giovedì 31 dicembre 2020

Buona fine 2020 e buon inizio 2021

Ormai siamo agli sgoccioli di un anno, il 2020, che di certo resterà vivido nelle nostre memorie. 
Un anno particolare, funesto per molti aspetti, che ci ha molto condizionati toccandoci nel quotidiano, nelle nostre sicurezze e abitudini. Un anno difficile, doloroso anche, che si appresta a terminare lasciando spazio a un 2021 sul quale già riversiamo numerose aspettative.
Ognuno può pensarla come vuole sulle scelte intraprese dal governo oppure avere la propria opinione sull'origine del virus o sulla sua effettiva pericolosità.
Io stesso non nascondo di nutrire certe perplessità su quanto vissuto e stiamo attualmente vivendo e, in tal senso, volevo condividere una piccola riflessione su questo particolare momento.
Quello che temo infatti è uno scenario che si può riassumere con una delle varie immagini che in questo periodo stanno imperversando sui social:


Ovvero, dubito che alle 23.59.59 del 31/12/2020 possiamo considerare chiusa la faccenda e salutare definitivamente il 2020. 
In un certo senso esso continuerà: la crisi che stiamo vivendo, le implicazioni sociali, le conseguenze dell'annata trascorsa ci condizioneranno ancora un bel po'. Per certi versi diventerà una sorta di spartiacque sotto vari punti di vista, un po' come lo è stato l'11 settembre 2001.
Tuttavia, nonostante ansie e preoccupazioni che credo sia naturale sperimentare, la mia speranza è che questa lunghissima situazione che abbiamo vissuta diventi un'occasione, un'opportunità per noi come persone, come popolo e come umanità. 
Anche perchè si è trattata di una crisi che, probabilmente per la prima volta, ha interessato il Primo mondo e non solamente i popoli del Terzo mondo. Voglio dire, ogni anno muoiono milioni di persone per malattie di tutti i tipi o per fame o per guerre, ma finchè sono distanti ce ne si preoccupa fin là. E forse...
Nel 2020, con il coronavirus, invece abbiamo cambiato un po' la nostra percezione, in quanto eravamo/siamo noi i potenziali bersagli. Ci siamo sentiti vulnerabili e indifesi.
Al contempo, complici i vari lock-down e limitazioni subite, abbiamo rimodulato certe nostre abitudini e, grazie a questo, avuto l'opportunità di riscoprirci. Abbiamo infatti (ri)scoperto che i ritmi di vita possono essere più lenti di quelli frenetici cui avevamo fatto l'abitudine, abbiamo (ri)scoperto l'importanza dei legami affettivi e sociali e degli spazi abitativi. Ma abbiamo anche toccato con mano limiti e aspetti critici cui, più di tanto, prima, non davamo troppo peso. Perché se è vero che c'è crisi economica, c'è anche da considerare che questa è inevitabilmente collegata a modelli economici non del tutto sostenibili in quanto basati su sprechi e su consumi esasperati, molte volte alimentati da pubblicità e media. Forse c'è bisogno di ripensare ai nostri modelli economici, in modo che si possa lavorare tutti ma meno. Oppure ripensare le politiche di sostegno alle famiglie e alle persone più in difficoltà.
Oppure pensiamo al settore sanitario e ospedaliero, praticamente al limite (se non oltre): non credo proprio sia una situazione di "adesso", bensì conseguenza di politiche poco attente, di sprechi, carenze e inefficienze che gli stessi politici - che oggi cercano di farsi belli palesando stoicità oppure brindando al raggiungimento dell'agognato traguardo del vaccino - hanno avvallato o magari voluto.
O ancora ci sarebbe da riflettere sul mondo della scuola, che quest'anno ha avuto uno scossone per via della didattica a distanza lasciando al contempo emergere già noti limiti, ad esempio in merito agli spazi disponibili o alla metodologia di insegnamento.
Probabilmente questi sono solamente tre degli enne-mila spunti che potremmo prendere e su cui riflettere e crescere come persone, popolo e mondo. Questa crisi dettata dalla pandemia può, a mio avviso, rappresentare un'ottimo spunto di ripartenza e miglioramento, anche sotto il profilo del mondo dei lavori, dei trasporti, della tutela del patrimonio naturale, dell'adozione di politiche green oppure in termini di educazione alimentare.
Ma temo di essere un ingenuo sognatore ...
Vedremo quindi cos'avrà in serbo il nuovo anno e con quali conseguenze, a breve e lungo termine, dovremo convivere dopo la conclusione di questo infausto 2020. Anche perché, banalmente, in futuro, basterà lo spauracchio di una potenziale nuova malattia per condizionare nuovamente le nostre abitudini, libertà e modi di vivere.
Vedremo, quindi.
Anche se, ovviamente, la speranza e l'augurio che faccio a tutti noi è "ad meliora semper", ovvero auguro al mondo e a tutti noi di andare in meglio: buon 2021 ^__^



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