Ed eccomi qua, nuovamente a divagare. Questa volta su una tematica abbastanza attuale in questi giorni. Soprattutto a causa del giovane ucciso da un poliziotto domenica scorsa. Non ho seguito bene la vicenda ma credo che i media ci siano andati abbastanza a nozze con l'evento. Leggendo qualche stralcio sull'Ansa rimane aperta anche l'ipotesi che qualcosa non quadri. In ogni caso credo che si sia trattato di un evento molto forte e drammatico e che dovrebbe far riflettere molto. Soprattutto sull'uso delle armi e la loro presenza nel nostro presente. Anche perchè, per dire, per il poliziotto che ha sparato al giovane Gabriele Sandri ora si prospetta un periodo molto difficile mi sa, sotto inchiesta, sotto torchio eccetera...Però al contempo poi i media si dimenticano di eventi recenti come il tiratore scelto di Guidonia che solo dieci giorni fa ha causato un bel po' di problemi. Oppure basta qualche ricerca nel web e ci si imbatte in notizie come questa: 20 pallottole per un diciottenne. Ergo, c'è qualche problemino nella polizia e nelle forze dell'ordine? Forse. Oppure c'è qualche problema in un sistema che tollera la presenza di armi? Probabilmente è la seconda delle ipotesi. Ma non solo, perchè questi strumenti di morte in fondo sono figli di una certa mentalità economica che da che mondo e mondo accetta che persone umane muoiano purchè non vengano meno i guadagni che dalla vendita di armi (e non solo, ovvio) ne si può ricavare.
All that military, every weapon / Only shows how much we are afraid of (Rage - No Fear)
Queste sono le parole di una delle canzoni di una band power metal tedesca, i Rage. Credo siano molto azzeccate e illuminanti. Alla fin fine è vero che le armi esistono sin dall'alba dei tempi e che è proprio grazie ad esse che le civiltà nel corso dei secoli sono state costrette ad evolversi...però è anche vero che non ha senso ingannarci e continuare a credere che le armi siano l'unica via per mantenere l'ordine. Sono un mezzo, non lo nego. Ma non il solo. E il primo parte dalle persone stesse, dal modo in cui vivono e si relazionano agli altri. Dagli esempi che ricevono e che offrono, dalla paura nella quale vivono. Probabilmente ci sarebbe da riflettere quindi non tanto sull'azione di un poliziotto o sull'eccessivo comportamento che certi tifosi tengono ma sulla società che vive e respira ogni giorno. Meditare sul come questa sia stata educata e su come si vuole che vengano educate le generazioni a venire. Le quali spero possano vivere in un mondo più semplice, più autentico. In cui l'attenzione alle persone e alla vita sia maggiore, in cui la si smetta di scannarci per sciocchezze ma si pensi di più a realizzarci come umanità, a renderci migliori e più sensibili. Più umani. In cui, se proprio ancora ci fosse bisogno di ricorrere alla armi, se questa evenienza fosse del tutto inevitabile...beh...che almeno siano progettate dagli scienziati del premio Ignobel: pensate ai devastanti effetti di una bomba gay lanciata su di un manipolo di irriducibili ultras alle prese con un branco di hooligans ubriachi!!! Ommmmmioddioooo!!!
PS: per tutti coloro che non l'hanno visto consiglio vivamente il documentario Bowling for columbine : un'indagine sulle armi...e non solo...
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