Titolo: L'autunno dell'animo - Storia di un cavaliere
Autore: Maurizio Marzulli
Editore: EdiGiò
Genere: Narrativa
Pagine: 64
La trama in breve:
XIII secolo, la fortezza di San Giovanni d’Acri è caduta sotto l’assedio dell’esercito musulmano, decretando la fine del dominio cristiano in Terra Santa. Fra i pochi superstiti, un cavaliere crociato (Biagio il Gagliardo, nota di Leo) torna a casa in Italia, ma gli avvenimenti passati e la fine rovinosa, lo hanno demoralizzato togliendogli ogni speranza nel futuro. Sulla strada di casa però, un incontro furtuito, gli dona lo sprone per andare avanti nonostante le delusioni passate; forse un nuovo amore, forse una nuova vita lo attende. E forse nuove avventure...
Il mio commento:
Ho acquistato questo libro al Modena Books tenutosi questo mese. L'ho preso dopo una chiacchierata con l'autore, Maurizio, presente allo stand della Contrappunto. Mi ha persino fatto l'autografo, con emozione devo dire, non perchè ero io ma per via del significato appunto di scrivere una dedica ad un proprio lettore.
E ora, come promesso, sono qui a rendicontare sulla lettura conclusa.
Partiamo dalla grafica e dall'impaginazione: più che buone direi, con caratteri non troppo piccoli, pagine appena appena ruvide che creano la sensazione di un testo "d'altri tempi" e una copertina suggestiva. Inizialmente pensavo contenesse una storia che ammiccasse al fantasy, devo ammetterlo.
La storia in sè è relativamente breve e semplice: si tratta comunque di un primo libro di un ciclo di tre. La scelta di pubblicare il romanzo "a pezzi", tutto sommato, puà risultare vincente, soprattutto per autori esordienti. Analogamente è azzeccato il prezzo della pubblicazione.
L'intreccio si sviluppa in due capitoli, essenzialmente. Non prevede nulla di particolarmente complicato ma vicende semplici e umane, la ricerca di tranquillità e di quieto vivere dopo le brutture della guerra che il protagonista, Giagio il Gagliardo, ha sperimentato in terra santa. I toni, soprattutto all'inizio, sono mesti, delusi, fallimentari quasi: sarà l'incontro fortuito con Amelia a cambiare tutto.
Un romanzo che parla di famiglia, di buoni sentimenti, di vita genuina. Il contesto medievale è reso abbastanza bene e, sinceramente, mi ha fatto piacere trovare per una volta nomi italiani, sia per personaggi che per località.
La lettura risulta piacevole e scorre senza intoppi: è consigliata a quanti amano il lieto fine e ritrovare serenità tranquillita nelle pagine scritte.
D'altro canto, l'opera poteva risultare migliore e più sfaccettata. Lo so, sono un criticone, uno che non si accontenta ma....lo dico anche per Maurizio, e per l'editore.
Manca un po' di tensione, a mio avviso, mancano evocazioni e ricordi espliciti di quanto vissuto da Biagio in Terra santa o al castello di Goffredo prima di partire per la guerra. Anche qualche riferimento all'amore (spento) per monna Claudia non sarebbe stato male. Analogamente per Amelia e per la figlia Letizia che hanno perso il marito/padre da un anno ma a cui non manca praticamente mai. Nemmeno vien fatto un confronto con Biagio.
Mi insospettiscono poi due elementi della trama: la facilità con cui Amelia accoglie Biagio (sarà il fascino dell'armatura, la solitudine...) e con cui i paesani accettano la sua presenza. Immagino invece che maggior diffidenza sia più credibile, soprattutto per il fatto che, trattandosi di un paese di contadini e artigiani medievali, la cultura non penso fosse a livelli eccelsi. Senza contare che Biagio è uno straniero, armato, giunto da chissà dove. Quanto meno diffidenza e sospetto dovrebbero sorgere spontanei nella gente. Magari fomentati da Riolfo dopo che il suo tentativo di violenza su Amelia è stato stroncato da Biagio...
Un buon testo quindi ma che, a mio avviso, meritava di essere ampliato.
Ricordo tuttavia che Maurizio accennava al fatto che, inizialmente, il romanzo era più corposo e che su consiglio di agenzia letteraria (Contrappunto) ed editore si era provveduto ad alcuni tagli...spero non relativamente a quanto da me accennato sopra altrimenti potrebbero sorgere alcuni dubbi sul lavoro svolto da codesti signori...
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