giovedì 10 luglio 2008

..:: Non è un paese ::..

Ma un uomo di cultura, mi chiedo io, è un culturista? E' un dubbio amletico, lo ammetto, tuttavia me lo chiedevo oggi tornando a casa. Immagino già che starete pensando...ebbene sì, lo ammetto, mi sa che in sto periodo la mia mente inizia a vacillare. Tutta colpa dei Prm e del relativo progetto mi sa...E se pensate che io sia l'unico un po' "fuori" ultimamente, beh, buttate un'occhio nella "Casa". Ossia in Parlamento e dintorni. Anche in Senato volendo, dove continua ad andare avanti il reality show per eccellenza. Passa il lodo Alfano quindi. Ci hanno provato a distrarre l'opinione pubblica con gli Europei, con l'afa e con i servizi sulle ferie poi. E ci son riusciti mi sa..
Comunque, che dire al riguardo? Nulla che non sia già stato detto o che non sia banalmente ovvio. Non siamo più un Paese democratico, temo, una Repubblica fondata su principi di uguaglianza. "Nella logica della riduzione del danno", come direbbe Casini, mi astengo da ulteriori commenti sulla vicenda. Però mi va comunque di riportare alcuni interventi esilaranti da parte dei nostri dipendenti. "Da oggi prendiamo il toro per le corna, per liberare la politica italiana dall'uso politico della giustizia", parola di Fabrizio Cicchitto che ha preso spunto dai recenti avvenimenti di Pamplona mi sa. A Cicchì, ma che stai a dì? Mi sa che si sta rifacendo agli insegnamenti dell'avvocato Centripeto (avete presente Bet & wait?) sul modo di interpretare l'articolo 3 della costituzione....ovvero: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese". La Lega invece, come spiega la Lussana, ha datp il suo sì "a un provvedimento che consentirà a Berlusconi di governare". Mi piace questa donna. Alla faccia dell'articolo 1 che afferma "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione" fa intuire come ci siano differenti modi di intendere la politica. Una versione giusta, la mia e la vostra (probabilmente), e quella dei politicanti. Ancor più grandioso il commento del ministro Alfano invece: "Sono contento per l'approvazione della norma, crediamo di aver fatto un buon lavoro. Il testo risponde alle esigenze del Paese e riteniamo possa rispondere alle esigenze di far svolgere serenamente il proprio lavoro alle alte cariche dello Stato". Da notare l'utilizzo della metafora dantesca (postuma) per mezzo della quale il ministro lascia intendere che con il termine "Paese" si intende un certo Silvio B che a breve, altrimenti, avrebbe potuto essere condannato.
Bah...che schifezza...davvero me la sento di dire che non è più un paese...L'Italia intendo. Perchè non assoldare qualcuno tipo Anton Chigurh (Javier Bardem) de "Non è un Paese per vecchi" e fare un po' di pulizia? Uhm, forse è meglio di no...che poi si passa dalla parte del torto. Comunque, visto che l'ho tirato in ballo e che l'ho appena finito di vedere, spendiamo due paroline su questo film, di serto più esaltante che star qui a parlare di politica.



Mi è piaciuto, questo sì, e ve lo consiglio. Si tratta di un film crudo, a mio avviso, senza fronzoli, violento. Splendido il personaggio che ho citato poc'anzi, un killer psicopatico ed efficace come non pochi. Senza pietà, letale, capace. Uno privo di emozioni...o almeno così viene presentato. Un'infanzia ce l'avrà avuta anche lui, spero. Ad ogni modo, non son certo che meritasse l'oscar come miglior film ma di essere premiato con qualche oscar questo sì. Merito probabilmente di una sceneggiatura tratta da un romanzo valido e di una regia "fredda" che descrive senza farsi coinvolgere, senza lasciare che lo spettatore parteggi per qualcuno. Nè per i protagonisti attivi delle azioni, Llewelyn Moss (Josh Brolin, già visto in Planet terror) e Anton Chigurh in particolare, nè per i personaggi relagati al ruolo di comprimari o spettatori, quasi comparsate di persone qualsiasi alle prese con la follia di un mondo che cambia e che non riconoscono più. In cui si muore troppo facilmente. In cui a farla da padrone sono solamente i soldi e non esistono più "grazie o per favore". Un presente arido e desolante come quello del deserto del Texas in cui si svolgono le vicende o quello delle città, principalmente svuotate e prive di vita. Popolate al più da gente di malaffare o da anziani. I pochi giovani che i fratelli Coen fanno transitare sulle scene sono ombre, tutti uguali nel farsi corrompere. Un film impietoso quindi che offre uno scorcio del mondo reale, soprattutto in merito alla costante perdita di umanità a cui assistiamo impotenti e all'aumentare della violenza e della follia che dilagano un po' ovunque. E che non si può fermare. Come Anton Chigurh o Walker Texas Ranger!!! Consigliato assai e assai quindi. Ma non per tutti. Dopotutto, non è nemmeno un film per vecchi...

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