Autore: George R. R. Martin
Editore: Mondadori
Genere: fantasy
Pagine: 962
La trama in breve:
Nel cielo dei Sette Regni, travolti da una guerra devastatrice, compare una cometa dal sinistro colore di sangue. È l'ennesimo segno di immani catastrofi che si stanno preparando? L'estate dell'abbondanza sembra ormai definitivamente passata, e ben quattro condottieri si contendono ferocemente il Trono di Spade. Intanto al di là del mare caldo l'orgogliosa principessa in esilio Daenerys Targaryen, è pronta a rischiare tutto per la corona che le appartiene di diritto. Solo per lei, forse, la cometa di sangue non è un presagio di tragedia ma l'araldo della riscossa. (fonte amazon)
Il mio commento:
Quando ho terminato la lettura di questo tomo (anche se in realtà ce l'ho in formato ebook...) mi son sentito un po' depresso: nella mia mente ero convinto di averci impiegato davvero tanto a leggerlo. Mi pareva di averne iniziato la lettura ancora a giugno, sulla spiaggia dell'hotel Royam a Saly, durante la seconda trasferta in Senegal. Non so bene perché avessi questa sensazione visto che, in realtà, me lo son gestito a partire da ottobre.
Al netto di un po' di memoria che perde colpi e di dinamiche di vita che mi vedono discretamente impegnato per cui il trascorrere dei giorni può aver assunto i connotati di un unico blocco temporale, credo che una delle cause di quanto da me sperimentato sia da ricercarsi nel senso di continuità che l'autore è riuscito a creare tra un romanzo e l'altro.
La scelta di affidare la narrazione ai diversi punti di vista dei vari personaggi, che quindi presentano e vivono episodi e situazioni che si vengono a creare nel tempo, a volte quasi consecutivamente a volte con giorni e settimane nel mezzo, probabilmente risulta vincente nel ricreare la sensazione di assistere a una storia che riguarda un mondo, più che la storia di alcuni personaggi di una certa ambientazione.
Per cui, come nel caso del libro precedente, anche con questo secondo volume della saga ideata da Martin mi sento di esprimere un giudizio molto positivo. E ancora una volta mi sembra che la trasposizione cinematografica abbia reso discreta giustizia all'opera del paffuto autore statunitense sebbene ci siano più aspetti in cui si avverte una certa rielaborazione.
Rispetto alla serie televisiva ci son personaggi e situazioni che hanno un peso decisamente differente. Parlo ad esempio di Robb Stark oppure di Jamie Lannister, qui molto ridimensionati, oppure lord Baelish, finito molto (ma molto) nelle retrovie.
Diversamente, l'entrata in scena di un peso massimo come Tywin Lannister si è fatta attendere molto, seppure la sua presenza si avvertisse sporadicamente visti riferimenti di Tyrion e Cersei.
Pure i Greyjoy e i Bolton son stati gestiti, nel libro, con ben altre soluzioni e con una caratterizzazione ben più degna: per dire dove lo trovi un lord dall'aspetto lugubre e che convoca i propri consiglieri mentre egli giace praticamente ignudo durante un salasso con le sanguisughe?
Mi ha poi colpito come certi personaggi riescano a emergere sebbene non siano stati designati come "pov", per cui la loro caratterizzazione e presenza scenica emerge solo da quei pochi momenti in cui compaiono. Su tutti Sandor Clegane rimane il mio preferito e quello di più forte impatto mentre l'attenzione del lettore verso un tipaccio come Jeoffrey Baratheon si assesta su un livello più basso.
Non che sia un personaggio meno cruciale per la trama - non sto affermando questo - semplicemente rimane più sullo sfondo, meno definito al netto di qualche rara scenetta in cui, paradossalmente, fa emergere ancor di più altri personaggi che gravitano attorno, vedasi Sansa, Tyrion oppure lo stesso Clegane.
Apprezzata molto anche tutta la gestione della spedizione di Jon e dei Guardiani della Notte oltre la barriera, indubbiamente più approfondita e critica rispetto a come è stata proposta nella serie tv, molto più provante e sofferta, una vera e propria sfida di sopravvivenza anche nei confronti di se stessi, oltre che in relazione alle avverse condizioni climatiche e ai nemici del Popolo Libero in arrivo dal nord. La calata dei barbari? Vedremo...
Similare l'esperienza di Arya, messa a dura prova prima nel corso della spedizione al seguito di Yoren dei guardiani della notte, poi durante la prigionia presso Harrenhal prima sotto il truculento Gregor Clegane e poi a servire Roose Bolton.
Anche se, va detto, pure gli altri pov non è che vivano solo esperienze positive. Vedasi l'esodo di Daenerys Targaryen oppure i drammi di Catelyn Stark o ancora la prigionia di Sansa.
