Regia: Jaume Balagueró, Paco Plaza
Anno: 2007
Genere: horror
Cast: Manuela Velasco, Ferrán Terraza, Jorge Yamam, Pablo Rosso, Carlos Lasarte
La trama in breve:
Angela è una giovane reporter; per una notte è chiamata a seguire, con il suo cameraman, l’operato dei pompieri della città, nella speranza che un incendio le possa garantire una grande storia da raccontare. Quando alla centrale arriva la chiamata di un’anziana signora intrappolata nella sua casa, sembra presentarsi l’occasione perfetta. Arrivati sul posto, i vicini raccontano terrorizzati di urla spaventose provenienti dall’appartamento della vecchia signora. Angela ha finalmente una storia da inseguire…e sarà perfino troppo terrificante per poter essere raccontata. (fonte comingsoon)
Il mio commento:
Angela, nella parte finale del film, terrorizzata, impaurita, prossima a... |
Ne avevo sentito parlare, sapevo di cosa si trattasse, ne avevo pure visto trailer e qualche spezzone ma non avevo mai avuto l'occasione di vedere Rec per intero. So anche che ne è stata realizzata una versione per il pubblico americano (Quarantena) ma senza ottenere il medesimo successo (e sì che bastava mettere una Brooklyn Decker qualunque nei panni di Angela...)
Poi, su invito di mio fratello, ne ho avuta l'occasione e... beh, devo dire che mi è piaciuto e che mi ha convinto abbastanza.
E se nei panni di Angela ci fosse stata la Silvstedt? L'effetto del film sarebbe stato il medesimo? |
L'idea, fondamentalmente, è semplice, l'ambientazione scarna e tutto lo svolgimento ruota attorno a dinamiche che continuano a ripetersi ossessivamente (scappa, scopri, lotta, scappa...e via dicendo) ma ciononostante la meccanica del film funziona. Non tutto risulta essere chiarissimo e, ovviamente, ci sono alcune forzature o "casualità" necessarie alla narrazione, ma tutto sommato il risultato finale è abbastanza buono e sembra realistico.
La registrazione e la relativa visione in prima persona contribuiscono poi a creare angoscia, paura, inquietudine adottando un punto di vista soggettivo. non si capisce bene cosa accade, si vorrebbe vedere di più, comprendere quel che sta succedendo e invece non si riesce, bisogna fuggire, assecondare le movenze di Pablo, il cameraman. Un uomo granitico che malgrado tutto quello che succede insiste e riesce, caparbiamente, a registrare senza esitazione, anche soffermandosi su particolari raccapriccianti o sanguinolenti, quasi indifferente e immune a paura e alla naturale sopraffazione che l'esser partecipi di simili situazioni comporta. Questo fino a pochi minuti dal finale...
Signora, stia tranquilla, signora!!! Non siamo quelli dell'IMU... signoraaaaa!!! |
Se a tutto ciò si aggiunge il buio, la luce che viene e va, l'isolamento del palazzo e la conseguente sensazione da "topo in trappola", e sangue e urla e frenesia concitata il risultato assicurato. Tanto più che anche la cara Angela se ne va in giro in canottiera, accentuando l'idea di vulnerabilità e, a livello più o meno consapevole, l'eccitazione dello spettatore.
Che poi, dico io, in caso di zombies o esseri infetti che si danno al cannibalismo violento, perché nessuno pensa a barricarsi in casa, a coprirsi il più possibile e ad afferrare una qualsiasi arma con cui difendersi? Ok, magari in QUEI momenti la razionalità non è ai massimi livelli ma...con tutti i film di zombies eccetera che circolano, possibile che nessuno abbia almeno una vaga idea di come comportarsi? Voglio dire, i protagonisti dei film con zombies, in quanto persone vere di mondi immaginari ma comunque contemporanei e analoghi al nostro, non hanno mai visto nessun film aventi zombies per protagonisti?
