sabato 1 novembre 2014

Gantz

Before the world
was created,
the Word already existed.
The Word was
the source of life,
and this life brought light
to mankind.
The light shines
in the darkness,
and the darkness
has never put it out.
(dal Vangelo di Giovanni)

Questo breve passaggio in inglese ricorre nelle copertine anticipando il tono epico e sovrannaturale di Gantz, seinen manga di Hiroya Oku, 383 capitoli raccolti in 37 volumetti pubblicati dal 2000 al 2013 nella rivista Weekly Young Jump.

Prodotta in un così lungo arco di tempo, la storia offre innumerevoli cambiamenti in termini di trama e personaggi, lasciandosi molto spesso influenzare dalla produzione cinematografica hollywoodiana a cui Oku stesso conferma di essersi ispirato. L’opera si può suddividere in tre macro blocchi narrativi denominati ‘fasi’ (phases), ciascuno dei quali caratterizzato da dinamiche proprie, esplicitate dalle differenti scelte cromatiche nelle sovra copertine (anche se la modalità non rispetta in toto le diverse phases). I titoli dei cicli sono: ‘Missions’, capitoli dall’1 al 237 (volume 20); ‘Katastrophe’, dal 238 al 303 (volume 30); ‘Invasion’, dal 304 al 383.

Phase 1: Missions
L’inizio della storia segue quanto accade a Kei Kurono e Masaru Kato, due liceali amici di infanzia che trovano la morte sulle rotaie della metropolitana, travolti nel tentativo di soccorrere un ubriacone caduto sui binari. Anziché finire nell’aldilà, i due si ritrovano in una stanza di un comune appartamento di Tokyo, assieme a degli sconosciuti, ai quali poco dopo si aggiunge una ragazza di nome Kei Kishimoto, che viene materializzata completamente nuda sotto gli occhi dei presenti. Nella stanza, da cui non c’è modo di uscire, è presente anche una grossa e misteriosa sfera nera che in seguito verrà definita ‘Gantz’; al cui interno siede un essere umano in stato vegetativo. Accompagnata da un vivace sottofondo musicale, una scritta compare sulla superficie della sfera: “Le vostre vecchie vite sono finite. Ora spetta a me decidere cosa fare delle vostre nuove vite. E questo è quanto”.

I presenti vengono quindi equipaggiati con armi e tute futuristiche, vagamente istruiti su ciò che dovranno fare e teletrasportati per le strade di un quartiere di Tokyo con l’obbiettivo di cacciare un misterioso alieno antropomorfo. La squadra scoprirà di avere un perimetro limite entro cui agire (oltrepassare il quale causerebbe la detonazione di una bomba inserita nella loro testa) e un tempo massimo da rispettare per completare la missione.

Terminata la caccia – risoltasi in un massacro – i superstiti vengono materializzati ancora al cospetto della sfera nera, per vedersi assegnare un punteggio e poi venire liberati. Periodicamente e senza preavviso la sfera preleverà i sopravvissuti e selezionerà nuovi ‘gantzer’, richiamandoli nella medesima stanza per formare altre squadre da inviare contro creature via via più forti e pericolose. Mentre il gruppo, regolarmente trucidato dalle ‘prede’, cambia composizione a velocità sorprendente, i superstiti apprendono come usare al meglio l’equipaggiamento, e scoprono che ognuno di loro, al raggiungimento dei propri 100 punti, potrà scegliere un beneficio tra: ricevere un’arma o un veicolo più potente, resuscitare una delle persone ‘archiviate’ nel database di Gantz, ottenere la libertà per sé stessi.


Phase 2: Katastrophe
Il secondo arco narrativo introduce nuovi personaggi e prevede missioni anche al di fuori di Tokyo (missioni di Osaka e di Roma), oltre a coinvolgere più squadre di gantzer in contemporanea. La cooperazione e la sinergia non sono tuttavia elementi scontati tra i partecipanti.

Nel frattempo, seguendo le indagini effettuate da un giornalista indipendente, Seiichi Kikuchi, vengono lentamente approfondite le reali origini di Gantz: a gestire la produzione e la distribuzione su scala mondiale delle sfere nere vi è un ricco industriale tedesco, Heinz Bernstein, e parrebbe che grossi gruppi industriali, così come i governi, siano a conoscenza del fenomeno. Dietro tutto si celano delle razze aliene che hanno trovato nella figlia di Bernstein, muta fino all’età di tre anni, una sorta di ‘canale ricetrasmittente’ per comunicare ai terrestri le informazioni necessarie a produrre avveniristici equipaggiamenti, allo scopo di preparare l’umanità a un’imminente catastrofe, come lascia intendere il titolo stesso di questo ciclo narrativo.

Phase 3: Invasion
Nell’ultima parte del manga emerge la verità sulle creature affrontate dai gantzer: sono fondamentalmente degli esuli, alieni rifugiatisi sulla Terra per sfuggire alla devastazione portata nei loro mondi da una bellicosa razza di giganti antropomorfi. Quando quest’ultima, inaspettatamente, raggiunge anche la Terra, gettando il mondo nel caos e dando vita a uno sterminio di massa, solamente i gantzer riescono a opporsi, forti delle armi in loro possesso e della possibilità di teletrasporto fornita dalle sfere nere.

