[Premessa, ma che non c'entra niente col film]
Anf anf, finalmente riesco a trovare un po' di tempo per dedicarmi a questo mio blog. Ultimamente non ce l'ho proprio fatta a ritagliarmi il tempo necessario per fare tutto quello che avrei voluto. Di conseguenza, tra lavoro, morosa, arti marziali, lista civica e traslochi e favori fatti quello che mi è saltato è stato principalmente il tempo per me e per i miei loschi progetti. Per causa di forza maggiore ho finito con il lasciare tutto in stand-by. Oggi, per fortuna, sono riuscito a dedicarmi un poco a Terre di Confine e a questo blog ma per tutto il resto... Spero solo di non perdere "il giro" per quanto riguarda Vuoto di Luce: tre proposte di pubblicazione sono già arrivate, però ancora non sono convinto. In ogni caso, ora come ora, non avrei il tempo per riuscire a concretizzare quel progetto.
Ad ogni modo, bando alle ciance e passiamo alla pseudo recensione di uno dei film che da metà febbraio a questa parte sono riuscito a vedere. Buona lettura!
Regia: Larry Charles
Anno: 2009
Genere: Commedia
La trama in breve:
Brüno (con la dieresi) è energicamente gay e assolutamente esaltato. Austriaco e appassionato di moda, conduce in modo singolare un programma che va in onda in fascia notturna e protetta. Passati i limiti leciti del buon conduttore e sfilato suo malgrado in passerella con un'originale tuta in velcro, viene licenziato dall'emittente austriaca e abbandonato dal suo amante pigmeo. Out per l'amore e per la moda, Brüno è deciso a tornare in. Carico di bagagli e accompagnato dal suo secondo assistente, Brüno parte alla volta degli States per cercare fortuna e diventare la più grande celebrità austriaca dopo Hitler e Schwarzenegger. Addolorato e respinto dal cinema e dalla televisione Brüno prova inutilmente a suicidarsi coi dolci, a convertirsi all'eterossessualità, ad arruolarsi nell'esercito e a praticare lo sport preferito dagli uomini. Ma niente e nessuno sembra accordargli l'onore della ribalta. Eppure, un giorno non troppo lontano, troverà a sorpresa "la cosa più cool in cui penetrare" (fonte mymovies).
Il mio commento:
Di certo Sacha Baron Cohen è una persona singolare, un autore - attore controverso e spiazzante. Però attento e osservatore, per certi versi violento nel sbattere in faccia agli spettatori ipocrisie e incoerenze della società moderna. Probabilmente apprezzare i suoi film non è cosa facile o alla portata di tutti, anche per via del tipo di comicità, di stampo più anglosassone che nostrano.
Costruito in modo analogo a Borat, Bruno si muove tra situazioni finte ed altre che sono/potrebbero essere contesti reali, registrati alla stregua di candid-camera. E probabilmente per questo risulta disturbante e spiazzante, folle, geniale e disgustoso a tratti: tutto dipende dalla sensibilità e dall'atteggiamento di chi osserva.
Personalmente mi aspettavo di più o, meglio, mi aspettavo qualcosa di differente. Però è innegabile che mi abbia lasciato qualcosa, spunti di riflessione e dubbi relativamente a ciò che consideriamo "etico e moralmente giusto". Senza contare la necessità, attualissima, di dover per forza emergere, diventare famoso a riprova della propria esistenza. Come se fosse una missione da perseguire ad ogni costo all'unico scopo di potersi definire realmente "vivi".
Bruno in sè appare come una "persona non accettabile", in primis per la sua assurda eccentricità, in secondo luogo per la sua omosessualità esageratamente ostentata. Ecco allora che chiunque lo incontra assume un'atteggiamento ostile, chiudendosi e ponendo distanze, non concedendo nulla a questa persona affamata di successo.
Ad esempio si nota questo nelle reazioni del pubblico di fronte a servizio fotografico realizzato da Bruno con il suo bambino. Parallelamente però è accettabile che i genitori "etero" concedano i propri figli agli usi più assurdi, annuendo di fronte alla possibilità di guadagno e notorietà.
Ancora, la sessualità di Bruno è qualcosa di immorale, di blasfemo, un'inconcepibile eresia; non lo sono affatto gli incontri e le orge tra scambisti. Ma, probabilmente, più spiazzante di tutto risulta la sconcertante rivelazione nel finale, quando il pubblico esultante scopre che l'acclamatissimo presentatore di uno spettacolo di wrestling, "L'etero Jack", alias Bruno, è in realtà omosessuale. In soldoni, l'inclinazione sessuale di una persona sembra ancora essere una questione critica e non accettabile, qualcosa da condannare e ripudiare. Una malattia da cui prendere le distanze. Esattamente come i vestiti eccessivamente stravaganti e le nudità maschili. Nessun problema se a spogliarsi sono le donne (e qui sarei anche favorevole...). Sempre in tema di atteggiamenti leciti o meno, c'è poi una riflessione sull'aggressività e sulla violenza, qualcosa che gli etero sembrano possedere e praticare e gli omosessuali invece no. Ma tutto questo va bene così: è normale.
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