cosa appare abbastanza incredibile per esser vera. L'altro protagonista maschile invece, Yukai, è ben delineato. Cambia nel corso del libro mano a mano che i sentimenti da e verso Chariza (e dell'autrice?) crescono. Più passa il tempo, insomma, mano a mano che scorrono le pagine diventa sempre più bello e affascinante. Così come la narrazione scende molto più sul sentimentale di quel che mi aspettavo...Chariza infine, la protagonista, presta il fianco a molte critiche. Soprattutto per la maledizione che la perseguita: buona l'idea dell'avidità tuttavia, se non cede mai ad essa, questo elemento diventa solamente qualcosa di fastidioso per il lettore che si trova costretto a sorbirsi le sue meditazioni e costanti note da parte della narratrice per ricordare come funziona la cosa. A mio avviso, detta una volta, vale per sempre. E se invece il lettore è poco attento, beh, può sempre tornare indietro. Anche Chariza mano a mano che scivolano le pagine diventa sempre più bella e più "donna". Con le dovute eccezioni. Sarà che forse sono un po' maschilista ma l'idea della "femmina" guerriera mi lascia sempre un po' perplesso. Primo perchè dubito che una combattente col fisico da fotomodella riesca a tagliare due uomini contemporaneamente con un unico fluido movimento del braccio (certamente fino e delicato) con cui regge la spada, cosa che nel romanzo accade più di una volta; secondo perchè nei film e nei romanzi in cui compaiono queste non hanno mai le loro cose, anzi, sono peggio di Terminator. Puoi tirar loro un cartone in faccia e non si rovinano nemmeno il trucco, per dire. Quel che voglio dire è, ok con il descrivere personaggi forti, ma non rendiamoli inumani. E soprattutto spieghiamo come mai i migliori e più letali guerrieri del mondo siano donne poco più che ventenni, soprattutto in un Paese con una cultura maschilista come suppongo fosse il medioevo in Oriente. Non che qui lo fosse meno, ovviamente. Cioè, un po' di stupore da parte del volgo nei confronti di una donna che brandisce le armi me lo sarei aspettato. Altra cosa che un po' mi ha fatto sorridere è che, nonostante giorni di vita errabonda, nottate all'adiaccio, nemmeno la presenza di una doccia nell'arco di miglia e miglia, è stato un particolare, una scena in cui Yukai (che presumo puzzasse come un montone in quel frangente) assapora la fragranza dei capelli di lei che si appoggia al suo petto ampio e possente. Profumo di loto °__° Cavolo, già se non mi lavo per due giorni puzzo come una carogna di brontosauro (...beh, quasi) figurarsi "sti qua" che non si lavano da settimane e che hanno addosso sporicizia e sangue: altro che profumo di loto!!
Altra scena dubbia che mi ha dato da pensare sull'umanità di Chariza riguarda l'episodio dell'esecuzione dei Kage, facilmente sconfitti dopo un breve combattimento. Ora, io capisco che la givane ragazza sia addestrata, che sia una combattente della trasparenza, spietata e impassibile fino all'estremo ma...cavolo! Un po' di pathos, un po' di emozioni!!! Tanto più che quando si tratta di arrovellarsi le cervella sui sentimenti che ella prova per Yukai e per l'imperatore di sentimenti e pensieri ne dimostra assai (ma casti!!!) (detto tra noi: ma quando mai le donne sono caste nel pensare e parlare di uomini tra sè e sè o con le amiche???).
Comunque sia, credo che l'opera sia più che discreta e che meriti di esser letta. Probabilmente un lavoro più accurato da parte dell'editore avrebbe potuto certamente renderla migliore, eliminando refusi e aggiustando la trama qua e là, ma non per questo val la pena di lasciarsi sfuggire questo romanzo...ed il suo seguito! Piuttosto conviene protestare con la Runde e pretendere, in qualità di clienti (lo stesso vale per gli autori paganti ;-) ) maggior serietà e professionalità. Ovviamente dico questo senza alludere ad alcuna (pessima) esperienza personale.
Concludo augurando a Francesca di aver maggior fortuna con le future (ammicc ammicc!) pubblicazioni e di riuscire ad avere la visibilità che merita ^_^ Anche perchè, lo dico soprattutto per chi magari non la conosce, Chariza è stata una delle sue prime opere e da allora i miglioramenti e la maturazione, personale ed artistica, si notano eccome!

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