domenica 5 febbraio 2017

Divergent

Titolo: Divergent
Regia: Neil Burger.
Anno: 2014
Genere: azione, sci-fi
Cast: Shailene Woodley, Theo James, Ashley Judd, Maggie Q, Kate Winslet, Zoë Kravitz, Ansel Elgort, Jai Courtney

La trama in breve:
In un futuro in cui una grande guerra ha distrutto le città e reso necessario un mutamento nell'organizzazione delle società, la razza umana vive divisa in cinque caste la cui appartenenza non si dà per nascita ma per scelta individuale al compimento della maggiore età. I Candidi (sempre sinceri) si occupano di esercitare la legge, i Pacifici (sempre gentili) coltivano la terra per sfamare tutti, gli Eruditi (sempre a conoscenza di tutto) sono insegnanti e ricercatori, gli Abnegati (altruisti) si occupano di governare e infine gli Intrepidi si occupano della protezione. Al momento di compiere un test sulla personalità utile a capire a quale gruppo si è più affini Beatrice Prior risulta Divergent, cioè non affine a nessuna categoria, un risultato rarissimo che la mette in pericolo. L'ordine sociale infatti impone di eliminare quelli come lei poichè la loro stessa esistenza è una minaccia all'ordine così costruito. Celando la sua natura Beatrice sceglie gli Intrepidi e comincia il suo addestramento a una vita di cui non è certa. (fonte mymovies)

Il mio commento:
Non ho mai letto i libri di Veronica Roth da cui è tratto questo primo capitolo della serie di film dedicati a Divergent. Da quel che vedo l'autrice è pure giovincella per cui diventa un po' più semplice interpretare e ricondurre quanto visto nel film all'esperienza che molti ragazzi vivono nel momento in cui crescono e si iscrivono al college o all'università, scegliendo un percorso di vita che li condurrà, un giorno, ad un'occupazione.
Per cui, soprassedendo sui motivi che hanno portato all'ambientazione proposta, e spiegati da una voce narrante all'inizio della pellicola, ci si trova ad accettare quel che è la situazione quotidiana del futuro distopico tratteggiato da autrice e sceneggiatori. Ferrea divisione in classi sociali chiuse, in fazioni, a cui per altro si accede in base ad un'unica scelta, irreversibile e basata su elementi vaghi e confusi. E già qui vien da storcere il naso...



Quel che non è chiaro è se l'appartenenza ad una delle varie caste è determinata da codice genetico o che: nel primo caso, perché lasciar possibilità di scelta? 
Nel secondo caso, che è ovviamente quello avvallato dalla trama e dall'intreccio, in base a cosa viene dedotta l'indole della persona? 
Che poi, vivendo in contesti protetti, abituati a specifiche dinamiche e modi di fare, non è che sia così immediato aver coscienza di altro o non esplicitare anche lati caratteriali appartenenti alle altre fazioni. Voglio dire, non  è che se uno è abnegato (poi sempre indicati come "rigidi"...) automaticamente non può essere sincero e pacifico.

Fatto sta che in qualche modo e secondo criteri poco noti, ma affidati all'uso di sostanze stupefacenti, la gioventù viene orientata verso il proprio destino. Anche se comunque poi possono sbattersene dell'esito del test e far quel che vogliono, diversamente da quel che accadeva nel futuro distopico proposto in The giver.
E guarda caso, la nostra remissiva Beatrix, che fondamentalmente è una ribelle insoddisfatta, desiderosa di trasgressione e di vita, scopre di essere una divergente, ossia una che di fatto possiede le caratteristiche di ciascun gruppo, per cui difficile da inquadrare e controllare. Al contempo non possiede nessuna specifica inclinazione verso ciascuno di questi. Tutti motivi validi per esser considerati un pericolo pubblico e venir giustiziati.
Purtroppo questo momento delicato e critico per gli equilibri della società è gestito in modo del tutto semplicistico e i divergenti la fanno franca, vengono "coperti". O, quanto meno, questo quello che succede a Beatrice.  E di nuovo vien da storcere il naso...
Tra l'altro, verrebbe da pensare che questo controllo sui giovinetti, essendo un test di tipo psicologico/medico venga effettuato dagli Eruditi e non da gente a caso che non sa nemmeno tenere una penna in mano. Questo oltretutto renderebbe molto più semplice la gestione del piano macchiavellico escogitato dai sapientoni...