Vengono a crearsi due fronti: uno nello spazio, a bordo delle immense astronavi aliene, dove si lotta per liberare i prigionieri umani prima che vengano usati letteralmente come cibo e per scongiurare ulteriori ondate di invasori; e uno sulla Terra, con strategie da parte degli alieni conquistatori che variano dall’utilizzo di imponenti mecha corazzati in battaglie campali allo sfruttamento dei mass media da aizzare contro i gantzer. Nel contesto di questa guerra tra mondi, verranno infine svelati anche gli ultimi misteri sugli alieni, sulle sfere nere e su concetti quali ‘anima’ e ‘divinità’.

Gantz e altri media
Gantz non è così lineare come la sintesi potrebbe indurre a credere. Sono molteplici i cambiamenti proposti da Hiroya Oku, per delineare i personaggi che di volta in volta si avvicendano nelle diverse sessioni e per introdurre elementi paralleli alla storia, come l’indagine del giornalista Seiichi Kikuchi, oppure la comparsa di un gruppo di vampiri inizialmente ostili ai gantzer, che per alcuni capitoli riescono a sviare l’attenzione dei lettori dando una decisa virata alla trama – e generando un po’ di perplessità.

Nel tessere questi intrecci l’autore si è dimostrato piuttosto eclettico ma, più che fantasia e originalità, la sua è una sorta di rielaborazione di elementi già visti al cinema (o nel suo precedente manga, 01), senza troppa badare alla coesione generale. È facile individuare nelle pagine richiami a produzioni hollywoodiane: ne sono esempi evidenti la presenza di vampiri in concomitanza con le uscite della trilogia di Twilight e l’impostazione iniziale della phase 3 che allude a La Guerra dei Mondi versione Spielberg; in una delle sessioni appaiono addirittura dei dinosauri, ammiccanti a Jurassic Park, oppure un alieno d’aspetto simile a ‘Spider’ Smith di Lost in Space. La stessa presenza di creature extraterrestri esuli sul nostro pianeta rimanda a Men in Black. Non mancano neppure gli omaggi a personaggi dello spettacolo, come George Clooney e Steve Buscemi, che danno volto a due gantzer, o il cantante folk Seiji Tanaka, preso a modello per l’alieno Tanaka, nemico da abbattere nella seconda missione.

Le citazioni non si fermano al cinema ma coinvolgono videogame (con personaggi identici agli eroi di Tomb Raider, Virtua Fighter, Tekken…), altri manga e anime, ed elementi della mitologia nipponica. Tutta questa abbondanza di suggestioni e rielaborazioni, sia pure mescolate in modo a volte troppo disinvolto, contribuisce a suscitare interesse e a creare una sorta di gioco con i lettori, i quali possono divertirsi nel ritrovare volti o icone familiari.

Il discreto successo conseguito su scala internazionale si è tradotto nella realizzazione di ulteriori opere corollarie che vanno ad arricchire l’universo creato da Oku. Collegate alla serie originale vi sono le due light novel: Gantz Minus, pubblicata nel 2010, che funge da prequel per gli avvenimenti del manga, e Gantz Exa, del 2011, incentrata sulle vicende di un gruppo di astronauti che entra in contatto con le misteriose sfere nere. Nello stesso periodo sono stati realizzati due live-action, Gantz e Gantz: Perfect Answer, entrambi per la regia di Shinsuke Sato. Risale invece al 2009 Gantz/Osaka una miniserie manga che segue le missioni del gruppo di gantzer di Osaka; mentre è del 2004 il volume intitolato Gantz/Manual in cui vengono raccolti dettagli e spiegazioni dell’autore in merito a personaggi, equipaggiamenti e vicende descritte nel fumetto. Sempre al 2004, targata Studio Gonzo, risale l’omonima Gantz, serie animata di 26 episodi divisa in due stagioni denominate Gantz: The First Stage e Gantz: The Second Stage, che ripropone la fase iniziale del manga.

Elementi di successo: tecnologia e pupe sexy
La continua varietà di equipaggiamenti e armamenti è l’espediente narrativo che Oku utilizza per mantenere l’attrattiva delle storie, capitolo dopo capitolo, confezionando un microcosmo tecnologico a uso e consumo dei gantzer. Si va dalle imprescindibili katane giapponesi alle armi più avanzate e fantasiose, come lo Z-gun, capace di produrre una devastante pressione verticale nell’area verso cui viene orientato. Non mancano poi congegni per l’invisibilità, futuribili veicoli motorizzati (uno di essi ricorda la Rimfire vista nel cartone Spiral Zone) e giganteschi mecha corazzati, echi dei grandi classici della produzione animata giapponese. Senza dimenticare le aderentissime gantz suit (e le loro versioni fortificate, le hard suit dalle gigantesche braccia robotiche) che garantiscono un notevole potenziamento fisico, e sul piano visivo rappresentano l’equivalente delle classiche calzamaglie dei supereroi.

L’estetica molto curata, elegante e di forte impatto, con notevole attenzione ai particolari, conferisce ad armi e tute una formidabile impronta futuristica contribuendo senza dubbio alla qualità dell’opera....  [continua su Terre di Confine Magazine n. 3]

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