domenica 23 giugno 2019

La città dei libri sognanti

Titolo: La città dei libri sognanti
Autore: Walter Moers
Editore: Salani
Genere: fantasy
Pagine: 509


La trama in breve:
L'ammonimento di Ildefonso de' Sventramitis la dice lunga su questo nuovo romanzo ambientato a Zamonia. Il famoso dinosauro poeta, ancora giovane, modesto (più o meno) e simpatico, ci conduce in un viaggio alla volta di Librandia, per risolvere il mistero del manoscritto perfetto lasciatogli in eredità  dal suo padrino. La leggendaria città  sembra un'immensa libreria antiquaria, ma in realtà è piena zeppa di pericoli, mostri feroci e libri dotati di vita propria.

Il mio commento:
Di Walter Moers, a suo tempo, avevo letto Le tredici vite e mezzo del Capitan Orso Blu, libro che per altro si è prestato a fagiolo per il tableau del matrimonio. 
Dicevo, già in quel romanzo aveva dato sfoggio di grande creatività e capacità letteraria. Qui, a mio avviso, va anche oltre, con un testo tutt'altro che banale o adatto (come riportato su siti come IBS) a bambini. E' un libro complesso e sfaccettato, avventuroso e intrigante ma anche sofisticato se vogliamo per il suo giocare con la letteratura e con l'oscuro potenziale dei libri.
Le illustrazioni disseminate qua e là potrebbero infatti trarre in inganno e magari far sembrare questo romanzo più fanciullesco e sbarazzino di quel che invece è. Vi sono invece intrighi, macchinazioni, trappole e inganni, ma anche rivelazioni drammatiche e creature fantastiche che letteralmente vivono di libri e letteratura.
Ovviamente i personaggi sono quelli fantasiosi di Zamonia, antropomorfi ma di fatto ibridi di creature animalesche: per esempio Ildefonso è una specie di sauro, ma troveremo anche dei "ciclopi" denominati librovori oppure creature interamente composte di carta.
Lo sviluppo della storia procede in modo solido e ben ponderato, con colpi di scena inattesi, fughe rocambolesche ma anche dissertazioni sulla letteratura e sulla ricerca dell' "unza", che è una sorta di "livello super sayan degli scrittori", grazie al quale possono scrivere pagine immortali, pervase di appassionata intensità.
Nel consumare le pagine del romanzo, suddiviso in capitoletti di lunghezza diseguale, il lettore seguirà le vicende di Ildefonso dal suo arrivo a Librandia fino alla prigionia nei suoi sotterranei per approdare alla roboante conclusione, in un finale che però lascia un po' l'amaro in bocca in quanto non si tratta di un vero e proprio lieto fine. Non voglio spoilerare ma anche in questo sta il valore dell'opera, ossia nel fatto di non essere commerciale o scontata e al contempo di essere attenta alla propria coerenza e alla dignità dei propri personaggi. 
Lo stile della scrittura pure si assesta su ottimi livelli, mai banale e sempre un po' poetico, in linea con la scelta di affidare la narrazione ad uno scrittore zamonico come Ildefonso de' Sventramitis, per altro protagonista degli eventi narrati. D'altronde, chi meglio di uno scrittore può esser protagonista in una città in cui i libri possono nascondere trappole, possono stregare oppure muoversi e comportarsi come creature viventi? Apprezzato poi il gioco-critica, nel libro, verso l'editoria di massa e la scrittura autentica, rappresentata un po' dalle macchinazioni dello squalombrico Phistomephel Smeik. E di pari misura apprezzata la figura di Omunculosso, ossia il Re delle Ombre, una sorta di Frankenstein creato dal suddetto squalombrico per punirlo di aver realizzato il manoscritto perfetto, capace di frantumare il fiorente mercato dei libri con cui viene controllata la città di Librandia. 
Tutte affermazioni che, mi rendo conto, possono sembrare poco chiare o forse folli ma che nell'esperienza proposta da quest'opera di Moers diventeranno familiari al lettore il quale non potrà evitare di farsi coinvolgere dall'ambientazione proposta e della storia narrata.
Consiglio assai la lettura di questo libro, soprattutto a chi ha un debole per il fantasy e per la letteratura: non a caso infatti Moers viene accostato ai grandi nomi della letteratura, proprio per il suo stile ricco di contaminazioni e di trovate fantasiose, mai banale o pesante, ma capace di conquistare il lettore.

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