Lo stile e l'abilità narrativa dell'autore è comunque all'altezza del compito di coinvolgere il lettore e di farlo guardare dove e come vuole lo scrittore, in modo che l'attenzione e la tensione vengano dosate e indirizzate solo su alcune dinamiche e situazioni. Motivo per cui non sappiamo molto di come se la sta passando Robb con il suo esercito né quali reazioni ha avuto il rigido Stanni Baratheon dopo la disfatta presso Approdo del Re. Questo può costituire un limite ma, al contempo, è un gioco che si instaura con il lettore, un accordo, visto che offrire un sguardo ai medesimi eventi da parte di tutti i protagonisti avrebbe reso la lettura davvero estenuante. Anche perché, vi dirò, è lunghetta arrivare alla fine del libro per cui sono grato all'autore per aver valutato quali punti di vista adottare.
Ho anche apprezzato la gestione di eventi plenari e caotici come la guerra presso Approdo del Re, molto più elaborata di quanto pensassi visto i combattimenti via terra e via mare, frutto di preparazione a lungo termine attuata dal "folletto" Tyrion Lannister. Altro che una freccia e distruzione globale di tutta la flotta nemica come nella serie tv :-)
Nel complesso quindi l'esperienza di lettura è stata molto gratificante, non scontata e immediata vista la mole di capitoli, ma ben gestita e proposta. Non mi ha annoiato ma, anzi, mi ha molto convinto, anche nei passaggi più "grezzi" e di bassa caratura: in fondo, quella rappresentata è pur sempre un'umanità con i propri appetiti, vizi, pregi e difetti. Ma tutto sommato si tratta di piccoli particolari, dettagli, che l'autore poteva anche risparmiarsi ma per i quali, invece, sono grato: senza di questi l'opera ne avrebbe perso in caratterizzazione, credibilità e naturalezza. Siam sì in un fantasy, ma non per questo si devono idealizzare persone e situazioni, soprattutto in un contesto di guerra e di incertezza come quello proposto. Un fatto, questo, non scontato e che quindi non è detto venga riscontrato in altre letture similari quanto meno per genere.
Al di là di queste mie considerazioni, resto dell'idea che quella proposta da Martin sia una bella saga, impegnata (e impegnativa), forse un po' cupa, ma che merita un'occasione di lettura, soprattutto a quanti adorano la storia e il periodo medievale anche se, è pur vero, l'ispirazione alle vicende degli York e dei Lancaster sono solo un flebile eco.
Nel cielo dei Sette Regni, travolti da una guerra devastatrice, compare una cometa dal sinistro colore di sangue. È l'ennesimo segno di immani catastrofi che si stanno preparando? L'estate dell'abbondanza sembra ormai definitivamente passata, e ben quattro condottieri si contendono ferocemente il Trono di Spade. Intanto al di là del mare caldo l'orgogliosa principessa in esilio Daenerys Targaryen, è pronta a rischiare tutto per la corona che le appartiene di diritto. Solo per lei, forse, la cometa di sangue non è un presagio di tragedia ma l'araldo della riscossa. (fonte amazon)
Il mio commento:
Quando ho terminato la lettura di questo tomo (anche se in realtà ce l'ho in formato ebook...) mi son sentito un po' depresso: nella mia mente ero convinto di averci impiegato davvero tanto a leggerlo. Mi pareva di averne iniziato la lettura ancora a giugno, sulla spiaggia dell'hotel Royam a Saly, durante la seconda trasferta in Senegal. Non so bene perché avessi questa sensazione visto che, in realtà, me lo son gestito a partire da ottobre.
Al netto di un po' di memoria che perde colpi e di dinamiche di vita che mi vedono discretamente impegnato per cui il trascorrere dei giorni può aver assunto i connotati di un unico blocco temporale, credo che una delle cause di quanto da me sperimentato sia da ricercarsi nel senso di continuità che l'autore è riuscito a creare tra un romanzo e l'altro.
La scelta di affidare la narrazione ai diversi punti di vista dei vari personaggi, che quindi presentano e vivono episodi e situazioni che si vengono a creare nel tempo, a volte quasi consecutivamente a volte con giorni e settimane nel mezzo, probabilmente risulta vincente nel ricreare la sensazione di assistere a una storia che riguarda un mondo, più che la storia di alcuni personaggi di una certa ambientazione.
Per cui, come nel caso del libro precedente, anche con questo secondo volume della saga ideata da Martin mi sento di esprimere un giudizio molto positivo. E ancora una volta mi sembra che la trasposizione cinematografica abbia reso discreta giustizia all'opera del paffuto autore statunitense sebbene ci siano più aspetti in cui si avverte una certa rielaborazione.