E invece no, eccoli allora che ci si deve per forza soffermare a parlare davanti a una grata, che la saracinesca non viene chiusa del tutto, che chi sa tace e crepa subito, che si presta più attenzione alla propria privacy anziché a un essere zozzo di sangue e schiumante di rabbiosa follia a meno di un metro...
Chiamiamo in causa lo spettatore, va, come se fosse colpa sua del disastro a cui stiamo andando incontro noi poracci |
Ad ogni modo, non so se sia corretto parlare di zombies.
Sarebbe più corretto parlare di creature "rabbiose", in stile 28 giorni dopo (tra l'altro, ho visto un teaser di 28 mesi dopo...), per cui esseri sanguinari, famelici, rapidi e scattanti.
Il motivo dell'infezione non è comunque ben chiaro ma, per quanto poco - anche se ho un po' di riserve su come si sia sviluppata l'epidemia e sul perchè alcuni individui si zombizzino nell'arco di svariate ore e altri nell'arco di un paio di minuti - vengono fornite alcune spiegazioni. Tutto nel finale dove, al buio, disperati e terrorizzati, Angela e Pablo troveranno indizi sull'origine del male che imperversa nel palazzo, un misto tra virus e presenze demoniache (giusto per spoilerarvi...).
La somiglianza con opere quali The Blair Witch Project (del 1999), Cloverfield (del medesimo anno) e The Horde (del 2009) (lo so, due anni dopo rispetto a questo, ma io l'ho visto prima di Rec) comunque la si avverte: al primo per il tipo di narrazione in soggettiva, per la presenza della ragazza isterica che grida quando non dovrebbe (anche qua, caspita, stai zitta! Prendetela a schiaffi, tappatele la bocca, ma fatela stare zitta se sapete che gli zombies sono fuori dalla porta...), per l'elemento sovrannaturale; al terzo per l'inizio, misterioso dell'epidemia. Come accade sempre in questi contesti. Uno se ne sta tranquillo a casa sua e "puf", di botto gli zombies escono dalle fottute pareti.
Una simpatica bambina... |
E pensare che, almeno in Rec, la truculenta follia poteva essere evitata se l'indagatore del Vaticano, quella volta, non chiudeva la bimba dentro l'appartamento e fuggiva a gambe levate senza dir niente a nessuno ... che poi, nessuno si era mai avveduto della presenza di sta creatura? Prima dell'arrivo della troupe televisiva, intendo?
Rispetto a Cloverfield invece la somiglianza riguarda l'uso della cinepresa e al fatto che questa, di tanto in tanto, venga colpita, perda il segnale sonoro, venga usata in modalità "notturna"...insomma, c'è un uso più articolato ed evoluto rispetto a quanto sperimentato in The Blair Witch Project. Fermo restando, ovviamente, la pulizia del sonoro e il montaggio che, per qualche misterioso motivo, "è" avvenuto. Per cui, qualcuno si è preso la briga di recuperare la telecamera (gli zombies?) e di editare il girato.
Qui ci stava bene, come motivetto, "It's raining man" |
Oltre a ciò, un altro aspetto interessante riguarda la fotografia e il colore in quanto, nei momenti più feroci, dominano tonalità scure e il rosso, quasi che tutti gli altri colori vengano eliminati. Un escamotage, ovviamente, per amplificare la concitazione e l'emozione sperimentata.
Nulla da dire invece sul reparto sonoro: la musica non c'è proprio e gli effetti sono adeguati, anche se tutto sommato si riducono ad un guazzabuglio di urla e grugniti che poco hanno di umano.
Nel complesso, comunque, il film mi è piaciuto abbastanza: semplice, dal sapore amatoriale, forse un po' noioso all'inizio, breve, realizzato con un budget onesto, sostenuto da un cast di discrete capacità (anche se ho mal sopportato la signora portoghese: si muoveva davvero troppo quando parlava!). Lo suggerisco a tutti gli amanti degli horror e/o dei film in soggettiva che, alla faccia del 3D, credo risulti un'ottima trovata per garantire il coinvolgimento dello spettatore.
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