Studio d'animazione: Production I.G.
Regia: Itsuro Kawasaki
Anno: 2009
Numero episodi: 13
La storia giapponese
Negli anime e nei fumetti di produzione nipponica vi sono spesso riferimenti a eventi o personaggi storici realmente vissuti, preziosi elementi che contribuiscono alla definizione dell’ambientazione nella quale si svolgono le vicende narrate e ad aumentare il senso di appartenenza che traspare dall’opera stessa, in perfetta rispondenza al tipico spirito nazionalista del Giappone.
La scelta di calare vicende e storie in periodi storici come quello Sengoku (che si estende dal 1478 al 1578) o quello Meiji (dal 1868 al 1912) è quindi stata percorsa più volte, sia per opere con carattere volutamente storico sia per rispondere ad esigenze di stampo educativo o politico che possono riguardare taluni progetti artistici di stampo più commerciale, proposti alle masse anche nel tentativo di consolidare o risvegliare un certo qual orgoglio socio-culturale.
Al contempo, personaggi storici realmente esistiti sono stati utilizzati come protagonisti di manga e anime (ad esempio Musashi Miyamoto in Vagabond di Takeiko Inoue o Sanada Yukimura in Brave 10 di Kairi Shimotsuki) mentre altri possono avere gradi di parentela con nomi conosciuti della storia nipponica (è il caso di Keiji Maeda dell’opera Keiji il Magnifico, di Tetsuo Hara e Keiichiro Ryu, che viene proposto come figlio di Toshiie Maeda, un vassallo di Nobunaga Oda realmente vissuto) o semplicemente venir collocati in un contesto storico da utilizzare come riferimento (vedasi Ruroni Kenshin di Nobuhiro Watsuki).
Sanada Yukimura |
Anche il mondo dei videogames sembra non fare eccezione e non esita a proporre agli appassionati scenari pescati dal patrimonio culturale giapponese: basti pensare alla serie Shogun – Total War, della The Creative Assembly, videogioco di tipo strategico in tempo reale nel quale il giocatore impersona un daimyo (una sorta di feudatario) dell’epoca Sengoku in lotta per diventare, appunto, Shogun (la massima carica a livello militare).
In questo filone si colloca anche Devil Kings, conosciuto in Giappone come Sengoku Basara, prodotto da Capcom nel 2005 per console Sony Playstation 2. Il successo del videogame, un action game in terza persona, è stato tale da portare alla realizzazione di due seguiti e di una serie anime intitolata Sengoku Basara. Successivamente a causa del successo riscosso da quest’ultima, ne è stata realizzata un seguito e una trasposizione manga.
La trama
La prima serie si compone di tredici episodi della durata di 24 minuti ciascuno e si concentra su alcuni dei personaggi principali dell’omonimo videogame da cui è tratta.
Il contesto storico è quindi quello dell’epoca Sengoku, un periodo di scontri e battaglie scatenate dai vari daimyo per ottenere maggior potere e controllo territoriale. Si seguono in particolar modo le gesta di due generali: Date Masamune, signore di Oshu conosciuto sui campi di battaglia come “il drago con un occhio solo”, e Sanada Yukimura, allievo di Takeda Shingen, signore del Kai. Entrambi sono giovani bellicosi e ardimentosi che vivono per combattere e capaci, da soli, di annientare eserciti interi. Oltre a loro però sono altri i daimyo che partecipano alle guerre che sconvolgono il Giappone, come il nobile Uesugi Kenshin o il piccolo Tokugawa Ieyasu o il temibile “sesto re demoniaco” Oda Nobunaga. E sarà proprio contro quest’ultimo che, alla fine, convergeranno gli schieramenti dei vari feudatari allo scopo di annientare colui che, più di tutti, incarna il male e minaccia il futuro del Giappone con la propria crudeltà e con l’utilizzo di armi da fuoco di produzione occidentale.
Date Masamune |
Commento
Realizzato nel 2009 dallo studio di animazione Production I. G., uno dei più importanti e capaci del settore, noto per opere quali Ghost in the shell, Jin-Roh, Blood e per la collaborazione con altre case di produzione giapponesi come Sunrise e Studio Ghibli, nonché per la sequenza animata presente nel film Kill Bill volume 1, Sengoku Basara rappresenta una degna trasposizione del videogame da cui è tratto.
