domenica 3 agosto 2008
..:: I am legend ::..
In questi giorni, tra le canzoni che più spesso ho ascoltato in auto, ci sono quelle dei Queen. Anche quelle di Lou Reed, che ho scoperto grazie a un film di Wim Wenders, ma soprattutto quelle dei Queen. Si tratta di un greatest hits (il volume 2 per essere precisi), con canzoni che già conoscevo, tuttavia aver riascoltato la voce di Freddy Mercury mi ha dato qualcosa. Emozioni, brividi, suggestioni chiamatele come vi pare. In ogni caso non è passata senza lasciarmi qualcosa. Una voce splendida, per carità, non so se esattamente la voce "del secolo" come alcuni sostengono, ma sigificativamente espressiva. Ma oltre a ciò, quello che più mi ha dato da pensare è stata la consapevolezza che Farrokh Bulsara ce l'ha fatta ad entrare nella storia. Cioè, da essere umano qualunque è riuscito ad elevarsi al di sopra degli altri e divenire "leggenda", qualcuno degno di essere ricordato. Come Cesare, Genghis Khan, Napoleone. Un impresa non da tutti ovvio, ma a cui tutti tendono. Chi più chi meno (vedi il "maestro Pavarotto"), a passi ampi oppure stretti, ciascuno di noi sogna di divenire immortale, di dare al mondo qualcosa tale per cui esser ricordato. Anche solo un nome, per dire, qualcosa di "banale" ma che in fondo non lo è per niente. Per dire, ogni tanto io ci penso a quello che a suo tempo i miei hanno scelto per me (Leonardo, sulla carta di identità è scritto così) e ne sono fiero. Soprattutto perchè si rifa a qualcuno che è entrato nella storia, che ha contribuito alla storia dell'umanità in maniera forte, significativa, sonora. Un po' come è stato per Freddy Mercury, ecco. E allora poi mi soffermo a riflettere su quel che faccio io, se magari anche io un giorno ce la farò oppure no a entrare nella storia. A lasciare un segno, un'orma, una macchia...anche in negativo. Della serie, maestra di una prima elementare di una scuola del 2100: "Cavolo! Scrivi peggio di Leonardo Colombi!". Beh, oddio, così non sarebbe proprio il massimo...comunque ci siamo capiti no? Non son discorsi da megalomane i miei (anche se in un certo senso...), tuttavia ogni tanto sarebbe bene riflettere su cosucce del genere. In fondo, di vite ne abbiamo una soltanto e infinte potenzialità con cui giocare ed esplorarla, mettendoci alla prova, cercando di esprimere ciò che abbiamo dentro. Peccato invece che troppo spesso non si viva con quest'ottica, in balia di eventi o dinamiche che altri innescano, per dire. O imposte da un sistema che ci omologa, ci rende simili, ci condiziona. Della serie, Dante avrebbe scritto ugualmente la "Divina Commedia" se invece di esser libero (anche se in esilio) di dedicarsi a questo avesse invece dovuto sgobbare in fabbrica 9-10 ore al giorno e pagare gli alimenti alla moglie che aveva lasciato a Firenze? Giusto per dire. Chi può dirlo? Ma in fondo, per lui è andata diversamente. E anche se in cuor suo magari covava il sogno di fare il parrucchiere, ce l'ha fatta ad entrare nella storia. Un emozione e un privilegio non da poco. E chissà che magari un giorno non capiti pure a me...o a qualcuno che conosco. Per adesso comunque, non posso far altro che continuare ad ascoltare la voce di Freddy e di dedicarmi un po' alle mie opere. Qualcosina in questi giorni ha preso la via della posta, direzione editori. Chissà che non mi riesca di pubblicare altri testi mentre completo "Il consacrato" ^__^
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