Non solo: ancor più strano, nessuno si è mai accorto di nulla in Beatrce, che quindi non ci pensa un secondo a rinnegare il proprio gruppo noioso e triste per entrar a far parte degli Scalmanati. Ossia un branco di gente che vive allo stato barbarico, senza regole e senza logica, inseguendo ideali di libertà, forza e coraggio. Da notare che non ci sono vecchi nel gruppo il che dovrebbe far suonare un campanello di allarme nella mente delle persone sane di testa. Invece no: nessun problema con sta gente che si arrampica a mani nude sui palazzi, si lancia dai treni in corsa, si lancia nel vuoto per entrare nel proprio covo solo perchè non hanno il qi necessario a procurarsi un ascensore.
Fatto sta che sono fighi e si divertono un sacco. Si pestano e si umiliano fisicamente e psicologicamente in continuazione ma per la nostra protagonista questo è il massimo. Altrimenti l'avremmo vista piangere, urlare, imprecare...quanto meno rimuginare sulla propria scelta e sulle discutibili usanze di vita degli Scalmanati.
Il fratello di Beatrice, uno che evidentemente ha più sale in zucca, opta per la fazione degli Eruditi. E sì, pure lui partecipa alla cerimonia di iniziazione nello stesso giorno della ragazza, regalando una profondissima soddisfazione ai genitori dei due che di domandano cosa hanno fatto di sbagliato. 
Per cui, per tutta una buona parte del film, ci si deve sorbire l'addestramento e le vicissitudini quotidiane dell'addestramento. Già, perché quei simpaticoni degli intrepidi si occupano di vigilanza e guerriglia. Per cui incarnano l'esercito e le forze dell'ordine in generale, con tanto di sergente istruttore psicopatico alla Full Metal Jacket. Bella fotografia che ci viene regalata di quell'ambiente, mi vien da dire. Capisco l'esigenza di condizionare e temprare la gioventù però, diamine, un minimo di senso logico e di calibratura ci vuole.




Fatto sta che ad un certo punto tutto cambia e il film si incammina su un doppio binario. Da un lato, la scoperta dell'ammmore e l'approfondimento della divergenza perché - casualmente - Quattro, il figo di turno, misterioso e tenebroso, con cui ci prova la nostra Tris si rivela essere un divergente pure lui. E meno male che la società dà loro la caccia senza quartiere...
A questo punto comunque l'addestramento va in vacca, gli amici scompaiono, lei se ne sta tutto il tempo con Quattro e i due si concentrano su esperienze di droga e di evasione. E non sto scherzando visto che le scene proposte a questo fan riferimento. Dopotutto, visto che la situazione è delicata, gli equilibri fragili, perché non basare il test di ammissione al gruppo scelto ad un solo unico test "psicologico" falsabile. Misteri che solo gli scneggiatori potrebbero spiegare.
Comunque sia, finalmente qualcosa di interessante accade, e cioè il secondo binario su cui si muove la seconda parte della storia a cui mi riferivo prima: la programmazione mentale degli scalmanati e il golpe degli eruditi capeggiati dall'algida Jeanine (una spledida Kate Winslet) ai danni dei quei sempliciotti degli abnegati. Tutto questo mentre candidi e pacifici non si sa che stanno a fare...forse un torneo a tre con quei poveri disadattati degli Esclusi...la sesta fazione i cui membri, come straccioni-zombie, si aggirano per la città, più bisognosi di assistenza e potenzialmente capaci di scardinare la società se solo si aggregassero... ma non divaghiamo e torniamo alla rivolta sociale in cui vengono imposte nuove regole e gerarchie.
Ecco, per lo meno questa fase del film ha suscitato un certo interesse e un po' di spunti su cui meditare. Vedasi la manipolazione delle masse e il condizionamento delle persone eseguito NON attraverso i media ma tramite sostanze chimiche.
In effetti, a differenza di quel che magari ci è stato mostrato in opere come Hunger Games, qui i media non esistono affatto. Niente smartphone, niente internet, niente social...il nulla, manco i giornali. Manco lo sport. 
Per cui, vien da pensare, l'ignoranza dovrebbe dilagare e il condizionamento delle persone risultare abbastanza semplice. Mi fa strano quindi che si sia dovuti arrivare all'uso di piani arzigogolati per modificare l'ordine sociale in città. Al netto che si poteva semplicemente indire un referendum, o proporre nuove elezioni, se proprio si doveva arrivare a riprogrammare le masse per far pulizia etnica, non bastava che gli eruditi contaminassero l'acqua con quella sostanza che usano nella parte finale ai danni degli scalmanati?
Mistero della fede. Altro argomento proprio non toccato nel film; nel libro non lo so...
In definitiva son rimasto un po' perplesso nella visione di codesto Divergent. Pensavo qualcosa d'altro, magari più vicino alla distopia proposta ne Il mondo nuovo di Huxley, dove l'ingegneria genetica produceva già persone "programmate" per specifici compiti. Oppure che i diversi gruppi avessero accesso a risorse, conoscenze, tecnologie, poteri...qualcosa insomma, di particolare. 
Invece, mi è sembrato più una parabola ispirata alla ragazza semplice che si fa donna conquistandosi un proprio ruolo in un ambiente prettamente maschio come quello dell'esercito. Volevo dire, degli scalmanati.



Staremo a vedere che accade nei seguiti che la pellicola ha avuto dove, immagino, verranno chiariti e approfonditi i vari elementi che in questo primo capitolo son stati trascinati via dalla vorticosa corrente della trama regalando una visione che, per quanto mi riguarda, si assesta sulla sufficienza.
Da quel che leggo su wikipedia però credo che il problema di fondo, come ogni volta accade, è che gli sceneggiatori han voluto ubriacarsi e rimescolare la storia narrata nei libri della Roth arrivando a proporre l'intreccio accennato qui sopra che, per carità, magari non è nemmeno troppo lontano dalla storia ma presta il fianco a molte più ingenuità di quelle che invece la pellicola di Burger prevede, forse più preoccupato di restare sulla scia - emozionale e di incassi - dei vari Twilight e Hunger Games che tanto appassionano/hanno appassionato gli adolescenti (e non) più che insistere sulle differenze sociali, sullo scontro tra mentalità e modi di vedere e volere la società. 




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