Titolo: Lo strano caso della donna husky
Autore: Vernon Francis Beagle (alias Paolo Franchini)
Editore: Acar Edizioni
Genere: Thriller
Pagine: 80
La trama in breve:
Una brava ragazza scompare da casa dopo una lite col fidanzato. Pochi giorni dopo, il suo corpo riaffiora dalle acque fangose di un laghetto. Alla comunità di Garden Town, incredula e sconvolta, non resta che affidarsi al fiuto di Theodore Tippit, ex agente dell’FBI oggi in forza alla “omicidi” del XIV distretto. Un caso difficile, tanti sospetti, un colpo di scena inquietante.
Lo strano caso della donna husky è il primo di una serie di romanzi brevi che ha come protagonista il cinico detective Tippit.
Il mio commento:
Ho recuperato questo libricino al Modena Books del marzo scorso. La signora, forse l'editrice o comunque quanto meno partecipe alle attività dell'editore, mi ha convinto all'acquisto dopo una breve chiacchierata. Oltretutto era in offerta e mi son detto: perchè no? Tra l'altro, la copertina mi incuriosiva e poi era in offerta perchè "i corti non vendono: non so se sia il formato, il prezzo...non capisco...eppure non vendono...". "Beh, dovrebbe vedere quel che hanno fatto quelli della Runde Taarn prima di lamentarsi, signora...", ho pensato io.
Questo "Lo strano caso della donna husky" avrà pure un formato tascabile, l'ideale per contenere il testo di questo mini romanzo, ma non ha nulla a che invidiare ai "libri" normali. Anzi.
Lo si evince già dall'impaginazione, dalla dimensione dei caratteri e dalla copertina scelta.
Quanto alla narrazione in sè, scorre senza problemi e senza fronzoli, con un tono schietto e preciso. Non si usano mezzi toni e ne risulta una descrizione immediata degli eventi, che cattura. A mo di film, diciamo. O, per lo meno, l'impressione avuta infatti è stata questa, come di trovarsi ad assistere alle scene di un thriller "all'americana". Anche se, a dirla tutta, l'autore è italiano. L'idea di usare uno pseudonimo a me non piace molto, però se vende....
La storia in sè poi è abbastanza lineare e nonostante il poco spazio a disposizione, presenta un intreccio più che accattivante, con personaggi quanto meno definiti e caratterizzati. Non molti, ma in numero sufficiente a variegare le situazioni e i dialoghhi.
L'ambientazione semmai l'ho trovata un po' confusa: considerando la presenza di nomi ispanici e anglosassoni mi son immaginato una cittadina texana o giù di lì...però a tratti avevo l'impressione di trovarmi in un posto più nordico, più raccolto...
Comunque non è un problema, ecco.
Semmai trovo un po' da ridire sulle maniere dei due poliziotti che seguono le indagini, un po' brutali. Fanno in fretta a dar del viscido a questo e quello ma non è che loro siano dei lord inglesi nel trattare con gli indiziati.
Idem con patate per l'uso della violenza e il rapporto con i cadaveri, come se fosse tutto normale, all'ordine del giorno. Credo sia un effetto cercato e voluto, un riflesso della società moderna, che sembra non dar molto peso alla morte, alla vita, alle dinamiche violente del presente che viviamo.
Ad ogni modo, una lettura discreta, breve, ma che credo possa risultare piacevole soprattutto a chi ama il genere thriller / poliziesco.
3 commenti:
Grazie Leonardo, la tua recensione mi ha fatto davvero piacere.
Devo ammettere, poi, che hai colto nel segno sia per il carattere dei personaggi sia per l'ambientazione: la Garden Town di cui racconto, è la "città giardino" in cui vivo, ovvero Varese. Non ho fatto altro che tradurre (con qualche piccolo adattamento) il nome delle strade, dei quartieri, dei locali. E di qualche persona, chissà...
Grazie ancora e in bocca al lupo per i tuoi sogni fatti di carta e d'inchiostro.
Un abbraccio,
p.
Dimenticavo: hai beccato il bersaglio anche per quello che concerne la violenza e il cinismo.
E' quello che capita, purtroppo, ogni giorno e ovunque si guardi.
Ne ho parlato un paio di settimane fa sul quotidiano "La Provincia". Qualche riga un po' spietata che puoi trovare anche a questo link: http://pallido.wordpress.com/2009/05/14/la-provincia-14052009/
A presto.
p.
Ciao! Grazie per aver lasciato un segno della tua visita su questo blog.
Mi fa piacere poi che il post ti sia piaciuto e crepi sto maledetto luppolo ^_^
Quanto al cinismo, ho letto l'articolo che mi hai segnalato...azz...sono basito. Posso capire i casi in cui si scopre morta una persona che non si vedeva da giorni, magari perchè viveva da sola, lontano da tutti e tutto. Ma situazioni come quelle riportate sono davvero agghiaccianti.
Povera umanità...
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