Sin dalla sigla iniziale è palese che non vi è alcuna ambizione di proporsi al pubblico con un’opera di carattere storico bensì con un prodotto di puro intrattenimento, ricco di azione e decisamente scanzonato. Non viene di conseguenza posta particolar enfasi all’indagine culturale e storica del Giappone del periodo Sengoku seppure gli scenari, le armature e l’aspetto esteriore in generale siano discretamente fedeli con la realtà del 1500 circa: tutto quanto non è strettamente connesso con i campi di battaglia rimane praticamente sullo sfondo.
Ogni elemento e ogni sforzo è invece teso a garantire un’elevata dinamicità visiva, con numerose sequenze di scontri e combattimenti che si alternano a momenti di discussione o riflessione sulle strategie da adottare, sulle alleanza da stringere e sulle scelte necessarie per garantire un futuro alla nazione in accordo con i principi e i valori dell’etica militare. I rapporti sociali sono piuttosto semplificati così come i processi che portano alle battaglie risultano decisamente appiattiti, allo scopo di permettere allo spettatore di godere di spettacolari scene di combattimento nelle quali ogni legge fisica viene piegata alle esigenze di copione: esplosioni nucleari con tanto di fungo atomico e onda d’urto, effetti di luce, armi che spuntano dal nulla, voli fino alla stratosfera terrestre sono ordinaria amministrazione per gli eroi della serie. Le stesse mosse segrete del videogame vengono più e più volte riproposte nel corso delle tredici puntate che compongono la serie mentre, per quanto riguarda i personaggi in sé, solo per alcuni di essi è previsto un minimo di approfondimento: gli altri risultano quindi fortemente stereotipati, macchiette senz’anima che si muovono in un mondo fatto di battaglie e violenza.
Alcuni momenti della serie |
Anche le poche, ma sexy, figure femminili sono allineate con tale filosofia e propongono delle icone di donna ora fragile e devota ora tenace e combattente ma senza rinunciare a spacchi vertiginosi o a scollature, praticamente, inguinali.
Allo spettatore non rimane altro da fare se non gustarsi lo spettacolo offerto dall’anime, caratterizzato da una veste grafica decisamente di buon livello, in particolar modo per quanto riguarda gli effetti di luce e il colore e che concede spazio a numerose inquadrature di tipo cinematografico avvincenti e suggestive. La necessità di comprendere viene invece sospesa: non si richiede quindi l’obbligo di capire molte delle dinamiche o delle scelte visive proposte – perché Honda Tdakastu è un cyborg? Perché il cavallo di Date Masamune è equipaggiato con manubrio e marmitta? – ma semplicemente di accettare e lasciarsi trasportare dalla visione e dalla colonna sonora che fa da sfondo alle vicende. Accanto a musiche j-rock, non manca infatti una certa epicità e solennità a sottolineare la grandezza di personaggi che hanno contribuito alla storia del Giappone, sacrificandosi o spingendo per cambiamenti epocali. Lo stesso Oda Nobunaga, il cui aspetto è senza dubbio molto curato e affascinante, può essere visto come un rivoluzionario che ha agevolato l’introduzione delle armi da fuoco e della tecnologia occidentale in territorio Giapponese.
Ma nonostante la sua estetica decadente e le manie da tenebroso signore del male, dovrà capitolare dinnanzi alla potenza schiacciante del furore e dell’impeto di Masamune Date e Yukimura Sanada. Personaggi, questi ultimi, che non possono non ricordare i protagonisti della serie Yoroiden Samurai Torupa (conosciuta in Italia come I Cinque Samurai), probabilmente non una scelta casuale considerando che ciascuno dei combattenti che compaiono in Sengoku Basara è dotato di una particolare armatura e sembra esercitare il controllo su un determinato elemento naturale.
L'ennesimo scontro tra Masamune e Yukimura |
Consigliata soprattutto agli amanti dell’azione e di sequenze visive iperboliche, la serie Sengoku Basara rappresenta un discreto prodotto di intrattenimento tuttavia, considerando le capacità della Production I.G. e quelle finanziarie su cui può contare Capcom, uno dei nomi principali del mercato videoludico internazionale, sarebbe stato sicuramente possibile confezionare un prodotto più approfondito e significativo, con meno semplificazioni, più articolato e approfondito a livello di trama e caratterizzazione, concedendo maggior respiro al dipanarsi delle vicende che, in effetti, sembrano avvenire in un contesto spazio temporale ridotto ai minimi termini.
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