lunedì 8 dicembre 2014

La strada perduta

Titolo: La strada perduta
Autore: Alessio Banini
Editore: Plesio Editore
Genere: fantasy
Pagine: 240
ISBN: 9788898585120

La trama in breve:
Uziel, eroe ambiguo e cinico, è impegnato in un'eterna missione solitaria. Angelo caduto dal Paradiso Celeste, persa la sua funzione di guida spirituale, sceglie di sterminare il male.
Inizia così il suo viaggio attraverso le campagne e gli angoli più sperduti dell’Impero, dove i demoni attentano alla vita e allo spirito degli uomini. Ma la missione si rivelerà presto una lotta contro la corruzione della sua stessa anima. (dal sito dell'editore)

Il mio commento:
Circa 1 anno fa, di Banini avevo letto Sangue Ribelle, sempre per Plesio Editore, che, stando alla configurazione del progetto narrativo dell'autore si prefigurava come sesto libro del ciclo "Daemon inside". Il libro che commento oggi figura invece come quarto della medesima saga, e ne mantiene il tono e l'atmosfera. Non ho però percepito continuità in termini di personaggi e intreccio, probabilmente perché la mia memoria non è stata così pronta a rievocare immagini e ricordi di quanto letto nel 2013, o forse perché tra quanto scritto in La strada perduta e in Sangue ribelle c'è una certa distanza in termini temporali.
Vero anche che i due libri discostano sotto vari aspetti, sia per il tipo di argomenti narrati che per razze e personaggi proposti, ma non ho rilevato quella continuità che mi aspettavo e che, probabilmente, una mappa o qualche riferimento trasversale avrebbe facilitato. 
In La strada perduta, come si evince dalla cupa ma significativa immagine di copertina, il focus riguarda la caccia perpetrata da Uziel, angelo decaduto, che vaga alla ricerca di demoni. Una caccia eterna e senza sosta, nella quale investe tutto se stesso sacrificando, al contempo, tutto se stesso. Il personaggio che pagina dopo pagina viene a delinearsi, in effetti, ha poco di angelico: risulta semmai una sorta di serial killer specializzato in creature demoniache, ossessionato dalla caccia al punto di dimenticare se stesso e di perdere la propria lucidità, in un perenne vagabondare nei medesimi luoghi, decennio dopo decennio, per sgominare le creature dell'Abisso.
La narrazione procede a episodi e credo che questo stratagemma faciliti la fruibilità di una storia che, sebbene non  vi siano precisi riferimenti temporali, si dipana nell'arco di svariate decadi. Cosa che purtroppo si evince più per chiare indicazioni fornite più che per cambiamenti sociali o per ricordi e digressioni di Uziel (che d'altra parte, pagina dopo pagina risulta sempre più schizzato e smemorato).
Il tono cupo e rassegnato dà inoltre una misura di quanto disperata e vana sia la missione di Uziel: tutto, nel testo, sembra gridare che il mondo è perduto, in balia di uomini avvezzi al peccato e di demoni sanguinari mentre, a loro contrapposti, non si erge nessuno. Gli stessi uomini sono poco inclini a credere nell'esistenza delle creature dell'Abisso e, salvo rare eccezioni, non riconoscono in Uziel un salvatore o un eroe da imitare. 

Di rimando, viene enfatizzata l'ossessione e la solitudine di un protagonista che per certi versi mi ha suscitato un parallelismo verso il personaggio di Gatsu, il cavaliere nero di Berserk di Miura, e dell'angelo Gabriel, protagonista de Gabriel la furia degli angeli (2007). La trovata di porre l'angelo a confronto con se stesso, con frequenti dialoghi e litigi con se stesso, risulta inoltre molto azzeccata e permette di acquisire ulteriori dettagli sul suo modo di pensare nonchè frammenti del suo passato. Ecco, a tal proposito, credo che questa sia forse una delle poche pecche del libro, la mancanza di spiegazioni e di descrizioni di quello che è stato il passato remoto di Uziel così come approfondimenti sul mondo celeste e sui rapporti tra forze angeliche e demoniache. Sotto questo aspetto, l'autore non si sbilancia poi molto.
Di contro, nei vari episodi in cui Uziel è alle prese con demoni e umani, cerca di esplorare la caccia da varie prospettive: vi sono i demoni sanguinari, quelli che agiscono nell'ombra per ottenere vendetta, quelli che difendono una persona amata, quelli finti impersonati da uomini...addirittura ce ne sono alcuni che vivono come eremiti, compiendo ricerche...
Eppure tutti, dal primo all'ultimo, subiranno il giudizio di Uziel. Analogamente accade per le persone umane, non ancora demoni, ma che si comportano come criminali, condannati poiché "potrebbero divenire seguaci dell'Abisso". In poche parole, l'idea di redenzione sostenuta dal nostro angelico eroe non è quella di insegnare l'amore verso il prossimo, semmai di rimuovere il male alla radice esercitando il male, ricorrendo alla violenza e alla brutalità, senza stringere legami, senza ammonire o insegnare, ma mostrando un comportamento rude e sprezzante. Un antieroe, insomma, la cui sanità mentale vacilla sempre più, talmente ossessionato da non riuscire più a essere critico e obbiettivo in merito alle azioni che esercita o al suo modo di essere. Un personaggio che dovrebbe essere angelico, un portatore di luce e speranza, che finisce invece per somigliare a un freddo mercenario, a un sicario sanguinario.
Nel complesso, quindi, il testo mi ha convinto soprattutto per il contrasto che crea sia nei confronti del lettore - che non sempre si ritrova d'accordo con le azioni del protagonista - sia in termini di dicotomia tra Uziel e Uziel, diviso e intimamente contrasto proprio per via di ciò che sta facendo o che sta dimenticando, talmente preso dalla propria ossessione da dimenticare se stesso o da non considerare altri approcci, come la ricerca di altri angeli o l'addestramento di chierici.
Un libro cupo, insomma, forse non adatto a tutti ma che rappresenta una buona esperienza di lettura. 
Ma che sarebbe potuta risultare ancora migliore se si fosse introdotto qualche altro elemento come, appunto, digressioni e/o maggiori dettagli sulla natura degli angeli e dei demoni nell'ambientazione proposta o ponendo il lettore di fronte al confronto tra Uziel e un altro modo di essere angeli, bastava anche solo un capitoletto per rafforzare la caratterizzazione dell'anti-eroe proposto.




1 commento:

Anonimo ha detto...

Al solito grazie per l'attenta lettura.

Giordana