martedì 27 dicembre 2011

..:: Io, Robot ::..

Titolo: Io, robot
Autore: Isaac Asimov
Editore: Mondadori
Genere: narrativa, fantascienza
Pagine: 291

La trama in breve:
Pubblicata per la prima volta nel 1950, questa celebre antologia raccoglie i più significativi racconti che il più prolifico e famoso scrittore di fantascienza di tutti i tempi ha dedicato ai robot. È proprio in questo libro che Asimov detta le tre Leggi della robotica, che regolano appunto il comportamento delle "macchine pensanti" e che da allora in poi sono alla base di tutta la letteratura del genere. (fonte libreriauniversitaria)

Il mio commento:
A dire il vero, ho terminato la lettura di questo libro circa due settimane fa ma solo adesso mi son ritagliato qualche minuto per parlarne.
Un commento che, so già, non rende onore all'egregio signor Asimov visto la superficialità e la poco costanza con cui son riuscito ad accostarmi a questa lettura. E un po' me ne rammarico.
Recuperato quest'estate a Brunico, ad una presuna festa del libro che sembrava imperversare un po' ovunque nelle librerie dei vari paesetti del Trentino Alto Adige, l'ho acquistato soprattutto per curiosità, oltre che per apprfondire la conoscenza di un autore tanto importante quanto Asimov e di cui - e mi pento e mi dolgo per la mia profonda 'gnuranza - ho letto troppo poco.
Ma ancor di più volevo verificare quanto si discostasse la sceneggiatura dell'ominomo film del 2004 con Will Smith per protagonista.
Beh, in effetti, tra opera cinematografica e libro qualche lievissima differenza c'è.
Inezie, ovviamente.
Anzi, per dirla tutta, non sono neanche lontanamente parenti.
Ma che caspita si son fumati gli sceneggiatori quella volta?
Per cui, niente poliziotto di colore con arti cibernetici, amante degli anni 80 e sospettosamente vicino alle idee della Società Umanitaria, sempre allerta contro una presuna minaccia robotica. E nemmeno c'è il giallo di uno scienziato vagamente somigliante a Steve Jobs morto ammazzato probabilmente trucidato da un automa senziente (della Microsoft?). Men che meno ci sta il complotto per la distruzione del genere umano perpetrata dalle macchine. Skynet, d'altronde, è già sotto contratto per Cameron e company.

Il libro in questione propone invece una raccolta di racconti che vertono sulla figura del robot ma che, in particolar modo, vanno ad esplorare interazioni con gli esseri umani e, soprattutto, le implicazioni relative alle 3 leggi alla base della fantascienza di Asimov. Tutti i racconti presentano elementi che lasciano avvertire una certa coesione narrativa e la presenza di un'ambientazione vasta e ponderata: ad esempio, i tecnici Gregory Powell e Mike Donovan, la robopsicologa Susan Calvin, il supervisore Stephen Byerley sono personaggi che rivestono il ruolo di protagonisti o di personaggi comprimari nei testi presenti nella raccolta e che consentono all'autore di far capire come certe cose evolvano e cambino mentre altre no. Su tutte, l'importanza e l'obbedienza alle tre leggi, necessarie a garantire un certo qual equilibrio e una convivenza tra uomini e macchine che altrimenti verrebbe meno. Anzi, sembra quasi che proprio la presenza di macchine e robot asservite alla Prima legge ("Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.") possa consentire all'umanità di sopravvivere ottimizzando risorse e riducendo guerre e sprechi di risorse, sul pianeta e non.
In tutto ciò, lo stile di Asimov, sebbene un po' asciutto e sbrigativo, appare più che adatto ad argomentare le proprie teorie e le riflessioni sul comportamento dell'essere umano e del robot che lascia affiorare qua e là. Il suo è un modo di narrare che appare molto pragmatico e logico, quasi matematico, con pochi fronzoli e divagazioni, capace di arrivare al dunque e di far capire come si possa avere piena fiducia nelle macchine. E considerando che prima di Asimov i robot erano pratciamente solo golem privi di identità, mere macchine assassine contro cui scagliarsi, prive di umanità ed etica, beh, non è un risultato da poco.
La società ideale che lo scrittore sembra suggerire è quindi composta da esseri programmabili e dotati di cervello positronico, magari un po' goffi e pesanti, ma sinceri e (a modo loro...) devoti e fedeli. Un'utopia di società futuristica in cui si respira un'atmosfera di cooperazione, di serena lungimiranza, in cui non è tanto assurdo riporre fiducia in gruppi di automi antropomorfi più che in esseri in carne ed ossa soggetti a un libero arbitrio che non sempre li porta ad agire in nome di una causa superiore o per il bene altrui.
Tra i testi proposti, credo che "La prova" sia quelle che mi è piacituo di più. Dico "credo" perchè purtroppo ho letto questo libro in modo molto discontinuo, di certo diminuendo l'effetto che invece avrebbe potuto avere se mi ci fossi dedicato con più costanza. Dicevo, rispetto agli altri racconti, seppure mantenendo in un certo modo la stessa struttura "dimostrativa/indagativa", "La prova" è quello che mi è andato più a genio probabilmente per l'idea di mettere sulla scena politica un essere che non è umano ma che viene spacciato per tale (almeno per come ho capito io), giocando poi sulle implicazioni etiche e non solo che una simile scelta possiede. In fondo, votereste un parlamentare che non sia umano? Anche se questo fosse vincolato, in nome della propria programmazione, ad agire in modo da non arrecarvi danno in alcun modo? E' lecito o no affidare il proprio futuro alle macchine? E qual è, in fondo, il problema nell'accettare che sia una macchina a guidare una nazione?
In conclusione, una lettura che vi consiglio e che credo sia "obbligata" per qualunque appassionato di fantascuenza.  E se mai vorrete leggere questo libro, mi raccomando, fatelo con la debita attenzione e costanza che richiede, non come l'indegno sottoscritto :-(


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