mercoledì 13 giugno 2012

..:: Hunger games ::..

Titolo: Hunger Games
Regia: Gary Ross
Anno: 2012
Genere: drammatico, sci-fi
Cast: Jennifer Lawrence, Elizabeth Banks, Woody Harrelson, Stanley Tucci, Josh Hutcherson, Lenny Kravitz, Wes Bentley, Liam Hemsworth, Donald Sutherland 

La trama in breve:
Ogni anno tra le rovine di quello che fu il Nord America, lo stato di Panem obbliga ognuno dei suoi dodici distretti a mandare un ragazzo e una ragazza a competere agli Hunger Games. In parte bizzarro spettacolo, in parte stratagemma intimidatorio del Governo, gli Hunger Games sono un evento televisivo nazionale nel quale i "Tributi" devono combattere gli uni con gli altri per la sopravvivenza. Contrapposta ai Tributi ben allenati che si sono preparati agli Hunger Games per tutta la vita, Katniss è costretta a contare sul suo brillante istinto oltre che sull'addestramento di un precedente vincitore dei giochi, l'alcolizzato Haymitch Abernathy. Per tornare a casa al Distretto 12, Katniss deve fare scelte impossibili nell'arena, che metteranno sulla bilancia la sopravvivenza contro l'umanità e la vita e contro l'amore. (fonte comingsoon)

Il mio commento:
Ehi, quale dito sta alz...ah, è solo
il saluto! Per un attimo mi son sentito
pubblicamente offeso... 
Visto al cinema con Silvia a fine maggio il film in questione mi è piaciuto abbastanza. Non ho letto il romanzo, lo ammetto, ma mi ero fatto un'idea della storia originale a partire da qualche recensione letta online (ad esempio su Terre di Confine).
In compenso ho visto The Running Man (con l'implacabile A. Schwarzenegger) e letto Battle Royale, recensito pure sulle pagine di questo blog e, personalmente, ci ritrovo parecchie similitudini. Forse anche troppe. E, se da un lato l'opera di Takami indugiava assai sui personaggi costretti a partecipare al Program, cercando di caratterizzarli e conferire loro un background e una personalità, in Hunger Games non ho ritrovato affatto la medesima intenzione. 

Tenete: datevi fuoco e facciamola
finita qui, ora.
Anzi, molti dei personaggi, compreso lo stesso Peeta, sono appiattiti al ruolo di mere comparse. Quasi non importa a nessuno di chi siano o cosa facciano. Magari si tratta di una forzatura cinematografica per riuscire a condensare il tutto nell'arco delle 2 ore e passa di film, però la selezione c'è stata. Per dire, ha quasi più spazio il personaggio di Lenny Kravitz rispetto a quello degli altri tributi. E questo l'ho trovato ingiusto. 
Analogamente, anche qualche indicazione o dialogo per esplicitare lo scenario distopico di Panem in cui si svolgono le vicende non avrebbe stonato: le spiegazioni dell'inizio, a mio avviso, son state molto sintetiche.
Mancano anche armi da fuoco e, impressione mia probabilmente, tensione da mattanza: dopo i primi minuti in cui si verifica un feroce massacro, gli hunger games procedono anche fin troppo tranquillamente. E se non fosse per l'accanimento verso Katniss (anche da parte della regia) il gioco potrebbe pure continuare per settimane. A meno, ovviamente, di strane bestiacce che compaiono dal nulla...
Vedete quel tizio stravaccato lì al centro?
Quello mezzo ubriaco? Ecco, lui
sarà il vostro mentore. Non male, no?
Piaciuto invece il forte parallelismo che Hunger Games crea con i reality show e, più in generale, con tutto il mondo dello spettacolo dove, più o meno direttamente, ci si scanna e ci si comporta in modo ipocrita pur di rimanere sulla cresta dell'onda e macinare consensi. Un mondo di falsi e falsità che vive nell'opulenza e nell'eccesso, insomma, che stride fortemente con la drammatica povertà e difficoltà in cui, magari versano, le masse dove, per lo meno, viene attribuito un minimo di valore e dignità alla vita umana.  
Guardando Hunger Games si finisce poi per trovare di dubbio gusto il fascino che proprio gli hunger games suscitano sulle masse di spettatori che li seguono, trovandoci di rimando a criticare lo stesso appetito che noi spettatori proviamo nell'assistere (purtroppo) a immagini tratte da reality show o da fatti di cronaca. Un interesse sordido e malsano che, tuttavia, tolleriamo e facciamo nostro. 
Primo piano per Mystica, ehm
volevo dire Katniss, arciere dalla
mira e precisione portentosa.
Che sia figlia di "Occhio di falco"?
Apprezzata infine la presenza di Woody "Natural Born Killer" Harrelson e il personaggio di Katniss, ben reso dalla promettente Jennifer Lawrence. Meno convincenti invece quelli di Seneca, del "presidente" e, in generale, degli altri tributi a eccezione della piccola Rue. Da boicottare infine la trovata del finale (*) e del gel rigenerante che guarisce ogni ferita fisica: eh che cavolo, se uno è ferito o menomato non può "tornare sano" così facilmente, è troppo "facile". Dove sta la sofferenza? L'atroce tormento e la terribile disperazione di dover lottare per la sopravvivenza nonostante copiose perdite di sangue, arti mutilati o gambe ustionate? Invece no, qua l'enfasi è posta sul dissidio interiore tra rimanere se stessi o cambiare, tra esser sinceri o fasulli...
Non che il film mi abbia deluso, sia chiaro, è stata una visione che ho discretamente apprezzato ma, per quanto mi riguarda, volevo più sangue e più truce violenza, ecco. 
Ok, si trattava di un film pensato per famiglie e ragazzi ma, voglio dire, ve lo immaginate un medesimo Hunger Games realizzato da un regista come Tarantino? 



E pensare che decoravo torte...
in un villaggio di poveracci
 in cui nessuno poteva permettersi
neanche di annusarle....
Se vuoi, comunque, ti insegno
il body painting....
(*): ok, a livello logico l'inganno ci sta eccome, un po' come insegna il buon Jim Carrey in The Truman Show. Però, caspita, il rischio che tutti i concorrenti muoiano e che non ci sia alcun vincitore c'è dal primo istante degli Hunger Games: perché dovrebbe esser diverso se il rischio lo corre la protagonista? 
Voglio dire, nessuno ha battuto ciglio quando il tizio di colore è stato sbranato vivo....
Ad ogni modo, Seneca Crane, il "terzo game-maker" non mi è sembrato così geniale e pronto: l'ordine di suicidarsi, come a suo tempo accaduto al vero Seneca, ci sta eccome. 

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