Rispetto alla serie televisiva ci son personaggi e situazioni che hanno un peso decisamente differente. Parlo ad esempio di Robb Stark oppure di Jamie Lannister, qui molto ridimensionati, oppure lord Baelish, finito molto (ma molto) nelle retrovie.
Diversamente, l'entrata in scena di un peso massimo come Tywin Lannister si è fatta attendere molto, seppure la sua presenza si avvertisse sporadicamente visti riferimenti di Tyrion e Cersei.
Pure i Greyjoy e i Bolton son stati gestiti, nel libro, con ben altre soluzioni e con una caratterizzazione ben più degna: per dire dove lo trovi un lord dall'aspetto lugubre e che convoca i propri consiglieri mentre egli giace praticamente ignudo durante un salasso con le sanguisughe?
Mi ha poi colpito come certi personaggi riescano a emergere sebbene non siano stati designati come "pov", per cui la loro caratterizzazione e presenza scenica emerge solo da quei pochi momenti in cui compaiono. Su tutti Sandor Clegane rimane il mio preferito e quello di più forte impatto mentre l'attenzione del lettore verso un tipaccio come Jeoffrey Baratheon si assesta su un livello più basso.
Non che sia un personaggio meno cruciale per la trama - non sto affermando questo - semplicemente rimane più sullo sfondo, meno definito al netto di qualche rara scenetta in cui, paradossalmente, fa emergere ancor di più altri personaggi che gravitano attorno, vedasi Sansa, Tyrion oppure lo stesso Clegane.
Apprezzata molto anche tutta la gestione della spedizione di Jon e dei Guardiani della Notte oltre la barriera, indubbiamente più approfondita e critica rispetto a come è stata proposta nella serie tv, molto più provante e sofferta, una vera e propria sfida di sopravvivenza anche nei confronti di se stessi, oltre che in relazione alle avverse condizioni climatiche e ai nemici del Popolo Libero in arrivo dal nord. La calata dei barbari? Vedremo...
Similare l'esperienza di Arya, messa a dura prova prima nel corso della spedizione al seguito di Yoren dei guardiani della notte, poi durante la prigionia presso Harrenhal prima sotto il truculento Gregor Clegane e poi a servire Roose Bolton.
Anche se, va detto, pure gli altri pov non è che vivano solo esperienze positive. Vedasi l'esodo di Daenerys Targaryen oppure i drammi di Catelyn Stark o ancora la prigionia di Sansa.
Lo stile e l'abilità narrativa dell'autore è comunque all'altezza del compito di coinvolgere il lettore e di farlo guardare dove e come vuole lo scrittore, in modo che l'attenzione e la tensione vengano dosate e indirizzate solo su alcune dinamiche e situazioni. Motivo per cui non sappiamo molto di come se la sta passando Robb con il suo esercito né quali reazioni ha avuto il rigido Stanni Baratheon dopo la disfatta presso Approdo del Re. Questo può costituire un limite ma, al contempo, è un gioco che si instaura con il lettore, un accordo, visto che offrire un sguardo ai medesimi eventi da parte di tutti i protagonisti avrebbe reso la lettura davvero estenuante. Anche perché, vi dirò, è lunghetta arrivare alla fine del libro per cui sono grato all'autore per aver valutato quali punti di vista adottare.
Ho anche apprezzato la gestione di eventi plenari e caotici come la guerra presso Approdo del Re, molto più elaborata di quanto pensassi visto i combattimenti via terra e via mare, frutto di preparazione a lungo termine attuata dal "folletto" Tyrion Lannister. Altro che una freccia e distruzione globale di tutta la flotta nemica come nella serie tv :-)
Nel complesso quindi l'esperienza di lettura è stata molto gratificante, non scontata e immediata vista la mole di capitoli, ma ben gestita e proposta. Non mi ha annoiato ma, anzi, mi ha molto convinto, anche nei passaggi più "grezzi" e di bassa caratura: in fondo, quella rappresentata è pur sempre un'umanità con i propri appetiti, vizi, pregi e difetti. Ma tutto sommato si tratta di piccoli particolari, dettagli, che l'autore poteva anche risparmiarsi ma per i quali, invece, sono grato: senza di questi l'opera ne avrebbe perso in caratterizzazione, credibilità e naturalezza. Siam sì in un fantasy, ma non per questo si devono idealizzare persone e situazioni, soprattutto in un contesto di guerra e di incertezza come quello proposto. Un fatto, questo, non scontato e che quindi non è detto venga riscontrato in altre letture similari quanto meno per genere.
Al di là di queste mie considerazioni, resto dell'idea che quella proposta da Martin sia una bella saga, impegnata (e impegnativa), forse un po' cupa, ma che merita un'occasione di lettura, soprattutto a quanti adorano la storia e il periodo medievale anche se, è pur vero, l'ispirazione alle vicende degli York e dei Lancaster sono solo un flebile eco.
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